01 - Holding hands

Gli faceva male il braccio, brividi partivano dalla spalla e gli attraversavano il corpo, le gocce di pioggia come mille lame acuminate nella pelle, i capelli, i vestiti, come massi sul corpo, il peso che lo costringeva ancora al suolo, la vista appannata. Nezumi sentiva che sarebbe caduto, svenuto, di li a pochi secondi. Era pronto ad accasciarsi al suolo, al riparo di quella grande villa, quando lo sentì. Un urlo a squarciare il cielo, più forte della pioggia, abbastanza da farsi udire. Arrivò dritto alle orecchie di Nezumi, e come una scossa lo risvegliò dal tepore del sonno che lo stava trascinando steso lungo su quel prato.
A stento sentiva il suo cuore battere, a stento si sentiva vivo. E ora la, su quel balcone, stava un ragazzino, gli occhi serrati con forza, le mani strette alla ringhiera, e la bocca spalancata, la fine di quell’urlo di liberazione ancora li. Non seppe di preciso cosa gli passò per la testa, ma Nezumi corse a perdifiato, le poche forze che si consumavano in quel tentativo disperato di attaccarsi alla vita, e lo raggiunse. Salì quel balcone, si arrampicò, un braccio solo, l’altro penzoloni lungo il corpo. Entrò in quella casa, l’aspetto accogliente e allo stesso tempo freddo, quello di un ambiente controllato, tenuto sott’occhio, sempre. E lo vide. Il ragazzino, voltato verso di lui, l’espressione stupita in volto, gli occhi prima serrati con forza ora sgranati, d’un colore che a Nezumi ricordò il cioccolato. Non che lui l’avesse mai assaggiato il cioccolato.
“Istinti, respira, accumula le forze, attacca, difendi”
Si disse. Si lanciò contro il ragazzo e lo bloccò al muro, gli occhi così vicini a suoi, il respiro a infrangersi sulla sua pelle. E sentì la gola pulsare sotto le dita, il sangue caldo scorrere nelle vene. Si chiese se era così sentirsi vivi, e si ripromise di toccarsi il collo a quel modo.
Magari anche a lui il sangue pulsava ancora così. O forse ne aveva perso così tanto da non averne più in circolo.
Solo più tardi se ne rese conto, di essere davvero vivo, di non essere morto, con addosso quel maglione orrendo, e la mano stretta in quella dell’altro, il materasso comodo sotto di loro e la pancia piena come non l’aveva da tempo. Fu il calore della sua mano nella sua forse, o lo stomaco chiuso, o la strana sensazione che gli provocava avere qualcuno affianco, così vicino. Fu la sua mano, piccola, e dalla pelle liscia. E furono i suoi occhi. Nezumi non è certo, ma quella fu la prima volta, che si sentì irrimediabilmente vivo.
“Gli esseri umani vivi.. sono caldi,vero?”

N.d.a.
Primissima flashfic della 30 day otp challenge *w* Che dire, mi sarei potuta dare alla 30dotpc di kuroko no basket, ma dato che sto già scrivendo una longifc su quell'anime. .  ( che tra l'altro devo muovermi ad aggiornare e.e ) beh, mi butto su no.6 che è l'amore ppuro cwc
Okay, qui abbiamo uno spoiler sul loro primo incontro. Non ci posso fare niente, quell' "holding hands" mi ha fatto pensare alla scena nel letto in cui si tengono le mani cwc 
Non so nemmeno se qualcuno ha mai fatto una otp challenge su di loro, ma la farò io! *inno di gloria mentre innalza una bandiera* yaaaay! Speriamo di farcela e.e 
hope you like it u.u 
miki!