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Autore: PiccadillyLine    07/03/2013    2 recensioni
"Per la prima volta Sherlock sentì quant'era amato."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You were the miracle.
(una fanfiction nata a caso con una persona a caso) 

Finalmente poteva farlo, poteva tornare, ma ne aveva paura. Non era da lui. Estrasse il cellulare dalla tasca del suo cappotto e digitò lentamente quelle parole che desiderava dire da troppo tempo. Le avrebbe addirittura urlate se avesse avuto la certezza di essere al sicuro. Però non lo era, quindi poteva solo limitarsi agli SMS.

"John, sono ancora vivo. Non essere triste. Sono qui con te e ci sarò sempre."
"Scusami, cosa? Sono passati tre anni e tu pensi di poter tornare così, tranquillamente, e che sia tutto a posto?"

Beh, almeno lo aveva riconosciuto.

"Non mi aspetto il tuo perdono -non subito-, ma lasciami spiegare che sono stato obbligato a farlo per tenerti al sicuro."
"Bene. Ma ti conviene che sia andata davvero così altrimenti io ti…io ti...non so bene cosa ti farei, ma sicuramente non sarebbe piacevole."
"Moriarty mi aveva detto che ti avrebbe ucciso, se non l'avessi fatto. Ho dovuto uccidermi per salvare te. Beh, effettivamente ho dovuto fingere di uccidermi. Avevo capito che Moriarty sarebbe giunto a quel punto, quindi avevo già pianificato un finto suicidio. E lo so che sono passati tre anni, ma quell'uomo è pericoloso anche da morto."
"Io- tu. E non potevi dirmelo?"
"Volevo, ma hai ragione. Non potevo."
"Tutto questo è fantastico. E orribile. E io ti sto davvero odiando in questo momento, ma- ma sei vivo."
"Non posso immaginare come tu ti stia sentendo in questo momento, ma se ti può consolare, mi sono sentito una merda per tre anni."
"No, Sherlock. Non mi consola. Bel tentativo, comunque."
"Posso sperare nel tuo perdono, prima o poi?"
"Io- Sherlock. Ti perdono oggi, razza di idiota. Mi sei mancato così- così tanto."
"Mi sei mancato anche tu. Ogni giorno- ogni singolo giorno- pensavo a te, cercando di immaginare cosa stavi facendo; cercando di continuare a credere di mancarti."
"E mi mancavi, infatti. Provavo a credere che saresti stato in grado di compiere quell'ultimo miracolo. Ed eccoti qui."
"Tu eri il miracolo, John. Sei sempre stato tu."
"Cos- io? Io non sono un miracolo."
"Tu sei il solo che mi ha mantenuto vivo. Non ho mai avuto paura della morte, ma quando ho realizzato che era ciò che Moriarty voleva ho sentito, per la prima volta, dei brividi. Ad essere sincero, non volevo morire perché sapevo che quello ci avrebbe divisi. Quella era la mia vera paura."
"Cosa? Dici davvero?"
"Davvero."
"Ehm…grazie. Grazie per…non essere morto. Lo apprezzo davvero e io- io mi sento un idiota."
"Sei il miglior idiota che abbia mai conosciuto. E credimi, ne ho conosciuti tanti.
Per favore, non giudicarmi. Sai che non sono un tipo…romantico."
"Va bene, non lo farò. Sai, sei il miglior sociopatico che io abbia mai incontrato. Non ne ho visti molti in giro, ma lo so in ogni caso."
"E' strano. Mi sento bene."
"Beh, sei appena tornato dal mondo dei morti…"
"Non sto parlando di quello.  È qualcosa che non ho mai provato e che forse non mi sarei mai aspettato di provare."
"E che cos'è, Sherlock?"
"Sono abbastanza sicuro che si tratti di amore.
Non posso credere di averlo detto davvero. "
"Amore? Davvero? E per ch- ASPETTA. PER ME?"
"Uhm.
Devo ammettere che ti ammiro molto come collega. E come amico."
"Beh, ti ammiro anch'io. Te l'ho detto praticamente in ognuno dei nostri casi."
"Comunque penso che ti ammirerei anche come…qualcosa di più."
"Davvero? (Wow, l'ho già detto così tante volte.) Io sto solo- lo sto metabolizzando la cosa. Ci sto provando."
"Io- io pensavo che tu provassi lo stesso."
"Lo faccio. Lo faccio davvero. Solo che- non sapevo ti sentissi anche tu così e io- Io sono sorpreso."
"Io non lo sono. Io sono soltanto…felice."
"Felice che io provi lo stesso?"
"Felice che tutto questo stia accadendo sul serio."
"Anche io."
"Sei stato così forte, John. Se fossi stato al tuo posto, probabilmente sarei morto."
"Sai, è quasi successo. Ho dovuto dare la mia pistola in custodia a Mrs. Hudson."
"Mi dispiace così tanto."
"No, non dispiacerti. Tu mi stavi proteggendo. Stavi proteggendo noi."
"Avrei dovuto dirti che si trattava di un piano. Forse tutto sarebbe andato meglio."
"No, va bene così. Cosa sarebbe successo se fossero arrivati a me? Sarei morto e probabilmente lo saresti anche tu. Sul serio, però."
"Voglio vederti. Ne ho bisogno."
"Beh, vivo ancora con Mrs. Hudson. Non sono riuscito a trovare nessun altro posto che andasse bene. Vieni a casa."
"Perché no?"
"Mi troverebbero. E ti farebbero del male."
"Quindi posso venire io da te?"
"C'è lo stesso problema. Dobbiamo trovare un posto dove nessuno possa vederci."
"E dove, allora?"
"Il luogo dove ci siamo incontrati l'ultima volta, dove è tutto finito e dove- forse tutto può iniziare."
"L'ospedale? Mi perdonerai se sono un po' riluttante a lasciarti su un tetto."
"Questa volta possiamo incontrarci al piano terra."
"Sono per strada. "
"Io sono già qui."
"Io- io sono quasi arrivato. Sto arrivando. Sherlock, sto arrivando."
"Sbrigati. Non ce la faccio più ad aspettare. Ti sento così vicino a me…"
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John apparve improvvisamente dalla porta, guardandosi intorno freneticamente. Si trattenne dall'urlare il nome di Sherlock. Non poteva rischiare di esporlo in quel modo.
"Eccoti qui, Dottor Watson.", disse Sherlock. Cercava di non piangere, ma era così difficile. John afferrò l'uomo per la sciarpa e lo strattonò fino alla prima porta aperta che riuscì a trovare. Lo spinse vicino a sé, con le lacrime che sgorgavano negli angoli dei suoi occhi, e affondò il viso nel petto di Sherlock. "Sherlock, sei davvero tu."
Il detective divenne totalmente incapace di fare qualsiasi cosa. Lasciò che John lo stringesse e non riusciva a credere che alla fine si fossero incontrati di nuovo. Lo amava così tanto che un solo cuore non era sufficiente a contenere tutti quei sentimenti. "Per favore, prendi la mia mano. Voglio che tu sia sicuro che ci sia battito, questa volta.".
John alzò lo sguardo verso l'uomo. La sua mano scivolò lungo il braccio di Sherlock e le dita attorno al suo polso. Sorrise non appena sentì il sangue scorrere sotto i suoi polpastrelli. "Sei vivo.", balbettò a bassa voce, dicendolo più a se stesso che a chiunque altro una seconda volta. "Sei vivo."
L'investigatore poteva sentire la mano di John; sembrava fatta per inserirsi perfettamente nella sua ed era piacevolmente calda. Sherlock appoggiò la fronte contro quella di John e lo guardò dritto negli occhi: non erano mai stati così belli. "Ti amo.", sussurrò. "Ti amo, John, e non c'è niente che possa distruggere tutto questo. Che possa distruggere noi."
Il respiro di John gli si fermò in gola. Cercava di parlare, ma non ci riusciva. Le lacrime gli scesero lungo il viso nel momento in cui fissò gli occhi di Sherlock.
Sherlock lo baciò senza pensarci. Non poteva sopportare di vedere John piangere in quel modo. Holmes voleva solo chiudere gli occhi e quella era la maniera migliore per farlo.  Le sue labbra sfiorarono quelle di John e improvvisamente tutto andava bene.
John sussultò, chiuse gli occhi e lasciò uscire tutte le lacrime che aveva mentre la sua mano libera si aggrovigliava nei riccioli di Sherlock.
Per la prima volta Sherlock sentì quant'era amato. Non aveva amici e non ne aveva mai avuti, ma adesso aveva John, qualcuno che nessuno avrebbe mai potuto sostituire.
John trascinò Sherlock fino al muro, raddrizzandosi per raggiungere meglio la bocca del detective. Indietreggiò e bisbigliò: "È tutto a posto?"
In quel momento, quando non sentiva più le labbra di John sulle sue, Sherlock si sentì confuso. Era abbastanza sicuro che John gli stesse parlando, ma non trovava la forza di rispondere. Gli ci vollero circa dieci secondi per tornare nel mondo reale, dove il medico militare stava davanti a lui con gli occhi pieni di tristezza. "C- Cosa?"
John accarezzò la guancia di Sherlock, strofinando il pollice sul suo zigomo. Lo fissò preoccupato. "Ho chiesto se è tutto a posto. Io che bacio te. Poi ti ho visto…distante. Stai bene, Sherlock?"
La mano libera di Sherlock tremava. "Dio, non di nuovo.", mormorò. Iniziò a piangere, chiedendo perdono. "Io- io faccio schifo con le relazioni. Ti prego, John, promettimi che resterai. Ogni volta le persone entrano nella mia vita e se ne vanno. Mi sento vuoto, come se non valessi assolutamente nulla. E ora ho paura che tu farai lo stesso, anche se so che tu sei diverso. Ho bisogno che tu mi dimostri- che mi provi che mi ami davvero."
John avvolse le sue braccia intorno al collo di Sherlock, strattonandolo verso il basso per baciarlo più volte sulle labbra prima di rispondere: "Ti amo così tanto, Sherlock. Farei qualsiasi cosa per te. Qualsiasi cosa, tranne lasciarti. Di cosa hai bisogno?"
"Ho bisogno di un abbraccio.", Sherlock ammise. "So che può sembrarti stupido, ma non ne ho mai ricevuto uno. Sarebbe la più grande prova del tuo amore."
John quasi iniziò a piangere di nuovo alla rivelazione di Sherlock di non essere mai stato abbracciato. Insomma, chi non era mai stato abbracciato? Asciugò le lacrime e cinse l'uomo con le braccia, appoggiando la testa sul collo di Sherlock. "Allora un abbraccio devi ricevere."
Era una sensazione bizzarra. In quel momento, con il respiro di John contro il suo collo, non mancava più niente. Finalmente. Non era solo Sherlock Holmes, l'unico consulente investigativo del mondo. Era Sherlock Holmes, l'unico consulente investigativo del mondo, innamorato della persona migliore che avesse mai conosciuto. 

 

 

 

 

Note dell'autrice:
WOAH, è incredibilmente piacevole potersi definire "un'autrice".
In ogni caso, sappiate che questa OS è nata come roleplay su omegle. Se i personaggi sono un po' tanto OOC è perché ci siamo fatte prendere dal fluff e tutto è diventato incredibilmente meraviglioso, arcobalenoso e gay. Si tratta di una traduzione dall'inglese, quindi perdonatemi se ogni tanto il lessico va a farsi benedire. 
Perché l'ho pubblicata se so che ci sono molti difetti? Forse per farmi coraggio. Adesso che ne ho pubblicata una, per quanto possa essere perfettamente inutile e scritta male, sicuramente sarò più motivata a scriverne altre.
Lo so che Johnlock : fluff = Moffat : "non sono una persona sadica", ma ci siamo fatte prendere un po' la mano. :))))))))))))
Di base questa OS è per: 
Klaire, che è stata la mia compagna di scleri durante questi roleplay pieni di feels.
Antonia, perché sì.
converseandcheekbones, che non so ancora effettivamente come si chiami, ma che è la ragazza con cui è nato tutto questo e che ha saputo dare un senso alla mia serata.
Ciaaaau.
Ross.

  
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