Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Damhia_robertadamiano    08/03/2013    2 recensioni
Nessuno può immaginare del pericolo imminente. E che Sharon sarebbe caduta in trappola come un topo. Per salvare il fratello da morte certa è costretta a rubare un'artefatto antico, ma non sa cosa esso contiene e quali danni possa causare. E non si sarebbe mai immaginata di finire nella tana del lupo, proprio lei che è una cacciatrice!
Dal primo capitolo: In una sera apparentemente tranquilla per le persone che dormono nei loro caldi letti, è totalmente diversa per chi in questo momento sta lottando allo stremo delle forze.
Sharon e la sua famiglia stanno combattendo contro degli spietati assassini che amano cacciare di notte e dormire di giorno.
Genere: Azione, Erotico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2

La Missione

 

Jordan slega mani e piedi della ragazza e le porge i fogli consegnati dal non-morto seduto nel divano panna di fronte a loro. La ragazza si massaggia i polsi e prende i fogli dando una fugace occhiata.
«Questo è il vampiro di cui mi hai parlato?» domanda.
«Sì, è lui.» Spegne il sigaro all’interno del posacenere. La ragazza controlla gli altri fogli. «Quello è l’oggetto che devi cercare.»
La ragazza alza un sopracciglio guardandolo di traverso, infuriata.
«Tu… tu hai ucciso la mia famiglia per un maledettissimo portagioie?» si avventa su di lui, buttando i fogli a terra e prendendo lo stiletto all’interno dello stivale.
In un nano secondo il vampiro in t-shirt nera si precipita addosso a lei con una forte gomitata sul fianco. Il vampiro la prende per la lunga chioma nera, legata in un alta coda di cavallo, mentre con l’altra mano stringe il braccio facendole cadere lo stiletto, udendo il suo ghigno all’orecchio. Evan invece si è visto tutta la scena godendosela con quel ghigno fastidioso stampato in faccia.
«Non è un semplice portagioie. Sono un vampiro, ma non così masochista da inimicarmi quelli della mia specie.»
«Hai ucciso la mia famiglia!! Voglio vedere mio fratello, ora» stringe i denti per il pungente dolore alla testa. Il vampiro dietro di lui ha stretto così tanto la presa che pensa di aver perso delle ciocche di capelli. La ragazza si dimena scalciando.
«Ragazzina vedi di non farmi arrabbiare. Io non sono paziente come il mio Signore» le ringhia all’orecchio il vampiro dagli occhi castani come i capelli.
«Jordan vai a prendere il ragazzo» ordina il codino.
Jordan sparisce in un battito di ciglia e ritorna subito dopo con il fratello tra le mani ancora svenuto, sporco di terriccio e sangue.
Il succhia-sangue allenta un po’ la presa dai capelli per farglielo vedere, ma non la lascia libera.
Controlla che il fratello sia tutto interno, ma a parte l’essere addormentato non ha nessun problema e si rilassa. Almeno lui è ancora vivo.
«Il mio patto è questo. Tu entri in casa del Signore vampiro. Rubi l’artefatto e io libero tuo fratello, solo quando mi avrai consegnato il portagioie» mette ai patti.
«Va bene» risponde in fretta. Non vuole che accada qualcosa al fratello. Il vampiro sorride.
«Molto bene. Ma, se entro un mese non mi porti ciò che ho chiesto… Scriverai tu la sua sorte» termina. Sharon sgrana gli occhi.
«Come faccio ad entrare in casa di questo… Signore vampiro?» chiede con tutta la calma possibile.
«Questo spetta a te pensarci. Hai una settimana per infiltrarti in quella casa.»

 

La settimana passa molto velocemente per Sharon e il fratello Boris. Le sono venute in mente una marea di soluzioni, ma di fatto niente di concludente. Ha provato scene sopra scene facendo soltanto ridere i vampiri che l’hanno udita dai piani superiori. Sharon osserva sorridente il fratello maggiore. Gli occhi azzurri come i suoi e i capelli neri a spazzola. Una corporatura nel normale, ma con grande forza, sempre umanamente parlando. In apparenza può sembrare alto e smilzo, ma sotto i suoi abiti si nascondono muscoli d’acciaio.
«Non devi andare Sharon. Sono vampiri, non ci possiamo fidare di loro» si alza da terra camminando avanti e indietro per la cella, con le brande come unica decorazione. Lei ancora seduta appoggiata al muro lo guarda e sbuffa.
«Lo so, ma non ho altra scelta. Quanto tempo ci vorrà mai per prelevare da una casa un cofanetto!» dice isterica e con una punta di sarcasmo.
«Una casa piena di vampiri, Sharon. Di vampiri!» sottolinea Boris.
«Ho capito! Ma non voglio vederti fare la fine di mamma e papà» si alza da terra.
«Hai ragione. Mi dispiace» l’abbraccia. «Significa che andrò io a prendere quest’oggetto. Sono il fratello maggiore, no?» la stringe a sé.
«Mi dispiace per te, ma sei la nostra assicurazione. È lei adesso si deve muovere. Ogni minuto che perdi è un minuto in meno di vita per tuo fratello.»
Evan è davanti a loro con la porta della cella aperta, con un gesto della mano la invita ad uscire.
«Chi dice che deve essere una donna? Posso benissimo farlo io» ribadisce il fratello.
«Sarebbe una proposta allettante.» Evan si avvicina a Sharon e le prende il mento. Il fratello reagisce, ma viene bloccato da un altro vampiro appena entrato. È Jordan con un ghigno. «Avere tua sorella al posto tuo? Con una donna si possono fare molte più cose. Visto che qua dentro siamo tutti maschi» ride baciandole il collo con le fredde labbra. Sharon rabbrividisce al suo tocco. Il vampiro ghigna mettendo in bella mostra i canini appuntiti e gli occhi cambiati al nuovo colore rosso.
«Non toccarla bastardo! Sharon vai e torna presto» dice alla fine il fratello.
«Che ragazzo intelligente.» Il vampiro allontana il viso, riluttante, dal collo della ragazza. «Spero tu abbia un’idea per entrare in quella casa. Vatti a fare una doccia. Nessuno deve sentire l’odore di vampiro addosso a te.»
Escono tutti e tre chiudendo dentro la cella Boris che urla il nome della sorella.

Picchiata fino allo stremo. Più disperata di così non si può essere. Per tutta la settimana non ha fatto altro che leggere le informazioni che le hanno dato sul Signore vampiro e la sua stirpe. Ha preso ragazze di strada, ragazzini con problemi, giovani donne che hanno perso le speranze. Ha visto nelle foto i volti di tutti quegli umani. Con tutte quelle persone là dentro, sicuramente non sono lì per sfamare solo un vampiro. 
È pomeriggio ed è per strada dove alcuni di quei ragazzi a quell’ora terminano di fare la spesa. Jordan e l’altro vampiro non si sono fatti dei problemi a pestarla di brutto e i vestiti che indossa sono logori, ma non ha trovato soluzione migliore.
Vede i due giovani avanzare e mette in atto la scena.
Alza il cappuccio, infila le mani dentro la tasca della felpa stracciata e si avvicina a loro. Adocchia la borsa della ragazza. Appena le è accanto le scippa la borsa e loro la rincorrono. Come previsto.
«Ehi, ridammi la borsa. Ladro!» la inseguono. Si gira a guardare indietro e vede il ragazzo svoltare per un altro vicolo. Sorride e corre ancora più velocemente. «Maledizione, fermati» urla la ragazza.
Il ricciolino dai capelli biondi salta il muretto e le finisce addosso buttandola faccia a terra.
«Lasciami! Lasciami!» urla Sharon dimenandosi.
Il ragazzo la gira per guardare in faccia il ladro e rimane a bocca aperta.
«Lasciami!» urla di nuovo tirando un cazzotto al ragazzo. Si dispiace, ma non può fare altrimenti.«Maledizione! Mi hai colpito!» le blocca le mani.
La ragazza dai capelli castani si avvicina e prende la borsa caduta a terra e la guarda.

«Cosa ti hanno fatto?» chiede. Ah! Le ragazze con il cuore esistono ancora.
«Non sono affari vostri. Lasciatemi!»
«Non se ne parla nemmeno. Se ti lasciamo sicuramente andrai a derubare qualche povera vecchietta e noi non possiamo permettertelo.»
«Lasciatemi. Ho bisogno di soldi, voi non capite» urla Sharon a terra.
«Fidati di noi, ti capiamo eccome. Possiamo aiutarti» sorride dolcemente la ragazza, abbassandosi al suo livello.
«No, non potete. Lui mi troverà e ucciderà la mia famiglia se non porto i soldi» piange Sharon. Che attrice che sono! Ho sbagliato mestiere. Ma in fondo quello che Sharon ha detto è vero, se non porta al vampiro quello che ha chiesto non si farà scrupoli ad uccidere il fratello.
«Ti aiuteremo. C’è una persona che può farlo e può aiutare la tua famiglia. Fidati e vieni con noi» termina la ragazza porgendole la mano. Sharon la prende; il ragazzo si alza insieme a lei. Sorride dentro per la vittoria.

Evan, nascosto dietro un albero, ghigna soddisfatto di tutta la scena che ha visto recitare alla cacciatrice. Appena la vede avanzare insieme ai nuovi amici sparisce dalla loro visuale.

Sharon insieme a Maria e Anthony si dirigono in una villa con tanto di alto cancello in ferro battuto a chiudere il muro. Fuori dalla città, nel verde della vegetazione, ma non così distante dalla vita cittadina.
«Stai tranquilla. Sono persone per bene. Sì, insomma hanno qualche piccola differenza, però è tutto okay.» Maria cerca di tranquillizzarla. Persone eh? Chiamarli così è un eufenismo!
Si fermano davanti al cancello, mentre Anthony va a suonare al citofono e il cancello si apre. Lo varcano camminando sul viottolo, che si apre in un enorme parcheggio, fino alle scale della veranda. Quando entrano si trova nell’ingresso dove, più avanti, una scala porta ai piani superiori, mentre al pianterreno ci sono la cucina, un enorme soggiorno e una sala svago accanto, tutto in stile moderno con le tonalità di bianco, grigio e nero. Trova assurdo che in una casa del genere ci possa essere un reperto antico. Poi si dà della scema perché un oggetto così antico non può mica stare all’interno di una vetrina esposta! Sbuffa mentalmente. Ha solo un mese per cercarlo. I ragazzi la richiamano dai suoi pensieri. Non si è accorta di essersi fermata in mezzo al corridoio.
«Andiamo» sussurra il ragazzo.
«Perché parlate piano?» domanda sottovoce anche lei.
«È che il padrone sta ancora dormendo. Anche gli altri, veramente» risponde Anthony facendole segno di andare con loro.
«Quali persone dormono di giorno?» chiede avvicinandosi a loro, guardandosi intorno.
I due si guardano per capire chi di loro deve parlare e cosa dire soprattutto.
«Forse è meglio che questa sera parli direttamente con il Signore, così ti spiegherà tutto. Adesso andiamo» termina Maria.
«Come volete.» Sharon scrolla le spalle.
Scendono le scale e si trovano davanti ad una sala giochi con tanto di divani e televisione piatto, al plasma, attaccata alla parete e tre ragazzi spaparanzati sul divano marrone a guardarla. Altri due invece giocano al calcio balilla. I due giovani le fanno segno si seguirla e si dirigono in un corridoio e la fanno entrare in una stanza con un letto ad una piazza e mezzo e il bagno interno. Solo con una piccola finestrella sul tetto che dà la visuale sul terreno.
«Per il momento puoi restare qui. Appena si svegliano andiamo di su a presentarti, così decidono se puoi rimanere» scrolla le spalle Maria. «Adesso vieni che ti presento» sorride.
Escono dalla stanza e vanno nel soggiorno.
«Ragazzi vi presento… Scusa come ti chiami?» chiede Maria.
«Sharon» risponde semplicemente.
«Benvenuta Sharon, qui ti troverai benissimo. Rimarrà qui Maria?» chiede un ragazzo con le lentiggini sul viso e i capelli rossigni, ricciolini.
«Non lo so» risponde Sharon con gli occhi da cucciola.
«Sono sicura che il nostro Signore Alek ti farà stare» sorride con i suoi denti leggermente storti.
I ragazzi uno ad uno si presentano e Sharon non ricorda più neanche un nome. Lì dentro ci vivono in sette quattro maschi e tre donne. La mettono a suo agio, le parlano delle grandi qualità del presunto “uomo” e di quelli che abitano lì insieme a lui. Ma stanno molto sul vago. E lei non chiede poi molto.

***

 

Alek apre gli occhi nell’oscurità della sua stanza; inspira una boccata d’aria per mettere in ventilazione il corpo e viene inebriato da un odore dolciastro di un misto di agrumi e spezie che insieme stanno benissimo. Si alza dal letto e apre le tende. È quasi sceso il tramonto. Inspira per sentire nuovamente quel dolceamaro profumo rendendosi conto che non appartiene a nessuno degli umani lì presenti; il suo udito ascolta un nuovo battito. Indossa una camicia, il pantalone e scende al piano di sotto dove l’odore è più penetrante.
«Maria! Anthony!» urla Alek scendendo le ultime scale.
Quando arriva al pian interrato incrocia gli occhi azzurro cielo di una ragazza seduta sul divano. Con un viso ovale, naso perfetto, labbra carnose. Vestita con abiti sporchi e strappati. Le guarda nuovamente il volto percosso da lividi e graffi. Guardandola dalla testa ai piedi la ragazza assomiglia ad un gattino randagio. Poi osserva i due ragazzi che hanno un grande sorriso rivolto verso lui.
«Mi avete portato un randagio questa volta? Vi avevo detto di non volere più nessuno» li rimprovera. «Penseranno che sono diventato un rammollito» si passa una mano fra i capelli castani.
«Mi ha rubato la borsa» dice di botto Maria.
«Vuoi che la punisca?» ghigna il vampiro.
Alek sente il cambiamento del palpitante cuore della ragazza e sorride.
«Non ti farò del male. Se non ce n’è motivo» dice serio. «Quindi sei una ladra?» chiede appoggiandosi all’angolo del muro.
«Per vivere si fa questo e altro» risponde scrollando le spalle.
«Chi ti ha ridotto così?» domanda.
«Gente» risponde calma.
«Ha bisogno di aiuto. Faranno del male alla sua famiglia se non porta i soldi a quelle canaglie» interviene Maria.
Il vampiro guarda intensamente la ragazza che ha il battito cardiaco accelerato.
«Gli avete detto chi sono e cosa faccio o voglio?» domanda ai due ragazzi. Gli altri sono saliti in cucina a mangiare. I due scuotono la testa. «Andate di sopra a mangiare. Ci penso io ad informarla» fa un cenno della testa e con velocità vampiresca si siede sul divano accanto a lei; per la paura salta dal divano, allontanandosi. I due ragazzi sono riluttanti a lasciarla sola, ma lo sguardo minaccioso del Signore vampiro li fa arrendere e salgono al piano di sopra.
«Siediti» ordina.
«Come hai fatto? Tu eri là» indica ad occhi sgranati.
«Siediti» dice più minaccioso. «Non farmelo dire un'altra volta. Odio essere ripetitivo» fa una smorfia. La ragazza prende posto accanto a lui incrociando gli occhi ambra del vampiro chiazzati di rosso. «Brava bambina.»
Lo guarda schifato.
«Perché quella faccia?» chiede avendo notato lo sguardo di disgusto.
Silenzio…
«Non sei loquace per niente» constata. Lei mette le mani conserte come una bambina capricciosa e Alek scoppia a ridere. La ragazza lo guarda ad occhi stretti.
«Ti faccio ridere così tanto?» domanda irritata Sharon. Lui non risponde, ma la guarda negli occhi insistentemente.
«Dunque sei una ladra?» domanda nuovamente.
«Qualche problema con i ladri?» chiede ancora più nervosa.
«Quando faccio delle domande voglio ottenere delle risposte, e non altre domande» dice seccato.
«Anch'io pretendo la stessa cosa. Tu non rispondi e non lo faccio neanche io» risponde a tono.
«Bene» fa una pausa. «Inizio col dirti che sì, ho dei problemi con i ladri. Le brutte abitudini sono dure a morire. E premetto che se vuoi stare in questa casa, sotto il mio tetto, se ti trovo a rubare qualcosa che mi appartiene non mi farò alcuno scrupolo a darti la punizione che ti meriti. Altrimenti» fa una pausa.
«Altrimenti?» domanda la ragazza con l'ansia alla gola.
«Puoi sempre farti manipolare la mente, così non avrai più voglia di rubare» conclude con una nuova luce nuova negli occhi.
«Te lo puoi sognare!» la ragazza si alza dal divano. «Tu non manipoli proprio niente.»
«Allora stai molto attenta a quello che fai» la guarda minacciandola non solo con le parole, ma anche con lo sguardo. Quando Alek cambia radicalmente il colore dei suoi occhi nota un brivido di freddo scuotere la ragazza.
«Adesso passiamo alle informazioni su di me» ghigna, mostrando l'allungarsi dei canini. «Io sono un Signore vampiro.»

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Damhia_robertadamiano