Noticine: Amo questa flashfic. E’ tenera come mai mi era riuscito qualcosa, credo. Ma questi due tipetti si prestano bene. E l’immagine finale mi è entrata prepotentemente in testa da DOVERCI scrivere su qualcosa.
Eccola.
Spero che vi piaccia come è piaciuta a me. ^^

§ Questione di scalini §

Il colonnello Mustang non è tipo da romanticherie, passeggiate mano nella mano sotto il chiaro di luna, abbracci appassionati, baci rubati… insomma, tutte quelle diavolerie lì.
Non che non tenga alla nostra storia, questo no.
Arrivo anche a dire che è innamorato.
Solo non è tipo da effusioni palesi.
Sul lavoro mi regala qualche fuggevole sorriso e, quando ci troviamo soli una rapida pacca sul sedere con un ghigno stampato sulle labbra.
Quando è in vena di tenerezze ed io me ne sto tranquillo a fumare seduto alla scrivania, mi scompiglia rudemente i capelli con una mano, quasi di sfuggita, lo sguardo alla porta generalmente socchiusa per timore che entri qualcuno all’improvviso.
A fine giornata mi fa un cenno impercettibile.
Un cenno che può voler dire “Da me”, “Da te” oppure “Oggi niente”.
A me sta bene.
Così me ne sono innamorato e non lo cambierei.
Quanto lui non amo le smancerie; sono più il tipo da farle, ma certo Roy non è il tipo da riceverle.

Quando siamo insieme i nostri baci sono il preludio al sesso.
Appena entra in casa si accascia con un sospiro grato sulla sedia o sul divano, si toglie le scarpe scalciandole via, si slaccia giacca e camicia e mi attira a sé, trascinandomi sulle sue gambe.
Solo allora mi bacia ed è capace di farlo per tantissimo tempo.
Prima teneramente solo sfiorandomi come a ritrovare il mio odore o il mio sapore, poi con maggior foga mordendo e aspirando.
Quando affonda la lingua e mi strattona via camicia e pantaloni, so che quell’attimo è passato.
Adora far sesso così come ci troviamo, io sopra di lui ancora contratto e stretto che spingo talmente piano che prima di sentirmelo tutto dentro sono talmente eccitato che potrei venire dopo i primi scomodi affondi.
Se siamo particolarmente in vena proseguiamo in camera da letto, io con le mie sigarette, lui con la sua bottiglia di whisky e qualcosa di veloce da mangiare.
Dopo l’ultima cicca e l’ultimo bicchiere ci rannicchiamo sotto le coperte esausti.
Roy mi guarda per un po’, lottando contro il sonno con lo sguardo annebbiato da alcool e stanchezza.
Di solito abbozza un sorriso sghembo e mi scocca un bacio veloce prima di biascicare un “’notte” e crollare in un sonno profondo.
Solo allora posso spalancare le finestre per cambiare aria e fumarmi l’ultima sigaretta guardandolo intenerito.
Riesce a occupare quasi tutto il letto, braccia e gambe spalancate e russa come un trombone. Eppure guardarlo così mi fa illanguidire come se stessi rimirando qualcosa di particolarmente bello.
L’amore rincretinisce, io credo.
Quando chiudo la finestra e mi infilo con un sospiro nel letto, rabbrividendo per l’aria gelida, lui non mi scansa. Mi si avvolge attorno cedendomi parte del suo calore.
No, non lo cambierei per nulla al mondo.

Ma il moto di tenerezza più palese che si concede è solo la mattina.
Per andare in cucina bisogna scendere qualche gradino visto che casa sua ha questo dislivello tra zona giorno e zona notte.
Quando ho sceso due scalini, ancora assonnato e con gli occhi gonfi, con l’unico desiderio di un caffè nero e forte, mi afferra con impeto, mi volta e dopo avermi preso il viso tra le mani mi bacia a lungo senza altro intento che quello.
Io scordo il caffè e gli allaccio la vita e lascio che questo gesto infantile, così da lui, mi accompagni per tutta la giornata.

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