You smile with your eyes.
Che
ci fai Matt in
quella stanza? Sei in ritardo, muoviti! Ti stanno aspettando…
Ah, ho capito. Non te la senti.
Bhé, ascolta. Credo in quello che fai da quando ci
conosciamo. Ci ho sempre
creduto e continuerò a farlo. Ti adoreranno e
andrà bene.
E poi il giudizio degli altri non è importante. Questo
è il tuo sogno. Sei tu
che decidi.
Io ci andrei lì fuori, fossi in te, e dammi una sigaretta
così fumo anche io.
Ti tremano le mani. E’ buffo, quasi strano. Continui a
guardare lo specchio
come se sperassi che la persona riflessa esca fuori e vada al tuo
posto, o che
perlomeno ti dia uno schiaffo e ti urli di uscire. Sarebbe utile.
Ti picchierei io ma non riesco a farti del male. Che poi non credo che
ti farei
così male.
In effetti mi sento un po’ inutile, qui dentro non
c’entro nulla e non dirmi il
contrario. Sono solamente una voce vagante. Non so dare buoni consigli
alla
gente, o a me stessa. Ma per te è diverso. Potrei dirti di
fare qualsiasi cosa
e tu ci riusciresti senza problemi. Perché a te viene tutto
spontaneo e un po’
ti invidio.
Ti invidio perché hai una bellissima voce. Perché
hai avuto quel coraggio che a
me manca per mettere un video. Perché hai un gufo tatuato.
Perché ho visto i
miei piani andati in fumo e le persone ad alimentarne il vento.
Tu non ti sei fermato. Tu il fumo l’hai rincorso. Lo hai
respirato e ti è
tornato dentro. Ti sei promesso di non farlo più scappare.
Di tenerlo al sicuro
da tutti.
Io non ne sono stata capace e non me ne stupisco. Avevo il cuore a
pezzi, e non
ho capito quale pezzo dovevo seguire.
Come si dice? Quando sei felice ti godi la musica e quando sei triste
ne
capisci il testo.
Li ho capiti i tuoi testi Matt. Tutti quanti, uno ad uno, ascoltandoli
all’infinito.
Disegnando gufi a destra e a manca per continuare a pensarci.
E non provare a fumare un’altra sigaretta o ti giuro che
prendo la chitarra e
te la do in testa.
Ma tanto riusciresti comunque a fare bella musica con la chitarra
rotta. Da
quel che so io, potresti anche stare zitto per un’ora. Seduto
lì per terra e
guardare tutti. Uno ad uno. E quando ti alzerai in piedi, quando avrai
impresso
ogni singolo lineamento di ogni singola persona, quando avrai contato
quante
persone hanno gli occhi di un determinato colore o come sono fatti i
loro
capelli. Quando ti accorgerai che nonostante tu stia zitto loro
continueranno a
guardarti, ad urlare cose dolci, a ridere.
Non se ne andranno perché tu li tieni bloccati
lì. Non li fai muovere.
Tu sorridi con gli occhi e loro non si stancheranno mai di guardarli.
Ti
applaudiranno. E magari chiederanno il bis. E se qualcuno ti chiedesse
come mai
non stai cantando. Potrai sempre rispondere che ti ho rotto la chitarra
e che
il silenzio, in una folla come quella è rilassante.
E’ la musica più bella. I
loro sguardi accordi mai suonati.
Quindi alzati e vieni con me. Ti porto via da questa stanza, che fa
freddo.
Voglio farti sentire quanto calore emettono quelle persone.
Guardali Matt, sono tante. Più di cento. Forse mille. Forse
di più. E aspettano
solo i tuoi occhi.