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Autore: siemdrew    08/03/2013    0 recensioni
Questa è la mia seconda one shot. La dedico a Giulia, la persona più importante per me, dal momento che né io né lei abbiamo vinto il concorso #doyoubelieve? Questa one shot parlerà di come ho immaginato il concerto in Italia, che sarà fra quasi quattordici giorni. Spero vi possa far sognare, come accade a me.
#idobelieve
-siemdrew
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23 Marzo 2013, come dimenticare?
 
«Non credo che quell’omone grosso che custodisce il parcheggio abbia intenzione di farti uno sconto», dico sinceramente a mia madre, intenta a fare affari con il tipo.
«Già, non lo credo neanche io», mormora distratta facendo uscire dal finestrino la testa.
«Signora, il parcheggio costa sette euro, non si lamenti», ripete l’omone grosso per la millesima volta.
«Ma non capite che costa tantissimo?!», prova di nuovo lei.
«No. O lei mi dà i soldi, oppure chiamo il carroattrezzi e la faccio portare via»
Non molto contenta, mia madre sborsa sette euro che mette in mano all’omone grosso, con tanto di occhiali da sole e bandana da motociclista.
«Grazie, signora»
Lei in tutta risposta gli fa la linguaccia e parte a tutto gas in cerca di un parcheggio.
Rimango un attimo inibita dinanzi al suo strano comportamento. Probabilmente è l’aria che si respira a Bologna, oppure il fatto che sto per rivedere il mio idolo e lei è emozionata per me. No, non lo incontrerò dal vivo. Lo vedrò solo sul palco, che canta e si muove in quel suo modo sexy. Oddio, solo a immaginarmelo i brividi mi percorrono la schiena. Okay, mi sono ripromessa che non sarei scoppiata a piangere, che non mi sarei fatta prendere dall’ansia e che non avrei gridato come una pazza cose come: “JUSTIIIIIN LOOK AT ME I’M HERE” o cose sconce come feci il 9 Aprile a Milano. Sarebbe meglio tralasciare l’argomento, ecco...
«Allora, il posto è il numero 69», dice pensierosa mamma allontanandosi furtivamente dalla nostra vecchissima Punto rossa. «Ricordatelo, Gaia»
«Come dimenticarlo?», scoppio a ridere.
«Perché?»
«Ah, giusto, dimenticavo... Tu non possiedi la vena perversa»
«Non capisco, cosa intend...? AH HO CAPITO!»
Mi rifila un coppino sulla nuca, facendomi piuttosto male. «Ahio»
Mi massaggio la parte colpita, avviandomi verso l’Unipol Arena. Lei mi segue a ruota, controllando le altre auto per ricordarsene qualcuna, come punto di riferimento.
«Allora, Giulia ha detto che lei si trova...»
Sento delle grida e vengo travolta da una ragazza-barra-fotomodella che mi stritola tutta.
«Al parcheggio, suppongo», conclude mia madre ridendo.
«ODDIO GAIA!», esulta Giulia.
Io l’abbraccio a mia volta mormorando un “ciao…” meravigliato e so che sto per piangere. Okay, mi sono ripromessa di non farlo. Gaia!, non piangere! Non piango, ma Giulia quasi, rischiando di rovinarsi il trucco.
«Oddio che bello», mormoro ancora sconvolta.
Sono così sorpresa che l’abbraccio di nuovo, sorridente come non mai. Poi, una volta sciolto l’abbraccio, saluto sua madre e la mia.
«Ciao mammaaa! Quanto tempo!»
«Oh, non ricominciare...»
Giulia ride – sa delle stranezze di mia madre, come quando due settimane fa ha cercato di coprire lo schermo della TV perché si stava vedendo di nascosto “I Maghi di Waverly” e sa che detesto Selena Gomez per il semplice fatto che è l’ex di Justin – così le racconto della conversazione con l’omone grosso vestito da motociclista che custodisce il parcheggio.
«Ma serio?»
«Ti giuro, lei gli ha fatto la linguaccia!»
«Smettila, Gaia...», mi sibila mamma imbarazzata.
Ci dirigiamo verso un bar, in cui pranziamo. Giulia ed io prendiamo la pizza, sua madre un’insalata e la mia una piadina con le verdure grigliate. Sto davvero morendo di fame e l’ansia pre-concerto l’accresce fortemente.
«Posso prendere io il posto 2?», chiedo a Giulia osservando i biglietti.
Li aveva comprati lei l’estate prima. Fu un vero casino. Dato che è in possesso della postepay avevamo deciso che li avrebbe presi lei, ma il giorno in cui i biglietti uscirono ci accorgemmo di non avere abbastanza soldi. Così presi tutti i miei risparmi – qualcosa come ottanta euro – e raggiunsi le poste in bicicletta per ricaricarle la postepay. E – sorpresa sorpresa! – serviva una carta d’identità, che io non avevo. Così aspettammo un paio di giorni e mia madre ed io ci presentammo al negozio della ticketone per prendere due biglietti. C’erano i numerati? No. E quelli in tribuna? Nemmeno. E... i parterre? Sì. Li presi per disperazione pura. Subito dopo chiamò Giulia dicendo che aveva trovato a poco prezzo due numerati e li comprammo, così ci toccò vendere i due parterre.
Ve l’ho detto, un vero e proprio casino!
«Certo», rispose Giulia.
«Ehi! Il CD!»
Tiro fuori dallo zaino un CD di Believe. È di Giulia, ma lo avevo io perché l’avevo prenotato per entrambe a Milano per partecipare al Believe Party. Vincemmo entrambe – non si sa come! – e il 2 Giugno ci vennero messi al polso due bracciali rosa scuro per entrare al Party privato. Fu incredibile.
«Oh grazie!»
Ci abbracciamo nuovamente, assaporando ogni singolo gesto, perché poi non ci saremmo riviste per un sacco di tempo. Io vivo a Milano, lei a Pisa.
«A che ora aprono i cancelli?», chiede la madre di Giulia finendo la sua insalata.
«Verso le sei, credo», risponde la figlia.
«OH SANTO CIELO MANCANO TRE ORE!», squittisco agitata.
«Sssh! Gaia!», m’ammonisce mamma.
«CAVOLO FRA TRE ORE ENTREREMO!», mi segue a ruota Giulia.
Cominciamo a parlare tra di noi, pur di non pensare all’attesa. Non vedo l’ora di sentirlo cantare, di provare l’emozione dalla sua voce reale e non registrata attorno a me.
Alle sei e mezza, dopo una fila interminabile e dopo aver subito tutti i “mi raccomando…!” delle nostre mamme, ci sediamo a destra del palco nei nostri posti numerati. Io il 2, ovviamente. Mollo lo zaino sulla mia seggiola e scendo gli scalini appoggiandomi alla ringhiera. Okay, facendo un calcolo veloce – e sicuramente sbagliato – è probabile che cinquanta metri mi separano dal palco, e quindi da Justin. E poi io mi trovo più in alto rispetto a lui. Quindi facciamo sessanta. Però, ehi, non è mica male! Anche se al Believe Party era ad almeno cinque metri se non di meno.
«Guarda quanta gente», sospira Giulia osservando la moltitudine di Beliebers che si sistemano ai propri posti o nei parterre.
Mi squilla il cellulare, la cui suoneria è I Would, di Justin.
«We Marti!», rispondo.
Martina è la mia compagna di banco, una Belieber, a cui qualche mese fa vendetti uno dei due biglietti parterre che avevo acquistato.
«Mi vedi? Io ti vedo!», la sento gridare. Lei ride.
«Ma come! Non ti vedo...», dico osservando la folla.
«Okay, allora... Sono così furba che mi trovo vicino al palco»
MINCHIA PERCHÉ NON SONO ANDATA CON LEI?!
«Sono quella piccolina con il solito giaccone bianco pieno di piume»
Forse la vedo...
«Cavolo Gaia sono quella che si sta agitando come una mucca in calore!»
Scoppio a ridere, scorgendola tra la folla. In effetti si sta dimenando per farsi notare.
«Ti vedo, sì!», esclamo agitando le braccia per farmi vedere. «Là sotto rischi di diventare One Less Lonely Girl... Buona fortuna Marti!»
Lei ride. «Grazie»
Ci salutiamo e la telefonata si chiude. Nell’attesa parlo con Giulia e ci raccontiamo un sacco di fatti divertenti capitatici. Il tempo sembra non passare, a meno che non stia passando per davvero. Un minuto mi sembra un’intera giornata, e questo è tutto dire.
«...e dato che suonava il cellulare, mi sono fiondata verso di esso però non me lo ricordo perché dormivo, me l’ha detto mia cugina, visto che non volevo ridarle il cellulare», sto spiegando a Giulia.
«Oddio, ma come cavolo... Un attimo. Ma quelli sono i nostri posti?»
Mi giro verso le seggiole e vedo una ragazza frugare nel mio zaino. Non ci vedo più dalla rabbia. Salgo di fretta gli scalini, gridandole contro, ma lei prende lo zaino e scappa via.
«DOVE DIAMINE VAI?!»
La inseguo, furiosa, e sento dietro di me Giulia che corre. Scavalchiamo le persone e andiamo a sbattere contro di loro, ma tengo lo sguardo fisso contro la ragazza che mi ha rubato lo zaino. Perché, poi?!
«RIDAMMI LO ZAINO!», grido con tutto il fiato che ho in corpo. «FERMATE LA RAGAZZA, MI HA RUBATO LO ZAINO!»
La  gente ci guarda preoccupata, ma me ne infischio. Penso a seguire la ragazza. Si avvia velocemente in un corridoio stranamente vuoto e apre una porta, richiudendosela dietro. Io la spalanco, voltandomi un attimo per osservare Giulia. Poi guardo davanti a me. Scale, che scendono. Corro in fretta, saltando gli scalini, cercando di raggiungere la ragazza con il mio zaino sulle spalle.
«TI PREGO RIDAMMI LO ZAINO! EHI!»
Ma lei non si ferma. Entriamo in un corridoio del tutto bianco, con il soffitto bianco, sembra piuttosto claustrofobico. Poi la ragazza si ferma e io le finisco addosso. La prendo per i capelli, fumante di rabbia, e la spingo contro un muro.
«Lo zaino. Ora»
Lei scoppia a ridere e mi dà uno spintone quando mi distraggo per vedere se Giulia c’è.
«Che succede?», chiede spaventata.
«Non lo so, ‘sta cretina non mi dà lo zaino», sibilo.
«C’mon, keep calm», ride. «It was a joke»
Oh santo cielo, parla inglese! Un momento... Uno scherzo?
«Uno scherzo?!», le grido contro in inglese. «Ma che stai dicendo?!»
Grazie a dio faccio un linguistico e amo un idolo canadese.
«Kenny! Ce l’ho fatta!», esclama rivolgendosi a qualcun altro.
Si apre una porta e da lì sbuca un omone di colore, con la barba e una maglietta nera con scritto, in inglese: “HO LA BIEBERFEVER E TU NO, SFIGATO”.
Giulia ed io lo guardiamo strabiliate, le lacrime di gioia si affacciano sui miei occhi, ma le trattengo.
«Sei Kenny Hamilton? Oddio», sussurra Giulia paralizzata.
Io non so che dire. Sono senza parole, senza fiato.
«Sì, e la proprietaria dello zaino» “rucksack” è lo zaino, vero? «...smettila di distrarmi Allison, sto parlando. Dicevo, e la proprietaria dello zaino è la One Less Lonely Girl di Bologna»
Sbianco. Sta parlando di me? Mi sento prendere per un braccio e trascinare non so dove. Ma io afferro il polso di Giulia e la spingo di fronte a me.
«Voglio che ci vada lei», asserisco.
«Tu sei pazza», mi sibila Giulia.
Kenny sembra piuttosto confuso e confabula con la ragazza, Allison, che non avevo mai visto in foto ma che sapevo essere quella che sceglie le One Less Lonely Girl.
«Okay, vieni allora»
Giulia viene afferrata e trascinata come stava per accadere a me, ma lei ferma Kenny.
«No, fate salire Gaia, la mia amica»
«Non so a che gioco state giocando, ma...»
«Nessun gioco», garantisco. «Ma Giulia è la persona a cui tengo di più e voglio che vada lei su quel palco, con il nostro idolo»
«Ma io voglio che ci vada Gaia»
Kenny ci fissa perplesso e dà degli ordini veloci in inglese, ma io non li capisco. Mi blocco all’ultima frase che dice.
«Portate qui Justin»
Degli addetti a non-so-cosa vagano per il corridoio, parlando sommessamente e facendomi preoccupare. La frase “Portate qui Justin” mi ha lasciata senza fiato. Non ci posso credere, aiuto.
Un ragazzo bellissimo, ruminando come una mucca, sbuca da una porta trascinandosi come uno zombie. Indossa i pantaloni grigi di una tuta, una maglietta stropicciata e sembra si sia appena svegliato.
«Kenny, il concerto è fra un’ora e mezza, perché mi avete svegliato con un anticipo di un'ora?», è quello che capisco.
«Problemi che devi risolvere», dice semplicemente Kenny indicandoci con un cenno del capo.
«We», ci saluta.
We. WE?!
«Scusate, bellezze esotiche, mi sono appena svegliato e non connetto», dice sbadigliando.
Noto che è a piedi nudi.
«Gesù, ho anche i capelli... Com’è che li chiami, Ken?»
«Post-coito», risponde lui.
«Ah sì», dice JUSTIN BIEBER ODDIO ORA POSSO MORIRE FELICE. «AH GIUSTO! L’avevo letto in 50 Sfumature. Grey dev’essere un figo, per lui diventerei gay»
«Justin, ci sono problemi che devi risolvere»
«Ehi tu, mi porti la colazione?»
Justin si rivolge a un ragazzo e gli elenca un sacco di dolci che vorrebbe mangiare.
«JUSTIN!», esclama Kenny. «Per favore!»
«...Please don’t go! And i said, Romeo take me somewhere we can be alone, I’ll be waiting, all there’s le...»
«Smettila», gli intima Kenny mollandogli un coppino e facendo ridere Giulia e me, ancora pietrificate. «Lo sai che non mi piace Taylor Swift»
Justin sbuffa e si stropiccia gli occhi. Io sto cercando di resistere dal saltargli addosso, solo per rispetto, e credo che anche Giulia ci stia provando. Il ragazzo dello staff di prima torna con un vassoio pieno di cibi squisiti e Justin si abbuffa, offrendoci da mangiare. Io, golosa come sono, non me lo faccio ripetere due volte.
«Okay, il cosiddetto “problema”», dice Justin addentando una sfogliatina napoletana ripiena di crema. «Dio, questo cibo italiano è magnifico»
«Allora, ho scelto lei come One Less Lonely Girl», comincia Ken indicando me.
Justin regge il vassoio con una mano e con l’altra mi dà una stretta.
«Bellezza esotica, dimmi, come ti chiami?»
«Ciao», esclamo. «Sono Gaia»
«E io Justin Bieber!, idolo di milioni di ragazze nel mondo e re del ses-AHIA KENNY!»
«Lo sapevo che farti leggere 50 Sfumature non era una buona idea», dice Kenny dopo avergli tirato un altro coppino. «Dicevo. Allison le ha fregato lo zaino per attirarla qui, ma l’amica l’ha seguita e ora Gaia vuole che Giulia vada sul palco con te, ma Giulia vuole che ci vada Gaia»
Justin lo guarda perplesso, con la bocca piena di dolci. «Non ho capito»
«Santo cielo, Bieber!»
Glielo spieghiamo in non so quanti modi, poi qualcuno porta via il vassoio.
«E tu sei Giulia», le sussurra in modo ammaliante Justin.
«Sì», ridacchia lei.
«Sappilo, è un nome bellissimo».
Le prende la mano e le bacia il dorso, facendola avvampare tutta. Io rido divertita.
«Scusatelo, sta cercando di imitare il re del sesso», dice Kenny spingendolo via.
«Io sono il re del...»
«Ssssh sta passando Pattie!»
Quando Pattie – GIULIA ED IO LA GUARDIAMO CON TANTO D’OCCHI – ci passa davanti, Kenny e Justin fischiettano facendo i vaghi e lei li guarda male, ma sorride a Giulia e me, per poi andare via.
«Sei proprio un cretino»
«Non è vero, è colpa tua che mi fai leggere libri per adulti!»
«Tu me lo hai rubato e mi hai pregato in ginocchio per fartelo leggere!»
«Dovevi impedirmelo! Lo vedi che mi si sta fondendo il cervello?»
«E ci credo, ti credi il re del sesso quando probabilmente sei ancora vergine!»
«Non sono vergine, lo sai benissimo! Non rompere»
I due bisticciano, dicendo così tante battute che non la smetto di ridere.
«Tornando al discorso di prima, come facciamo?», chiede Kenny squadrandoci.
«Quella con i capelli strani, è figa», asserisce Justin infilzando una torta con la forchetta.
«Evvai!», esclamo sapendo che con “capelli strani” Justin si riferiva a Giulia.
«Oddio», mormora lei.
Li ascoltiamo discutere per qualche minuto, ma parlano un inglese troppo dialettale tra di loro e non si capisce davvero niente. Com’è bello ascoltare il proprio idolo parlare.
«Sono fragole quelle?», chiedo indicando la sua terza torta.
«Sì, vuoi assaggiare?»
Annuisco e prendo una forchettata – LA SUA FORCHETTA, PER GIUNTA!
«Ma è buonissima, chi l’ha fatta?», domanda Giulia restituendogli la forchetta.
«Chef personale»
«HO UN’IDEA!», grida Allison sbucando dal nulla.
Ricomincia la solita conversazione inglese in cui né io né Giulia capiamo qualcosa.
«Sei un genio», credo dica Justin. «Mantienimi la torta»
Si volta verso Giulia e me, emozionato. «Pronte?»
«Eh?», diciamo lei ed io in coro.
«DANIEL, ACCENDI LE LUCI! GEORGE, DUE SGABELLI! RYAN, PASSAMI I VESTITI! JACK, SI PARTE CON LA MUSICA PER LE ONE LESS LONELY GIRL! DOVE SONO I FIORI?! FATELI A METÀ, OGGI FACCIAMO UNO STRAPPO ALLA REGOLA! DAI SBRIGARSI!»
Justin sbraita ordini a destra e a manca e inizia un serio viavai di persone che si affanno nei loro lavori. Lui va in camerino a cambiarsi e quando torna ho il presentimento che faccia invidia al sole, alla luna e alle stelle messi insieme. Si sistema distrattamente il microfono lungo la guancia, poi prende due corone di fiori intonate con i nostri vestiti. Le poggia sul nostro capo, dando un bacio sulla guancia ad entrambe. Io sono paralizzata dalla meraviglia. Justin chiama Kenny, che scatta delle foto in cui ci siamo noi tre. Ci fa l’autografo nei nostri diari segreti – è una specie di tacito accordo, ogni volta che ci incontriamo Giulia ed io portiamo con noi i diari segreti – e poi ci prende per mano, stando al centro.
Guardo Giulia, elettrizzata, e non mi sembra vero che il nostro sogno si stia avverando. Ma è così. Lo confermano le luci che ci inondano quando saliamo sul palco. Lo confermano le grida delle Beliebers. Lo conferma Justin, che mi sta stringendo la mano per farmi stare con i piedi per terra.
«Sarete le prime due One Less Lonely Girl sullo stesso palco»

Eeeeccomi c: questa oneshot è INTERAMENTE dedicata a Giuuulia (@biebsrescuedme) e in generale a tutto il resto d'Italia che, come me e la mia amica, non ha vinto alcun meet&greet. spero vi piaccia questa os, ci tengo tantissimo. sarebbe un sogno se accadesse davvero asdfghj
ditemi che ne pensate :D vi adoro
siemdrew

   
 
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