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Autore: Liberty89    08/03/2013    7 recensioni
Quando aveva visto la sua compagna entrare nella sala comune con una tazza tra le mani si era incuriosito, poi si era preoccupato quando ne aveva scorto l’espressione così terribilmente innocente, che avrebbe fatto paura persino al Maestro Eraqus.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Aqua, Terra, Ventus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
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Titolo: L'innocente perfidia di Aqua
Autore: Liberty89
Genere: Comico
Rating: Verde
Personaggi: Aqua, Terra, Ventus, Maestro Eraqus
Avvertimenti: One-shot, OOC
Note dell'autrice: Buona sera! Torno a rompere le scatole con l'ennesima fic assurda ispirata da un'immagine, ma questa l'ho scritta per un contest xD Spero che vi piaccia! Buona lettura!

Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.

L'innocente perfidia di Aqua

Quando aveva visto la sua compagna entrare nella sala comune con una tazza tra le mani si era incuriosito, poi si era preoccupato quando ne aveva scorto l’espressione così terribilmente innocente, che avrebbe fatto paura persino al Maestro Eraqus. La sua inquietudine mutò ulteriormente in terrore l’attimo seguente al suo ingresso.
-Terra, Ventus, alzatevi e venite qui, su.- chiamò a raccolta, mostrando un sorriso orribilmente tenero che ingannò il più giovane di loro, che abbandonò il suo blocco da disegno e corse dall’amica.
-Che succede, Aqua?- chiese il biondo, gettando poi uno sguardo alla tazza, colma di foglietti ripiegati. -Bigliettini?-
Il castano a quella parola tremò interiormente, mentre chiudeva il proprio libro e si alzava per raggiungerli.
-Esatto.- rispose lei. -Come sapete, questa sera c’è la festa in maschera giù in paese e dato che voi non avete proposto niente per i nostri costumi, ho preso io l’iniziativa!-
-Aqua, cosa c’è su quei biglietti?- domandò Terra con un tremendo sospetto.
-I nomi di tutti i costumi che sono riuscita a trovare!- esclamò la ragazza. -Il Maestro ne ha già uno, sono stata da lui poco fa.-
-Davvero? E che cos’ha trovato?- intervenne Ven, cacciando la mano nel contenitore per prendere un biglietto.
-Il pescatore. Stasera potremo ammirarlo con pantaloni corti, canna da pesca e cappello di paglia.- spiegò ridendo.
-Bè, non sembra così male…- pensò il castano, abbassando la guardia. -Dimmi un po’…- riprese ad alta voce. -Non c’è nulla di imbarazzante lì dentro, vero?-
-Più di questo non credo!- esplose il biondino. -Aqua, devo veramente vestirmi da tigrotto?-
-Ti tocca, Ven.- replicò lei candidamente. -E pensa che quel costume è proprio della tua taglia, ti starà benissimo!- esclamò contenta, porgendo la tazza verso Terra. -Tocca a te!-
Il ragazzo deglutì e mise la mano tra i foglietti, andandoci cauto come se fossero dei piranhas. Ne prese uno e lo aprì trattenendo il fiato, per sbiancare il momento dopo averlo letto.
-Cos’hai trovato?- chiese la ragazza con il suo terribile sorriso innocente.
-Mi rifiuto categoricamente.- sentenziò algido lui.
-Eh no, l’unico modo che hai per ritentare è che il costume non sia della tua taglia.- disse Aqua, intransigente. -Quindi dimmi, che hai pescato?-
Il ragazzo si limitò a ringhiare e voltare il biglietto verso gli occhi dell’altra, evitando di far leggere il contenuto al terzo componente del gruppo.
-Peccato, Terra, è uno dei pochi della tua taglia.- comunicò la ragazza prima di allontanarsi di tre passi dagli amici.
-Non esiste!- ringhiò lui, rosso di vergogna al solo pensiero. -Non lo metterò mai! Scenderò con i miei soliti vestiti!-
-Ho avuto il permesso del Maestro di nascondere tutti i tuoi ricambi.- replicò Aqua, facendo sbiancare il castano e tremare il biondo, che si sentì velatamente minacciato. -Quelli che hai addosso vanno nel bucato di oggi, no?- proseguì candidamente senza dargli il tempo di replicare in qualche modo. -Ora vado! State tranquilli che quando tornerete nelle vostre stanze troverete i costumi pronti sui vostri letti. A più tardi!- esclamò infine, per poi scappare via con la tazza e i suoi malefici biglietti.
Entrambi i ragazzi stettero in silenzio a fissare la soglia oltre cui era sparita la loro compagna in un tripudio di sorrisi e gioia. Ovviamente il loro mutismo era dovuto a motivi differenti. Il più giovane era rimasto impressionato dalla vena di perfidia di Aqua, la stessa dolce ragazza che durante le prime notti che si trovava lì passava sempre nella sua stanza a controllare che stesse bene e che non avesse nessun tipo di problema. Terra, invece, era più bianco di un cencio e se fosse stato privo di orgoglio -che comunque quella sera stessa avrebbe fatto i bagagli per abbandonarlo per sempre- si sarebbe tranquillamente gettato in ginocchio a piangere, disperarsi e strapparsi i capelli, e forse il suo cervello in crash avrebbe trovato una buona valvola di sfogo. Purtroppo per lui, l’apprendista custode era un uomo tutto d’un pezzo.
-Ma si può sapere cosa t’è capitato?- domandò a un tratto Ventus, recuperando il foglio dalla mano inerme dell’amico. -Oh…- commentò dopo aver letto, grattandosi la nuca. -Ma che sarebbe?- chiese poi, attirando le iridi azzurre dell’altro, che sembrava sull’orlo di un collasso. -Ehm… coraggio Terra… non sarà mica una tragedia vestirsi da…- s’interruppe andando a rileggere il nome del costume. -Ecco, da Minnie, no? Ma mi dici cos’è?-
Al sentire quella parola, il castano sospirò sconsolato e arreso, dopodiché si avviò con passi lenti e tristi per tornare nella sua stanza e trovare un solo motivo per non compiere harakiri, ignorando i richiami del giovane Ven, che forse non udiva nemmeno.

Quella sera Ventus se la sarebbe ricordata per tutta la vita per due motivi.
La prima cosa fu la vergogna assoluta che lo fece arrossire fino alle orecchie quando il Maestro Eraqus scoppiò in una grassa risata senza freno, che lo portò a un fiume di lacrime, dopo averlo visto per due secondi col costume da tigrotto. Aqua aveva tentato di risollevargli il morale e di fargli passare il desiderio di sotterrarsi, il tutto con scarso successo, finché il loro tutore non era intervenuto di nuovo.
-Ma quanto ci mette Terra a prepararsi?- domandò, guardando gli allievi.
-Non so se scenderà, l’ho visto molto… come dire, abbattuto non renderebbe l’idea…- rispose il biondino, gettando un’occhiata alla ragazza che si lasciò andare a una piccola risata. -Guarda che era sconvolto sul serio…- aggiunse.
-Oh, quante storie per un costume, cosa dovrei dire io, allora?- disse di rimando lei, mettendosi una mano sul petto, lasciato quasi scoperto dall’ampia scollatura del kimono da geisha, al contrario delle spalle, che erano completamente nude.
Con quel gesto, però, indirizzò involontariamente verso il proprio seno lo sguardo color cielo del giovane, che arrossì ancora, puntando immediatamente gli occhi sul pavimento.
-Appunto…- sospirò Aqua, sistemandosi l’abito. -Ven, per favore, vai a vedere che fine ha fatto…-
-Sono qui.- intervenne la voce gelida del loro compagno, interrompendola e attirando le occhiate di tutti verso le scale che conducevano all’ala del castello riservata alle stanze personali.
Il secondo motivo che rese indimenticabile quella serata per il biondo apprendista fu lo stato del suo compagno. Indossava un vestito rosso a pois bianchi, da cui penzolava una coda sottile, che lo copriva fino a mezza coscia, dove iniziava un lungo paio di velate autoreggenti color pece, che a loro volta svanivano in un paio di scarpe rosse con un tacco da cinque centimetri. Il tutto era incorniciato da dei morbidi guanti bianchi con quattro dita ciascuno e da un cerchietto che sorreggeva una coppia di orecchie tonde e nere, e un fiocco con la stessa trama dell’abito.
No, Ventus non avrebbe mai scordato quella visione raccapricciante, che in un istante aveva distrutto l’immagine perfetta del suo migliore amico: forte e inattaccabile, orgoglioso ma sempre pronto ad aiutarlo se era in difficoltà. Quella vista gli avrebbe causato orribili incubi per molti mesi.
-Terra, è un ordine, vai a cambiarti.- dichiarò con voce tremante il keyblader anziano. -Aqua, accompagnalo e restituiscigli i vestiti.-
-Sì, signore.- risposero all’unisono i due apprendisti, avviandosi su per la gradinata e svanendo in pochi attimi dagli sguardi e dalle orecchie dei due presenti.
-Noi faremo finta che tutto ciò non sia mai accaduto.-
-Le confesso Maestro che sarà difficile. Molto difficile.-
  
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