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Autore: _ari22    08/03/2013    5 recensioni
Eri pronta.
Stavi tirando indietro la gamba per buttare giù l’ultimo mattone rimasto.
Ma lui non te ne ha dato il tempo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sarà così per sempre.

Ti senti sola, sei circondata da persone ma ti senti così tremendamente sola.
Tu, capace di spezzare le ossa di un uomo a mani nude.
Tu, che hai affrontato migliaia di criminali senza la minima esitazione.
Ora ti ritrovi lì, accucciata davanti alla finestra, con le ginocchia al petto e la testa appoggiata su di esse, mentre le lacrime scorrono copiose sul viso, esattamente come le gocce che cadono dal cielo scorrono sul vetro.
Piangi perché non hai più niente per cui lottare, piangi perché hai perso tutto ciò per cui valeva la pena vivere, piangi perché non sai più per quanto riuscirai ad andare avanti.
Hai perso il contatto con il mondo, ormai non ne fai più parte. Quel mondo che ha continuato impassibile il suo tragitto aspettandosi che tu lo raggiungessi. Ma non l’hai fatto. Non più.
Sei stanca. Non ti senti all’altezza, non ti senti abbastanza. Hai finto di essere forte per troppo tempo. E proprio quando hai tolto quella maschera, hai buttato giù quel muro che avevi costruito con tanta fatica e ti sei mostrata con tutte le tue fragilità, la realtà ti ha fatta cadere, di nuovo. Forse aveva paura che tu andassi più veloce di lei, forse aveva paura che potessi librarti in volo e ha deciso di buttarti giù senza la minima pietà.
All’universo piace giocare. Aveva ragione lui.
LUI. LUI. LUI.
Eccolo riaffiorare nei tuoi pensieri, è inevitabile, non ne puoi fare a meno.
I ricordi si fanno avanti e le lacrime continuano a rigarti il volto.
Rivedi i suoi occhi, blu come il cielo, profondi come l’oceano. Quelli che ogni giorno ti dicevano ‘ti amo’, quegli occhi che erano solo per te, solo tuoi.
Risenti il suo odore, dolce e amaro come piace a te. Quello che ti avvisava del suo arrivo, quello che s’imprimeva sulla tua pelle anche solo dopo un semplice abbraccio.
Ricordi il suo tocco, delicato come se stesse maneggiando un tesoro preziosissimo. E in fondo lo eri. Eri il suo tesoro.
Te l’ha detto lui stesso prima di abbandonarti.
Questo è ciò che non ti spieghi, che non ti puoi spiegare. Se fossi stata davvero questo per lui, perché andarsene? Perché non avvisarti? Perché lasciarti col dubbio che fosse colpa tua?
Forse lo è davvero, avresti dovuto capire che c'era qualcosa che non andava, avresti dovuto leggerglielo negli occhi.
Quel giorno si stava comportando diversamente dal solito. Nessuna battuta maliziosa, nessuna teoria strampalata e nessun interesse verso quel caso che tentavate di risolvere. Niente di niente.
Verso le cinque del pomeriggio ti ha portato un caffè, l’ultimo, e ti ha salutato dicendo che doveva andare, aveva un impegno con la casa editrice. E poi quelle parole, quelle che continui a riascoltare innumerevoli volte nei tuoi sogni.
 
‘Kate, sei l’unica ragione del mio sorriso e del mio respiro. Sei il tesoro che mi è stato donato per chissà quale ragione, per chissà quale merito, per chissà quale miracolo. Ma si sa, all’universo piace giocare con noi umani, piace cambiare il destino e scombussolarci la vita. Però, malgrado questo, io non smetterò mai di credere in quell’always, è la nostra promessa.
Ti amo Kate, non dimenticarlo mai, perché sarà così per sempre.’
 
Eri rimasta perplessa di fronte a quelle parole dette così, apparentemente senza motivazione. Ma non hai avuto il tempo di rispondere che lui ha fatto incontrare le vostre labbra in un dolce bacio e ti ha voltato le spalle, andandosene senza più tornare.
L’avevi aspettato a lungo e ancora adesso, dopo due anni, cerchi invano i suoi occhi tra i passanti. Nel frattempo la realtà ha continuato il suo corso e tu sei rimasta lì, ferma, immobile, a chiederti il significato di quelle parole.
Sarebbe tornato prima o poi? No, probabilmente no. Forse voleva solo dirti che nonostante quella fosse l’ultima volta che sareste stati insieme, lui non avrebbe mai smesso di amarti.
Il perché se ne fosse andato è un mistero e, probabilmente, è destinato a rimanere tale.
Ora, ciò che più rimpiangi non sono i quattro anni passati a rincorrervi senza nessun risultato, non è il non aver capito cosa gli stesse succedendo, ma il non avergli potuto rispondere. Non avergli potuto dire che non l’avresti mai dimenticato perché era più importante della tua stessa vita. Non avergli mai potuto dire ‘ti amo’.
Eri pronta.
Stavi tirando indietro la gamba per buttare giù quell’ultimo mattone rimasto.
Ma lui non te ne ha dato il tempo.
Sei rimasta così. Con la gamba in aria e quel mattone che ora è la base del nuovo muro che si sta innalzando di fronte ai tuoi occhi.
È finita.
Hai smesso di rincorrere la realtà e di adattarti ai giochi dell’universo.
Hai smesso di vivere. Hai cominciato a sopravvivere.
Ora ti devi difendere. Ti devi proteggere. Quel muro ti serve più di quanto immaginassi.
La mente cerca di convincerti di questo pensiero mentre il cuore ritorna all’unico posto in cui sei davvero al sicuro, tra le sue braccia.


Angolo dell'autrice
Ciao a tutti, questa storia non mi convince molto ma l'ho scritta di getto in un momento non molto bello quindi l'ho pubblicata lo stesso.
Fatemi sapere che ne pensate.
Baci.
 
  
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