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Autore: shadowdust    09/03/2013    10 recensioni
Yuma... grazie per questi ricordi.
Finalmente... ne ho.
I ricordi sono le cose più importanti che abbiamo.
Senza i ricordi, noi siamo semplicemente nulla.
Quindi, Yuma, ricorda. Ricorda sempre.
Ricorda tutto. Ricorda tutti.
Ricorda me.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asutoraru /Astral, Yuma/Yuma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Questa one shot è nata da una canzone. Da un'idea. Da una frase.
Spero possiate apprezzarla quanto l'ho fatto io nello scriverla. La canzone che ho utilizzato è “I, Will Become a Bird” nella versione strumentale, uno dei soundtrack di Code Geass. Lascio il link, perché leggere una storia te la fa apprezzare, ma leggere una storia con la musica che ha ispirato l'autore te la fa VIVERE. O almeno, questo è il mio parere personale.
Buona lettura a tutti, e buon ascolto.
shadow
 
 
 
Dedicata a WING
 
 
 
 
Remember
 
 
 
 
Yuma... thanks for this memories.
Finally... I have ones.
 
Memories are the most important things we have.
Without memories, we are simply nothing.
 
So, Yuma, remember. Remember always.
Remember everything. Remember everyone.
Remember me.
 
 
 
Astral giace a terra, immobile. La luce normalmente iridescente che lo circonda è flebile e debole, a volte tende addirittura a diventare talmente fioca da svanire, quasi.
Svanire.
No.
Astral non può svanire. Astral non svanirà mai.
Te lo ripeti incessantemente, mentre ti inginocchi al suo fianco e lo chiami, per assicurarti che stia bene.
Semplicemente, non può.
 
- Astral! Astral! Rispondimi, Astral! -
 
La tua voce sembra chiamarlo a vuoto, mentre sdraiato lì, sul terreno brullo che vi circonda, sembra quasi addormentato.
Vorresti che fosse così. Vorresti che stesse semplicemente dormendo, magari sognando. Vorresti che TU, stessi sognando. Vorresti che questo non fosse altro che un sogno. O forse, un incubo.
 
- Astral! Per favore, rispondimi! -
 
La voce sembra incrinarsi, ma riesci a tenere quella nota stonata nascosta.
 
- Astral! -
 
Finalmente, in un soffio, apre gli occhi. Ma non sono i suoi soliti occhi: attenti, saggi, osservatori. No.
Questi sono occhi stanchi, stremati. Umidi.
Perché i suoi occhi sono umidi?
 
- Astral, stai bene? -
- Io non... Credo di poter dire di stare bene. -
 
Non saranno lacrime, quelle che sembrano scivolargli ai lati del viso?
No, è impossibile. Astral non piange.
 
- Tranquillo, Astral, sistemeremo tutto. -
 
Non lo farebbe mai.
 
- Starai bene. -
 
Lo hai sempre visto composto, indecifrabile, stupito. Felice, anche, sì. E spaventato.
Ma mai, mai lo hai visto piangere. Non è da lui.
Di sicuro ti sbagli. Quelle che gli stanno scorrendo sul viso non sono lacrime.
 
- Yuma... -
 
Forse è semplicemente sudore. Sì, deve essere così.
 
- Tranquillo, andrà tutto bene. -
 
Ma Astral non può sudare.
 
- … Perdonami. -
 
Ti interrompi. Astral ti sta guardando negli occhi. Il suo sguardo è strano: non ti ha mai guardato in questo modo.
 
- Di cosa parli? Non devi chiedermi scusa per nulla. -
 
La tua voce non è sicura, però. Cerchi di mantenerla salda, di fare finta di nulla, ma senti anche tu che c'è qualcosa che non va. Te lo senti dentro: in ogni singolo muscolo, sotto la pelle, nel petto. Proprio nel mezzo, all'altezza del cuore.
 
- Ho sbagliato tutto. Avrei dovuto essere più cauto. -
- Shhh, stai zitto. Devi riposare e non sforzarti. Ora andremo a casa e tu entrerai nella chiave dell'imperatore, così potrai riposare. -
- Avrei dovuto fare di meglio. Avrei dovuto impegnarmi di più. -
 
La sua voce ti sembra diversa, lieve. Di solito è sicura, concisa, chiara. Adesso, invece, ti sembra un'altra.
 
- E invece, ora... Per i miei errori... Tu soffrirai. -
 
Il tuo cuore perde un battito.
Che cosa significa che soffrirai? Che cosa significa che ha commesso errori? Astral non sbaglia mai.
 
- Ma io non voglio che tu soffra. Non per causa mia. -
 
Soffrire? Che cosa significa soffrire?
Hai un ricordo vago, della sofferenza. L'ultima volta che hai sofferto davvero, è stato quando i tuoi genitori sono scomparsi.
Ricordi ancora come ti sei sentito, vero? Ricordi ancora la sensazione che, dentro di te, qualcosa si fosse rotto, come un semplice frammento di vetro. Così fragile. Così piccolo.
 
- Non dire così, Astral. Stai dicendo solo sciocchezze, è la stanchezza a parlare. -
- Sai che non è così, Yuma. -
 
Non osi guardarlo negli occhi, ma sai che i suoi sono puntati su di te. E aspettano una risposta. QUELLA risposta.
 
- La colpa non è tua, Astral. -
 
Inizi ad abbandonare quella farsa. Sai benissimo cosa sta accadendo. Solo, non vuoi accettarlo. Non vuoi sentirlo. Il problema, è che comunque sia, lo SAI.
 
- La colpa è solo mia. -
 
Non lo guardi in volto, ma lo senti sorridere. Sì, lo SENTI. Perché oramai lo conosci, e sai interpretare i suoi silenzi, le sue parole, i suoi comportamenti. Anche quando non lo vedi.
 
- No. Non è vero. Tu non hai colpa. -
 
Chissà perché, ma sapevi che lo avrebbe detto.
 
- Non ne hai nessuna. Tu hai solo meriti. Se non fosse per te, io non sarei niente.
Prima di arrivare qui sulla Terra e conoscerti, non sapevo il significato delle emozioni, dei ricordi, delle sensazioni. Prima di incontrarti, non ricordo nemmeno chi ero.
Non so come fossi prima, ma so come sono ora. E quello che sono, Yuma, lo devo solo a te. -
 
Astral parla, ma tu continui a tenere lo sguardo chino. Hai paura.
Paura a guardarlo in volto, perché non vuoi vedere le sua lacrime.
Paura a guardarlo in volto, perché non vuoi che veda le TUE lacrime.
Paura a guardarlo in volto, perché potrebbe essere l'ultima volta.
 
- Mi hai insegnato tanto, Yuma. Nel tempo che ho passato con te, io ho vissuto, ho vissuto davvero. Più di quanto avrei mai pensato mi sarebbe stato concesso. Mi hai insegnato non solo a combattere, a non arrendermi, a difendere chi amo. Mi hai insegnato a vivere, Yuma. E per questo non potrò mai ringraziarti abbastanza. -
 
Senti il nodo allo stomaco allentarsi lievemente, come riscaldato nel sentire quella parole, ma è una breve illusione. La sensazione di vuoto che ti attanaglia il petto è ancora lì, ancorata nelle tue viscere, che striscia lentamente dentro il tuo corpo, facendosi strada. Inoltrandosi in ogni anfratto, come un veleno, e pronta ad attaccare, quando sarà giunto il momento.
 
- Basta dire queste sciocchezze. Io non ti ho insegnato nulla, al contrario sei tu ad aver insegnato a me. Se non fosse per te io non saprei duellare, lo so. È solo grazie ai tuoi consigli che sono diventato un bravo duellante. -
 
Vorresti che la tua voce fosse ferma, sicura, impudente come sempre. Ma non ci riesci. Quel tremito, quel dannatissimo tremito, non sembra volersene andare.
 
- No, Yuma. Tu sei e sei sempre stato un grande duellante. Solo, dovevi rendertene conto. -
 
Ora le senti, le lacrime. Hai cercato di bloccarle, ignorarle, lasciarle scorrere via. Ma adesso non puoi fingere che non ci siano.
Il loro calore ti ricopre il viso come una maschera ed un lieve solletichío si fa strada lungo le tue guance mentre la gocce le percorrono. Peccato che, nonostante questo, non l'ombra di un sorriso si affacci sul tuo viso.
 
- Astral... -
- Non arrenderti mai, Yuma. Non perdere mai quella luce che brilla dentro di te e che illumina chi ti circonda. Quella luce che tanto mi ha stupito e che presto ho imparato ad amare in te. -
 
Un pugno farebbe meno male. Sì, di sicuro.
Un pugno allo stomaco ti farebbe stare meglio, rispetto al sentire quelle parole. Un unico colpo ti lascia senza fiato, ti acceca, ma è solo un istante. Presto o tardi che sia, prima o poi se ne va.
Le parole, invece, sono una lenta agonia. Strazianti, dolorose, atroci. Ti uccidono lentamente, godendo delle tue sofferenze, risucchiandoti ogni forza ed energia e lasciandoti senza più nulla. Lasciandoti vuoto.
 
- Yuma... -
 
Non hai il coraggio. Sei sempre stato sfrontato, avventato, sicuro di te. Ma questa volta non ce la fai. Non ci riesci.
 
- Continua a lottare, e non fermarti mai.
Continua a vivere, e fallo con tutto tè stesso. -
 
Tutto questo è troppo. Troppo anche per te.
 
- Continua a ricordare.
Perché i ricordi sono la cosa più importante che abbiamo, e non dobbiamo lasciarli indietro. -
 
Sollevi lo sguardo giusto il necessario ad intravedere la mano di Astral: è completamente trasparente, illuminata appena da una luce talmente flebile da risultare quasi invisibile.
Il terrore si fa strada sempre più velocemente. Non può stare accadendo davvero. No.
 
- Yuma... -
 
Le lacrime bruciano, gli occhi cercano invano il SUO viso. Vorrebbero guardarlo, vorrebbero poterlo vedere un'ultima volta.
Ma il resto del corpo non vuole, tenuto immobile dalla paura che ti paralizza la mente.
 
- Non dimenticare... -
 
È troppo.
Ma non puoi non guardarlo.
Dopo tutto quello che avete passato, dopo tutti i litigi, le risate, le lacrime. Dopo tutte le paure, le sfide, i pericoli. Come puoi rifiutarti di rivedere il suo volto?
Non puoi farlo. Semplice.
Eppure è anche così difficile.
 
- Astral... -
 
La tua voce è incrinata dal pianto. Non serve nasconderlo, oramai non serve più nascondere nulla.
Il tuo sguardo si posa sul suo viso, ma ciò che vedi ti lascia senza fiato.
Sta svanendo. Astral sta svanendo. Il suo volto è a malapena visibile, illuminato da una luce così debole e distante. Come una stella morente.
Le lacrime ti scorrono inesorabili sul viso, ma non fai più caso a loro. Tutta la tua attenzione è concentrata sul SUO viso.
Non è il viso che sei abituato a vedere. È stanco, stremato, privo dell'imperturbabilità e della sicurezza che lo hanno sempre contraddistinto.
Ma è comunque lui. Sebbene sia diverso, non è cambiato.
Sebbene sia stremato, nel suo volto vedi ancora tutta la forza del suo spirito.
Sebbene sia quasi trasparente e stia a poco a poco scomparendo, vedi ancora in lui la luce che lo ha sempre accompagnato e che lo contraddistingue.
Sebbene sia diverso, è comunque lui. Astral.
Il TUO Astral.
 
- Non dimenticare... Yuma. -
 
Il suo sorriso è la cosa più bella che tu abbia mai visto. È raro vederlo sorridere, specialmente così. Con quello sguardo negli occhi, che sembra racchiudere un mondo.
E quel sorriso è tuo. Quello sguardo è tuo. LUI è tuo. Solo tuo.
 
- Non dimenticare... Me... -
 
La sua debole e pulsante luce inizia a svanire, ad affievolirsi sempre di più. Come un cuore che rallenta.
 
- Mai... -
 
Rallenta.
 
- Astral. -
 
Rallenta.
Lentamente, lo vedi svanire. Scomparire nel nulla.
Come se non ci fosse mai stato.
 
- Astral! -
 
Come se non fosse mai esistito.
 
- ASTRAL!!! -
 
Come un cuore che rallenta. E si ferma.
 
 
 
Sei solo, ora.
Sei solo. Di nuovo.
Il cielo aranciato del tramonto, sopra di te, sembra bruciare. Ma nulla brucia come le lacrime che ti scorrono sul viso.
Le tue mani si posano sulla terra laddove un attimo fa c'era lui, ma non stringono altro che sabbia arida. Ma nulla è arido come il tuo cuore, adesso.
Non hai potuto evitarlo. Così come non hai potuto evitare che i tuoi genitori se ne andassero.
Non hai potuto evitare niente. Non hai SAPUTO evitare niente.
Sei solo, ora.
In ginocchio in mezzo al nulla, a sentire la sabbia penetrarti sotto le unghie ed i sassi lasciarti segni sulle ginocchia.
Ma non ti importa. Come potrebbe.
Sollevi un braccio e lo trascini sino al petto, all'altezza del cuore. E la senti. La chiave.
È ancora lì, appesa al tuo collo, come sempre.
La chiave che ti aveva dato tuo padre.
La chiave che ti aveva portato Astral.
La sfiori con le dita: è fredda. Fredda come non lo è mai stata.
Fredda. E vuota.
La chiave che ti aveva dato tuo padre. E che poi te lo ha portato via.
La chiave che ti aveva portato Astral. E che poi lo ha lasciato andare.
La stringi, forte. Al suo interno, nulla. Non un battito, non una luce, non un'energia. Nulla.
Non ti è rimasto più nulla.
Le lacrime hanno smesso di scorrere, ma solo perché non ne hai più. Oramai gli occhi sono asciutti e spenti, privi della solita luce che li ha sempre caratterizzati.
Quella luce che Astral tanto amava e che ti ha raccomandato di non perdere mai.
Quella luce non c'è più.
Involontariamente sorridi, ma è un sorriso triste. Spento. Vuoto.
Astral ti ha chiesto di non perderla mai. Quello che non ha capito, però, è che era inevitabile la perdessi.
Quella luce non potrà più tornare in te, per un semplice motivo.
Quella luce, Astral, se l'è portata via con sé.
 
 
   
 
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