Erano le 3 di un caldo pomeriggio d'agosto. Sabrina scese dall'autobus e si incamminò verso casa di Ilaria. Il sole era piuttosto forte a quell'ora e il caldo le si appiccicava fastidiosamente addosso. Percorse il tratto di strada dalla piazzetta della città fino alla rotonda in fondo al viale, poi girò a destra. Eccola lì. La palazzina dove Ilaria abitava da quasi un anno era molto graziosa. Completamente rivestita in mattone chiaro con grandi balconi e ringhiere bordeaux. Sua mamma era un'amante dei fiori, e per questo il loro terrazzo era il più colorito di tutti.

Arrivata davanti al cancelletto, Sabrina suonò il campanello. Dopo pochi secondo si aprì. Entrò nella palazzina, salì le scale e vide che la porta dell'appartamento di Ilaria era socchiusa. La spostò lentamente e si guardò stupefatta intorno. Le veneziane socchiuse lasciavano entrare un filo di luce che illuminava al punto giusto la stanza. Un tappeto di petali di rosa sotto i suoi piedi. Sul tavolo alcuni dolci e salatini, casualmente i suoi preferiti. Candele profumate alla lavanda costeggiavano il muro alla sua sinistra fino a salire sulle scale. Una dolce musica di sottofondo sembrava provenire dal piano di sopra. Sabrina rimase per un momento a gustarsi quella meraviglia, poi sorrise. Dovevo aspettarmelo, si disse contenta. Posò sul divano bianco in pelle la sua borsa e salì le scale. L'aroma alla lavanda era deliziosamente perfetto, come ogni altra cosa in fondo.

Arrivata in cima, si girò e vide in lontananza la grande vasca da bagno bianca colma d'acqua. Si avvicinò. Sul davanzale, un piccolo stereo dal quale proveniva quella dolce musica di sottofondo. C'erano candele profumate tutt'intorno alla vasca e alcuni petali di rosa dentro l'acqua. Ogni cosa era magnificamente unica. E perfetta.

Si fermò sulla porta del bagno, senza riuscire a dire nulla. Poi le sue mani. Calde e sicure, la abbracciavano da dietro. Il suo profumo, si, era proprio il suo. L'avrebbe riconosciuto da chilometri di distanza. Si sentì abbracciare da dietro. Poi un bacio. Le sue labbra le sfioravano soavemente il collo. Come poteva non riconoscerle. Così delicate, sapevano perfettamente come muoversi. Ti amo, le sussurrò. Sabrina si voltò. Finalmente la vide. Era così bella. La luce soffusa lasciava intravedere i suoi occhi azzurri. Ora sembravano anche più profondi. I suoi capelli biondo cenere le contornavano il viso, pallido tra le ombre. Le sorrise. Sabrina stette per dire qualcosa, ma Ilaria non la lasciò finire. La prese per mano e la portò sul suo letto. Adesso anime e corpi erano più che vicini. Un attimo dopo, labbra indiscrete si perdevano tra loro. Le loro lingue si cercavano avidamente e anche quando si trovavano sembravano non bastarsi mai. Le mani si facevano strada su territori già esplorati. Sapevano perfettamente come muoversi. Piccoli suoni spezzati uscivano dalle loro bocche, mentre brividi di piacere inondavano i corpi.

Andarono avanti così per un po'...

Più tardi, il sole cominciava a scurirsi. Ora le due ragazze erano nella vasca da bagno. L'acqua era ancora calda. I loro corpi nudi si richiamavano senza parlare, desiderosi di continuare a volersi. Le gambe affusolate di Ilaria intrecciavano quelle della compagna, che intanto accarezzava lenta il suo fianco. Adorava sentirla rabbrividire quando la causa era lei. Sabrina prese il viso di Ilaria da sotto il mento e lo sollevò verso il suo. Le diede un bacio sulle labbra, poi la guardò negli occhi. Le accarezzò lenta la guancia e le disse “Sono fortunata ad averti” Ilaria sorrise, con quel sorriso rassicurante che solo lei riusciva a darle. Poi appoggiò delicata la testa sulla sua spalla. "Ricordati che ti amerò per sempre", le disse, ed entrambe sapevano che quella non era una bugia.

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