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Autore: Cleo    25/09/2007    4 recensioni
Post "Chosen". Come regalo di compleanno, Buffy riceve un biglietto aereo che le permette di tornare a Sunnydale e chiudere i conti ancora aperti con il suo passato. Ma cosa succederebbe se sul cartello di benvenuto trovasse un'indicazione per ritrovare chi ha perso?
*Versione riveduta e corretta*
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Dawn Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Welcome to Sunnydale - Enjoy your visit!
 
Capitolo 1 – He will never come
 
Ogni volta che il campanello suona spero che sia lui.
Non è una speranza vana, spenta; io credo davvero che possa essere lui.
Almeno fino a quando apro la porta, quando mi accorgo che è solo Dawn o il vicino che si lamenta del postino che ha scambiato per l'ennesima volta la nostra corrispondenza e i miei sogni si infrangono miseramente. Ogni maledetto giorno è la stessa cosa.
Se un giorno lo vedessi davvero dietro a quella porta giuro che ne morirei.
Mi manca, Spike.
Non ho pianto il giorno della sua morte. Semplicemente non ci credevo. Mi aspettavo che da un momento all'altro riemergesse da quell'enorme cratere che era diventata Sunnydale, con un ghigno diabolico sul viso e i capelli scompigliati.
"Non avrete per caso pensato che bastasse un’ Apocalisse a levarmi di torno, vero?"
E' patetico che io mi sia anche immaginata il dialogo che avremmo avuto.
L'ho aspettato con uno stupido sorriso sul volto fino a quando siamo arrivati all'aereoporto di Los Angeles, tre giorni dopo.
Ho realizzato tutto guardando Giles comprare i biglietti per Cleveland, Roma, New York. Willow mi ha posato gentilmente una mano sulla spalla.
"Non verrà, Buffy."
 
Io ho una vita nuova, adesso. Lavoro in un piccolo albergo vicino al centro di Roma, ho imparato l'italiano discretamente bene e vivo insieme a Dawn in un appartamento con le tende e i divani blu. Ogni tanto mi faccio un bel pianto in ricordo dei vecchi tempi e sono anche riuscita ad uscire con un paio di ragazzi, che poi naturalmente ho mollato. Troppo diversi da lui.
Dawn è felice. Tutti sono felici. Sono sempre io l’unica a dovermi convincere di esserlo. È patetico. Io sono patetica. Lo sono sempre stata. Patetica, e vigliacca.
Passo le mie giornate all’albergo sognando che, al mio rientro a casa, lui sarà seduto sul divano blu esattamente come i suoi occhi e mi sorriderà, mi bacerà ed io potrò essere finalmente felice, mentre le mie notti sono scandite dai sogni che mi mostrano ciò che sarebbe potuto essere, ciò che avremmo potuto avere, se solo io fossi stata più coraggiosa e gli avessi detto prima le fatidiche parole. Prima. Solo un po’ prima…
Come dice quel detto? Mai piangere sul latte versato. Io non solo ci piango sopra, a questo benedetto latte, ma singhiozzo e tiro pure su con il naso.
 
“ Devi comprare i cereali. “
Dawn versa il latte nella tazza e dalla sua aria non troppo sveglia temo che da un momento all’altro il lavoro della mucca diventi buono solo ad essere raccolto con la carta assorbente.
“ È curioso come il tuo desiderio di comunicazione ti spinga ad intavolare discorsi così complessi. “
La mia adorabile sorellina mi lancia un’occhiata che avrebbe fatto rabbrividire anche il Maestro. Ho scordato la regola numero uno: mai, mai fare ironia con Dawn di primo mattino.
“ Programmi per la giornata? “
Dawn sbadiglia come un ippopotamo. Posso quasi vederle le tonsille. Ma che schifo.
“ Scuola, compiti e poi vado a cena fuori con Andrew. “
Andrew. Andrew. Con tutti i bei maschi latini che ci sono in circolazione qui a Roma mia sorella doveva andare a mettersi proprio con Andrew. Dico e ripeto: ma che schifo.
“ E tu cosa fai? “
Scrollo le spalle mentre addento una brioche.
“ Il solito. Lavoro, faccio un giro per guardare le vetrine di negozi in cui non potrò mai comprare niente, torno a casa, mi piango addosso mentre mangio gelato al cioccolato, guardo un film che mi ricorda la storia d’amore che non ho vissuto, mi piango addosso un altro po’ e poi vado a letto. Il solito. “
Il gelato italiano è davvero buono. È diventato il mio muto e delizioso compagno durante le mie intense sessioni di pianto notturno, che appena due anni fa erano intense sessioni di sesso notturno.
Dawn sbuffa e mi guarda di traverso. “ Sai, stai iniziando a diventare noiosa. È un anno che vai avanti così. Devi reagire, cercare di andare avanti. Inoltre, ultimamente sei ingrassata di quasi due chili, con quel gelato. Se Spike ti vedesse adesso ti prenderebbe a pugni. “
Mogia, tuffo la mia brioche nel latte. Sì, probabilmente mi prenderebbe a pugni. Poi finiremmo a fare l’amore contro il muro del soggiorno, ma questo forse non dovrei dirlo a Dawn.
“ Sì, forse dovrei, ma ci ho già provato e non ha funzionato, ricordi? “
Mia sorella rotea gli occhi. La odio profondamente, quando fa così. “ Andiamo, Buffy. Non hai neanche voluto provarci. Marco ti adorava, e tu hai rovinato tutto! Non puoi fare così ogni volta che- “
“ Marco non era Spike, Dawn. “
Devo averlo detto con un tono che era anche oltre la tristezza, perché Dawn si rabbuia all’istante e mi stringe la mano.
“ Mi dispiace, Buffy. Ma devi accettarlo. Non puoi continuando a vivere sperando che lui arrivi, perché lui non…”
“ Non dirlo, Dawn. “ mi alzo di scatto dalla sedia, afferro la borsa e apro la porta d’ingresso, stringendo convulsamente le chiavi di casa. “ Non dirlo, perché lui verrà.
Anche attraverso la porta blindata riesco a sentire l’attutito grido di mia sorella.
“ Lui non verrà mai, Buffy! “
È curioso come io riesca a trasformare una mattina allegra in una giornata triste.
  
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