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Autore: xxstrawberryfields    09/03/2013    1 recensioni
Diana, rimasta paralizzata dalla vita in giù a causa di un incidente d'auto si trova impovvisamente in una nuova città, in una nuova scuola, dove conoscerà Theo, il "belloccio" di turno. Una storia adolescenziale di come l'amore può ferire e lasciare cicatrici, sprondando a continuare sempre più forti.
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diana.

A volte le lettere del cuore si mischiano sino a diventare tanto confuse che si fatica a riconoscerle.
Non riesco a capire il perchè tutto, in me, sia così in subbuglio.
Mi sento in frenesia, ho l’impressione che nulla sia come io la vorrei, perchè io desidererei un mondo perfetto dove al mattino mi alzo e sò che non dovrò far altro che sorridere per il resto del tempo.
Ma non m’illudo, lo so, che non è così.
La realtà è davvero diversa, io sono il mostro che nessuno ha voglia di incontrare.
Vorrei poter alzarmi dal letto e uscire di casa correndo, a piedi scalzi per il prato, librandomi sull’erba e correndo a piu’ non posso, e ridere per la gioia di vedere il sole.
A volte vorrei crederci davvero, che sia possibile, ma non voglio illudermi.
 
Oggi è il primo giorno nella nuova scuola.
 
Theo

Oggi è il primo giorno di scuola e io già sono in ritardo, sono le sette e mezza. Questo è l’ultimo anno di liceo, l’ultimo sforzo, l’ultimo angolo.
L’anno decisivo.
Sì, cioè, è la stessa cosa che dicono l’ultimo anno delle elementari, all’ultimo anno delle medie, ma ora siamo tutti più grandi e maturi, tutto è più complicato.
La scuola è sempre la stessa, e, a parte qualche affresco con parole sdolcinate, è sempre uguale, le pareti esterne di un giallo poco invitevole e le finestre rosse.
Non ha un bel aspetto, ma tutto questo ha una sua storia, certo, ed io ora sono in ritardo, ed è meglio che non mi sofferma nei ricordi del passato.
Ho un migliore amico, si chiama Matteo, è di poco più basso di me e parla come una mitragliatrice, probabilmente lo fa per compensare me, dice sempre che io parlo troppo poco.
-Hei amico, finalmente! Guarda quante belle cosce abbronzate, che dici? Col fascino che ti ritrovi ti  cadranno tutte ai piedi- mi dice mentre io già mi allontano. È sempre così con lui, a volte è davvero molto pesante, ma gli voglio bene comunque. Diciamo che secondo lui io piaccio alle ragazze, e non posso negare che sia vero, anche se non capisco neanche io perchè, ma è così, il problema, forse, è che anche se ho avuto molte ragazze in mai nessuna di loro mi sono davvero innamorato.

Con l’aria di condannati a morte entriamo in aula, dove già ci aspetta qualche amico, pronto a fare battute sarcarstiche.
Probabilmente mi credono un po’ il loro leader, e allora io li accontento, li assecondo, ma a volte può essere davvero irritante.
La professoressa comincia a parlare delle vacanze e tutti quei discorsi informativi di inizio anno quando bussano alla porta.
Questo è uno di quei momenti in cui non vorrei essere il più bello, il più leader, quello che gli altri seguono. Dalla porta entra una ragazza, non sembra a suo agio, ha uno sguardo timido e timoroso, si guarda in giro con fare circospetto mentre le voci attorno a me cominciano a sussurrare, verso il bello, perchè da lui dipenderà se la “nuova” sarà tormentata, magari una sfigata per semrpe, o se sarà qualcuno.

  
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