Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: Luly Love    09/03/2013    5 recensioni
Sappiamo bene quali siano stati i pensieri e le emozioni di Percy quando, nel terzo libro, credeva che Annabeth volesse unirsi alle Cacciatrici. Ma non sappiamo altrettanto bene quali siano stati quelli di Annabeth quando nel quinto libro fu offerta l'immortalità a Percy...
Dal testo:
In rapida successione, vidi Percy che, a distanza di cento, mille, duemila anni, rimaneva sempre lo stesso, i capelli neri e setosi, gli occhi ridenti del colore del mare, il sorriso sincero e strafottente e luminoso, capace di mandare al Tartaro ogni mio pensiero razionale, circondato da ninfe, naiadi, dee minori, avvenenti mortali, mentre io invecchiavo e mi spegnevo, fino a morire e a ridurmi in polvere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’attimo fuggente
 

 
 

Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento, perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. 
(John Keating)

 

 

– So che cosa chiederai. Il dono più grande di tutti. Sì. Se lo vorrai, sarà tuo. Gli dei non elargiscono questo dono a un eroe mortale da molti secoli, ma... Perseus Jackson, se lo desideri, diventerai un dio. Immortale. Imperituro. Servirai come luogotenente di tuo padre per l’eternità. –
Mi pietrificai all’istante: fu come se il sangue avesse smesso di circolare, il cuore di battere e, in generale, ogni funzione del mio corpo era pressoché inesistente, respirazione compresa.
L’esaltante felicità dovuta alla vittoria e al fatto che adesso ero l’architetto ufficiale dell’Olimpo svanì, come se non ci fosse mai stata.
Nel cervello mi rimbombava solo un pensiero, o, per meglio dire, una definizione: immortale, ovvero non soggetto a morte, eterno, perenne.
In rapida successione, vidi Percy che, a distanza di cento, mille, duemila anni, rimaneva sempre lo stesso, i capelli neri e setosi, gli occhi ridenti del colore del mare, il sorriso sincero e strafottente e luminoso, capace di mandare al Tartaro ogni mio pensiero razionale, circondato da ninfe, naiadi, dee minori, avvenenti mortali, mentre io invecchiavo e mi spegnevo, fino a morire e a ridurmi in polvere.
Una dolorosa morsa mi strinse il petto, accompagnata da una vaga sensazione di nausea e da un giramento di testa; diedi la colpa all’estenuante battaglia appena conclusa e alle ferite fisiche e psicologiche che riportavo un po’ ovunque, ma sapevo benissimo che la verità era un’altra: avevo appena perso Luke, non potevo perdere anche Percy.
Nel frattempo, gli dei continuavano a parlare tra loro e con la mia Testa d’Alghe, ma nessuna delle loro parole raggiungeva il luogo nel quale ero appena sprofondata; mi accorsi vagamente che mia madre mi stava fissando con un’espressione indecifrabile e compiaciuta al tempo stesso.
In un’altra circostanza, mi sarai chiesta il perché di quello sguardo, o forse avrei avanzato l’ipotesi che ci fosse il suo zampino sotto quella proposta, ma lì, in quel momento e con quella promessa di eternità, non volevo e non riuscivo a pensare a niente altro che non fosse il destino di Percy.
Non l’avrei certo potuto biasimare se avesse scelto l’Olimpo: meritava anche lui la gloria, dopo cinque anni passati ad evitare di morire ne aveva pieno diritto. Ma se lui se ne fosse andato a vivere nel palazzo di Poseidone, io che fine avrei fatto? Thalia viveva con le Cacciatrici e Grover doveva ancora finire di spargere la voce della morte di Pan. Il Campo sarebbe stato così vuoto e io così sola e...
Smettila di essere così egoista, per una volta, dannazione!
Con la coda dell’occhio, vidi Percy che si girava a guardarmi, cercando il mio sguardo, ma mi sottrassi dalle sue pozze di oceano; non volevo che il mio palesissimo dolore lo portasse a rinunciare, non me lo sarei mai perdonata.
Trascorsero altri attimi carichi di tensione, e ormai ero pronta a raggiungere Thalia nelle file delle Cacciatrici (Atena ha sempre un piano) quando la voce di Percy risuonò forte e chiara.
– No. –
E con la stessa armonia, precisione e impeto di un’orchestra che inizia a suonare al segnale del direttore, tornai alla vita, con una sola, semplice parola.
Mi portai le mani davanti alla bocca, per evitare che da essa uscissero locuzioni imbarazzanti, seppur consapevole che nemmeno per volere di una delle divinità lì presenti sarei davvero riuscita a dire qualcosa.
E quando, finalmente, il mio sguardo si andò ad intrecciare a quello di Percy, mi sentii immensamente, indiscutibilmente eterna.
 
 
 
Angolo autrice:
Ultimamente esplodo di ispirazione; sarà lo stress o le delusioni d’amore o che cavolo ne so io, ma certo non me ne lamento. (oh beh, delle delusioni d’amore eccome se me ne lamento, ma se portano tale ispirazione è più facile sopportarle)
In ogni caso, spero la fic sia stata di vostro gradimento. Se sì, lasciate una recensione. Se no, lasciate una recensione.
Vi abbraccio tutte/i,
Luly 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Luly Love