Rimasi a guardare il punto in cui il portale si era chiuso per dei secondi che parvero interminabili, poi le mie labbra iniziarono a tremare sempre più forte e sul mio volto comparve un espressione straziata.

I miei occhi si fecero sempre più lucidi e il mio respiro sempre più veloce.

Angel.

Caddi a terra impotente e i palmi delle mie mani, così come le mie ginocchia, si andarono a scontrare col pavimento freddo, producendo un suono sordo che sembrò rimbombare nelle mie orecchie fino a stordirmi.

Alzai una mano con l’intenzione di coprirmi il viso, ma la lasciai ricadere lentamente lungo il fianco, quando la trovai sporca di sangue, del suo sangue.

Che cosa avevo fatto, come avevo potuto?

La mia gola venne lacerata da un singhiozzo, che risuonò come un tuono fra le mura della stanza vuota e mi fece stringere i denti per il dolore.

Senza che potessi far nulla per impedirlo, le lacrime iniziarono a scorrere sulle mie guance con la stessa forza di un fiume in piena, cadendo come gocce di pioggia sul marmo gelido.

Mi rannicchiai su me stessa, avvolgendomi il petto con entrambe le mani e sperando così di fermare il dolore, che oramai sembrava essere arrivato sul punto di strapparmi il cuore.

Cuore.

Avevo un cuore?

Con che cuore avevo appena ucciso l’uomo che fino a qualche minuto fa, nonostante tutto, avrei potuto giurare di amare?

Le mani, strinsero con forza il maglione e la mia fronte toccò il suolo.

Mi morsi il labbro inferiore e scossi piano la testa.

Angel.

Lui non c'era più, l'avevo ucciso e non sarebbe tornato, né l’avrei più rivisto.

Strinsi i denti con forza e le lacrime aumentarono, lasciando sulle mie guance scie ancor più gelide.

Avevo così freddo, ma sapevo che in quel momento nessuno sarebbe venuto a poggiarmi una mano sulla spalla, nessuno mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene.

Ero la cacciatrice e come tale sarei dovuta essere in grado di farmi forza, ma allora perché non ci riuscivo?

Perché mi sentivo debole, come mai mi era capitato in tutta la mia vita?

Eppure era stato sufficiente un unico e meraviglioso momento di felicità perfetta per distruggere tutto, nient’altro che un'unica notte d’amore.

Quelle carezze gentili, quelle labbra delicate, quanto erano costate?

Mia madre, non mi avrebbe mai accettato per quel che ero realmente e cacciandomi di casa mi aveva abbandonato a me stessa, Giles era stato torturato dal ragazzo che amavo, Willow a causa mia era quasi morta e nessuno di loro mi avrebbe mai capito.

Ed Angel… Angel era morto.

Niente arma, niente amici, nessuna speranza, senza questo cosa ti rimane?

Me?

Sapeva che non sarebbe stato sufficiente, non più almeno.

Angelus aveva ragione.

Senza questo, non le restava più niente.

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Salve a tutti, spero che questa breve storia senza troppe pretese vi sia piaciuta :)

Siccome nella serie i sentimenti di Buffy subito dopo la morta di Angel non son stati molto approfonditi, ho deciso di scriverci su qualcosa.

Così ho provato ad immaginare come si possa esser sentita una volta consapevole del fatto di esser rimasta ormai sola.

Angel è morto e né sua madre che l'ha cacciata via di casa, né i suoi amici potrebbero mai arrivare a capire il suo dolore e così decide di andarsene lontano da tutto e da tutti, anche se come ben sappiamo alla fine tornerà.

Bene, ora non ho più niente da dire e almeno per un altro po' smetterò di annoiarvi xD

Alla prossima ;)