* Il racconto è ambientato nei pressi del centro di Londra e vede come protagonista la ragazzina 16enne, Ale. Ale è figlia di un ex politico italiano, attualmente in carcere per uso di sostanze stupefacenti e madre ignota. Per dare una svolta alla sua vita, decide di voltare pagina al passato e trasferirsi con la madre adottiva nel centro della più bella città della Gran Bretagna. Sarà nei guai e nelle pazzie che avrà luogo un incontro assai strano che coinvolgerà lei e un'altra futura conoscenza.


CAPITOLO 1  
Erano le 21.00 quando il suono assordante di una metropolitana, perforò i miei timpani.

Jessica, la mia matrigna, non esitava a spingere i bagagli sopra il terzo vagone e di conseguenza anche il mio fragile corpo.
Il mio nome è Alessandra, o come mi chiamavano tutti prima della mia scomparsa da Roma: Ale.

La metropolitana era confusa, vicino a me si sedette un signore anziano e nell’arco di qualche istante non vidi più il volto di Jessica.  Il mio viso, pallido e cupo, fu travolto da un’ondata di emozioni appena sentii i binari muoversi da sotto il mio sedile. Ero completamente immersa in un nuovo mondo, o meglio, quello che sarebbe arrivato da lì a due ore, circa.

Il vecchietto accanto a me, dopo una mezz’ora ciondolava, stremato dal freddo, sulla mia spalla. Appisolato come un lattante al seno di sua madre. Io, invece,  con gli auricolari fissi nel condotto uditivo, cominciai nuovamente  ad estraniarmi dalla realtà, per poi finire in un sonno profondo, che occupò gran parte del mio viaggio in metro.

Successivamente, un forte rumore di tromba ruppe il sogno che stavo percorrendo, per ritornare alla triste realtà di una nuova rinascita della mia vita. Vidi Jessica correre da me, era felice. Continuava a ripetermi che in una città come quella sulla quale ero appena approdata, tutti potevano avere una vita degna della persona che si è.
Con una manciata di allegria, la mia matrigna, mi spinse giù dalla metro e, con accurata precisione, il fato mi fece cadere in una bella pozzanghera.  Bell’inizio!

Ale: “Jessica! Smettila di spingermi, non vedi come mi hai ridotta?” esclamai.

Jessica: “Che infantile che sei , Ale! Che sarà mai? Un po’ d’acqua rende la pelle più fresca e giovane” ribattè.

Senza controbattere, con i nervi ben tesi, mi rialzai da terra e seguii Jess lungo la strada che porta a Primrose, ovvero, la mia futura casa.

Londra era già piena di sbirri ubriachi, per essere solo le 23.30. Molti di loro fumavano, ballavano e incitavano ragazze a portarsele a letto.
Fu in quelle strade deserte, quasi spaventose, dove la malavita regnava, che due occhi verdi da gatto mi rapirono.