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Autore: Najade    09/03/2013    3 recensioni
I suoi compagni quasi non lo riconoscevano più; qualcosa in lui era cambiato. La pigrizia che di solito lo caratterizzava era scomparsa del tutto, lasciando spazio ad una vibrante sicurezza, i movimenti si erano fatti più energici, precisi, calcolati; lo sguardo ferino da cacciatore, e quell'intelletto fino che sempre lo distingueva nei giochi di strategia adesso galoppava con fervore, inarrestabile, tumultuoso.
Un Ron nuovo, un Ron che troppo spesso si nascondeva sotto strati e strati di immaturità. Un Ron che inaspettatamente lasciava l'amaro in bocca.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Eccoci qua, è la prima OS a tema HP che scrivo e non ho mai provato a cimentarmi nel giallo, perciò non aspettatevi chissà cosa xD Comunque sia, nel caso vi andasse, sarei più che felice di leggere qualche recensione/critica costruttiva/consiglio ;)
P.S. Tra * .. * ho messo il pensato :3


"Consegnala a Silente. Non mostrarla a nessuno, è importante."

L'aveva letta e riletta una decina di volte, la lettera giaceva sgualcita sul baule in legno vicino all'armadio a muro, spiegazzata e con qualche ditata di unto poiché come al solito era intendo ad ingozzarsi di cibo quando il gufo spennacchiato l'aveva lasciata cadere davanti a lui quella mattina; Ginny si era protesa immediatamente verso di lui, curiosa di conoscere cosa quelle righe racchiudessero.
Di riflesso Ron si era stretto il foglio al petto prima di recitare ad alta voce le parole una ad una e all'ultimo quella raccomandazione che si era tenuto per sé; neanche un saluto, solo un monito perentorio carico di responsabilità. Lì per lì non ci aveva dato molto peso, distratto dal profumo sopraffino delle frittelle, perciò aveva solamente dato una generica occhiata al secondo biglietto ripromettendosi di parlarne più tardi ad Harry ed Hermione.
L'avesse mai fatto.
*Miseriaccia, dov'è finito?* Il ragazzo si muoveva su e giù per la stanza, saltellando da un angolo all'altro con la stessa casualità di una pallina rimbalzante, nel giro di pochi istanti tutti i cassetti furono aperti, le ante spalancate e l'intero contenuto riversato per terra.
Niente da fare, del messaggio per il preside non c'era traccia. Svanito, scomparso, sparito, volatilizzato.

« Rubato. » Asserì Harry con una calma e con una semplicità tali che Ron temette di aver capito male.
« Non essere sciocco, Harry. - lo rimbeccò immediatamente Hermione girando con indifferenza l'ennesima pagina del libro che teneva sulle gambe - Ron è semplicemente il solito sbadato, mi chiedo perché i suoi abbiano dato a lui il biglietto invece di consegnarlo direttamente a Silente.»
Il giovane Weasley non rispose sprofondando nel divanetto della sala comune e mettendo su un broncio risentito; era superficiale, sì, ma non tanto sprovveduto da perdere qualcosa di così importante. Tra l'altro deludere sua madre non era esattamente fra le sue priorità, tutt'altro, Molly gli aveva affidato una responsabilità notevole riponendo la propria fiducia in lui e Ron l'aveva tradita così; lo sguardo sconsolato della donna si stagliò nitidamente nella sua mente, ogni ruga sottile, ogni piega corrucciata del volto mentre i rossi capelli ondeggiavano ai lati delle tempie.
« I gufi non sono più tanto sicuri, avranno pensato che la posta degli studenti non è sottoposta a "controlli". » Stava intanto dicendo Harry senza tuttavia ricevere risposta, la mente pragmatica di Hermione era apparentemente tornata a concentrarsi sulla pagina che aveva in grembo, ma entrambi i ragazzi parvero intuire che sebbene non volesse darlo a vedere anche lei rimuginava su che fine potesse aver fatto quel prezioso pezzo di pergamena.
« Dove l'hai visto l'ultima volta? » Chiese infatti qualche istante più tardi, storcendo impercettibilmente il naso quando il rosso le rispose di averlo infilato in tasca alzandosi da tavola a colazione.
Probabilmente gli era scivolato in quel momento e chissà chi l'aveva trovato.

"Vedrai che salterà fuori", gli avevano detto ma più passavano i giorni meno ci credeva; era tornato in sala grande però era riuscito a trovare solo la lettera "ufficiale", del biglietto per Silente non c'era traccia, invece. Era frustrato, non capiva perché i suoi amici non percepissero l'urgenza della faccenda e soprattutto non riusciva a risolvere quel rompicapo; aveva chiesto a chiunque si fosse seduto nelle sue vicinanze quella mattina, ai Corvonero che occupavano i posti del tavolo accanto al loro. Luna gli si era avvicinata silenziosamente, con la solita aria sognante e l'immancabile monile di tappi che portava al collo; non aveva idea di chi potesse averla raccolta, tuttavia aveva una sua personalissima opinione - neanche troppo originale - della faccenda e si premurò di offrirsi di aiutarlo. « Ho una discreta esperienza coi nargilli, prendono sempre di mira anche me. » Ed era sincera, si vedeva bene, ciò nonostante Ron si era ritratto confuso ed imbarazzato, declinando l'invito farfugliando qualche scusa.
Avrebbe fatto da solo anche se si fosse rivelato maledettamente frustrante.
E fu così.
Quel problema lo logorava dall'interno, erano giorni e giorni che non pensava ad altro; si trattava di un chiodo fisso, martellante che prosciugava le sue energie, impedendogli di dormire. Persino nel letto, Harry lo sentiva girarsi e rigirarsi, quasi bisbigliando fra sé e sé o addirittura alzarsi per scribacchiare qualcosa su quel logoro taccuino di seconda mano. 
« Dev'essermi sfuggito qualcosa. Ma cosa? » Era un'ossessione.
Poi, una sera, totalmente immerso nelle sue riflessioni, la schiena china sulla scrivania e la candela accesa, qualcosa l'aveva disturbato; inizialmente scocciato da tale intrusione, in seguito Ron non avrebbe potuto esserne più felice.
Un Neville piuttosto affranto gli sostava difronte stropicciandosi le mani e chiedendogli che fine avesse fatto il proprio cappello.
« Neville, è la stessa domanda che mi hai fatto un venerdì scorso, possibile che tu perda sempre tutto? » L'altro esibì un'espressione confusa, leggermente imbarazzato e non perse tempo a controbattere che no, non poteva essere, giacché aveva passato tutta la notte fuori dal dormitorio per aver dimenticato la frase segreta per entrare.
« Scherzi? Hai ripassato Pozioni con Harry fino alle undici. »
« Me lo ricorderei, non credi? » Insomma, un conto era perdere un codice, un altro era ricordarsi una serata di studio intenso, no?
Ma Ron non aveva più tempo per ascoltarlo, non ne aveva più per nessuno oramai e col passare del tempo non faceva che peggiorare.
I suoi compagni quasi non lo riconoscevano più; qualcosa in lui era cambiato. La pigrizia che di solito lo caratterizzava era scomparsa del tutto, lasciando spazio ad una vibrante sicurezza, i movimenti si erano fatti più energici, precisi, calcolati; lo sguardo ferino da cacciatore, e quell'intelletto fino che sempre lo distingueva nei giochi di strategia adesso galoppava con fervore, inarrestabile, tumultuoso.
Un Ron nuovo, un Ron che troppo spesso si nascondeva sotto strati e strati di immaturità. Un Ron che inaspettatamente lasciava l'amaro in bocca.
Tuttavia il giovane mago non aveva tempo per preoccuparsi di questi piccoli "dettagli", concentrato più che mai nella risoluzione di quello che oramai era diventato il suo personalissimo caso; non si era curato neppure di Piton quando nei corridoi l'aveva fermato con fare minaccioso sussurrandogli qualcosa del tipo "Scoprirò cosa state tramando, piccoli insolenti" e borbottando qualcosa sugli ingredienti che teneva chi-sa-dove. Pff manco lo stesse accusando di averli rubat...
Si immobilizzò di colpo, le mani tremarono per qualche secondo e nelle orecchie solo il rombo potente del proprio cuore; e se davvero qualcuno avesse effettivamente frugato nell'ufficio di Piton? Magari proprio per preparare la Polisucco e fingersi Neville per entrare nella Sala Comune dei Grifondoro?
Beh, sarebbe stato semplice - o quasi - a quel punto, avrebbe solamente dovuto...
« Ehm..Ron? » Il ragazzo in questione attirò nuovamente la sua attenzione, evidentemente non aveva finito di importunarlo per quella serata.
« Ho trovato questa in Sala Grande, penso sia tua. » E, miracolo, fra le mani stringeva proprio quel piccolo pezzo di pergamena tanto importante da sconvolgere la sua vita per una settimana; Weasley non reagì prontamente, rimanendo basito di fronte a quella scena, davvero tutto si risolveva in modo così semplice? E i complotti? Gli indizi? E la Polisucco? Si era inventato ogni cosa?
Ma il sollievo fu tale da far passare in secondo piano qualunque altra domanda e sentendosi leggero come l'aria afferrò il biglietto sparando una gran sequela di "Grazie" da lasciare il compagno allibito.
« Figurati. Solo, non dirlo a Luna, ok? Crede ancora siano stati i Nargilli. » E dicendo ciò, una mano corse ad allargare il nodo troppo stretto della cravatta e per un istante Ron avrebbe giurato di aver visto una voglia, proprio alla base del collo, che mai aveva notato in precedenza.
  
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