Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: Violette97    10/03/2013    0 recensioni
Violette, una ragazza di 16 anni, intelligente e per questo prima della classe deve affrontare le diverse situazioni del mondo adolescenziale. Si è sempre fatta delle paranoie, ma con l'arrivo di qualcuno, queste paranoie svaniranno lentamente. Ma svanite le paranoie la sua vita sarà ancora più difficile.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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CHAPTER ONE.


Sono le 7 del mattino e la mia sveglia suona senza sosta.
Devo dire però che il suono della sveglia non mi dà fastidio, questa casa è vuota, silenziosa e anche un po' insignificante, come me.
Alle 7.10, come è solita fare, mia nonna entra nella stanza, apre le tende facendo entrare un po' di luce e, baciandomi sulla fronte, dice con un tono di voce molto dolce " Svegliati Violette, la colazione è pronta".
Vivo con mia nonna perché, purtroppo, i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando io avevo 4 anni.
Non ricordo molto di loro, devo dire quasi niente. Ma ogni notte li sogno, sogno quel maledetto incidente avvenuto il 4 giugno. Io ero nella macchina con loro, quando all'improvviso un camion taglia la strada a mio padre ed è la fine. É la fine per loro ma soprattutto è la fine per me e per la mia vita. Mi mancano, mi mancano da morire, vorrei avere più ricordi di loro ma niente, ricordo solo quel giorno orribile e la paura e lo spavento nei loro visi che prima dell'impatto si voltarono verso di me. Fortunatamente c'è mia nonna sempre al mio fianco e pronta ad aiutarmi in qualsiasi situazione.
Scendo ancora assonnata, bevo il mio solito latte con un po' di caffè.
Guardo mia nonna, ha il solito sguardo dolce.
Mi alzo dalla sedia e in 10 minuti sono pronta: Jeans, una maglietta semplice e nera, e le mie immancabili converse anch'esse nere. I capelli li lascio sciolti, sono lunghi e neri. Non mi trucco , i miei occhi di colo ghiaccio spiccano da soli.
Saluto la nonna prendo la mia vecchia macchina e vado a scuola.

 
Suona la campanella ed entro in classe per la lezione di chimica nonché una delle mie materie preferite. Mi dirigo verso il mio banco e noto che è occupato dal nuovo arrivato. Tutte le altre ragazza lo ammirano e lo amano disperatamente solo perché fa parte della squadra di football ma per me è solo uno spocchioso arrogante! Ok, anche se ha dei capelli biondi, un viso perfetto, la mascella squadrata e degli occhi verdi intendo con delle sfumature dorate, non significa che è il ragazzo perfetto, anzi!
Non voglio passare per la secchiona possessiva del proprio posto a primo banco, ma senza pensarci troppo dico " Scusa, ma questo è il mio posto".
La sua risposta fu solo uno sguardo gelato che mi fece capire che non si sarebbe mai alzato da quel posto. Frastornata e un po' impaurita mi siedo all'ultimo banco accanto alle più odiose della scuola che non fanno altro che parlare di make up e dei ragazzi che si sono fatti il venerdì sera.
 
Passano lentamente le due ore di chimica, poi si cambia classe per la lezione di fisica e, arrivata l'ora di pranzo, vado alla mensa e mi siedo sl solito tavolo con la mia amica Stacy. É una ragazza semplice come me, ha dei capelli ricci e corti, biondi e degli occhi castani molto intensi, è bellissima. Ma certe volte diventa una stupida per ciò che dice.
" Violette, hai visto il nuovo arrivato? É un figo pazzesco". Ed ecco che la sua stupidità prende vita.
" No Stacy anche tu? É solo un arrogante spocchioso quell'Alex è così menefreghista, non capisco proprio che ci troviate di bello in lui!" sbottai. Guardo Stacy ha una faccia strana, vorrebbe dirmi qualcosa ma non può, e capisco subito perché.
" Tu non sei da meno, secchiona." Mi volto e rivedo quello sguardo gelato. Lo vedo allontanarsi e quando è abbastanza lontano quasi urlo dicendo " Potevi anche dirmelo che era dietro di me, Stacy!".
Lei si discolpa dicendo " Ho provato a dirtelo m tu non mi hai fatto parlare perché eri talmente presa a insultarlo!".


Quella giornata fortunatamente è passata, finita! Tutto ciò che voglio adesso è un abbraccio da mia nonna, solo lei riesce a risollevarmi il morale.


Il pomeriggio lo passo insieme a mia monna a guardare la tv e ascoltando lei che fa dei commenti su tutto e su tutti. Sono le 18:00 quando decido di andare al parco con il mio amato cane di nome Scotty. Sono al parco, amo stare lì,  amo respirare dell'aria pulita, mi fa sentire libera. Sciolgo Scotty e lo vedo giocare lontano con un altro cane, è una femmina. Scotty non sta più giocando con lei, diciamo che sta sfogando la sua voglia repressa. Mi vien da ridere, non avevo mai visto Scotty così allegro e vivace. Ma dopo un po' decido di richiamarlo, lui viene scodinzolando e con la lingua a penzoloni, dietro di lui c'è il padrone della cagnolina con cui Scotty si era "sfogato". Riconosco quello sguardo così frreddo, che urla" Tieni lontano quel cos o da lei, inutile secchiona!".
Di solito sarei rimasta zitta ma questa volta non ci riuscii e dissi" Si è solo sfogato un po', quello che dovresti fare tu, idiota!".E detta la mia battuta fulminante uscii di scena a testa alta con Scotty al mio fianco, torni a casa da nonna che aveva preparato per cena il mio piatto preferito.
  
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