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Autore: rosie__posie    10/03/2013    8 recensioni
Di John vorrebbe poter conoscere tutto. La posizione in cui ama addormentarsi; la fragranza preferita dei bastoncini di Mrs. Hudson; quali fumetti leggeva da bambino, l'ordine esatto con cui indossa i vestiti al mattino; perché scrive con la sinistra e spara con la destra; le sensazioni che lasciano sulla pelle quei maglioni enormi e orribili - stupendi - con cui si ostina a coprire il suo corpo minuto ma atletico; se gradirebbe un giorno o l'altro tuffarsi nelle limpide acque di una delle tante piccole piscine naturali che la costa del Sussex crea nei pressi della residenza estiva degli Holmes, assieme. Nudi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia soulmate Sara. Perché sa ascoltare

 


È seduto sulla sua poltrona. Sulla poltrona di John, quella così "vissuta", con il cuscino decorato con la Union Jack sempre un po' stropicciato.

È la prima volta che lo fa. Sedersi sulla poltrona che da sempre è appartenuta a John.

Il suo coinquilino...

Non solo è seduto su quella poltrona, ma sta anche sorseggiando una tazza di caffè. Nero, bollente. Senza zucchero. Proprio come piace a lui, a John. Il suo coinquilino.

Il suo migliore amico...

L'aroma del caffè gli solletica le narici, assieme a quello dei bastoncini per ambiente profumati al melograno che ha posto su una mensola alle sue spalle.

Bastoncini profumati: inutilità. C'è stato un periodo in cui Mrs. Hudson ne sistemava un vasetto in ogni stanza. Del loro appartamento. Sherlock si preoccupava di cestinarli non appena i suoi occhi li individuavano, ovvero subito dopo che il suo olfatto ne aveva registrato la presenza sin in fondo alle scale.

Lui li cestinava e la sera stessa ricomparivano. Allora li cestinava una seconda volta e loro, imperterriti, ricomparivano.
Alla fine, il grande detective si era arreso quando John gli aveva rivelato che lui adorava i bastoncini profumati. A quel punto, dopo qualche secondo di stupore totale alla rivelazione inaspettata del coinquilino, Sherlock si era arreso, convenendo che, se proprio a John piacevano, li avrebbe accettati in soggiorno e in bagno, ma non nella mia camera da letto né tanto meno in cucina, prima che il loro disgustoso e inutile profumo finisca per contaminare le mie colture.

E adesso un vasetto dei quei bastoncini che piacciono tanto a John è lì proprio alle sue spalle, lasciando che il profumo dolce del melograno si mescoli con l'aroma del caffè appena tostato, creando un interessante connubio che solletica non solo le narici del detective ma anche il suo cervello. John ama questo profumo e io desidero comprenderne il perché. John, il suo amico.

Il suo fratello di sangue...

Sherlock abbassa le palpebre, annullando tutto il resto e concentrandosi su quel profumo. Perché ne ha un po' timore, di quel resto.

La tazza del caffé oscilla tra le mani e qualche goccia scura ruzzola fuori, finendo per macchiare il maglione. Quello bianco, di lana, a coste. Che Sherlock indossa in questo momento. Il maglione di John, il suo fratello di sangue.

Il suo amore...

A Sherlock non è mai piaciuto molto mettersi nei panni del prossimo. Anzi, non gli è mai piaciuto proprio per niente. Ma con John... Beh, con lui è diverso tutto, semplicemente.

Di John vorrebbe poter conoscere tutto. La posizione in cui ama addormentarsi; la fragranza che preferisce dei bastoncini di Mrs. Hudson; quali fumetti leggeva da bambino, l'ordine esatto con cui indossa i vestiti al mattino; perché scrive con la sinistra e spara con la destra; le sensazioni che lasciano sulla pelle quei maglioni enormi e orribili - stupendi - con cui si ostina a coprire il suo corpo minuto ma atletico; se gradirebbe un giorno o l'altro tuffarsi nelle limpide acque di una delle tante piccole piscine naturali che la costa del Sussex crea nei pressi della residenza estiva degli Holmes, assieme. Nudi.

Oppure, azzardandosi ancora un po', se avrebbe il coraggio di accettare il suo affetto, la sua devozione, tutti i suoi difetti, i suoi malumori... Allora Sherlock gli prometterebbe di fare altrettanto, prendendo la mano sinistra del dottore tra le proprie. La mano di John, il suo coinquilino.

Il suo migliore amico...
Il suo fratello di sangue...
Il suo amore...

Glielo prometterebbe. E continuerebbe a prometterglielo ogni giorno, per il resto delle loro vite.
Prima di John, i sentimenti erano sinonimo di impotenza, distrazione, vulnerabilità, debolezza, fragilità, incomprensione, delusione, superfluo, fine.

Dopo John, hanno iniziato a prendere una nuova connotazione, meno definita, più soffice. I sentimenti, quando Sherlock chiude gli occhi e pensa a John, ora significano potenza, completezza, forza, bellezza, necessità, dolcezza, comprensione, inizio.

In una sola parola, vita.

Ed è per questo che adesso Sherlock se ne sta qui, nella poltrona di John, con indosso i vestiti di John. Vuole sapere, capire. Divenire. Cercare di mettersi nei panni dell'altro - del suo coinquilino, migliore amico, fratello di sangue e, anche se John ancora non lo sa, amore - e anticipare la sua reazione quando rincaserà stasera dall'ambulatorio.

Quando Sherlock farà la cosa che più di tutte lo spaventa a questo mondo. Più di una pistola puntata alla tempia, più di un salto nel vuoto. Ma, paradossalmente, anche quella per cui è venuto al mondo, la più importante.

Dire a John che questo è per lui, l'amore della sua vita. La persona che gli ha insegnato a ridere, a piangere, a smarrirsi da solo e a ritrovarsi in due. A dare un senso non solo al suo lavoro, ma anche alla sua intera esistenza.

Per la prima volta in vita sua, con il cuore in gola e un fastidioso formicolio alla nuca, dirà a qualcuno che lo ama e gli chiederà di unirsi a lui nell'avventura più bella ed emozionante di tutta la sua vita.


Al piano di sotto, il portone di ingresso del 221B cigola e si apre. È tornato.
 


Sherlock adesso lo dirà a John, il suo coinquilino.

Il suo migliore amico...
Il suo fratello di sangue...
L'amore della sua vita.
   
 
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