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Autore: HaruHaru19    10/03/2013    4 recensioni
"Una cosa simile non era mai successa con SungMin. Perché SungMin era paziente, perché SungMin era comprensivo, perché SungMin finiva sempre col perdonarlo.
Perché SungMin lo amava. O almeno così credeva."
Piccola OS con KyuMin pairing.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Haru's blablabla: Non è che voglio giustificarmi, ma in quanto Shawol, la mia conoscenza sui SuJu è davvero limitata perciò siate clementi con questa povera OneShot (che è terribile, lo so, ma una almeno ci prova xD). Probabilmente sono andata OOC, probabilmente sono caduta su parecchi cliché (cosa che odio) e forse ci troverete parecchi errori dal momento che non ho avuto il tempo di farla betare...ma chiudete un occhio, va bene? :P Avevo promesso a una mia cara amica che le avrei scritto questa oneshot per il suo compleanno ed infatti eccomi qui! Questa è per te Brioche (ma anche chiunque abbia uno stomaco abbastanza forte da leggere questo schifo è il benvenuto a leggerla ^^). Ancora buon compleanno, dongsaeng! Ti auguro tanta felicità e ogni bene di questo mondo! ^^ Ti voglio bene :3
Buona lettura.

When it started.

 

<< SungMin-ah... >>

Io l'ammazzo.

<< SungMin-ah, dove hai nascosto la mia PSP? >> domandò KyuHyun, sedendosi scomposto sul divano, sbuffando.

Ignoralo.

<< Tanto lo so che sei stato tu, è inutile che fingi di non sentirmi. >>

Magari non potessi sentirti...

Reggendosi allo schienale del divano con le braccia, KyuHyun allungò tutto il resto del corpo andando a punzecchiare ripetutamente con la punta del piede destro le costole di SungMin, il quale si trovava sul lato opposto.

<< SungMin-ah. SungMin-ah. SungMin-ah. SungMin-ah... >>

Non. Dargli. Importanza.

<< Avanti, dillo almeno al tuo dongsaeng preferito dove hai nascosto la PSP. >>

Non farlo.

Lentamente, il piede di KyuHyun era scivolato dall'altezza delle costole al bacino, per scendere poi lungo le cosce proporzionatamente tornite del maggiore dei due e infine risalire, accarezzando tutta la sua figura, mentre la maglia si sollevava sempre di più man mano che KyuHyun procedeva nel suo percorso. << Seriamente, SungMin-ah: dimmi dove l'hai messo. >>

Con uno scatto repentino, SungMin afferrò il piede del maknae, che nel frattempo aveva raggiunto la base del collo e, alzandosi improvvisamente dal divano, strattonò il più piccolo facendolo scivolare sui cuscini e avvicinandolo così facendo a sé.

<< Seriamente, KyuHyun, >> disse scimmiottandolo << ti costa tanto chiamarmi hyung e portarmi un po' di rispetto? >>

KyuHyun rimase interdetto per una manciata di secondi, sorpreso dall'improvvisa e inusuale reazione del più grande: SungMin era la roccia, SungMin non piangeva e soprattutto SungMin non si arrabbiava. Tanto meno con lui.

Certo, KyuHyun era davvero petulante, addirittura fastidioso a volte. Lo ammetteva anche lui stesso senza problemi. Ma non c'era mai stata cattiveria o malignità nelle azioni del maknae, per lui ogni situazione era solo una buona scusa per giocare: KyuHyun si comportava in tal modo solo perché aveva l'anima di un bambino che correva senza alcun freno in un corpo di un metro e ottanta centimetri. Ed era anche vero che c'erano state delle volte in cui i suoi continui scherzi avevano portato alcuni membri del gruppo sull'orlo di una crisi di nervi, ma una cosa simile non era mai successa con SungMin. Perché SungMin era paziente, perché SungMin era comprensivo, perché SungMin finiva sempre col perdonarlo.

Perché SungMin lo amava. O almeno così credeva.

Possibile che si fosse infuriato così tanto solo perché il più piccolo ometteva, il più delle volte volontariamente, il termine onorifico quando si rivolgeva a lui?

Il maggiore continuava a fissarlo con un'espressione di serio rimprovero stampata sul volto, godendo del fatto che per una volta ogni tanto era lui a guardare l'altro dall'alto e non viceversa.

KyuHyun lo squadrò per un attimo ancora prima di stufarsi del tutto di quella sceneggiata improvvisata e di allontanare il più grande facendo pressione al centro del petto di SungMin con la gamba libera e mettendosi a sedere in una posizione più consona.

<< Smetti di scherzare; dammi ciò che voglio e torna a guardare quello stupido programma televisivo. >> concluse KyuHyun alzandosi in piedi, prima che SungMin, con una spinta non proprio leggera lo rispedisse a sedere sul divano, nell'esatto punto dove si trovava fino a qualche secondo prima.

<< Fammi passare. >> affermò il maknae con tono fattosi più grave, rialzandosi ancora una volta << Non ho più voglia di giocare con te. >>

Ritrovandosi il più giovane davanti a sé, più alto di lui di una spanna, SungMin non si fece comunque intimorire e lo prese per il colletto della maglia, tirandolo verso il basso.

<< Qualcuno ha forse parlato di un gioco? >> chiese beffardo SungMin.

Faccia a faccia e con soli pochi centimetri di distanza tra loro, KyuHyun sbuffò voltando la testa da un lato, evitando così di rispondere, ma il moro gli strinse dolcemente il mento tra indice e pollice costringendolo senza troppa fatica a riprendere e mantenere il contatto visivo perso. Ma gli occhi del castano sembravano essere ancora più scuri del solito, due pozzi neri di rabbia e frustrazione incatenati a quelli di SungMin.

<< Ti ho fatto una domanda. >> disse questo, apparentemente del tutto calmo << E gradirei avere una risposta. >>

Il più giovane mugugnò qualcosa che suonava tanto come un dissenso e temette che SungMin non avrebbe ritenuto quel debole miscuglio di suoni disarmonici come una risposta soddisfacente, eppure il più grande lasciò andare lentamente la presa per poi portare le mani chiuse a pugno sui propri fianchi sospirando e scuotendo leggermente la testa. Per un attimo KyuHyun si chiese se il bandmate si sentisse male perché teneva lo sguardo fisso sul pavimento, le sopracciglia aggrottate e sembrava che non stesse neanche respirando da quanto stava immobile, ma infine SungMin si mosse e legò il proprio sguardo a quello del maknae, il quale attendeva a metà tra la curiosità e l'impazienza di sentire cosa avesse da dirgli il più grande. Perché KyuHyun sentiva che c'era qualcosa che il maggiore voleva dirgli, sapeva che era così. Quello era uno di quei rari momenti in cui le emozioni diventavano troppe per SungMin per poterle gestire tutte, era uno di quei momenti in cui KyuHyun lo abbracciava fino a sentire le clavicole dell'altro premere contro il proprio petto e gli posava un piccolo bacio sulla fronte, scacciando via i problemi e le preoccupazioni. Però il maknae aveva una una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, una specie di nodo che gli impediva di rilassarsi; era quasi come sapere di essere sotto tiro stando fermo in un determinato punto, ma di non riuscire comunque a muoversi neanche di un solo passo. KyuHyun perciò se ne stava lì, fermo e in silenzio, combattendo contro l'insopportabile peso del brutto presentimento che lo trascinava verso il basso, aspettando che SungMin facesse partire il colpo dritto verso di lui.

<< Cosa devo fare con te, uh? >> alla fine il moro si era deciso a parlare << Anzi, cosa credi di fare tu con me? Pensi sul serio che tutto questo sia un gioco? Che io sia solo un pupazzetto col quale puoi divertirti quando ti senti solo? >>

KyuHyun sembrava non capire dove volesse andare a parare il più grande << Cosa? >>

SungMin azzerò la distanza tra loro prendendo il volto del maknae tra le proprie mani << Tu sei mio, mio e di nessun altro. E la prossima volta che ti vedo abbracciare DongHae con tutto quell'entusiasmo io prendo questa bella testolina che ti ritrovi e te la spacco, così vediamo una buona volta per tutte cosa diamine hai al posto del cervello! >>

Il maknae batté per un paio di volte le palpebre prima di scoppiare in una piena e fragorosa risata. SungMin lo fulminò con lo sguardo, ma aspettò comunque che il castano finisse di ridere alla frase che il più grande aveva appena detto, dopo aver meditato a lungo su quello che voleva dire e su come dirlo.

<< D-davvero...? >> KyuHyun sembrava avere seri problemi a fermare la propria risata e di conseguenza anche le parole che fuoriuscivano dalla sua bocca erano per metà incomprensibili.

<< Cos'hai tanto da ridere?! >> esplose SungMin alla fine, stizzito dalla situazione. La risata incontrollata del più piccolo non era di certo la risposta che aveva immaginato di sentirgli pronunciare << Trovi così esilarante il fatto che mi stai facendo impazzire? >>

<< Hai davvero fatto tutta questa sceneggiata solo perché ho abbracciato DongHae questa mattina? Sei...geloso di me e faccia-a-pesce-da-lenza Lee DongHae? Oddio, SungMin: non ti ho mai sentito dire una cosa stupida in tutti gli anni che abbiamo passato insieme da quando ci siamo conosciuti e inizi proprio stasera? >> il castano sembrava riaver trovato parte del suo autocontrollo per riuscire almeno a terminare una frase di senso compiuto, anche se gli occhi erano ancora umidi per le lacrime causate dalle risate. Adesso il peso che sentiva alla bocca dello stomaco non era più insopportabile, anzi, si sentiva impressionatamente leggero, quasi come se stesse fluttuando a qualche centimetro dal pavimento di legno del dormitorio.

Lo sguardo che da preoccupato era divenuto divertito, adesso si posava sul volto del maggiore dei due con tenerezza e l'atmosfera che aleggiava nella stanza si era fatta da tesa a soffice, piena di quella dolcezza che caratterizzava le parole e i gesti di due persone che si amavano; piena espressione di quell'amore puro ed emozionante che loro due erano stati fortunati abbastanza da trovare. KyuHyun aveva trovato divertente il fatto che SungMin mettesse in dubbio il sentimento che provava per lui perché, per quanto riguardava il maknae, chiunque poteva scommettere sulla sua fedeltà nei confronti dell'altro senza temere di perdere niente. Nei suoi occhi non c'era altro che la perfetta figura del suo hyung, anche quando li chiudeva, anche mentre dormiva. Come aveva fatto anche solo a pensarla una cosa simile? Lui che tradiva SungMin. Assurdo.

Con Lee DongHae, poi. Ma dai.

Non che non volesse bene a DongHae, glielo voleva eccome, ma il loro rapporto iniziava e finiva lì. Due semplici colleghi di lavoro legati da un normalissimo rapporto di amicizia sviluppato nel corso degli anni.

Il rapporto che KyuHyun aveva con SungMin invece era diverso. Totalmente diverso e diversamente totalizzante. E se il più grande lo aveva dimenticato, allora KyuHyun glielo avrebbe fatto ricordare, in un modo o nell'altro.

Avvicinandosi a SungMin, gli prese le mani e le legò alle proprie, intrecciando le loro dita assieme e tenendolo così saldamente legato a se. Mosse un ulteriore passo in avanti, senza mai staccare il proprio sguardo da quello dell'altro, finché non si ritrovò perfettamente allineato con il suo corpo. SungMin, con la testa leggermente inclinata indietro a causa della differenza di altezza fra lui e il maknae, lo guardò con circospezione, le sopracciglia ancora leggermente corrugate. KyuHyun lo osservava serio, in silenzio, e infine si abbassò quel tanto che bastava per toccare con le sue labbra quelle di SungMin. In quel momento ogni dubbio, incertezza e timore che SungMin si portava dentro di sé, che pesavano sul suo petto come un macigno e che gli perforavano l'anima con un dolore atroce, scomparvero. Tutto quello che sentiva erano le mani di KyuHyun intrecciate alle sue, le labbra del più piccolo che premevano dolcemente contro le proprie e poi ancora il profumo dei capelli e della pelle di KyuHyun, il calore che il suo corpo gli trasmetteva, il cuore che batteva rapido nel petto. Qualsiasi cosa che avesse a che fare con il più piccolo gli stravolgeva la vita, lo scombussolava nel profondo. Dopotutto KyuHyun era questo per lui: in quel mondo grigio solo lui sembrava brillare di luce propria; era una scia luminosa di colori caldi e brillanti, era un fuoco che scaldava i cuori delle persone semplicemente con un sorriso.

SungMin non ricordava neanche come fosse iniziata quella loro relazione e neanche se ne interessava più tanto, l'unica cosa che gli stava a cuore era assicurarsi che KyuHyun non fosse solamente un sogno ad occhi aperti, ma una realtà concreta.

Allontanandosi l'uno dall'altro, lentamente, sembrava che anche la frustrazione di SungMin fosse stata lavata via dalle labbra del maknae, riempiendo il vuoto che percepiva con un senso di benessere e serenità.

KyuHyun portò una mano dietro al collo di SungMin per avvicinarselo al petto e andando infine a cingerlo con l'altro braccio. Accostò il suo viso a quello dell'altro, talmente vicino da poter sfiorare con le proprie labbra l'orecchio destro del più grande e, dopo un attimo di esitazione, si decise a pronunciare le parole che si era preparato con attenzione.

<< Non vado da nessuna parte, SungMin. Io sono sempre qui. >> disse premendo lievemente l'indice della mano destra sul punto esatto dove si trovava il cuore di SungMin, coperto dalla maglia pesante << E tu sarai sempre qui. >> aggiunse portando una mano del più grande sul proprio petto.

Un timido sorriso nacque sulle labbra di SungMin.

<< E se anche tutto questo è solo un sogno, allora non svegliamoci mai, Min. Continuiamo a sognarci così. >>

<< Grazie. >>

SungMin sciolse l'abbraccio e si sedette sul divano con animo più sereno e decisamente felice. Non c'era motivo di preoccuparsi, era stato uno stupido ad allarmarsi così. Si sentiva leggermente in colpa per aver avuto un atteggiamento tanto puerile, quello non era un comportamento che gli capitava spesso di avere, perciò decise di fare qualcosa per farsi perdonare e togliersi quel lieve peso dalla coscienza.

<< La PSP è nel terzo cassetto del mio armadio, sotto la felpa rosa. >> rivelò infine.

Gli occhi di KyuHyun si illuminarono come quelli di un bambino nel momento esatto in cui gli veniva regalato un giocattolo nuovo mentre un sorriso sornione si allargava sul volto. Senza dire una parola, corse in camera per riappropriarsi del suo bene prezioso, ma poi tornò tornò di corsa indietro per posare un leggero bacio sulla fronte del più grande. << Grazie, Min! >> esclamò per incamminarsi nuovamente verso la camera, ma ancora una volta si fermò e guardò SungMin dritto negli occhi. << Sappi che se non ti chiamo hyung non è perché non ho rispetto per te, ma semplicemente perché tu per me sei molto più di un semplice fratello maggiore. >> concluse il maknae per poi precipitarsi letteralmente nella camera da letto.

SungMin si portò una mano davanti alla bocca mentre una risata nasceva spontanea e risuonava allegra in tutto il dormitorio. Poi un pensiero si fece strada nella sua mente e scattò in piedi rabbuiandosi, dirigendosi a sua volta verso la camera.

<< Ya, KyuHyun-ah! Guai a te se passi di nuovo tutta la notte a giocare con quel coso! >>

<< Tranquillo, Min: per stanotte ho dei piani decisamente diversi! >> la voce del maknae arrivò ovattata, probabilmente si trovava già steso sul letto con quel coso accesso.

SungMin immaginò quali potessero essere i piani del più piccolo e, onestamente parlando, non gli dispiacevano per niente. Con un'espressione beffarda dipinta sul volto, afferrò la bottiglia del vino che aveva comprato quella mattina e si chiuse la porta alle spalle dopo essere entrato a sua volta nella stanza, dando un giro di chiave.

Quella notte voleva giocare pure lui.

  
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