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Autore: Naima Dahmer    10/03/2013    3 recensioni
«La sincerità non fa per te.» E Thor lo disse così, senza neanche pensarci, senza pensare a quanto quelle parole fossero affilate. Lame taglienti che penetrarono dolorosamente nell'animo di suo fratello.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Some Demigods Marry Frost Giants'
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“La tua stretta alla gola,
sul mio cuore è il limite alla fine.
 
Le ferite sono troppo profonde,
ho bisogno di custodire le cicatrici
per dimostrare che c’era un tempo
in cui ho amato qualcosa più della vita.
 
Dunque, non dire una parola, non dire una parola.”
-          Don’t say a word

 
 
 
 
 
 
Sapeva che l’isolamento e l’indifferenza di Loki erano dovute alla sua imminente incoronazione.
 
Suo padre, Odino, pensava che avesse affrontato abbastanza battaglie e fosse pronto per prendere posto sul trono. Lui stesso pensava di esserselo meritato, ma ogni volta che posava gli occhi sul viso di suo fratello lo sconforto e la desolazione crescevano in lui.
 
In verità sapeva che Loki non volesse realmente il trono, non l’aveva mai voluto, desiderava solo essere suo eguale agli occhi del padre. Al primogenito il trono spettava di diritto, suo fratello lo aveva saputo fin dall’inizio.
 
Sospirò, mentre uno dei servitori lo aiutava ad indossare la sua armatura, aggiustandogli il mantello rosso sulle spalle dopo aver stretto le cinghie di cuoio sui suoi fianchi.
 
Ormai era troppo abituato a sopportare il peso del metallo e del martello. Adorava mulinare il Mjolnir  e schiantarlo contro i nemici in battaglia. Era un guerriero e sarebbe diventato Re quella stessa sera.
 
Qualcuno andò a chiamarlo per invitarlo a recarsi nella sala del trono, dove tutti aspettavano impazienti il suo arrivo per vederlo incoronato.
 
Così uscì dalla propria camera, attraversando i corridoi fino a raggiungere quello principale. Alla fine di quello vi era la porta che lo avrebbe condotto al suo destino.
 
Notò immediatamente suo fratello, il mantello verde che scivolava lungo il suo corpo, seguendo la curva della sua schiena e coprendogli le spalle esili.
 
Si avvicinò a lui, fermandosi al suo fianco ed aggiustandosi i bracciali intorno ai polsi, schiarendosi la voce e lanciandogli un’occhiata.
 
Il suo profilo era perfetto, le vesti gli fasciavano completamente il corpo slanciato, il nero contrastava con la sua pelle e si mescolava ai capelli che ricadevano leggeri sulle clavicole.
 
Sulla testa aveva il suo elmo dorato, due lunghe corna ruotavano verso l’alto donandogli un aspetto nobile. Incuteva quasi timore.
 
«Nervoso, fratello?» Chiese Loki, voltandosi verso di lui e sorridendogli falsamente, mentre un servitore si avvicinava a loro con un vassoio e un calice di vino.
 
Thor lo guardò sorpreso, ma ricambiò il sorriso, notando subito dopo il servitore che li aveva raggiunti. Suo fratello stava recitando la sua parte, come sempre.
 
«Quando mai mi hai visto nervoso?» Domandò, ridendo, tenendo gli occhi puntati nei suoi.
 
«Beh, c’è stata quella volta a Nornheim.» Gli ricordò il moro, lisciandosi la casacca e inarcando un sopracciglio, provocandolo.
 
«Quello non era nervosismo, fratello. Era la furia della battaglia.» Si giustificò Thor, lasciando vagare per un istante lo sguardo sul suo corpo, osservando le cosce fasciate dai pantaloni neri.
 
«Oh, certo.» Il moro sembrò divertito e mosse lievemente le gambe.
 
«In quale altro modo avrei potuto sconfiggere cento guerrieri e tirarcene fuori vivi?» Ribatté Thor, alzando immediatamente lo sguardo per non pensare alle sue cosce ed immaginarle nude. Le ricordava perfettamente.
 
«Se ricordo bene, sono stato io a creare la nebbia che ci ha permesso di fuggire.» Loki intercettò il suo sguardo, sfacciatamente, ricordandogli come erano andate le cose. 
 
«Già. Alcuni combattono, altri si servono di trucchetti.» Affermò Thor, riuscendo a tenergli testa, mentre il servo accanto a loro sorrideva, divertito.
 
Il moro puntò subito gli occhi su quello, assottigliando lo sguardo e muovendo sinuosamente la mano, così che nel calice di vino comparissero tre serpenti.
 
Il servo sussultò, spaventandosi a morte, e lasciò cadere il vassoio.
Thor si girò di scatto.
 
«Loki! Hai sprecato del buon vino.» Lo rimproverò, osservando i serpenti danzare sul pavimento, velenosi quanto il loro creatore.
 
«Oh, mi stavo solo divertendo un po’. Vero, amico mio?» Domandò l’altro, lanciando un’occhiata maligna verso il servo che, annuendo, raccolse i cocci e si dileguò in fretta.
 
Un altro servitore si avvicinò a loro, porgendo l’elmo a Thor. Era argento luminoso, con due ali ai lati, riluceva alla luce del fuoco.
 
«Mh, belle penne.» Lo schernì Loki, osservando quell’elmo forgiato per volere di suo fratello e suo padre.
 
«Non vorrai mica ricominciare con questa storia, vero, capra?» Ribatté il biondo, osservando il suo elmo dorato ed accennando una risata, riferendosi alle corna.
 
«Era un complimento sincero.» Mentì il moro, assottigliando gli occhi e voltandosi verso di lui.
 
«La sincerità non fa per te.» E Thor lo disse così, senza neanche pensarci, senza pensare a quanto quelle parole fossero affilate. Lame taglienti che penetrarono dolorosamente nell’animo di suo fratello.  
 
«Davvero?»
 
«Sì.»
 
Non si rimangiò la parola, non mentre Loki lo guardava in quel modo. Stentava a malapena a reggere il suo sguardo, non avrebbe ceduto alle sue provocazioni.
 
«Ho aspettato a lungo questo giorno, proprio come te.» Mormorò il moro, facendo un passo verso di lui, senza staccare lo sguardo dal suo. «Sei… mio fratello, mio amico.» Sibilò tra i denti, facendosi ancora più vicino, tanto da sfiorargli il petto con il proprio.
 
Thor era incatenato ai suoi occhi, non riusciva a smettere di guardarlo.
 
«Talvolta sono invidioso e… geloso,» con delicatezza gli poggiò una mano sulla spalla, lanciando un’occhiata al corridoio deserto, stringendo subito dopo la presa. «ma non dubitare mai del fatto che ti amo.» Disse, velenoso, come se l’ultima parola quasi gli si fosse incastrata in gola.
 
Doveva essere una presa in giro, Thor lo sapeva, ma negli occhi di Loki lesse solo dolore e delusione nel pronunciare quelle parole.
 
Senza pensarci, quindi, poggiò una mano dietro la sua nuca, facendo vagare gli occhi sul suo viso, soffermandosi ad ammirare le labbra invitanti.
 
«Grazie.» Mormorò, sincero, desiderando ardentemente che le parole pronunciate dall’altro fossero veritiere.
 
Loki avvicinò il viso al suo, umettandosi sensualmente le labbra. «Adesso diamoci un bacio.» Soffiò sulla sua bocca, sfiorandola appena.
 
Thor sentì il sangue circolare verso il basso, ma si impose di non cadere preda delle sue congetture. Riusciva a farlo eccitare anche solo standogli vicino, non sopportava che avesse tanto potere su di lui.
 
«Smettila.» Disse solo, accennando una risata finta nello stesso momento in cui vide un servo avvicinarsi a loro ed invitarli a recarsi nella sala del trono.
 
«Bene.» Mormorò Thor, allontanandosi e puntando lo sguardo su qualsiasi altra cosa non fosse Loki. Non voleva sentir premere l’eccitazione nel momento in cui sarebbe stato incoronato.
 
«Come sto?» Chiese.
 
Il moro lanciò un’occhiata al servitore, accennando una risata. «Come un re.» Sputò fuori, meno convinto di quanto avrebbe dovuto essere. «E’ ora.» Gli ricordò, con mani tremanti.
 
«Vai avanti tu.» Lo pregò Thor, emozionato per la sua imminente incoronazione. «Ti seguirò subito. Vai.»
 
Loki neanche si voltò a guardarlo, ma prese a camminare, superandolo e lasciandoselo indietro.
 
Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, e non per la corona che sarebbe stata posta sul capo di suo fratello, ma perché provava emozioni forti e contrastanti. Odiava quei sentimenti.
 
Thor, però, immediatamente ritornò ad affiancarlo, ed appena il servo si fu dileguato lo afferrò da dietro, poggiandogli una mano sul collo ed accarezzandogli la pelle con il pollice.
 
Loki si irrigidì, non aspettandosi quel contatto improvviso. Avvertì la pressione esercitata dalle dita di quello, così fu costretto a voltare il viso, ritrovandosi a pochi centimetri dalle sue labbra.
 
«Amerai il tuo re?» Gli chiese il biondo, cercando risposta nei suoi occhi.
 
Il moro vacillò, portando la mano a stringere il suo polso. «Come si ama un re stolto.» Sibilò tra i denti, lanciandogli uno sguardo carico d’ira.
 
«Il tuo re ti amerà, fratello. Ti ho amato prima e ti amerò dopo. Taci, quindi, e non sporcare questo momento con il tuo veleno, conserva la tua cattiveria per dopo.» Affermò Thor, deluso ed amareggiato, lasciandolo andare di scatto, come se si fosse scottato.
 





Note dell’autrice: Ouch, non so che dire, che tristezza.
L’ho scritta in un momento un po’ negativo e non so nemmeno perché l’ho pubblicata. Sarà per puro masochismo, non lo so, oppure per condividere con voi un po’ di amarezza.
A parte ciò, al momento sto meglio, il che mi porta a non saper scrivere delle note decenti. Ma tanto le mie chiacchiere sono inutili ahah per cui, potete farne a meno.
Grazie per l’attenzione, adieu. <3
   
 
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