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Autore: TwistedDreamer    11/03/2013    4 recensioni
Matt guardò la ragazza per la prima volta e, chissà perché, gli si gelò il sangue nelle vene e un brivido gli percorse la schiena.
Il povero Brian alle prese con uno dei tanti deliri di Matt.
Genere: Comico, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Non conosco personalmente i personaggi di cui tratto, non ho scritto tutto ciò per alcuno scopo di lucro, e non intendo offendere nessuno, ovviamente!

Aliens exist.

 
 

I am still a skeptic yes you know me
Been best friends and will be till we die

 
 
 
 
-Matt, ma mi stai ascoltando?
-Uh? Sì… sì…- fece vago quello guardando per l'ennesima volta lo schermo vuoto del cellulare.
Brian affilò lo sguardo e chiese, sospettoso: -E che ho detto?
Matt alzò lo sguardo confuso.
-Mmmh… Eri indeciso sul numero di camicie a pois da mettere in valigia?
Brian mise il broncio e assunse un tono arrabbiato: -Ecco, lo sapevo! Stavo parlando delle camicie nere, non di quelle nere a pois!- ma si accorse che l'altro non lo ascoltava già più. Sospirò.
-Ok, Matt, che c'è che non va?
-Mmh? Niente, niente… è solo che… no, niente.
-Matt, non farmi arrabbiare. Ho parlato da solo per oltre mezz'ora, il minimo che puoi fare è dirmi perché non stai sfruttando appieno gli ultimi momenti che possiamo passare insieme in tranquillità prima dei prossimi tre anni.
-Come sei melodrammatico, Brian! Durante i tour facciamo delle pause, ogni tanto!
-Sì, ma non sono mai abbastanza per saziare la voglia che nasce durante la lontananza- disse lui languido, sbattendo le ciglia e avvicinandosi ad abbracciarlo.
Era una trappola, Matt lo sapeva. Ma quelle trappole erano sempre fin troppo dolci, per potervi resistere.
Come previsto. Brian gli baciò il lobo dell'orecchio e poi gli soffiò: -Perché il tuo cellulare era più importante di me?
Matt aveva già la mente annebbiata e il fiato corto, per cui non pensò abbastanza prima di rispondere:
-Ho litigato con Dom.
Brian si staccò repentinamente, improvvisamente gelido, e lo guardò indifferente.
-Che vuole ancora quella checca fallita?
-Quante volte devo dirtelo che Dom è etero?
-Appunto ho detto che è fallita! Con quello che indossa dovrebbe essere gay.
Matt decise di lasciar correre.
-Ti ricordi quando, la settimana scorsa, sono venuto ad assistere alle prove prima del tour? Quando stavate riarrangiando i vecchi pezzi?
-Sì, e allora?
-Dom l'ha scoperto. E ha scoperto anche che vi ho aiutati con quel dilemma sulla batteria in Teenage Angst e si è infuriato. Ha cominciato a dire… cose. So che non le pensava davvero, ma sai com'è fatto. È sempre stato ostile da quando io e te stiamo insieme e ha deciso di sfogare quest'ostilità sui Placebo, dato che non può sfogarla su di te…
-… senza ammettere di essere gay!- concluse Brian, saccente.
-Non è gay!!!
-Beh, forse non è gay, ma è geloso di te in maniera morbosa.
-Ma devi capire che non è geloso perché vorrebbe… stare con me. Però lui è sempre stato l'unico uomo della mia vita, il mio migliore amico, quello con cui facevo le "cose da uomini", cose che non potevo condividere con le mie ragazze. Poi sei arrivato tu, che non solo sei uomo, ma sei anche un musicista. Quindi oltre a ricoprire il ruolo di "ragazza", hai occupato buona parte di quello che prima era esclusivamente suo. Hai sconvolto gli equilibri. È normale che non la prenda bene.
-Bellamy, io e te non facciamo le gare di rutti.
-Neanche io e Dom, se è per questo.
Brian sospirò. Sapeva che il filo doppio che legava quei due aveva subìto una forte scossa, da quando era cominciata la loro storia, ma aveva sperato che, col tempo, Dominic si sarebbe abituato a quello stato di cose e tutti avrebbero trovato il proprio spazio all'interno di quelle relazioni complicate. Non era successo.
Certo, lui non aveva fatto niente per rendere le cose più semplici al povero batterista, pensò sogghignando interiormente. Se, a Dom, Brian non andava a genio, il sentimento era fortemente reciproco. Solo che il cantante non esternava la cosa. Non in pubblico, per lo meno. Guardando l'espressione afflitta di Matt in quel momento, però, capì che il suo uomo non sarebbe mai stato pienamente felice finchè le cose non si fossero sistemate. Sapeva quanto Dom fosse importante per lui e non voleva privarlo di un'amicizia trentennale. Così ingoiò la bile e, col suo tono più conciliante e un finto ottimismo propose:
-Ho un'idea. Il mio tour parte fra tre giorni, per cui possiamo organizzare una sorta di "cena d'addio"… anzi, meglio una "cena di arrivederci". Non abbiamo mai fatto niente tutti insieme. Organizziamo una cena qui a casa nostra, io porto Stefan e Steve e tu porti Dom e Chris. Anzi, estendiamolo anche ai rispettivi partner, così mitighiamo l'eccesso di testosterone. E cerchiamo di appianare le cose, ti va?
Il viso di Matt si illuminò.
-Grande idea! Magari Dom si mette a parlare di grancasse con Steve e decide che i Placebo non sono così male, in fondo!- poi lo guardò riconoscente, si lasciò cadere sul divano con un sospiro e disse: -Ecco perché ti amo.-
Brian si sedette a cavalcioni in braccio a lui e gli sussurrò a fior di labbra: -Bene. Allora fammi vedere quanto ti mancherò.


*******************************************

 
 

Il campanello squillò.
-Tesoro, vai tu che io sto controllando l'arrosto!
 Brian sospirò. Per qualche strano motivo, il fatto di aver vissuto in Italia aveva fatto convincere Matt di essere, tra i due, quello più adatto a cucinare e così quel pomeriggio aveva imbracciato il suo bel grembiule rosa e l'aveva estromesso dalla cucina, lasciandolo a vagare per la casa affilando l'olfatto in attesa di odori sospetti. Ripetendosi mentalmente che faceva tutto questo per l'amore che provava per Matt, andò ad aprire la porta con un sorriso gigante stampato in faccia.
Fortunatamente era solo Stefan con David. Sospirò di nuovo e lasciò cadere il falso sorriso, per sostituirlo con uno meno largo e più sincero.
-Grazie di essere venuti. E soprattutto, grazie di essere arrivati per primi!
-Figurati- disse Stef -pensavo ti servisse un po' di supporto!
-E pensavi bene!- si scostò dalla soglia -Accomodatevi.
-Steve dice che ritarda un po'. A quanto pare la sua ragazza è una fan dei Muse ed è andata nel panico, non sapendo cosa indossare per una cena con i suoi idoli.- aggiunse Stefan alzando un sopracciglio.
-Sapevo che quella aveva qualcosa che non mi piaceva.- borbottò Brian, suscitando una risata negli altri due.
 
Stava per offrire qualcosa da bere ai suoi ospiti, quando dalla cucina si levò un grido allarmato: -Briiiiiiii!!!- e contemporaneamente il campanello squillò di nuovo. Con un'occhiata chiese a Stefan di andare ad aprire e si fiondò in cucina, certo di dover sventare una grossa calamità. In effetti, Matt era completamente ricoperto di macchie varie di alimenti non ben identificati, ma non sembrava essere quello il suo problema.
-Presto, tira fuori l'arrosto dal forno, che io sono impegnato a mescolare il risotto! Oddio, stanno già arrivando e noi non abbiamo ancora servito l'aperitivo! E dobbiamo tirare fuori i vassoi, quelli d'argento, che a Dom la porcellana non piace. E poi le tartine…
-Matt, calmati. È arrivato solo Stefan. Ora ti aiuto io e finiamo subito.
Mentre parlava aveva già spento il forno e salvato l'arrosto da un'imminente carbonizzazione. Cominciò a mettere insieme l'aperitivo e disse a Matt:
-Ok, io porto questo di là. Poi torno in cucina a finire di mescolare il risotto, mentre tu vai a darti una ripulita, va bene?
Matt gli lanciò un'occhiata scettica.
-Per l'amor di Dio, Bellamy, sarò in grado di mescolare un risotto?
L'altro non rispose e Brian uscì di gran carriera dalla cucina, portando i vassoi con le tartine. Entrato in soggiorno, dove aveva apparecchiato, vide che i restanti due terzi dei Muse erano arrivati, Dom con la sua ultima conquista e Chris con Kelly e la piccola Teddi. Si alzarono a salutarlo (Dom con una smorfia) e Kelly disse precipitosamente:
-Scusa se abbiamo portato anche la piccola, ma allatta ancora e non potevo lasciarla con la baby sitter per troppo tempo!
-Tranquilla, Kelly, non c'è alcun problema. Io vado a dare il cambio a Matt in cucina, vi prego, fate come se foste a casa vostra!- si defilò in fretta, ma non prima di sentire Dom borbottare: -Una volta, casa di Matt era casa mia.
Rientrato in cucina, aggiornò Matt sulla situazione ospiti e gli intimò di andare a mettersi qualcosa di decente e poi tornare a intrattenerli. Quello si lasciò convincere e sfrecciò in camera da letto a darsi una sistemata. Valutò che una maglietta nera e dei pantaloni azzurri avrebbero potuto soddisfare la richiesta di decenza avanzata da Brian e, con un sospiro, si diresse dai suoi ospiti, giusto in tempo per sentire il campanello squillare l'ennesima volta. Andò ad aprire e si trovò davanti Steve e la sua ragazza, con due sorrisoni identici. Guardò la ragazza per la prima volta e, chissà perché, gli si gelò il sangue nelle vene e un brivido gli percorse la schiena. Il suo sorriso si trasformò in una smorfia, ma tentò di non darlo a vedere, mascherandolo con un:
-Ah, perfetto, mancavate solo voi, accomodatevi!-
Mentre quelli gli porgevano una bottiglia di vino e si dirigevano in salotto, Matt rimase indietro, confuso, a riflettere. Che strana impressione gli aveva dato quella ragazza. Non aveva mai provato una sensazione a pelle così intensa di… disgusto, decise. Forse era colpa di quella fronte così alta. Ma proprio alta. E quegli occhi piccoli che si perdevano sulla fronte alta.
Al momento, però, aveva cose ben più importanti a cui pensare, come fare in modo che il suo batterista si rilassasse e ritornasse l'amico cordiale che era sempre stato, per cui accantonò l'episodio e fece il suo ingresso in sala.
 
 

*******************************************

 
 
Erano seduti tutti a tavola, Dom sembrava aver accantonato le sue riserve e si era lanciato con Steve in una disquisizione sul materiale perfetto per le bacchette. La ragazza che Dom aveva portato, di cui Matt non ricordava il nome, era china con Kelly ad ammirare la piccola Teddi che ridacchiava emettendo strani suoni, quando Stefan esordì:
-Allora, Lucy, Steve dice che ti piacciono i Muse!
La ragazza arrossì imbarazzata e ammise che da Black Holes in poi erano diventati la sua band preferita.
-Davvero?- si interessò Chris -Grazie a Starlight?
-No, in verità la canzone che mi ha catturata è stata Exo-Politics.
A Matt sembrò di ricevere una scossa elettrica. Ma certo! Non c'era altra spiegazione, la ragazza era un'aliena. Per forza, quella fronte così alta doveva servire a nascondere un cervello diversamente sviluppato.
O magari uno stomaco, pensò con un brivido. Brian se ne accorse e gli lanciò un'occhiata interrogativa, a cui l'inglese rispose con una scrollata di spalle e uno sguardo che significava: dopo.
Lanciò un'occhiata alla sua destra e notò una benda sul braccio destro di Steve. Allarmato interruppe la disquisizione tra lui e Dom per domandare:
-Ehi, Steve, che hai al braccio?
-Oh, un nuovo tatuaggio.- rispose quello con un gran sorriso, per poi tornare ad immergersi nel discorso da batteristi.
Sicuramente non era un nuovo tatuaggio, risolse Matt, quella doveva avergli inserito un microchip.

Brian aveva notato qualcosa di strano in Matt. Invece di concentrarsi sul problema Dom sembrava assorto in chissà quali pensieri contorti. Quando faceva così, c'era ben poco da stare sereni, perché nella testa del cantante potevano aggirarsi i pensieri più improbabili. E la preoccupazione di Brian era acuita dal fatto che il giorno dopo sarebbe partito e non avrebbe potuto controllare la situazione. Con un sospiro si alzò per andare a prendere il dolce, lanciando un'occhiata al compagno e Matt, cogliendo al volo, lo seguì in cucina.
-Si può sapere cos'hai? Sei inquietante, quando fai così. Hai avuto un'aria assorta per tutta la sera e ti lanciavi intorno occhiate terrorizzate.
Matt lanciò una delle suddette occhiate alla porta, per assicurarsi che fosse ben chiusa, e poi sussurrò all'orecchio di Brian: -Bri… io ho il sospetto… anzi, no, sono certo che la ragazza di Steve non sia di questo pianeta.
Stavano insieme da tanto tempo e Brian ormai aveva capito che ogni tanto Matt si metteva in testa cose assurde e che in quei momenti andava solo fintamente assecondato con condiscendenza e lentamente riportato alla realtà. Ma un'idiozia di quella portata, sussurrata con quel tono davvero spaventato, non l'aveva mai sentita, per cui non riuscì ad evitare di scoppiare in una grassa e rumorosa risata. Matt, com'era prevedibile, si imbronciò.
-Non c'è niente da ridere.
La risata continuava.
-Brian, smettila, davvero. Sono serio.
Ormai Brian era arrivato alle lacrime, ma tra un accesso e l'altro di risa riuscì ad articolare: -Scusa, cosa te lo fa pensare?
-Intanto ho avuto una sensazione terribile dal primo momento in cui l'ho vista, poi hai visto che fronte, che ha? E dice che la sua canzone preferita è Exo-politics! Sono andato a controllare il suo account di twitter: mette sempre foto di cibo! Come se fosse una cosa nuova per lei, o strana! E hai visto la fasciatura sul braccio di Steve? Sicuramente gli avrà iniettato un microchip, ormai l'avete perso. Sarete monitorati dagli alieni per tutta la durata del tour! Ti prego, Brian, annullalo, o almeno rimandalo finchè non saremo riusciti a sistemare la situazione! Cercheremo di liberarlo, conosco un tale…
Ormai Matt era partito per la tangente, rischiava di non fermarsi più. La situazione gli stava sfuggendo di mano, e loro avevano il soggiorno pieno di gente che li aspettava, non era il momento di prenderlo con le buone.
-Matt, non dire idiozie, - lo interruppe -abbiamo nove ospiti di là, cerca di comportarti come una persona normale, anche se mi rendo conto che sarà un'impresa pressoché impossibile per te. Smetti di pensare a cospirazioni aliene e aiutami a portare di là questo tiramisù.
-Ma Brian…
-Ma Brian niente. Lo scopo di questa cena è appianare le divergenze tra le nostre band e pare che finalmente ci stiamo riuscendo. Non è il momento di teorie strampalate. Ne parliamo più tardi.
E così dicendo si piazzò davanti alla porta, col tiramisù in mano, guardando Matt con aria eloquente, perché gliela aprisse.
Tornati dagli altri, Stefan chiese: -Bri che avevi da ridere tanto?
-Niente, Matt ha detto una delle sue cazzate.- Rispose quello con un ghigno, lanciando all'altro cantante un'occhiata ammonitrice.
 
Matt bofonchiò qualcosa e si rimise a sedere.
Brian non gli credeva, come al solito. Certe volte sapeva essere così ottuso. Ma gliel'avrebbe dimostrato, questa volta doveva credergli. Quella ragazza non era umana e sicuramente aveva fatto il lavaggio del cervello al povero Steve. Mentre rimuginava, giocherellando con la sua porzione di dolce, notò che Lucy era china a giocare con la piccola Teddi. Matt sbarrò gli occhi. Quell'impostora voleva sicuramente approcciare un controllo anche dei Muse, non c'era dubbio, e cominciava col tentare di controllare l'anello più debole! Doveva fermarla.
-Ahem- si schiarì la voce. Brian lo guardò allarmato. -Lucy, allora, dicci qualcosa di te. Da dove vieni?
Brian lo fulminò con lo sguardo.
La ragazza distolse lo sguardo dalla piccola e lo riportò ai commensali.
-Sono cresciuta in Scozia.
-Ah, quindi i tuoi genitori sono scozzesi?
-No, in verità sono stata adottata…
Un lampo di trionfo attraversò lo sguardo di Matt. Ovvio, i suoi genitori non potevano essere terrestri. Lanciò un'occhiata a Brian come per dire Hai visto?, mentre quello lo accusava Hai fatto una domanda indelicata e una gran figuraccia. Fermati. Ora.
-Perdonalo, Lucy, a volte Matt ha il tatto di un elefante.
-Figurati, non è un problema- sorrise quella, e rilanciò -Allora, quando parte il tour dei Muse? Mi pare di aver capito che cercherete di farlo coincidere il più possibile con quello dei Placebo.
Matt si allarmò. Voleva sapere le date del tour. Voleva sicuramente spiarli, perché si era resa conto che sapevano troppo.
-Ehm, al momento non ricordo, io mi limito a farmi trascinare qua e là e a salire sul palco a cantare- fece, vago.
-Ma come non ti ricordi? - intervenne Chris -cominciamo fra due settimane, proprio qui a Londra!
Matt sospirò, sconsolato. Era finita. Lei sapeva tutto, avrebbe mandato i suoi amici alieni a rapirli.
Brian si accorse che la mente del compagno viaggiava ormai a briglia sciolta. L'unico modo per frenarlo era dirigere la sua attenzione su qualcosa che lo interessasse tanto quanto gli alieni e che fosse decisamente meno pericolosa.
-Ehi, Matt, ma poi sei andato a ritirare la nuova Manson?
Stefan si intromise con aria interessata: -Ne hai ordinata un'altra? E com'è? Prima o poi ne prenderò una anch'io.
Matt e Stefan si lanciarono così in una lunga disquisizione sui pregi e difetti delle chitarre fatte su misura e Brian poté finalmente tirare un sospiro di sollievo: almeno per il momento, la crisi era superata.
 
 
 

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Brian era convinto di essere riuscito in tutti i suoi propositi per la serata: Dom pareva aver deciso di accettare il nuovo stato di cose (finalmente!) e, dopo un primo approccio imbronciato, si era sciolto e aveva smesso di borbottare; Matt, d'altro canto, assorbito dal discorso sulle chitarre, aveva lasciato cadere l'argomento "alieni". Ora erano andati tutti via, perché l'indomani i Placebo avrebbero cominciato il loro tour; Brian stava mettendo in valigia le ultime cose, quando Matt si affacciò alla porta della camera da letto, con un'espressione tetra. Brian alzò lo sguardo.
-Dai, non fare così, l'hai detto tu che facciamo delle pause durante i tour!
-Sì, ma tra una pausa e l'altra chissà cosa può succederti!
Brian lo guardò con aria confusa.
-Che vuoi che mi succeda, scusa?
-Non so, da quando ho scoperto del microchip di Steve non sono tranquillo. Secondo me è tutta una manovra per arrivare ai Muse attraverso di voi. Sai, perché la metà delle nostre canzoni parlano di complotti, o di guerre, o di alieni. Hanno capito che sappiamo troppe cose.
-Matthew, te lo ripeto per l'ultima volta, Lucy non è un'aliena. Certo, il fatto che le piaccia la vostra musica non denota certo normalità da parte sua, ma da qui a dire che sia un'extraterrestre che trama per la distruzione della tua band e, possibilmente, per quella di tutta la razza umana, ce ne vuole!
-Il fatto che tu non ti accorga della realtà mi fa preoccupare sempre di più.- bofonchiò Matt.
Brian capì che non sarebbe riuscito a far cambiare idea a quel pazzoide in pieno delirio, per cui, ancora una volta, decise che l'unica arma in suo possesso era la distrazione. D'altra parte, il giorno dopo sarebbe partito e non si sarebbero rivisti per chissà quanto tempo. Chiuse la valigia in silenzio, dopodiché si avvicinò a Matt e gli mise le braccia al collo, fissandolo intensamente negli occhi.
-Ora basta parlare. Non ci vedremo per tantissimo tempo e, a sentire te, potremmo anche non rivederci più, quindi smettila di vaneggiare di complotti extraterrestri e dedicati a me.
-Ma…
Ma Matt non fece in tempo ad articolare una risposta che quello si avventò sulle sue labbra, mettendolo a tacere una buona volta.
 
 

*******************************************

 
 
Giacevano sull'enorme letto, entrambi esausti, abbracciati. Brian si accese una sigaretta con aria soddisfatta. Sentiva un sorriso sornione nascergli spontaneamente sulle labbra: anche questo proposito per la serata era stato portato a compimento, aveva avuto un orgasmo epocale. Evidentemente, Matt pensava davvero che sarebbe stata l'ultima occasione per loro di stare insieme. Qualunque fosse il motivo, il risultato era stato eccellente. Per di più, ciliegina sulla torta, Matt sembrava troppo stanco per continuare a parlare di complotti.
-Bri…
O forse no.
-Potresti controllare sotto la benda sul braccio di Steve, domani, quando lo vedi? E magari farmi sapere cosa trovi?
 
 

I think I'm drowning,
Asphyxiated,
I wanna break the spell
You've created.

 
I got an injection
Of fear from the abduction
My best friend thinks I'm just telling lies
Alright

 
 
 

 
FINE

 
 
 
 
 
Epilogo.


Pioveva a dirotto.
La ragazza si avvicinò alla Mercedes nera, chiuse l'ombrello ed entrò nell'abitacolo.

-Fatto.- disse al suo interlocutore -Da domani conoscerete tutte le loro mosse.

-Eccellente. Sapevamo che saresti stata perfetta per questo compito. Il ragazzo sospetta qualcosa?

-Negativo. L'ho accalappiato proprio bene, parla già di andare a vivere insieme.
 
 
 
 

As conspiracies unwind,
will you slam shut,
or free your mind,
or stay hypnotised?




 

NOTE DELL'AUTRICE: Ciao a tutti! E' la prima fanfiction che scrivo, quindi siate clementi.E' una storia che nasce da deliri vari che vanno avanti da mesi e che è sfociata in un'ispirazione lampo. Ovviamente accetto tutte le critiche del caso, per cui fatevi avanti! So che non sembra avere nè capo nè coda, cioè vado spesso fuori tema, ma a volte la storia esige delle parole che esulano dalla mia volontà! D'altra parte confido nel fatto che voi, non sapendo cosa ci sia nella mia testa, la leggiate diversamente da come faccio io!

Ringrazio sentitamente 
MySkyBlue182 che ha letto in anteprima e mi ha convinta a pubblicarla, fornendomi anche un bel titolo!

Il titolo è di una canzone dei Blink 182. Le citazioni sono da Aliens exist dei Blink 182, Time is running out e Exo-Politics dei Muse.
 

  
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