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Autore: Naima Dahmer    11/03/2013    6 recensioni
Tony è frustato perché Loki non vuole mangiare il suo wurstel e quell'armadio a quattro ante - leggasi pure Thor - continua a vincere scommesse automobilistiche contro lui e Clint, sfilandogli fior fior di dollari dalle tasche.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ironfrost'
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...e se mi prendono

I Quattro Minuti











Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti.
«Muoviti, cazzo!»
 
Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti.
«Dai!»
 
Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti. Quattro minuti.
«Su! Forza!»
 
Quattro minuti. Solo quattro minuti. Ancora quattro fottutissimi minuti.
Mi sa che ora sono diventati tre, o forse due.
 
Traguardo. Traguardo. Traguardo. Sorpasso.
 
«No!» Urlo, dando una testata alla televisione e rialzandomi da terra.
 
Mi scrollo la polvere dai pantaloni e serro la mascella, continuando a guardare lo schermo.
 
«Figlio di puttana!» Impreco, dando un calcio a vuoto.
 
«Tony, che succede?» Sento la voce di Natasha provenire da un’altra camera, ma non me ne curo, e porto gli occhi al cielo sbuffando sonoramente.
 
«Abbiamo perso, di nuovo!» Sono incazzato nero.
 
Mi muovo, andando verso il divano, e mi ci butto sopra svogliatamente, come ogni tifoso affranto che si rispetti.
 
Perché? Perché proprio a me doveva capitare l’auto sfigata?
Ci ho scommesso la bellezza di trentamila dollari sulla vittoria di quella dannata auto, e ora?
 
Mi toccherà pagare Thor, come al solito del resto. Dovrei smetterla di scommettere con lui, dovrei smetterla proprio. Non sa nemmeno che cazzo farsene dei miei soldi, probabilmente vanno tutti nelle tasche di Jane Foster.
 
E sono sempre quei cazzo di quattro minuti che mi fottono il cervello.
 
Pensandoci… il numero quattro mi ha sempre portato sfiga, per non parlare dei dannatissimi quattro minuti. Quella misera frazione di tempo mi fotte sempre, per qualsiasi cosa.
 
Jarvis fa suonare la sveglia quattro minuti prima delle sette.
 
Arrivo al cesso sempre quattro minuti dopo Natasha, il che significa che mi tocca stare quaranta minuti ad aspettare che si faccia bella. Da notare che il quaranta è formato da un quattro e uno zero, quindi, fate un po’ voi.
 
A me non sembra un caso, a me sembra proprio che questi cazzo di quattro minuti ce l’abbiano con me.
 
Quattro minuti per adocchiare una ragazza, ed altri quattro per farla scappare via a gambe levate, dopo aver detto la fantomatica frase il-mio-pene-è-un-reattore.
 
E poi? Non vi basta ancora?
 
Quattro minuti buoni per aspettare il pranzo.
 
E appena ti siedi a tavola, quattro minuti dopo, Thor ti ha già rubato le cose più buone dal piatto, lasciandoti a bocca asciutta.
 
«Stark?» Una voce molto, ma molto familiare mi sta chiamando. Mi giro per vedere chi cazzo è, ma una vaga idea già ce l’ho.
 
«Eh? Che c’è?» Chiedo scocciato, fissando la fottuta divinità norrena di sbieco. Questi norreni dovevano avere non pochi problemi per scegliersi come divinità malvagia uno che sembra il figlio gnocco di Ozzy Osbourne.
 
«Gne gne gne. Antipatico!» Esclama il rocker, facendo una pernacchia ed avvicinandosi al divano per mollarmi un ceffone, che io evito scostandomi di scatto, come sempre.
 
«Dillo.» Lo incito a parlare, già so dove vuole andare a parare.
 
«Cosa?» Mi chiede, facendo il finto ingenuo, gran bella faccia di cazzo.
Non ci crede nessuno, caro.
 
«Dillo, dai. So che muori dalla voglia.» Dico, di nuovo, guardandolo storto.
 
«Devo?» Mi chiede saltellando e battendo le mani.
Cazzo, mi sembra di essere all’asilo. O al parco giochi. O quel cazzo che pare a voi.
 
Annuisco, portando gli occhi al cielo. Anche se avessi risposto di no l’avrebbe detto comunque.
 
«Stolti umani perdenti. Ciucciatevi il Kraken!» Inizia a canticchiare quell’assurda nenia, come un emerito imbecille, per giunta cerebroleso.
 
Ma che cazzo significa ciucciatevi il Kraken? Poteva inventarsi un’offesa migliore.
 
«Per Loki e Thor hippie hippie urrà!» Esclama, iniziando a muovere freneticamente il bacino. Stronzo, mi attizza e non poco.
 
«Guarda che è: hip hip urrà.» Lo correggo svogliatamente, spiaccicandomi una mano sul viso e sprofondando nel divano, per quando mi è possibile. Fra un po’ sbucherò in Cina e mi verranno gli occhi a mandorla.
 
Eh, sto sparando pure cazzate assurde, dovrei seppellirmi.
 
«Sei solo invidioso, midgardiano.» Mormora avvicinandosi e mettendosi cavalcioni su di me.
 
Spalanco gli occhi allibito, guardandomi intorno.
 
«Loki, che cazzo fai? Ci sono gli altri.» Sussurro nervoso, portandogli le mani sul petto per allontanandolo.
 
«E allora?» Mi chiede, stringendomi il naso tra l’indice ed il pollice.
 
«E allora cosa?!» Alzo il tono di voce, prendendogli il polso e allontanandogli la mano dal mio naso.
 
«Testa di Kraken.» Mormora, corrugando la fronte ed incrociando le braccia al petto.
 
«Sono incazzato.» Ecco, è logico che sia incazzato, ho perso trentamila dollari per una stupida scommessa automobilistica. Non so se mi spiego.
 
E sì, vaffanculo, sono un tirchio. Problemi?
 
Vorrei vedere lui, grazie al cazzo che è sempre tutto minacce e tranelli gioiosi, non ha quei cazzo di quattro minuti che gli tormentano l’esistenza. No, non ce li ha.
 
Per non parlare delle sue discendenze divine.
 
Tra l’altro, lui e Thor vincono i soldi miei e di Clint. Ha fatto male quel poveraccio a mettersi in società col sottoscritto, ha fatto proprio male.
 
«I quattro minuti, eh?» Mi chiede Loki, sbuffando e scuotendo la testa.
 
«Aspetta che mi passi, dolcezza.» Mormoro sorridendo e puntandogli un dito sul petto.
 
«Devo aspettare quattro minuti?» Mi chiede, inarcando un sopracciglio.
 
«Dovevi, sono già passati.» Rispondo ridendo.
 
Metto una mano dietro la sua nuca ed avvicino il suo viso al mio, facendo sfiorare i nostri nasi.
 
«E’ pronta la cena, signore.» Tiè! Lo sapevo, me lo sentivo, per questo ho aspettato. Per questo ho aspettato per baciarlo, cazzo! Fottutissimi quattro minuti e fottutissimo io. Sono uno sfigato.
 
Nonostante io abbia i soldi che mi escano dal buco del culo. Sì.
 
«Quattro minuti!» Urla Loki alzandosi e sfrecciando in direzione della cucina.
 
Sbatto ripetutamente la nuca contro lo schienale del divano. Scemo, scemo, scemo.
 
Ormai lui ed i quattro minuti si sono messi in società, è una congiura contro me e il mio povero cervello. Anche il mio povero pisello, direi.
 
Sì, perché delle volte, Loki, dopo quattro minuti di strusciamento bello e buono sul mio povero cavallo dei pantaloni, se ne esce fuori all’improvviso con frasi come  “Parliamo un pochino?”.
 
Oh beh, in quei momenti sarebbe il caso di prenderlo e sbatterlo con violenza alla parete. Quello sì che sarebbe bello.
 
Mi alzo di malavoglia dal divano e con passo trascinato arrivo in cucina.
 
Lì, come avevo già accennato, trovo Thor che si frega tutte le patatine dal mio piatto, tutto questo mentre Loki sghignazza imitandolo.
 
E’ impressionante la quantità di cose che riesce a contenere quella bocca, a parte il cibo, ci entra di tutto e di più, e se si decidesse a prendere anche un’altra cosa in bocca sarebbe un sogno. Invece…
 
“Tony mi fa schifo gnegnegne. E’ una cosa squallida gnegnegne. Non voglio farlo perché io sono una divinità e non sarebbe opportuno gnegnegne.”
 
Non sarebbe opportuno? Io ce lo vedrei benissimo col mio pisello in bocca, e scusate la volgarità.
 
Come potete capire, non me ne va bene una e, a questo punto, penso che anche Loki mi prenda per culo con quelle stupide giustificazioni.  
 
Cioè, a voi sembra che abbia la faccia di uno a cui non piace fare pompini? A me no, soprattutto guardandolo ora, mentre si passa sulle labbra la punta del wurstel, tira fuori un po’ di lingua e lo… lo lecca. Merda! Maledetto. Lo sta facendo di proposito.  
 
Secondo me spara una marea di cazzate e intanto si scopa anche Clint. Natasha gli strapperebbe la pelle a morsi, e anche le palle, in caso.
 
«Tony.» Mormora, ridacchiando e mettendo il wurstel nel mio piatto. Probabilmente ho un’espressione ebete e la bocca aperta.
 
«Tony!» Esclama, iniziando a ridere come un imbecille e fissando i miei pantaloni.
 
Sgrano gli occhi, chinando la testa e notando il motivo delle sue risa.
Il mio amichetto si è svegliato.
 
Porto lo sguardo su Loki, che ormai si tiene la pancia e ride sguaiatamente. Meglio muovermi ad andare in bagno, altrimenti i quattro minuti faranno girare Steve, Natasha, Thor, Clint, Bruce – l’allegra compagnia al completo, hanno invaso la mia benedetta Stark Tower - e la figura di merda sarà epica.
 
Sospiro, facendo dietro-front ed uscendo velocemente dalla cucina.
Tutte a me, tutte a me capitano!
 
Possibile che io sia talmente rincoglionito da arraparmi guardando il degno erede di Ozzy mangiare un wurstel? Bah, almeno mangiasse il mio.
 
Sbuffo sonoramente, mentre inizio a dirigermi verso la mia immensa camera da letto. Questi boxer sono troppo stretti, mi danno fastidio, quindi meglio muoversi.
 
Sento dei passi e mi volto per vedere chi è che rompe, ancora, i coglioni.
 
Sulla soglia della cucina c’è Loki, appoggiato allo stipite, con il culo in bella vista, che mi guarda mentre tiene stretto in una mano un wurstel e lo lecca.
 
E poi… ride. Che cazzo mi ride? Cioè, si mette così e pretende che io stia immobile, a guardare impassibile?
 
«Dove vai?» Mi chiede passando la lingua sulla punta del wurstel.
 
«Secondo te? Fai due più due, oh potente divinità.» Dico, guardandolo di sbieco e congiungendo le braccia al petto.
 
«Sai, pensavo che…» Mormora, sventolando la mano col wurstel.
 
«Che?» Domando inarcando un sopracciglio.
 
«Volevo aiutarti, ma se la metti così.» Dice, facendo il finto offeso.
 
Fa per ritornare in cucina ma io, come una furia, mi precipito da lui e lo afferro saldamente per i fianchi, da dietro, premendo il suo bel lato B contro il cavallo dei miei pantaloni.
 
«Ehi, ho capito, ho capito.» Mormora sghignazzando e girandosi per guardarmi.
 
Mi butta le braccia al collo.
 
«Allora, che vuoi fare?» Mi chiede malizioso.
 
Che voglio fare? Una bella corsa, ovvio.
Quando ci si mette è più imbecille di quell’armadio di suo fratello-non-fratello.
 
«Loki.» Porto gli occhi al cielo esasperato e lui prende a ridere, ficcandosi tutto il wurstel in bocca e masticando con un po’ di difficoltà. Una volta ingoiato mi sorride e si allontana, afferrandomi la mano.
 
«Andiamo in camera.» Sussurra, iniziando a camminare, superandomi.
 
Inutile dire che con questi pantaloni faccio molta fatica a stargli dietro.
 
Con una manata spalanca la porta della camera e mi spinge dentro come fossi un sacco di patate – in verità un po’ lo sono in questo momento, date le assurde circostanze.
 
Si chiude la porta alle spalle e porta gli occhi su di me, guardandomi dall’alto verso il basso.
 
Forza Loki, muoviti! Sei poco efficiente caro, così non va bene.
 
Apro le braccia, lo guardo, e lui continua a fissarmi, stando fermo contro la porta.
 
Cos’è? Gli si è fermato il cervello per caso? Non che fosse sempre a lavoro, anzi, ho l’impressione che la sua scatola cranica non contenga molto.
 
«Tony!» Esclama all’improvviso, spalancando gli occhi, come se avesse avuto un’illuminazione.
 
«Eh?» Che ha ora?
 
«E se ti facessi un… come lo chiamate, voi? Pompa? Ino? Pompino?» Mi chiede,  portandosi le mani dietro la schiena, puntando un piede.
 
Poi inizia a dondolarsi. Mi sembra uno di quei bambini del coro della parrocchia. Odio quei fottuti marmocchi canterini.
 
Ma… aspetta, aspetta, aspetta… cosa ha detto?!
 
Ho sentito bene, o era un sogno? Ha detto Pompino?
 
P. O. M. P. I. N. O?
Lui? Quello?
 
Le sue labbra sul mio amichetto e via dicendo?
 
«Sì, quello Tony.» Mi risponde Loki, ghignando in modo osceno.
 
Ma… come? Mi legge nel pensiero?
 
Mio Dio, o Odino, o chiunque abbia poteri paranormali… o pornonormali, come Loki.
 
Ora come faccio? Avrà letto anche che ho pensato che lui abbia poco nella scatola cranica e quindi sta leggendo quello che io sto pensando ora perché sto pensando che lui legge quello che io penso e di conseguenza…
 
Oh, oh, frena Tony! Stai calmino, anzi, stai peace and love.
Va tutto bene, ok? Niente può rovinare questo momento. La pornodivinità si è finalmente convinta a farti quel cazzo di pompino, quindi, ora, avvicinati e inizia a limonartela come se non ci fosse un domani.
 
Uhm, sì, chiaro. Più o meno.
 
Come più o meno? Non mi fare inquietare, ok?
 
Ehm, scusa la banale ed inutile domanda, ma tu chi sei?
 
Io sono Tony.
 
E allora io chi sono?
 
Sei Tony, demente.
 
E come fai di cognome?
 
Stark, imbecille.
 
Ah.
 
Non hai capito, eh?
 
No, non molto.
 
Bene, diciamo che io sono te. Sono nella tua testa.
 
E che ci fai lì, scusa?
 
Io sono il Tony fortunato.
 
Ah, e allora, che vuoi ora? Guarda che soldi da regalare non ne ho, ne ho persi parecchi prima. Se tu ogni tanto ti decidessi ad uscire, forse, e dico forse, sarei più fortunato.
 
E perché dovrei? Io sto benissimo qui, a riflettere e vedere te sguazzare nella sfortuna. Che spasso vederti perdere le scommesse contro quell’idiota di Thor.
 
Oh beh, grazie, sei veramente gentile.
 
Dovresti vederti quando fai sesso, c’è da ridere, qui ridiamo tutti.
 
Tutti? Perché, quanti siete?
 
C’è Tony intellettuale, che è malato terminale. Tony apatico, Tony triste, Tony arrapato, che non c’è quasi mai, è sempre lì a farti compagnia. Il piccolo Tony che ogni tanto decide di uscire fuori, ed io… che ovviamente sono il più figo, eh. Chiamami pure Iron Tony.
 
Immagino.
 
Cos’è quel tono sarcastico?!
 
Io?! Non so neanche cosa sia il sarcasmo. Cos’è? Un elemento della tavola periodica?
 
Potevi trovare una battuta migliore, questa è proprio squallida.
 
Io sono squallido.
 
Patetico, più che altro.
 
Vaffanculo.
 
Ehi, stai calmino, io non ti sto offendendo mi pare. O no?
 
Sì.
 
Sì non ti sto offendendo, o sì ti sto offendendo?
 
Possiamo chiudere qui la conversazione?
 
Ora sì, quattro minuti.
 
Improvvisamente, come risvegliato da un sogno, sbatto più volte le palpebre notando che, come immaginavo, Loki si è dileguato.
 
Mi guardo intorno e lo trovo seduto sul suo letto, con il cellulare all’orecchio,  che chiacchiera beatamente.
 
E ti pareva che non finiva male? Stupido Tony figo.
Stupido, stupido, stupito.
 
«Loki.» Mi lamento, guardandolo e contorcendomi in agonia.
 
Inutile, non sono contemplato al momento. Non mi presta un briciolo d’attenzione.
 
La cosa più buffa è che io stia qui a meravigliarmi. Era ovvio che quei fottutissimi quattro minuti mi avrebbero di nuovo fregato. Sono uno sfigato, altro che genio, miliardario, filantropo e playboy. Dovrei farmi revisionare il cervello. Chiederò a Jarvis.
 
Sbuffo e mi avvicino al mio letto, accomodandomi in modalità affranta, come ogni arrapato insoddisfatto che si rispetti.
 
«Quattro minuti.» Mi dice Loki, con voce fastidiosa, mostrandomi quattro dita affusolate.
 
Già. Ancora Quattro fottutissimi minuti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:  AHAHAHAHAHAH MA CHE CAZZO E’ QUESTA COSA?!
Vi giuro che non sono malata di mente, come potrebbe giustamente sembrare.
Non mi drogo neanche spesso, una cannetta di tanto in tanto.
Giuro che i miei neuroni ci sono tutti.
Non so veramente che dire, mi vergogno come non so cosa… ma dovevo pubblicarla, forse per puro masochismo e per farmi prendere per culo.
Dicono che sia piacevole.
Adieu. *si eclissa*
   
 
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