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Autore: Nyssa    27/09/2007    18 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Hermione si mise a sedere sul letto agitata

Premessa: bene bene, siamo quasi alla fine della prima parte della storia, quella introduttiva, presto cominceranno le “cose serie”, ovvero, per dirla alla Potter, i “casini”.

 

Vorrei fare una dedica per questo capito, per una persona specialissima, per la mia migliore amica

 

Lilli, tesoro, questo cappy è tutto per te, ti voglio un mondo di bene, sei la mia migliore amica!

Lilly & Mony The Best!

 

*          *          *

 

Harry e Ron aprirono preoccupati la porta della Sala Comune del grifondoro guardando chi era che faceva quel casino proprio prima di mangiare.

L’alta figura di Malfoy comparve sulla soglia reggendo in braccio una Hermione Granger addormentata e felicemente accoccolata tra le sue braccia, cosa che non stava certo facendo bene ai suoi nervi né al suo autocontrollo, soprattutto dopo quel che era accaduto nel pomeriggio.

-          Ti ho ritrovato la mezzosangue, Potter, non la stavate cercando? – chiese guardando fisso in faccia Ron e facendogli venire i brividi per la paura tanto era incazzoso e minaccioso lo sguardo

-          Che le hai fatto? – dissero i due grifoni e l’altro rise

-          È solo addormentata… - spiegò cercando di passarla nelle braccia di Potty, ma senza successo, la Granger non accennava a voler levare le braccia dal suo collo

-          E come mai era con te? – chiese Weasel ritrovando un po’ di coraggio

-          L’ho trovata alla torre dei gufi – spiegò la serpe – ed è un miracolo che al posto di riportarvela non l’abbia buttata di sotto…

Ovviamente erano tutte balle.

La grifondoro si era addormentata mentre aspettava che bollisse la pozione, così lui aveva aspettato finché non era andata in ebollizione, l’aveva messa nelle fiale e poi si era preso in braccio la Granger e l’aveva riportata al suo amato dormitorio, anche se era stato molto tentato di portarla nel SUO.

Ormai ci stava facendo l’abitudine a prenderla in braccio, sembrava quasi una cosa usuale…

-          Sentite, dato che questa non si stacca e pesa, ritrovate la parola e ditemi dove la metto così me ne posso andare da questa topaia – Harry lo guardò storto

-          Seguimi – disse sbrigativamente mentre Ron li scortava su per le scale lanciando occhiate torve.

Attraversarono il corridoio e arrivarono al dormitorio della ragazze, dove c’era Ginny che terminava una relazione; come vide entrare la sua amica in braccio a Malfoy si preoccupò parecchio

-          Che le è successo? – chiese in ansia mentre il biondo la deponeva con cura sul letto e le tirava le coperte sulla testa

-          Si è solo addormentata – spiegò Harry cercando di rassicurarla, stranamente tra tutti sembrava l’unico ancora dotato di una certa calma visto che Ron fumava dalle orecchie e Ginny era pronta per la neuro.

Malfoy si affrettò a togliere le tende senza nemmeno salutare la rossa. Ron rimase con lei, mentre il moro seguiva l’altero principe degli Slytherin fin sulla soglia.

Draco posò la mano destra sulla spalla del bambino sopravvissuto, in un gesto simile a quello che gli aveva fatto a sua volta quel pomeriggio

-          Ha gli occhi rossi, sembra che abbia pianto – disse cercando di mettere una punta di scherno nella voce, senza successo, Harry annuì serio

-          Grazie – disse semplicemente e chiuse la porta.

L’educazione di Potter lasciava molto a desiderare, decise il biondo allontanandosi alla ricerca di Blaise.

 

*          *          *

Hermione si mise a sedere sul letto agitata.

Aveva avuto un incubo terribile e si era svegliata di soprassalto.

Era in camera.

Come ci era finita era una domanda interessante, soprattutto visto che era notte fonda, che si era addormentata in bagno e che stava di nuovo piovendo, ma non aveva smesso quel pomeriggio?

Si guardò attorno alla ricerca di quello che le rendeva familiare quella stanza: la pila di libri sul comodino, la bacchetta appoggiata lì accanto, le ciabatte di pelouche ai piedi del letto, la fotografia dell’ultima estate trascorsa assieme ad Harry e Ron alla Tana con sullo sfondo la casa sbilenca e la famiglia Weasley al completo intenta a rincorrersi, gridare, fare le facce e tutto il resto. Se si notava con attenzione si poteva scorgere un George Weasley intento a infilare una Sgocciosangue nella tasca di Percy, le Sgocciosangue erano una alternativa alle merendine marinare che i fratelli Weasley avevano progettato per la loro nuova linea di scherzi ed erano fatte come dei bottoni che cominciavano a spandere sangue indelebile ovunque, Percy non ne era stato contento, se lo ricordava. Fred Weasley si stava praticamente rotolando sul prato dal ridere mentre Bill e Fleur si abbracciavano sorridenti per la foto. Molly e Arthur Weasley stavano entrambi uscendo dalla casa e in lontananza, all’orizzonte, c’era un puntino scuro che sembrava si stesse avvicinando, era Charlie Weasley che arrivava con il suo drago.

In primo piano c’erano loro tre, con Ron che sorrideva e Harry che gli faceva le corna. Ron non aveva mai apprezzato quella foto, ma a Hermione piaceva moltissimo, soprattutto perché c’era la famiglia Weasley al completo sullo sfondo.

Ron… già… con impellente velocità le memorie di quel pomeriggio tornarono a farsi prepotentemente largo tra i suoi pensieri, ma non solo quelle. Un Malfoy seccato che diceva a Harry e al rosso che lei non era con lui, uno sguardo imbarazzato come non gliene aveva mai visti mentre le porgeva il fazzoletto che, tra parentesi, doveva anche restituirgli alla prima occasione e per finire la sua aria impotente mentre lei piangeva e quella trionfante quando l’aveva costretta col ricatto a guardarlo a torso nudo.

Forse aveva esagerato un po’ le cose con Ron, si era lasciata trasportare dalle emozioni e aveva reagito in maniera eccessiva.

Ma era riuscita a mettere in difficoltà Draco Malfoy con quella sua parte nascosta che lui aveva involontariamente scoperto e non si poteva dire che la cosa non le procurasse una piccola soddisfazione… anche se le conseguenze potevano essere terribili, ma credeva, ed era la prima a darsi della stupida, che Malfoy non sarebbe andato a raccontare quella vicenda. Pazza. O forse, sognatrice.

Guardò ancora attorno a sé e notò due cose fuori posto: la divisa scolastica appesa ad un attaccapanni agganciato ad una delle ante dell’armadio, una cosa che lei non faceva mai perché si rovinava l’armadio e non lo si poteva chiudere, la camicia era un po’ stropicciata e la gonna anche, lei l’avrebbe messa a lavare, oppure avrebbe usato l’incantesimo per stirarla, non l’avrebbe mai appesa in quello stato; si guardò preoccupata sotto le coperte decidendo come aveva fatto a volare fuori dei suoi abiti e… a indossare il pigiama, uno di quelli della sua collezione, questa volta rosa con una serie di mici bianchi e grigi che giocavano con dei gomitoli di lana, terribilmente infantile.

E gli sguardi scioccati che Malfoy le aveva rivolto qualche tempo prima, una notte che si erano incontrati, non avevano fatto altro che confermarle la cosa.

La seconda cosa che non andava era Harry Potter seduto malamente su una delle poltroncine e addormentato con la testa gettata all’indietro, la bocca aperta e gli occhiali storti. Aveva tolto la divisa e si era messo uno di quei maglioni pungenti che l’affettuosa mamma di Ron affibbiava a ciascuno per Natale, con tanto di iniziale ricamata sul petto e colore terribile che variava dall’amaranto al melanzana e dal giallo canarino al rosa polvere.

Che ci faceva Harry in camera sua alle… controllò l’orologio che chi l’aveva cambiata non si era preoccupato di toglierle, erano le 2 di notte e le lancette d’argento con i pianeti scorrevano veloci nel quadrante dorato; doveva essere rimasto aspettando che si svegliasse per parlare con lei dell’accaduto e poi doveva essersi addormentato.

Harry probabilmente aveva saputo la storia da Ron, perché lei l’aveva raccontata solo a Malfoy, era scesa dalla Torre Grifondoro in lacrime proprio mentre lui stava entrando e doveva aver scorto la sua tristezza mentre gli sfrecciava accanto mesta, così doveva essersi fiondato di sopra e aver trovato Ron sconvolto per averla vista fuggire via… e poi si erano lanciati al suo inseguimento.

Il resto della storia lo sapeva: si era rifugiata in bagno e aveva trascorso il pomeriggio a farsi consolare da Malfoy in maniera più o meno imbarazzante, già, perché non credeva affatto che il biondo Principe delle Serpi facesse davvero sul serio… e alla fine doveva essersi addormentata.

Chi l’aveva riportata in camera? Probabilmente Harry e Ron l’avevano trovata addormentata, anche se loro non si sarebbero preoccupati di non svegliarla, l’avrebbero fatto eccome, però era più che certa che i suoi due compagni non avrebbero rimesso piede nella stanza di Mirtilla, che fosse stato Malfoy? Naaaa, praticamente impossibile.

Decidendo di aver dormito a sufficienza, scostò le coperte e buttò le gambe giù dalla sponda del letto, si fermò un istante e controllò che la destra posasse a terra prima dell’altra, nel mondo babbano c’era il detto che la giornata cominciava male se a scendere era prima la sinistra, tutte storie, ma sempre meglio fare attenzione, non voleva attirarsi sulla testa più sfighe di quelle che Harry e il suo collegio docenti le procuravano.

Guardò sul comodino e trovò un biglietto di Ginny, doveva essere stata lei a cambiarla quella sera

 

Ciao, Harry e Ron volevano parlarti, ma tu stavi dormendo beatamente, così gli ho proibito di svegliarti, ti ho levato la divisa e messo il primo pigiama che ho trovato. Quando ti svegli ricordati di cercarli, sembravano piuttosto preoccupati e lo sono anche io dato che ti ha riportata qui nientemeno che Malfoy! Ma che è successo? Spero niente di grave, comunque ne riparliamo domani mattina, buona dormita

Ginny

Ps: Malfoy ha detto di lasciarti questa fiala, dicendo che lavevi persa nel corridoio, io penso che sia veleno, quindi non berlo, sai comè

 

Come se lei andasse in giro a bersi normalmente quel che le dicevano di non bere… ma per chi l’avevano presa? Per uno del seguito del biondo? (vedi Tiger e Goyle).

Guardò accanto ai libri e vide un’ampolla di vetro con dentro un liquido verde, sorrise al pensiero che Ginny l’avesse scambiato per del veleno… era solo la pozione di Piton… e tuttavia, non ricordava di averla ultimata, che le avesse fatto il biondastro questa cortesia?

Quante cose strane erano successe e ancora non riusciva a capacitarsene del tutto.

C’era stata la delusione, grande, grandissima di aver visto Ron in “atteggiamenti intimi” con Lavanda, le aveva fatto male perché a lei Ron piaceva e anche molto, lo consideravano una persona fondamentalmente incapace, stupida e non si poteva negare che, certamente, un maggior quantitativo di acume e di coraggio gli avrebbe giovato, ma non si diceva forse che amare significa perdonare i difetti? Lei l’aveva fatto e forse ne era stata innamorata.

Sicuramente lo era stata e anche per diversi anni.

All’inizio Ronald era solo una persona che continuava a deriderla per quella sua cosa del sapere sempre tutto, poi, dopo quella volta che l’avevano salvata dal troll di montagna al primo anno, ci aveva dato un taglio e avevano stretto amicizia: lei, Ron e Harry.

Era cominciato tutto da lì.

Piano piano, stando sempre assieme, condividendo avventure e disavventure, aveva cominciato ad apprezzare Ron per quello che era davvero, non per quel che sarebbe potuto essere se…

Aveva creduto che fosse una persona speciale e aveva desiderato condividere assieme a lui le esperienze più belle della vita.

Poi era successo qualcosa che aveva cambiato le carte in tavola, mescolandole e costringendo il destino a bluffare; al quarto anno, per la prima volta, qualcuno aveva dichiarato ad Hermione i suoi sentimenti: Victor.

Si era sentita molto lusingata da quella rivelazione e, per un certo periodo, era stata anche tentata di accettare le sue attenzioni un po’ goffe, ma sempre gentili, sempre premurose e, tuttavia, il desiderio o l’ideale che si era fatta del rosso non aveva permesso che alla fine accettasse la cosa: aveva cercato di dirlo allo studente di Drumstrang nel modo più gentile che conoscesse, gli aveva spiegato tante cose, probabilmente aveva fatto confusione e difficilmente lui aveva capito metà di quel che lei aveva raccontato.

-          Spero che il tuo amore sia più fortunato del mio – aveva detto infine il prescelto del Calice quando si erano accomiatati

Non era andata così.

Ron aveva cominciato ad essere strano con lei fin dall’inizio di quella storia.

Aveva creduto che lei avesse accettato Vicotr, glielo rinfacciava ogni volta che poteva, quell’anno, quasi con crudeltà, come se l’avesse ferito, come se gliel’avesse davvero fatto apposta, ma non era tutto come lui credeva visto e considerato che lei aveva perfino rifiutato qualcosa di certo e sicuro, qualcuno che le volesse bene per come era davvero per rimanergli accanto, per poter almeno dire di essere stata al suo fianco.

Ron non aveva capito e da lì erano cominciate le incomprensioni.

Al ballo era stato umiliante mentre, davanti a tutti, le diceva quelle cose, parlava come se lei gli appartenesse come ragazza, ma dall’altra parte, non si era mai curato di lei né di quel che pensava e non si era neppure dato la briga di dirle quel che pensava lui che, alla fine, era l’incognita più grande.

Un anno dopo l’altro, qualcosa aveva cominciato a cambiare: Ron aveva cominciato ad interessarsi ad altre ragazze, facendo soffrire i suoi segreti sentimenti, mentre lei, lentamente e dolorosamente, aveva cominciato a far sparire quella sensazione di dipendenza che provava verso di lui, si erano un po’ allontanati, anche se erano rimasti amici.

Anche il fatto che Harry fosse sempre stato al centro dell’attenzione e lui brillasse di luce riflessa al rosso non era mai piaciuto e neppure il fatto che lei si astenesse sempre dal prendere posizioni riguardo le controversie che spesso animavano i due membri maschili del Trio.

Grazie al cielo tutti i problemi tra i due ragazzi si erano rimarginati al termine degli anni, con la nuova ascesa di Voldemort sarebbe stato meglio essere uniti  combattere insieme perché alla fine, questo lo sapeva anche Ron, formavano davvero un’ottima squadra d’azione.

… e poi si era giunti a quell’ultimo anno. Se avesse dovuto essere sincera, probabilmente avrebbe detto che di Ron non gliene importava poi più di tanto come ragazzo, anche se gli era affezionatissima come amico, tuttavia, il ricordo e le speranze di sei anni trascorsi a sognare di un ipotetico avvenire insieme erano difficili da scacciare… forse era per questo che era rimasta così tanto scossa quando l’aveva trovato con un'altra.

Un po’ si era sentita tradita dal fatto che lui, almeno, alla Brown avesse detto qualcosa sui sentimenti che provava, mentre tra loro c’era sempre stato silenzio a proposito.

Un po’ perché, nonostante fosse una persona che non si cullava nell’idea di essere migliore degli altri, vedere LavLav e Ron tanto in intimità l’aveva scioccata.

Dopotutto Ron era uno dei suoi migliori amici!

Ma era stato proprio in quel momento che, finalmente, aveva preso coscienza del fatto che tutto quel che aveva immaginato sui loro due, tutti i sogni, tutte le speranze, tutte le aspettative, erano finite.

Beh, per essere finite, lo erano già da un pezzo, ammetterlo, però era dura, anche se sarebbe stata una soluzione vantaggiosa, ma da quando Hermione Granger sceglieva la strada più semplice per uscire dai problemi? Decisamente mai… e così aveva mentito a se stessa, alle apparenze, come se nulla fosse cambiato, quando tutto era cambiato e quell’ultimo anno era diverso da tutti gli altri trascorsi.

In quell’istante, mentre le braccia di Ron circondavano la schiena minuta della sua compagna di Casa, mentre lei li spiava dalla fessura della porta, un po’ curiosa, un po’ imbarazzata, un po’ scioccata, tutto quel che aveva costruito era caduto e aveva ammesso che era finito.

Non aveva pianto quando effettivamente si era diluito il sentimento che provava per lui, aveva pianto ora, quando, finalmente, dopo un anno, ne aveva preso coscienza…

Che persona patetica era mai… mentire a se stessi era davvero deludente perfino per il proprio cervello, perfetto per una persona codarda e paurosa che teme per le conseguenze e l’incertezza.

Hermione Granger, la studentessa migliore di Hogwarts, come persona, non era poi così in gamba…

E questo la intimoriva.

Era facile capire come mai il molliccio portato dal professor Lupin si fosse trasformato in una copia speculare di lei, era lei la causa delle sue paure, venivano tutte dalla sua mente che lavorava troppo, che non si concedeva paure, macchinando, prevedendo, sognando, ipotizzando.

E se quelle ipotesi, se quelle macchinazioni, se i suoi sogni non fossero andati a buon fine, sarebbe stato terribile.

Umiliante dire di aver sbagliato.

Doloroso ammettere che il futuro poteva essere vago e insicuro, avvolto nella nebbia e nell’ombra.

Adesso lo sapeva, quell’esperienza, anche se distruttiva, l’aveva fatta crescere.

E Draco Malfoy, nella sua personalissima interpretazione della parte di cavaliere che viene in suo soccorso, l’aveva salvata, l’aveva aiutata a crescere.

Però le aveva detto che era troppo pudica e questo non è che la disponesse di buon animo verso di lui… ma come si permetteva? Proprio lui abituato a calarsi le brache senza neppure sapere il nome di chi gli stava davanti? Già, perché era decisamente difficile che qualcuno NON conoscesse il nome del biondastro.

Forse aveva esagerato dicendogli che le faceva senso vedere qualcuno senza camicia, ma ci era così poco abituata… e poi tutt’altra cosa era vedere Malfoy senza camicia!

D’accordo, aveva avuto paura che la scoprisse (e anche così lui aveva visto benissimo), però era quasi un pezzo sa esposizione!

Perfino lei, che di anatomia maschile ne sapeva tanto quanto di moda avrebbe potuto affermare con convinzione che aveva un fisico bellissimo.

Ma non si cede ai propri principi per così poco e, soprattutto, non con Malfoy che, sicuramente, gliel’avrebbe fatto pesare all’infinito…

Eppure non riusciva a levarsi quella immagine dalla testa: il fisico asciutto, il torace muscoloso, la pelle chiara e levigata, come marmo rosa, eppoi quella sottile linea che scompariva oltre la cintura, probabilmente oltre i pantaloni…

La sua testa gridò BASTA! Prima che accadesse qualcosa di irreversibile.

 

Terminando quelle riflessioni e rabbrividendo per il freddo che s’infiltrava tra le pieghe delle coperte, Hermione posò il foglietto che ancora aveva in mano e si infilò ai piedi le babbucce, controllò che Harry non si svegliasse e prese la prima coperta dallo schienale della seggiola sotto la finestra, dopodiché scostò la porta socchiusa, attraversò il dormitorio femminile e scese lungo la scala di pietra.

 

*          *          *

 

Draco Malfoy rientrò dalla finestra dell’atrio dove si era fermato a prendere una boccata d’aria fresca, era stanco morto, ma non riusciva a dormire, troppi pensieri per la testa, e i capelli biondi scompigliati ne erano la prova.

Avanzò di qualche passo lungo il corridoio e poi, sulla sinistra, notò una luce accesa, sorrise tra sé sapendo perfettamente chi era

-          Mezzosangue – disse entrando in cucina e trovandola intenta nella sua solita occupazione notturna

-          Malfoy – rispose lei senza distrarsi dal misurino col latte, riconoscendo subito chi aveva varcato la soglia alle sue spalle

Posò la brocca graduata sul banco e lo guardò nella sua consueta tenuta notturna costosissima, aveva la cintura legata stretta in vita, le mani nelle tasche della vestaglia, i capelli sparati in ogni direzione e gli occhi stanchi, gli sorrise

-          Raddoppio le dosi? – chiese

Malfoy grugnì e si sedette al tavolo che, traducendo, poteva essere preso per un assenso.

Hermione trafficò ancora un poco col latte e poi mise sul fuoco il pentolino colmo, cominciando a rimescolare con perizia

-          Fai le ore piccole? – chiese lui con una punta di malizia nella voce e scrutandola, lei fece spallucce e assaggiò la bevanda

-          Sta diventando un’abitudine – disse semplicemente la mora, lui non rispose e rimase seduto, il silenzio era alquanto imbarazzato dopo quello che era successo quel giorno e le libertà che entrambi si erano presi…

Trovando che dover rimescolare latte e cioccolato fosse una occupazione sufficiente, Hermione decise che non sarebbe spettato a lei incominciare una conversazione per cancellare la tensione che aleggiava nell’aria e che si poteva quasi tagliare a fette con un coltello, così continuò qualche istante nella sua opera, finché la mistura non divenne abbastanza densa, a quel punto la scusa veniva meno.

Prese le tazze, vi versò un po’ di cioccolata ciascuna e ne allungò una al biondo assieme ad un cucchiaino, poi si sedette di fronte a lui come aveva fatto la prima volta che si erano incontrati.

 

Una falena, attirata dalla luce della cucina, era entrata e si era posata poco lontano dalla cioccolata del Serpeverde e Draco parve particolarmente interessato ad osservarla mentre la mano sottile di lei gli passava davanti lasciando la tazza con l’orsetto e il cucchiaino che sporgeva dal bordo (patetica, si disse fingendo di non notare il gesto, doveva ricordarle di procurargliene un’altra… no! Quella non doveva diventare DAVVERO un’abitudine…!).

 

-          Ho saputo che mi hai riportato in camera – disse lei mantenendo lo sguardo basso sulla tazza

-          Stavi dormendo in bagno e Mirtilla continuava a scassare dicendo che dovevo essere cavaliere e riportarti in camera, - ovviamente non era vero, ma mica poteva dirle di essersi preso la briga di riportarla al grifondoro di sua spontanea volontà – ti avrei chiamato Potty o Lenticchia, ma non credevo che fosse saggio farti trovare lì…

-          Già… - commentò lei sorseggiando la bevanda bollente

-          I tuoi cari compagni si sono spaventati parecchio quando ti hanno vista arrivare con me e soprattutto quando non volevi lasciarmi andare… - piccola stoccata, questa era per la tazza con l’orsetto, Hermione se ne accorse, ovviamente era fuori discussione confessargli di avergliela rifilata apposta per vedere che reazione avrebbe avuto

-          Mi-mi… dispiace – balbettò lei confusa arrossendo un poco e nascondendo il naso nella tazza, lui portò la sua alle labbra e bevve, facendo fuggire la farfalla

-          Come mai non dormi? – chiese a lei cercando di tirare entrambi fuori da quel discorso

-          Mi sono appisolata presto e adesso non sono stanca – lui annuì

-          Dovresti studiare meno al posto che stare alzata fino a tardi e stancarti tanto da addormentarti così… cosa succederebbe se fosse ora di lezione? – lei alzò lo sguardo

-          Non mi succede mentre studio – chiarì

Trascorse qualche attimo ancora nel silenzio totale della notte, mentre i due continuavano a consumare la loro cioccolata fumante e a guardarsi di sottecchi.

 

Alla fine Hermione prese coraggio, posò la tazza sul tavolo, sollevò lo sguardo e fissò gli occhi dorati in quelli d’argento di lui

-          Malfoy, pensi che come donna io sia così scarsa? – domandò di punto in bianco aspettandosi una risposta immediata che, non aveva dubbi, sarebbe stata un sì.

Draco per poco non si bruciò ingurgitando d’un colpo la cioccolata calda, si batté qualche colpetto sul petto mentre gli occhi gli si velavano leggermente di lacrime, la mezzosangue lo fissava decisa, da vera Grifondoro e lui… lui che diamine doveva dire? Che le era preso adesso?

-          Che razza di domanda sarebbe? – chiese a sua volta cercando di eludere l’argomento e guardandola dalla testa ai piedi, come a volerle assegnare un punteggio, Hermione arrossì e si affrettò a cambiare posizione, un po’ a disagio

-          Mi stavo domandando se per Ron facessi davvero così schifo… - mormorò sommessamente passando il dito indice sul manico della tazza in un movimento circolare e riportando alla memoria alcuni pensieri fatti appena dopo essersi svegliata…

-          Quel pezzente di Weasel dovrebbe baciare il terreno dove cammini visto di quanto gli sei superiore, almeno nella testa… - era il commento aspro di Malfoy e sembrava anche un complimento, ma moooolto nascosto…

D’accordo, l’astio del biondo Principe delle Serpi verso Ron, aggravato dal fatto che il pezzente dai capelli rossi fosse pure un purosangue come lui, lo faceva sragionare fino a fargli dire che perfino LEI, una sudicia mezzosangue, valeva di più, decisamente Malfoy aveva bisogno di una buona dormita e di rimettere in piedi i suoi pensieri razzisti, stabilì Hermione, spiazzata da quella osservazione.

 

Draco si accorse di aver commesso un piccolo errore tattico, visto che da quelle parole si poteva dire tutto e il contrario di tutto, sperò che la mezzosangue non avesse così tanta voglia di parlare e, già che la guardava, le diede un’altra piccola occhiata.

Non la si poteva definire una bellezza come Daphne, non aveva il tipo della mangiatrice di uomini come Pansy e tantomeno quello della bambolina che la Brown di sforzava tanto di mostrare, non era una bellezza esotica quanto Cho Chang, ma era comunque carina.

Di media statura, era forse un po’ rotondetta, ma niente ogni tanto un po’ di carne stava bene, sicuramente aveva un bel seno, o, quantomeno, dei bei eggiseno, quelli li aveva già notati, la sua navigata esperienza gli disse che doveva portare almeno una terza, ma più probabilmente una quarta, anche se era difficile stabilirlo, visto che indossava sempre quei dannati maglioncini grigi della divisa, quasi si vergognasse di sé stessa, beh, dopotutto era una mezzosangue, però…

La testa era incorniciata da una cascata di capelli di un profondo castano scuro con riflessi rossi e dorati, mossi e voluminosi, un po’ troppo selvaggi forse, e per finire, due occhi che avrebbero reso speciale anche la più insignificante delle persone: due occhi color dell’oro, accesi di una luce fiera e orgogliosa che le bruciava dentro come lo spirito Gryffindor e che le permetteva di alzare lo sguardo e non distoglierlo, anche se, in quel momento, aveva un’aria dubbiosa

-          Allora? – domandò la proprietaria degli occhi che avevano momentaneamente fatto partire la mente di Draco alla volta di Urano – mi vuoi rispondere?

-          Hai detto qualcosa? – chiese la serpe tornando con i piedi per terra, Hermione credette che non l’avesse considerata di proposito, come era da lui, sbuffò e gli disse che non importava, tornando ad occuparsi del cioccolato.

Affogò i suoi pensieri e le sue domande senza risposta dentro la larga tazza bianca e quando finalmente rialzò la testa aveva tutta la bocca impiastricciata di cioccolato, Draco, momentaneamente ancora distratto nelle sue navigazioni mentali, la guardò sorpreso vedendola in quello stato e gli scappò una risatina, era davvero buffa, così conciata, come una bambina golosa… Hermione lo guardò a sua volta domandandosi il motivo di quel sorriso che era comunque scomparso subito dietro la sua aria imperturbabile, e quella sua espressione sospettosa, mista a quella bocca sporca scatenarono la risata di Draco che, posando la tazza sul tavolo, si mise a ridere liberamente, lasciandosi andare contro lo schienale della seggiola.

Rideva davvero, Draco Malfoy, di una risata sincera e anche un poco contagiosa, anche se Hermione continuava a domandarsene la ragione, sembrava completamente un’altra persona adesso che si era lasciato andare con le braccia intorno allo stomaco e gli occhi chiusi, ne aprì uno cercando di calmare il riso, ma come la rivide, con quell’espressione confusa, lo richiuse e continuò a ridere.

Quando alla fine si riprese, ritrovando una parvenza di normalità, la guardò serio, lei se ne stava lì, non capendo, a studiarlo perplessa mentre cominciava a ridere come poche volte gli era successo.

Pensò a quante volte si era sentito libero come quella notte e non riuscì a ricordarsi dell’ultima, se fosse stato davvero Draco Malfoy, in quel momento si sarebbe già messo a insultarla per quel che gli aveva fatto, ma, soprattutto, per mettere le mani avanti nel caso lei avesse deciso di dire qualcosa a proposito.

Ma come spesso gli capitava quando erano assieme, lui era un Draco Malfoy diverso e non l’altero figlio di Lucius, non l’altezzoso Principe delle Serpi, non il regale purosangue, solo uno come… già, come?

Non lo sapeva e in quel momento non gli importava, che fosse quel che fosse, per quella sera poteva essere quel che si sentiva.

-          Hai della cioccolata sul naso – disse il biondo poggiando l’indice sul suo e sfoggiando il ghigno di famiglia

Hermione allargò gli occhi, incapace di credere che lui si fosse lasciato così tanto andare solo per qualche segno scuro…

Dubbiosa, si toccò la punta e, abbassando lo sguardo, la trovò effettivamente, sporca, Draco rise della sua incredulità, poi, seguendo un pensiero improvviso, si alzò e in due passi le fu vicino, le strinse le spalle rapidamente per impedirle qualche movimento, mentre il susseguirsi repentino delle cose era ancora in fase di elaborazione nel suo cervello, dopodiché, sempre rispondendo a qualcosa che non apparteneva alla sua personalità, abbassò le labbra e gliele posò sul naso, lei s’immobilizzò all’istante in un misto di costernazione e incredulità, eppoi lui le leccò via lo sporco.

Quando allontanò il viso dal suo, lei era tutta rossa, imbarazzata da quel gesto e da quella familiarità con la persona con la quale, in genere, non faceva altro che schifarsi della sua sola presenza, lui rise di questo, anche se il suo sorriso parve più disteso del suo solito ghigno

-          Granger – mormorò guardandola negli occhi, lei cercò di fare altrettanto, ma come ci provò arrossì di nuovo, povera piccola innocente Granger, doveva averla sconvolta parecchio quel giorno…! No, non era dispiaciuto, era solo divertito dalla cosa, il che era strano, beh, neppure troppo, solo che, più che pensare a quanto era strana la cosa o a quanto fosse divertente, avrebbe dovuto pensare a quanto era assurda! A quanto era fuori del mondo! Avrebbe dovuto pensare quando avesse del tutto perso il lume della ragione, oltre alla propria, personalissima, personalità. Eppure non ci pensava. – se fossi veramente me stesso in questo momento ti starei ammazzando per quello che mi hai indotto a fare – la mezzosangue si accigliò all’udire quelle parole, come se la colpa fosse stata sua! Ah, aveva un bel dire quella serpe…! Mica era una femme fatale che induceva chiunque in tentazione… lui poi…! Non riusciva neppure a conquistare Ron, figurarsi mandare fuori di testa l’essere che più di tutti la detestava… - ma non so perché, ogni tanto quando siamo assieme faccio qualche follia…

E come a confermare quelle parole, la bocca si posò appena sulle sue labbra.

Un bacio leggero come le ali di una farfalla.

Un bacio casto senza malizia e senza il furore che contraddistingueva le loro due fiere, diverse, orgogliose personalità.

Un bacio che durò un istante e quello seguente era già svanito, lasciando due increduli ragazzi a fissarsi, domandandosi se era successo davvero o se era stato solo il prodotto della loro mente a creare quell’immagine leggera quanto un acquerello, fugace come un fulmine a ciel sereno.

 

A dispetto di quanto avrebbe fatto normalmente, Hermione non scappò, non si scostò brutalmente da lui e non pianse per aver donato il suo sognato primo bacio proprio a Draco Malfoy.

Aveva tutto il tempo per pentirsene in seguito, quando lui se ne fosse andato e lei fosse nuovamente rimasta sola con se stessa e le sua metà a discutere degli accadimenti come aveva fatto l’ultima volta che si erano trovati insieme in cucina e come era successo anche mezz’ora prima quando aveva cominciando a ripassare tutta la storia sua e di Ron.

Evidentemente, rifletté non riuscendo a distogliere gli occhi da quelli di lui, Malfoy non era il solo che, quando erano insieme, compiva qualche follia.

Perché era da folli dare il proprio primo bacio a LUI e poi rimanersene lì a guardarlo, senza dire o fare niente.

 

Quando i pensieri di entrambi tornarono sulla terra, si fissarono negli occhi, leggendovi quello che avevano condiviso; non c’era rabbia, vergogna, rimorso né rammarico.

Era successo ed entrambi non riuscivano a dispiacersene.

 

Quello era stato il primo bacio della Granger, Draco non aveva dubbi.

A diciassette anni o quanti erano, aveva conservato quel piccolo tesoro che, in genere, le ragazze di Hogwarts perdono assai presto.

Eppure, dopo tanto tempo che l’aveva tenuto nascosto, l’aveva donato a lui.

E non sembrava pentita.

E questo era quello che lo turbava.

In verità, se doveva essere onesto almeno con se stesso, la cosa non lo turbava, era semplicemente incredulo che lei avesse deciso di darlo proprio a lui. E che non se ne pentisse.

E a dispetto di quel che cercava di reprimere, si sentiva anche un poco lusingato da quella conquista, da quel dono.

Era lontano anni luce da quel che di solito faceva o pensava. Lui, abituato ad avere il mondo ai suoi piedi. Draco Malfoy, il dio della lussuria, simbolo per eccellenza del peccato carnale, stava scoprendo che c’era dell’altro oltre ad avere una donna compiacente che lo soddisfacesse.

C’era dell’altro oltre a portarsela a letto e poi cacciarla via senza pensarci un mezzo secondo.

C’era dell’altro tra lui e la Granger.

C’era un abisso tra lei e le altre.

Ma non sapeva dire cosa, né perché.

 

Lo sapeva anche lei.

E forse se ne preoccupava quanto lui.

Ma, glielo leggeva in faccia, non avrebbe voluto che le cose andassero diversamente.

E neppure lui.

Il rapporto che aveva con la Granger era unico.

Con nessun altro era così aggressivo e sprezzante in pubblico, per poi ritrovarsi a voler condividere gesti piccoli e teneri, come con nessuno aveva avuto il desiderio di scambiarsi.

Era una cosa che sapevano entrambi.

E che capivano.

Si capivano.

Ma nessun altro li avrebbe compresi.

Nessun altro sapeva e nessun altro avrebbe saputo.

In tanti anni di battibecchi, litigate e insulti, si erano conosciuti in un modo in cui nessun altro li conosceva.

E poi si erano ritrovati loro due… e il resto del mondo, fuori, altrove, lontano, distante dalla realtà che era solamente loro.

Che cos’era che li univa?

Hermione Granger non lo avrebbe saputo dire, lei che in genere conosceva la risposta per ogni domanda.

Neppure Draco Malfoy avrebbe saputo spiegare perché, lui che invece, di risposte non ne aveva bisogno.

Ma non importava.

In quel momento, non importava.

La strinse a sé, abbracciandola in modo da far aderire il corpo al suo, come se temesse che potesse scappare e fuggire per sempre, rovinando quell’attimo di pace con la propria coscienza e che con il mondo.

-          Se la regina dei Gryffindor – le disse piano in un orecchio, tentato come non mai di aggiungere un MIA a quella frase, la SUA regina dei Gryffindor

-          Draco… - mormorò la ragazza, chiamandolo per la prima volta con il suo nome di battesimo

Malfoy si scostò un poco fino a guardarla nuovamente negli occhi, come uno che ascolta per la prima volta il proprio nome, sembrava diverso pronunciato da lei, spogliato del rivestimento nero che lo aveva ricoperto, un nome qualsiasi che non conteneva la tradizione della casata dei Malfoy, che non identificava l’ultimo erede di una delle più importanti famiglie di purosangue del mondo magico, che non trasmetteva il disprezzo e l’odio che per anni lui aveva riversato sugli altri, un nome per una persona, e basta.

-          Hermione… - rispose titubante, lei sorrise a sentire il proprio nome pronunciato da quella persona e il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy si sgelò al calore di quel sorriso dolce e sincero che lei gli aveva regalato, una volta, una sola. Un sorriso speciale che si vedeva di rado, che lui era riuscito a strapparle.

-          Forse questa sera non siamo noi stessi – disse seria lei e per un momento, quando il sorriso scomparve dal suo viso, Draco temette che lei stesse rimpiangendo quel che c’era stato, era vulnerabile adesso, avrebbe potuto ridicolizzarlo, se avesse voluto, pentirsene, addossargli tutta la colpa, infuriarsi, piangere e disperarsi. E farlo stare male. Nessuno aveva l’autorità per farlo star male, ma, se avesse voluto, lei avrebbe potuto averla. Ma non lo fece. Forse, c’era ancora un po’ di speranza… anche per lui – ma non m’importa – continuò lei tornando a sorridere – ogni persona è tante persone, ma alla fine siamo sempre noi stessi.

Malfoy la guardò e, nella sua testa, annuì.

Poche parole, qualche sillaba e i suoi timori, le sue preoccupazioni, scomparse.

Era bastato poco, da parte di lei, per cancellare il suo senso di “Non sono Draco Malfoy” e “Non va bene”, puff, dissolti.

Forse sarebbero tornati, probabilmente presto.

Ma non quando erano insieme.

Non ci sarebbero più stati dubbi se quando erano solo loro, Draco ed Hermione, avessero fatto qualcosa di strano, di diverso dal loro “solito”, qualcosa che non era da “Hermione Granger” o da “Draco Malfoy”.

-          Abbiamo tutti un lato nascosto – disse lei – tu mi hai vista come non avrei dovuto, io ho visto qualcosa di te che pochi vedono – dì pure nessuno, si appuntò mentalmente il biondo – …e nessun altro lo saprà.

-          Mezzosangue, la vita tra noi due sembra regolata dagli accordi – sorrise lui allontanandosi delicatamente, lei annuì – adesso però sarà il caso che ti pulisci la bocca, prima che mi occupi seriamente di quella… potrei essere tentato di cominciare già da adesso con quel che ti ho promesso questo pomeriggio…

Hermione si affrettò a fregare la manica del pigiama sul viso, terrorizzata dal fatto che lui potesse anche solo pensare di farlo.

E lui se la rise della rapidità con cui si affrettò ad eliminare la possibilità che lo facesse.

Ecco, l’incanto era svanito, battute e modi di dire e di apostrofarsi erano tornati al loro posto, eppure, qualcosa era mutato e, ormai, non si poteva più tornare indietro.

Una Hermione Granger diversa e un Draco Malfoy con le crisi di personalità che si ritrovavano assieme per bere cioccolata alle tre di mattina, decisamente ridicolo, pensò lei, eppure, piacevole.

 

-          Malfoy! – disse la mora mentre lui si allontanava verso l’uscita della cucina – va bene la tazza con gli orsetti per la settimana prossima? – chiese rivolgendogli un sorriso strafottente

-          Non provare a rifilarmela un’altra volta – s’inviperì lui voltandosi a guardarla, ma con un accenno di sorriso sulle labbra sottili. Ma sì, che diventasse pure un’abitudine. Rischiava di nuocergli più di quanto riuscisse a immaginare, eppure, ciò che è bello in genere fa male e stare con la mezzosangue alle tre di mattina in cucina, era bello, forse faceva anche male, anzi, di sicuro, soprattutto al suo animo di serpe, ma non gli importava.

Hermione rise e lo guardò allontanarsi per il corridoio nuovamente buio del pianterreno, scomparendo oltre un alto colonnato gotico e accennando ad un saluto distratto con la mano.

Gli sorrise, dopodiché si avvolse nel plaid e, con calma, tornò in camera.

 

*          *          *

 

Harry Potter li vide nella luce fioca delle torce dell’ingresso, lui che si allontanava salutandola e lei che gli sorrideva contenta, poi si metteva la sua amata coperta di pile con il panda made by WWF sulle spalle e se ne tornava alla Torre.

Se la vista non lo ingannava, quello che aveva lasciato la cucina assieme alla sua migliore amica era proprio Draco Malfoy, no, le lenti non gli facevano difetto e, grazie al cielo, non era ancora diventato daltonico (i capelli di Malfoy erano proprio biondi e la vestaglia verde, nessun altro girava conciato così).

Sorrise tra sé, la cosa aveva dell’incredibile, anzi, dell’assurdo!

Eppure non se la sentiva di rimproverare Hermione perché l’espressione che Malferret aveva quando era uscito dalla cucina non gliel’aveva mai vista.

Stentava a credere che la riflessiva Hermione Granger si fosse volutamente buttata tra le spire della serpe nella speranza di dimenticare Ron. C’era dell’altro.

Come quel pomeriggio: Malfoy l’aveva aiutata, lui lo sapeva, non era stupido, Ron era stato un idiota a non accorgersi per sette anni di quello che la grifondoro provava per lui, l’aveva ferita profondamente e nel peggiore dei modi, lui stesso non avrebbe saputo cosa fare per lei, eppure, evidentemente, Malfoy ci era riuscito, almeno un’abilità doveva riconoscergliela.

Non sapeva da dove fosse nata tutta questa storia, non sapeva perché, ma finché Hermione fosse stata contenta non c’erano problemi, che così fosse e si vivesse sereni, di sfiga lui ne aveva già a sufficienza per tutto il trio senza andare a cercarsela di proposito.

Beh, ammetteva che, magari, la sua migliore amica avrebbe potuto fare una scelta differente, un po’ meno rischiosa e azzardata, ma se aveva scelto Malfoy a lui stava bene, purché non le facesse del male.

Dopotutto, il biondo si prendeva sempre a cuore (gli sarebbe caduta la lingua per quel che stava farfugliando!) le cose che gli interessavano… bisognava solo capire se Hermione gli interessava…

 

… il mondo doveva proprio essersi messo a girare a rovescio, ma, se anche così fosse stato, il sole avrebbe continuato a sorgere e a tramontare, semplicemente da un’altra parte.

 

Affrettandosi lungo i passaggi segreti e le scale girevoli, Harry tornò al dormitorio e si infilò nel suo letto.

Adesso sapeva che lei era serena, perché quando l’aveva scorta quel pomeriggio era il ritratto del dolore.

Malfoy era finalmente riuscito a fare qualcosa di utile, perciò non avrebbe detto niente di quel che aveva visto quella notte.

 

*          *          *

Spazio Autrice: ebbene sì, è successo di nuovo… in tutti i sensi che potete pensare… ^^ Draco si è lasciato di nuovo trasportare e questa volta non c’erano troppi freni inibitori a sdrammatizzare la cosa… spero che la scena sia risultata romantica al punto giusto e non troppo seria…

 

In realtà, mi sento di dover fare una piccola precisazione rispetto al cappy precedente: qualcuno mi ha detto che, effettivamente, Ron non ci fa una bella figura… lo ammetto, nell’idea originale Ron aveva tutt’altro ruolo.

Va bene, lo confesso, qui lo dico e qui lo nego, ma quando ho cominciato a leggere fanfic ero una accanitissima Ron/Hermione, salvo che, dopo aver letto il terzo libro, il rosso ha cominciato a starmi un po’ sullo stomaco per quel che faceva passare alla povera Herm e piano piano sono diventata una Draco/Herm additive, totalmente dipendente, fino al punto che la mia passione mi ha portata perfino a scrivere questa storia (praticamente incredibile).

Per tutti quelli che sono preoccupati di Ron, posso dire che, state tranquilli, il rossino deve solo trovare la sua strada e cominciare a farsi un po’ le ossa, ma rilassatevi che non gli farò particolarmente male… lui è l’unico, al momento, che avrà il suo happy ending ehehehe, mentre per Harry ho in mente uno special project, cmq il trio deve fare la sua strada, eppoi non potete mica aspettarvi che Malfoy in persona cominci a pensare bene di loro… (quasi che potrei aggiungere questa alle assurdità che scrivo :P).

Beh, mi sono lasciata trasportare e ho messo qualche spoiler, adesso passò a ringraziarvi per tutte le bellissime recensioni che mi avete lasciato, siete fantastici, sono così contenta che non potete immaginarlo, GRAZIE MILLE, anzi, GRAZIE MILLE MILLE VOLTE per tutte le recensioni e i commenti, per aver letto la mia fanfic e per averla aggiunta ai preferiti.

Thx

Nyssa

 

Lisanna Baston: mi sembra di aver dato tutte le spiegazioni necessarie sua su Ron che su Harry nella postfazione, stai pure tranquilla, fiera Weasley, Ron se la caverà, però dovevo un po’ fargliela pagare per quel che ha fatto a Herm al ballo del ceppo, ci sono rimasta davvero male…

Per quanto riguarda LavLav, la detesto pure io (non l’aveva notato nessuno ndTutti >_>’), invece su Draco sono felice che ti piaccia, meno male, è un personaggio che mi finisce inavvertitamente OC e devo starci attenta, meno male che la cosa non dà così tanto fastidio… fiuuu… questo è il seguito, spero che ti piaccia come i precedenti! Un bacio, Nyssa

 

sweet_puffola_pigmea: più in fretta di così… ecco qui il cap n°6, nella speranza che ti piaccia ^^. Grazie mille per aver aggiunto la ff ai preferito e ti ringrazio anche per i tanti complimenti che mi hai fatto, sono davvero molto contenta, spero che anche il 6 e i seguenti cappy ti piaceranno, ciao! Nyssa

 

laretta: sono contenta che il 5 sia stato divertente, in realtà non so mai che impostazione dare ai vari cappy perché è rischiano di finirmi un po’ da una parte o un po’ dall’altra… meno male che vi è piaciuto ^^ spero che sia lo stesso anche per questo, ciao! Nyssa

 

potterina88: mi fa piacere che Draco ti piaccia, bastardo, lo sappiamo tutti, lo è, però mi sembrava che l’essere troppo da una parte o dall’altra nasconda qualcosa e infatti… il mio Draco, da bravo nato nel segno dei Gemelli (come me) ha molte personalità… mi auguro che questo cappy ti piaccia, anche se assomiglia molto al 4, ma ho pensato che fosse carino riportare un po’ dell’atmosfera… dimmi cosa ne pensi, ciao! Nyssa

 

Guenny: ciao! Sono contenta che la mia fanfic ti piaccia, davvero! E ovviamente anche il mio Draco… anche io stavo partendo per la tangente quando scrivevo di lui che si levava la camicia e mi venivano quasi gli occhi languidi… Per quanto riguarda Blaise, per il momento fa qualche porticina qua e là a far uscire di testa il biondastro, poi… poi si vedrà, anche per lui ho un’ideuzza in mente… se però dovessi portarle avanti tutte verrebbe una fic da 100 cap e, onestamente, forse dopo un po’ vi stufereste anche di stare a leggere questa cosa… spero che anche il cap 6 ti piaccia, anche se ricorda il 4, ciao! Nyssa

 

LaTerrestreCrazyForVegeta: come puoi leggere dalle ultime righe a piè della storia, neppure io provo questo viscerale amore per LavLav, non si notava già dal cap2? Ovviamente ci saranno personaggi che cambieranno, in bene e in male, vedrò che farne anche della Brown, anche se ogni tanto riesce a tornare utile pure lei… dimmi cosa ne pensi di questo cappy, ciao! Nyssa

 

luana1985: Dra senza camicia crea una tempesta ormonale perfino a me che me ne sto placida a scrivere i capitoli della ff al posto di studiare mate ecc, quindi… per quanto riguarda sboccato (perdona l’ignoranza, non so cosa vuol dire ^^’’’) se intendi che parla come uno scaricatore di porto, ti devo dare ragione, nell’ultimo cap, effettivamente, si è lasciato un po’ andare (dovrò fare attenzione), ma dopotutto, anche lui era sconvolto, controllerò che le prossime volte che lo farò finire nei guai ci sia qualcuno a lavargli la bocca col sapone *_* Spero che anche il cap 6 ti piaccia, ciao! Nyssa

 

Giorgia_Malfoy: beh, a quanto pare l’effetto confusione ha funzionato, volevo davvero far cominciare la storia con un bel caos generale e poi mettere i tasselli a posto, spero solo di non essermene dimenticata qualcuno per la strada e aver lasciato pensieri e vicende a metà. Spero che anche questo cappy ti picaccia, grazie mille del commento! Nyssa

 

JosephineAntoinette: Malfoy mezzo nudo in un bagno deserto non dovrebbe starci per principio, durerebbe poco perché non sei la sola che comincerebbe a pensare (e qui non dico altro, sennò mi dovrei autocensurare che non è bello), per quanto riguarda approfondire i pensieri, ho cercato di farlo con questo capitolo, che, in origine, doveva stare un po’ più avanti… il problema è che se comincio poi non mi fermo più e i miei poveri lettori comincerebbero a sonnecchiare davanti al monitor, se aprissi mai la testa di Malfoy, cosa ci troverei dentro (io comincerei ad aver paura :P), vabbè, spero che, nonostante questa mia pecca, anche questo cappy ti piaccia e che continuerai a seguire la mia storia, ciao! Nyssa

 

8marta8: effettivamente forse non doveva essere uno spettacolo così bello, ma se non ci fosse stato Draco non avrebbe mai potuto consolare Herm e allora ci sarebbero voluti anni ad avvicinarli, quando vogliono quei due sanno essere due pezzi di ghiaccio! Vabbè, così non è andata… sono contenta che anche la scena del bagno ti sia piaciuta, spero che sia lo stesso anche con questo capitolo e anche che mi lascerai un commentino ^^ ciao! Nyssa

   
 
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