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Autore: yellowsun    11/03/2013    1 recensioni
La protagonista è una ragazza piena di speranza e gioia di vivere. Tutto ciò che ha bisogno è l'esser amata e troverà la sua ninfa vitale in un ragazzo, sarà la sua ancora, la sua salvezza. Siamo in una città non ben definita negli USA, in un quartiere di certo non molto bello in cui vivere, ma anch'esso, come Lucy, è pieno di speranza per un futuro migliore.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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E' una storia che scrissi tantissimo tempo fa, esattamente 5 anni fa. Non so perchè l'ho ripescata, forse ne avevo nostalgia. Alcuni parti sono cambiate, come i nomi dei personaggi ed il titolo. Spero vi piaccia!

Non ho mai pensato al mio futuro, anche se dovrei farlo. Vivo con mia madre, mio padre ci ha lasciati quando avevo 1 anno quindi 17 anni fa. Non so come potrei vivere senza mia madre, ed il pensiero che un giorno dovrò fare i conti con questo futuro mi gela il sangue, mi sembra impossibile. Scossi la testa per rimuovere quel brutto pensiero. Presi la cartella e un biscotto. Baciai mamma sulla guancia ed uscii. Mi diressi verso la casa Heather, la mia migliore amica. Non vorrei minimizzarla affermando "è la migliore amica che tutti vorrebbero avere", però effettivamente è così. Darebbe la vita per me, ne sono certa. C'è sempre stata, nel male e soprattutto nel bene. Suonai il campanello, e come di routine sua madre venne ad aprirmi

"Buon giorno signora Smith, come sta? Oggi sono puntuale, ha visto?"  dissi con la mia solita insicurezza vivacizzando le mie parole alla fine.

 "Oh ciao Lucy! " mi sorrise per poi urlare il nome di sua figlia.

 Vidi Heather che con il suo strano modo di vestire mi veniva incontro, salutò tutti.

"Ciao Abby pronta per il primo giorno di scuola?" si mise a ridere

"Sai come mettermi di cattivo umore eh?" risposi colpendola sulla spalla.

La scuola, un posto in cui si impara tanto, ma nel modo sbagliato. Mi metteva l'ansia il pensiero di dover cominciare un altro anno, un altro lungo, lunghissimo anno in quella odiosa scuola. Sicuramente ci sarebbero stati nuovi compagni: ripetenti o magari chi ha voluto cambiare scuola. Purtroppo questa scuola è l'unica che mi posso permettere, ma è la migliore se la compariamo alle altre della mia zona. In cortile c'erano un sacco di persone ,ma non riconoscevo nemmeno un viso, un'espressione od una voce.
"Heather, che ore sono?"

"Le 8.50 a.m."

"Ancora 10 minuti di libertà!"

Ci mettemmo a ridere. Quei ultimi 10 minuti passarono così velocemente che riuscii solo prendere un respiro. Quando la campanella suonò si sentirono lamenti, mi sembrò tutto così esagerato, ma vero. La nostra classe si era spostata al piano superiore questo voleva dire solamente una cosa: più scale. Non era il fatto stesso di fare più movimento che mi impauriva, ma mi terrorizzava salire le scale con la cartella pesante. Ma dovevo farlo. Prima porta a destra. Avevano finalmente cambiato tutto: dal colore agli infissi. Il colore della classe era azzurrino chiaro e il soffitto bianco abbinato con il pavimento. Mi sedetti ovviamente all'ultimo banco con Heather. I banchi erano da 3 quindi c'era un posto libero . Chissà chi si sarebbe seduto. Incominciai a riconoscere alcune persone, per fortuna Elly era stata promossa, che bello rivederla. Lei è quasi una parente. Suo zio si è sposato con mia zia, ci conosciamo da sempre. Purtroppo ci siamo un po' allontanate perché lei è una  cantante ed è impegnata a fare le prove per i suoi concerti nel locali. Si fece anche altre amiche che frequenta anche attualmente, infatti si sedette vicino a loro. Eravamo ancora amiche? Sì certo, per me lo era e lo sarà per sempre. Con lo sguardo cercai anche Nicholas o Nick il ragazzo per cui avevo una cotta. Era bellissimo: alto, capelli castani con riflessi quasi dorati alla luce del sole, occhi piccoli, castani, con un'espressività incredibile, mi ipnotizzata con così poco. Labbra a forma di cuore, che avevo voglia di provarne il sapore. La sua pelle chiara sembrava morbida e delicata. Non posso quasi nemmeno definirlo amico, a malapena ci salutavamo. Aveva la sua compagnia e io la mia.

"Hey, si accorgerà che lo stai fissando" disse Amy scrollandomi con la sua solita delicatezza femminile

"cosa?"

Caddi dalle nuvole. Mi ero ancora ritrovata a fantasticare su di lui ad occhi aperti. Heather si mise una mano sulle fronte e guardò bassa.

"Ti ho persa, Lucy Faith Baker quest'anno cerca di non fissarti troppo con Nick, ci siamo intese? "

Le mostrai la mia linguaccia per poi scoppiare a ridere. In fondo sapevamo entrambe che non sarebbe accaduto. Mi aspettai che Heather facesse una battuta o che almeno mi rispondesse. Si era distratta e vidi come il suo sguardo non incontrava il mio, mi oltrepassava.

"Heather" richiamai la sua attenzione.

"Hai ragione" rispose ritornando a guardarmi.

"Eh?"

"Cosa?"

"Heather" esclamai scoppiando a ridere.

"E' libero?"

Mi girai di scatto vedendo una mano posata sulla sedia a fianco alla mia. Spostai lo sguardo sul ragazzo.

"No, no siediti pure" incitò Heather.

Il pallido ragazzo dagli occhi di ghiaccio spostò la sedia per sedersi. Appoggiò la cartella monospalla nera sul banco aprendola.

"Sei nuovo di qui? Non ti ho mai visto" domandai curiosa.

"Sì, mi sono trasferito qualche settimana fa" disse con un accento inglese.

Sorrise alzando l'angolo sinistro della bocca creando una piccola, ma graziosa fossetta.

"Sono Lucy, piacere" ricambiai il mezzo sorriso.

"Davis, tu invece sei?" incitando con un movimento semplice, leggero e quasi impercettibile la figura dietro di me.

"Ehm, Heather"

Mi girai e per la prima volta vidi un rossore sulle sue guance pallide. Non potei non sorridere, trattenendo la risata. Il ragazzo biondo cenere, o meglio Davis, sorrise guardandomi. I suoi occhi color azzurro chiaro, di ghiaccio erano una meraviglia. Diciamolo forse erano di un colore azzurro banale, ma amavo essere una sognatrice ed ingrandire tutto. Una figura femminile entrò in classe, lasciando cadere due grandi libri sulla cattedra. Feci un balzo portandomi la mano al cuore. Se la sua intenzione era quella di richiamare l'attenzione di tutti, beh era andata in porto.

"Sono la signorina Rooney, la vostra nuova insegnante di storia" urlo sistemandosi gli occhiali rotondi più vicino agli occhi.

 

  
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