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Autore: Sarn    27/09/2007    1 recensioni
"Allora buttati." La ragazza fissò con orrore la sconosciuta. "Una vita senza sogni " continuò quella " non vale la pena di essere vissuta. Perciò buttati pure." Lo disse con tranquillità. Poi si voltò e la guardò negli occhi.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non che avesse mai pensato di farlo.
No, certo.
Solo, quella sera si era ritrovata lì.

E, in fondo, nemmeno lei stessa sapeva spiegarselo.
Però aveva raggiunto la cima della scogliera.
E aveva oltrepassato la recinzione di protezione, una sorta di muretto.
Ed ora era lì.
A fissare il buio sotto di sè.
Non poteva vedere il mare, ma sentiva le onde molti metri più in basso che si infrangevano contro gli scogli.
La brezza marina si insinuò nei suoi capelli, scompigliandoli.
Non erano ancora abbatanza lunghi da darle fastidio in situazioni del genere.
Lo sarebbero mai stati?
Inorridì per il pensiero.
Questa era un idiozia.
Non era venuta lì per quello.
Non aveva nessuna intenzione di buttarsi di sotto.
Come aveva detto alle sue amiche quando gliel'avevano chiesto, lei stava bene.
Non aveva bisogno di commiserazione e non aveva bisogno di insultarlo.
In fondo lui l'aveva sempre messo in chiaro, come le aveva putualizzato sua sorella.
Lo sapeva che prima o poi sarebbero arrivati a quel punto.
Si sentiva semplicemente svuotata da ogni sensazione.
Ma non per questo era triste.
Ma non per questo voleva uccidersi.
Però...
Si sporse ancor di più verso il vuoto.
Non a una sola persona era riuscita a dire la sofferenza.
La lacerazione interiore.
L'aveva raccontato con leggerezza.
Con un sorriso sulle labbra.
Come cosa da poco.
Un bel volo, da lì.

"Cosa vorresti fare?"
La ragazza sobbalzò per lo spavento e si voltò di scatto.
Sul muretto stava seduta una ragazza.
Un candido vestito le lasciava scoperte le spalle altrettanto candide.
Decisamente un po' leggero per una serata umida e ventosa come quella.
Tra l'altro, presto avrebbe iniziato a piovere, a giudicare dalle nuvole che circondavano lo spicchio di luna che brillava in cielo.
La sconosciuta sembrò intuire il suo pensiero, infatti sorrise come a dire : "Tranquilla, non ho freddo."
I capelli corti e neri come ali di corvo facevano contrasto con il candore della veste e la facevano sembrare una presenza quasi irreale.
Un elfo, forse.
Come ultimo particolare, aveva due grandi occhi azzurri, di quelli capaci di leggere dentro le persone. Almeno, quella fu la sensazione della ragazza dagli occhi verdi che la fissava insistentemente, come a voler indagare se si trattasse di sogno o realtà.
Ultimamente le due cose nella sua vita non sembravano più così ben definite.
L'elfo sorrise nuovamente.
"Ti ho fatto una domanda."
Anche la voce aveva un qualcosa di etereo.
Stizzita per un pensiero del genere e per l'assurdità della situazione, la ragazza vicino al precipizio rispose a malo modo.
"Non sono affari tuoi, mi pare!"
Ma quella ancora sorrideva.
"Volevi forse buttarti giù?"
Presa alla sprovvista, esclamò un "No!" con voce più alta di quanto avesse voluto.
La propria risposta riecheggiò per qualche secondo nell'oscurità, quasi subito soppiantata da un pesante silenzio.

Ora l'elfo non parlava più.
E aveva smesso di sorridere.
Semplicemente stava lì seduta a fissarla.
L'unico movimento era dato dal vento che si divertiva a giocare con l'orlo bianco del suo vestito.
Perchè diavolo continuava a fissarla?
Che la piantasse!!
La ragazza dagli occhi verdi si sentiva a disagio.
Come se l'essere davanti a lei potesse sapere con un suo sguardo tutto di lei.
Si sentiva messa a nudo.
Imbarazzata, prese ad osservarsi le scarpe.
"Forse." mormorò, in risposta alla domanda di prima.
Con un agile gesto l'altra scese dal muretto.
Si avvicinò.
E si mise accanto a lei, ad osservare il precipizio che quella osservava poco prima.
"Non puoi fare una cosa del genere per quel motivo."
La sua interlocutrice smise di guardarsi le scarpe e si voltò verso di lei.
No, ancora non sorrideva.
Che in una manciata di minuti quel sorriso placido le fosse entrato nel cuore?
Impossibile.
Non ce l'aveva più, un cuore.
"Non puoi capire." replicò.
Senza distogliere lo sguardo dal mare l'elfo chiese
"Cosa non capirei?"
"Io ho perso l'amore." disse con solennità e tristezza.
"Se è quello che hai perso, non è un problema. Come l'hai perso lo ritrovi." rispose quella con semplicità, come se si trattasse di spiegare a un bambino che uno più uno è uguale a due.
"Non è semplice come dici. Sono di nuovo sola. Anzi. Forse non ho mai smesso di esserlo."
"E credi che a questo non ci sia rimedio?"
"Non c'è."

Il silenziò durò qualche attimo.
Poi l'elfo riprese la parola.
"Quindi hai rinunciato ai tuoi sogni." Non era una domanda.
"Non ci ho rinunciato. Sono loro che si sono infranti."
"Allora buttati."
La ragazza fissò con orrore la sconosciuta.
"Una vita senza sogni " continuò quella " non vale la pena di essere vissuta. Perciò buttati pure."
Lo disse con tranquillità.
Poi si voltò e la guardò negli occhi.
Azzurro su verde.
Oltre il viso della ragazza vestita di bianco, si poteva vedere solo la luna.
La luna.
Una lacrima rigò la guancia della ragazza dagli occhi verdi.
E la voce eterea disse in un sussurro
"Non smettere di sognare. Non rinunciare a volare. Quel momento arriverà. E tu volerai. Questa è una certezza. Ricordatelo."

Quando la ragazza tornò a guardare nella direzione della voce, lei era già scomparsa.
Come c'era da aspettarsi da un elfo, pensò sorridendo dentro di sè.
Lanciò un'altra occhiata alla luna.
Strano.
Avrebbe giurato che prima non fosse piena.
Guardò di nuovo il mare sotto di sè.
E stavolta sembrava che la brezza che le sfiorava la pelle avesse un altro odore.
Era libertà, quella?
Osservò il cielo, ora senza nuvole.
Quel momento arriverà.
Lo so.
E, sorridendo, scavalcò la recinzione e si incamminò verso casa.








A _Ellis_.
Mi hai dato la speranza.
E mi hai restituito la voglia di sognare di nuovo e di credere in me.
Grazie, nee-chan.
A dispetto di quello che mi è successo ieri sera, se oggi posso dire di essere felice e di avere la forza e il coraggio di guardare a domani lo devo a te.
Sì, lo so. Sono sdolcinata da far schifo. xD


 

  
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