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Autore: _Nightingale    11/03/2013    2 recensioni
You're so pretty when you cry, when you cry.
You're so London your own style, your own style.
We're so Paris when we kissed, when we kissed.
I remember the taste of your lipstick.

Sheila, ribelle, diciannove anni, sottomessa alla volontà di una zia dispotica e con un grande voglia di ribellarsi. Un ragazzo conosciuto ad una festa, la paura di fare una cosa sbagliata, un mistero che si fa sempre più fitto.
Che succede se all'amore si mescola la coscienza?
Up up and away I'll take you with me.
|| Fanfiction in fase di riscrittura ||
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Torna subito qui!”

Le sue parole rimbombarono nella mia mente.
Sentivo l’adrenalina scorrere più veloce di un jet nelle vene, il battito accelerava e la pressione aumentava.
L’avevo fatta grossa.
Ma non era quello il problema.
Il punto è che l’avevano scoperto.

Non soltanto avevo disubbidito ad un centinaio di regole scappando di casa, ma mi ero imbucata ad una festa, avevo causato una rissa e quegli avvoltoi dei paparazzi sempre in agguato dietro l’angolo in attesa dello scandalo del secolo mi avevano beccata.
Il tutto condito da una chiamata di mio padre.
Nulla poteva andare peggio.. ah no, aspettate, dimenticavo che ero chiusa in camera. Cioè, mi ci ero chiusa per sfuggire alla furia della Contessa.
Odiavo tutto, la mia vita, le mie relazioni, non c’era nulla che andasse.
L’unico barlume di speranza era quel biondino, quello che con un “Hey! Ti conosco per caso?” mi aveva conquistata.
Come potevo dirgli che probabilmente mi aveva visto almeno venti volte nella sua vita? Chiaramente gli avevo detto che no, era impossibile, ero nuova a Londra.
Mica potevo raccontargli la verità.

Fatto sta che mi ritrovavo segregata nella mia stanza, solo con il computer e il cellulare.
Non era la prima volta, ma fino ad allora la punizione non mi era mai stata data dai miei.
Vivevano su un aereo in giro per il mondo, mentre io venivo educata secondo le usanze britanniche dalla sorella di mio padre. Una despota nel vero senso della parola.
Libertà e adolescenza?
Lei non sapeva che cosa volessero dire.
Tutto ciò che mi lasciava fare era partecipare a quei noiosissimi tè con la “gente che contava” di Londra e la cosa più “trasgressiva” che potevo fare era accompagnarla a teatro il venerdì sera. Nient’altro.
Niente feste, shopping o pomeriggi con le amiche. Capitemi, ero rinchiusa in una gabbia di bigotte.
Così ogni tanto chiedevo a Emily, la figlia della cuoca, di coprirmi.
Prendevo l’auto, uscivo e per mezzanotte ero di ritorno.
Così era successo anche quella sera.

La Contessa era ad un party e dato che ero sola decisi di svagarmi. Mi avevano parlato di un mega festone da Tiffany’s, così mi diressi lì.
Dentro il locale c’era il mondo, non avevo mai visto tanti ragazzi in cosi pochi metri quadrati. Puzzava di fumo e di vodka, avrei dovuto lavare il vestito appena giunta a casa.
Subito avvistai un ragazzo che pareva essere da solo e sentirsi estraneo all’apparente sensazione di euforia comune a tutti lì dentro.
Come se mi avesse letto nel pensiero si avvicinò ed iniziò a parlarmi. Scoprii che era il compleanno della sua ragazza, che però se la stava spassando nel privè con il suo migliore amico.
Io, povera ingenua, non avevo capito in che casino mi sarei cacciata restando lì con lui.
La serata trascorse bene, finché due ragazzi non ci provarono e fecero a botte, attirando l’attenzione della polizia. E non solo.
Tornai subito a casa, cancellai ogni prova della mia uscita, ma era troppo tardi.
La notizia era già spopolata.
Poi il resto lo sapete, più o meno.

Non riuscivo a smettere di pensare a lui.. non avevo mai avuto modo di fare conoscenza con dei ragazzi, o per lo meno non in ambito non ufficiale, quindi non capivo cosa mi stesse succedendo.
Ricordavo solo il suo sguardo stupito (e un po’ affranto) quando ero scappata via. Che poteva pretendere, avevo una reputazione da difendere, e c’era in ballo quella dell’intera famiglia.
Ma neppure lui si era sbilanciato, era sempre rimasto un po’ sulle sue.. bah, mi stavo solo facendo tante teghe per niente.
L’unico obiettivo su cui mi dovevo concentrare in quel momento era rimediare a quell’errore madornale che avevo commesso.
Le solite tre settimane di lavori forzati questa volta non sarebbero certamente bastate.

 

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Salve!
Colgo l'occasione per fare subito un appunto: questa fanfiction l'ho scritta mesi fa ed i primi capitoli non sono molto lunghi, anzi sono noiosi e scritti un po' male, ma vi assicuro che dal decimo in poi saranno molto più entusiasmanti!
Detto questo, se vi va lasciate una recensione, non mi dispiacerebbe sapere cosa ne pensate, anche se siamo solo all'inizio!

_Nightingale

   
 
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