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Autore: XxCorvinAxX    11/03/2013    1 recensioni
"Ma, seppur non implorandoti, sei sempre corso da me a salvarmi. Quando credevo che per me fosse la fine, tu mi facevi capire che non era ancora il momento. Nessuno, se non tu, è riuscito a infondermi così tanta sicurezza; forse perché davvero ero presuntuosa delle mie abilità."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La quinta guerra per il Santo Graal si era ufficialmente conclusa, e Archer ne era uscito vittorioso. Saber, Re dei Cavalieri, non fu abbastanza forte da poter contrastare il Noble Phantasm dell’altro Servant: “Unlimited Blade Works”. I due Master, dopotutto, erano ancora in piedi, uno di fronte all’altra, stremati dal peso delle loro magie; Shirou non era stato in grado di fronteggiare l’abilità di Rin, Magi della casata Tohsaka. Lei, del resto, aveva preso in considerazione l’idea di non ucciderlo, già dall’inizio della guerra; l’inesperienza del ragazzo giovò a suo favore, così riuscì a conquistare il tanto bramato Graal. Avrebbe davvero espresso il suo più grande desiderio, facendo crescere il prestigio della proprio famiglia? Sarebbe riuscita a vendicarsi della morte di suo padre?
Shirou ancora non riusciva a credere che Arturia, proveniente dalla classe Servant più forte, fosse stata sconfitta: stava rimpiangendo la sua presenza, il suo viso… ma si stava maledicendo dentro per non essere riuscito a salvarla. Lanciò uno sguardo quasi dispiaciuto verso la ragazza, che ancora stava ansimando per lo sforzo, poi si voltò, senza dire altro, e proseguì per i suoi passi.
-Rin, dobbiamo evocare il Santo Graal, così potrai esprimere il tuo desiderio.- Archer la raggiunse, era provato per l’epica battaglia appena avvenuta, ma stava sorridendo. Lei, al contrario, provava una strana sensazione dentro di sé; non appena si voltò per guardare il proprio Servant, le venne la pelle d’oca e un’espressione di dolore le solcò il viso. Prese un grande respiro chiudendo gli occhi e si allontanò di qualche passo da lui. Si stava creando una grande confusione nella sua mente, ma non vi badò, era decisa a evocare il Graal e credeva che sarebbe riuscita a esprimere il suo desiderio. Pronunciò delle formule magiche, come le vennero insegnate dal padre stesso, le pietre tenute ben strette nella mano e la concentrazione che rendeva tesa l’aria circostante. L’ultimo sforzo ed ecco apparire l’oggetto del desiderio di tutti i Master, era un qualcosa di inspiegabile: una forte luce dorata avvolse Master e Servant, rischiando quasi di accecarli. Rin inspirò profondamente ancora una volta e guardò Archer, ma non volle riferirgli il desiderio da esprimere.
-E quindi, sarebbe un addio..?- chiese la ragazza, con voce tremante, verso quello spirito eroico che stava dinnanzi a lei.
-Presumo di sì, Master. Qual è il tuo desiderio?- Rin non rispose, scostò la testa e abbassò lo sguardo che cadde sulla sua mano destra. Aveva ancora a disposizione una magia di comando, cosa che la fece riflettere per alcuni istanti.
-Archer, non mi hai mai voluto svelare chi tu fossi veramente, e ti conosco abbastanza da sapere che non me lo dirai, però…- il Servant la guardò perplesso, temeva che avesse deciso di usare il Graal per scoprire la sua identità; così tutti i loro sforzi sarebbero stati vani. –Però so che dentro di te hai un desiderio molto più grande del mio, per questo voglio che sia tu a esprimere il tuo.- un lieve vento si alzò di colpo facendo oscillare il rosso mantello di Archer, ormai a brandelli, e la gonnella della ragazza. Mai, Rin, fu più seria di come lo era in quel momento.
-Perché…- gli sguardi che si lanciavano i due erano pieni di dispiacere e di incomprensione.
-In tutto questo tempo, ho sempre creduto di potercela fare da sola. Ogni momento della mia vita è stato impegnato dagli allenamenti che Kirei mi imponeva. Ero convinta di dipendere solo da me stessa, e che fossero gli altri, a loro volta, a dipendere da me. In ogni circostanza non ho mai chiesto l’aiuto di nessuno, e questo mi ha portato a scoprire la mia grande debolezza. Troppe volte, in questo bagno di sangue, mi sono sentita inutile, debole, che non potevo farcela… ero in pericolo… Ma, seppur non implorandoti, sei sempre corso da me a salvarmi. Quando credevo che per me fosse la fine, tu mi facevi capire che non era ancora il momento. Nessuno, se non tu, è riuscito a infondermi così tanta sicurezza; forse perché davvero ero presuntuosa delle mie abilità. Voglio che sia tu a esprimere il tuo più grande desiderio, perché sei riuscito a tirar fuori quella che sono veramente, non quella che credevo di essere.- Archer rimase attonito per le sue parole, era davvero riuscito a fare tutto questo per lei? Cercò di ribattere, voleva farle capire che doveva essere lei a esprimere il desiderio. Ma prima che potesse dire tutto ciò, Rin alzò la sua mano e usò l’ultima magia di comando che le rimaneva per fargli eseguire il suo ordine. Il Servant si bloccò e sghignazzò.
-Che Master stupida…- La ragazza lo guardò per l’addio e si voltò definitivamente, intenta a non guardare indietro. Camminava a testa alta, convinta di aver fatto la scelta giusta. Un terribile boato e il bagliore accecante sparì, e, con lui, anche Archer. Un sorriso si materializzò sulle sue labbra, spezzato da una debole lacrima di dolore. Non tornò a casa, si fermò al cimitero dove era stato sepolto il padre. Di fronte alla sua tomba, Rin si inginocchiò.
–Perdonami, padre… ho sbagliato tutto. Non avrei mai dovuto lasciare che le mie emozioni prendessero il sopravvento in questa battaglia. Perdonami per non aver espresso quello che più di tutto desideravi…- scoppiò in un pianto di delusione e pura disperazione, si sentiva veramente una sciocca per tutto quello che aveva combinato. Con l’immagine del proprio Servant sorridente nella sua mente, perse i sensi.
Uno strano calore le stava tormentando il viso, a fatica aprì gli occhi e si guardò attorno: il sole era già alto nel cielo. “Dev’essere stato lo stress…” pensò mentre si alzava, ma qualcosa le cadde dalle spalle. Guardò a terra e sbarrò gli occhi. Era il mantello di Archer.
-Finalmente! Credevo volessi dormire per un’intera settimana.- quella voce fece trasalire Rin. Non poteva davvero essere lui, se lo stava immaginando! Cercò di resistere alla tentazione di voltarsi, convinta che non avrebbe trovato niente, o meglio, nessuno. Ma tutta questa situazione le fece di nuovo perdere la testa, così si voltò…

Sotto un fitto albero, con un sorriso sicuro e con quell’atteggiamento che tanto la faceva impazzire, c’era il suo Servant. La guardò e le sorrise dolcemente, lei avvampò e, impulsivamente, corse ad abbracciarlo. Così, era questo il suo più grande desiderio? Non lo volle sapere, le bastava averlo accanto per farsi infondere ancora più sicurezza.

  
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