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Autore: Rota    11/03/2013    1 recensioni
[Kasamatsu Yukio x Kise Ryota]
Moriyama sbatté le palpebre qualche volta in più del dovuto, capacitandosi qualche secondo in ritardo di quello che gli era capitato davanti agli occhi – accanto a lui c'era Hayakawa stranamente zittito, colto dalla medesima sua sorpresa, con i pugni stretti al petto e l'evidente voglia di urlare qualcosa ma l'incapacità, distesa sulle labbra pallide, di farlo davvero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oh capitano, mio capitano'
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*Autore: margherota

*Titolo: Oh capitano, mio capitano – Caleidoscopio

*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio, Altri

*Generi: Sentimentale

*Avvertimenti: What if...?, Flash fic, Shonen ai

*Rating: Giallo

*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L) E alla Neme, che è tanto, tanto bella (L) E al mio fuco, a cui finalmente piace la coppia (L) e al mio fratellino, che ha bisogno di cose chu, stasera (L)

*Note: Mancavo da parecchio, con questo pair X°°°° me ne scuso (L)

Questo è un capitoletto più “importante” rispetto agli altri, e capirete bene anche voi il perché.

Spero vi piaccia, nonostante questo :)

 

 




 

 

 

 

Moriyama sbatté le palpebre qualche volta in più del dovuto, capacitandosi qualche secondo in ritardo di quello che gli era capitato davanti agli occhi – accanto a lui c'era Hayakawa stranamente zittito, colto dalla medesima sua sorpresa, con i pugni stretti al petto e l'evidente voglia di urlare qualcosa ma l'incapacità, distesa sulle labbra pallide, di farlo davvero.

E Kise rideva, con gli occhi bassi e la mano alla nuca, rideva troppo e forse anche troppo forte, con le spalle tirate all'indietro e una distanza forzata che aveva messo all'improvviso con loro e con l'altro ragazzo. In quell'angolo nascosto, dietro uno degli edifici nuovi della scuola, l'ombra che li inglobava tutti spegneva ancora di più ogni sorriso falso, ogni sguardo che, fugace, si alzava quei tre secondi per poi tornare altrove, per chissà quale motivo. Non parlava, sbalterava parole e basta, senza far altro.

Poco dietro, giusto quei pochi passi verso il muro alla loro destra, c'era Kasamatsu, che li guardava entrambi senza neanche avere la pretesa di accampare una scusa o qualcosa che giustificasse il fatto che li avessero visti abbracciati mentre si scambiavano il primo bacio dopo una settimana. Tra studio, allenamenti e famiglia, Yukio si era sentito male ad averlo lontano da sé a quel modo e lo aveva cercato, alla sua maniera, trovandolo come sempre pronto al sorriso e a ogni sua carezza ruvida. Con le braccia conserte, guardò Kise avvicinarsi a lui e a soffiare ancora qualche verbo, qualche frase di circostanza.

Quando si finalmente Moriyama incrociò il suo sguardo per più di cinque secondi, vide chiaramente cosa lo animava dentro, perché Ryota poteva benissimo essere il più forte e talentuoso membro del Kaijo, ma rimaneva un ragazzo, fragile se da solo, fragile se esposto: imbarazzo, paura e imbarazzo per la paura, un briciolo di vergogna per essersi fatto beccare in maniera così stupida – un caleidoscopio di emozioni in due pupille chiare.

Il contatto tra di loro si interruppe solo quando Kasamatsu si fece avanti e raggiunse il suo Ryota, circondandogli la vita con un braccio e facendo sì che il suo volto si indirizzasse all'indietro, nella propria direzione. Quel senso di solitudine smarrita, negli occhi del più giovane, si diramò quando lo vide, anche solo per pochi istanti.

Moriyama sorrise e diede voce a quella battuta un poco squallida e fuori luogo che gli era nata spontanea nella gola, nel primissimo momento in cui li aveva visti.

-Questo significa che tutte le tue fans sono accessibili, giusto? Ora dovrai presentarmele tutte, Kise. È tuo dovere come kohai!

Il biondo rise, anche se impiegò qualche secondo a recepire e focalizzare il messaggio; accanto a lui, Hayakawa cominciava a chiedere al suo capitano se fare quaranta giri del campo andasse bene come riscaldamento, ricevendo un secco e irritato no da parte di quello, che se voleva uccidersi in maniera veloce avrebbe dovuto farlo lontano da lui.

Le mani dei due, quando tutti e quattro decisero di andare in palestra assieme, non si stringevano e a malapena si toccavano, ma non c'era più tensione forzata sui loro lineamenti, non più alcun segreto scomodo nelle espressioni. Dentro, nel profondo intimo, c'era solo un velo di gratitudine.

   
 
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