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Autore: SerMisty    12/03/2013    2 recensioni
"È il momento in cui incrocia il tuo sguardo, il momento in cui ti sorride. È quello il momento in cui senti dentro di te una sensazione che non provavi da tanto tempo – la sensazione di poter essere davvero felice."
[Breve sfogo scritto anche malissimo dopo l'episodio 2x16, perché non mi sono ancora ripresa.]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cora, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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È il momento in cui incrocia il tuo sguardo, il momento in cui ti sorride. È quello il momento in cui senti dentro di te una sensazione che non provavi da tanto tempo – la sensazione di poter essere davvero felice.

Non riesci a ricordare, neanche sforzandoti, un sorriso così luminoso sul volto di tua madre. Ti tornano in mente tutti i suoi ghigni soddisfatti, e anche quell’espressione quasi entusiasta che aveva mentre ti chiamava il giorno in cui Re Leopold ti chiese in moglie. Ma mai, mai lei ti ha sorriso in questo modo, così sinceramente, così amorevolmente.

Senti un rumore di battiti regolari, intensi, profondi, e in tutta sincerità non sai se è il cuore che le hai appena riposto nel petto o se è proprio il tuo, che sta finalmente ottenendo ciò che ha sempre voluto – solo un po’ di amore.

-Madre…-

Ed è meraviglioso poter finalmente parlare senza dover mascherare tutti i tuoi sentimenti, tutte le tue emozioni. Poter finalmente lasciare che gli occhi ti diventino lucidi, e che la voce ti si incrini, schiacciata dalla felicità.

Tua madre si tiene una mano sul petto e ride. Ride, ed è un suono incredibilmente melodioso come la tua infanzia non ne ha mai sentiti, nemmeno una volta.
Sì, in quel momento non ti importa più niente né di Biancaneve, né di Emma, né di Henry – no, no, in realtà di Henry ti importerà sempre, però ciò che conta davvero in quel preciso istante è che tua madre ti vuole bene, per davvero, e che non ti sta ingannando per giungere ai suoi scopi. Dopo tanti, troppi anni, lei è pronta finalmente ad amarti come una figlia, ad aiutarti a ricostruire una famiglia e a raggiungere il tanto agognato lieto fine solo grazie al filo dell’amore, come hai sempre voluto – perché tu sei sempre stata solo Regina, e cattiva è solo una crudele aggiunta da parte degli altri, lo sai bene.

E sei così felice in quel momento che ci vuole qualche istante perché tu ti accorga che l’amorevole risata di tua madre si è smorzata a metà, e che la presa sul petto si è stretta, contratta contro le pieghe della giacca nera, mentre vacilla avanti e indietro, come colpita improvvisamente da qualcosa.

Aggrotti le sopracciglia, e adesso è sicuramente il tuo cuore che batte, più rapido, più spaventato.

Sposta il risvolto della giacchetta, proprio lì, dove le hai rimesso il cuore.

No. C’è qualcosa che non va, qualcosa di sbagliato in tutto questo.

Perché la giacca è macchiata di rosso?

Il tuo corpo si muove da solo quando tua madre si affloscia su se stessa, priva di forze, in un rantolo soffocato. L’afferri prima che cada, le tue ginocchia battono contro il pavimento ma non ti interessa, stringi forte la presa e tieni una mano lì, su quella inspiegabile macchia rossa, sperando che magari se non la vedi sparirà.

-Madre!-

Non sta andando affatto come avevi progettato. Avevi immaginato una strana scena, quando Biancaneve ti aveva consegnato il cuore, una scena che vedeva te e lei abbracciate in una stretta dolce, forte e sicura allo stesso tempo, qualcosa che hai sempre voluto e che non sei mai riuscita ad ottenere, perché anche quando lei ti cingeva fra le braccia sentivi sempre la freddezza dei suoi movimenti, il vuoto nel suo petto.

Avevi immaginato tutto questo e non riesci a capire, non riesci a capire perché non sta andando così, e perché tua madre geme sulle tue ginocchia. Biancaneve ti ha detto cosa fare, Biancaneve ti ha aiutato e se è vero che i buoni vincono sempre, non c’è spiegazione al perché ciò che lei ti ha suggerito non stia andando nel verso giusto.

-Che cos’hai?-

E non sai cosa fare. Per la prima volta nel corso di due vite – perchè perfino con l'arrivo di Emma Swan avevi una specie di piano B di cui seguire la traccia - Regina Mills e la Regina Cattiva insieme si sentono inutili e impotenti: non sai cosa sta succedendo e non hai la più pallida idea di cosa fare, e così ti limiti a trattenere le lacrime - perchè non puoi piangere, non davanti a lei, non adesso.

Lei ti sorride, in una smorfia deformata da quello che probabilmente deve essere dolore. Senti il suo corpo tremare fra le tue braccia, i battiti dei vostri cuori – uno rapido, l’altro lento, troppo lento – che si confondono.

Non hai ancora capito. Ti sembra tutto assurdo, e ti chiedi cosa c’è di sbagliato – cosa hai fatto di sbagliato, cosa hai fatto per rovinare così la perfezione di quei pochi istanti.

Tua madre sorride ancora.

-Questo… Sarebbe stato abbastanza.-

E tu scuoti leggermente la testa – non capisci, non stai capendo nulla.

-Tu… Tu saresti stata abbastanza.-

È un istante perché i tuoi occhi si colmino di lacrime, e stavolta non puoi fare assolutamente nulla per impedirlo. Sta parlando di te, ogni parola che ha detto trasuda amore, lo senti sulla tua pelle come una cosa fisica, ed anche se era questo che hai sempre voluto non era così che volevi che andasse.

Provi a dire qualcosa – qualunque cosa – ma semplicemente non trovi le parole, non trovi la voce, non trovi la forza di fare niente.

E poi ti rendi conto che se il suo corpo trema ancora è perché sono le tue braccia che fremono. E che la sua testa non è caduta all’indietro solo perché è poggiata sulla tua spalla. E che senti ancora i battiti di un cuore – accelerati, impazziti, terrorizzati – solo perché quel cuore è tuo.

Lo sai cos’è successo. Lo sai, ma non ci credi. La fissi scioccata come se tutto questo fosse un incubo, uno scherzo, ma c’è sempre una vocina insistente nella tua testa che ti dice di non illuderti, di nuovo, un'altra volta.

-Madre!-

Ti volti, incontrando lo sguardo gelido di Tremotino. Lui è fermo, ritto in piedi, e non ti eri nemmeno accorta che si fosse alzato, o che avesse recuperato il pugnale da terra, o che il pugnale avesse di nuovo il suo nome sulla lama o che la sua ferita fosse scomparsa.

-Che cosa sta succedendo?- gli chiedi, anche se sai che lui una risposta non te la darà.

Non ne hai bisogno, del resto. Non solo il suo silenzio, la sua espressione, valgono per te più di mille parole, ma tu in fondo la risposta ce l'hai già. Sai cosa sta succedendo,  lo hai capito da quando hai visto quella macchia di rosso.

Ma non può essere finita davvero così. Lei è Cora, è la Regina di Cuori, lei è tua madre. Non l’hai mai vista arrendersi, né cedere, né mostrarsi debole, e vorresti illuderti che quella che giace inerme sulle tue ginocchia non sia davvero lei, ma non ci riesci.

-Mamma…-

Vorresti averla chiamata così almeno una volta, davanti a lei. Per te è stata sempre “madre”, un qualcosa che ogni volta non faceva che allontanarvi sempre di più: ma adesso nessun’altra parola potrà più riunirvi.  

-Non lasciarmi, ti prego…-

E stringi, stringi quel corpo che non è altro che un guscio vuoto, lo stringi così forte che se lei fosse ancora viva rischieresti di soffocarla, e quasi lo desideri, purché sia ancora lì, un altro momento, solo uno.

-Cosa faccio senza di te…?-

Perché lei è sempre stata la tua debolezza, sempre. Nonostante tutto quello che ti ha fatto passare, nonostante tu e lei foste completamente diverse, tu lei hai sempre voluto bene e solo lei è stata sempre capace di convincerti a fare qualcosa. E in quei pochi istanti in cui hai creduto - illusa, stupida illusa - di poter essere felice, hai visto che ti amava, hai visto che ti voleva bene e non può essere davvero finito tutto così, senza nemmeno cominciare.

E improvvisamente ti penti di tutto. Ti penti di averla gettata nello specchio, di non averla portata con te in questo mondo durante la maledizione, ti penti di non averle dato ascolto subito, ti penti di ogni cosa, anche di quelle su cui in realtà sai di aver sempre avuto ragione, ti penti e basta.

-Tua madre non ha mai…-

-Zitto!- azzanni l’aria attorno a te mentre ti volti di scatto, ma non è davvero a Tremotino che vuoi gridare, hai solo bisogno di sfogarti –Ti sei preso una vita! Hai… Hai lanciato un qualche incantesimo…-

-Io non ho fatto niente.-

Lo senti distrattamente, mentre continui a cullarla, nel modo in cui avresti sempre voluto avesse fatto lei con te.

È colpa tua. Ti sembra che ogni singolo centimetro di quella stanza lo porti impresso sopra. È colpa tua. Tu le hai ridato il cuore, tu sei stata così egoista da pensare che avresti avuto un lieto fine, tu hai deciso di non seguire i suoi consigli, la colpa è solo tua.

E adesso fa tutto male. Vorresti piangere, vorresti urlare, ma le lacrime si seccano lungo le guance e la voce ti muore in gola. Ti strapperesti il cuore e lo daresti a lei, se solo questo potesse aiutarti a sentirti meglio, a non sentirti più male – a non sentire niente.

-Regina, ferma…!!-

Poi cambia tutto.

Non sai bene come, non sai bene quando, ma Biancaneve e il suo principe sono entrati improvvisamente nella stanza. Lei è immobile, a pochi passi dalla porta, e fissa te e tua madre sul pavimento, scioccata.

Conosci quello sguardo, glielo hai già visto. Somiglia vagamente a quello che aveva da bambina, quando ti ha ingenuamente confessato di aver rivelato tutto di te e di Daniel; è molto simile a quello aveva nell’apprendere la verità sulla morte del tuo vero amore, nel capire che aveva commesso un grave errore inconsapevolmente e che non si poteva tornare indietro.

Sì, quello sguardo è simile ma è diverso. Diverso perché ci leggi il rimorso per aver compiuto un gesto irreversibile con consapevolezza.

Ora è tutto chiaro. Ogni tassello si compone davanti ai tuoi occhi come in un puzzle, la stanza comincia a girare mentre il tuo respiro si fa ansimante, le tue membra tremano.

-Sei stata tu.-

Si deve proprio divertire, Biancaneve, a rovinarti la vita. A distruggere ogni barlume di felicità che si avvicina tentennando verso di te. Ti ha ingannato, ti ha imbrogliato, ti ha tradito, ha ucciso tua madre – e ora tutti diranno che no, lo ha fatto per proteggere la sua famiglia, lei è buona e tu sei cattiva, Regina, è sempre stato così e lo sarà per sempre.

No, adesso basta. Non è giusto che vada sempre così, non è giusto che il lieto fine ti sfugga dalle mani come una manciata di sabbia.

Ti stringi ancora di più tua madre al petto, ed è lei l’unico motivo che non ti fa alzare in piedi per spaccare le ossa di Biancaneve ad una ad una.

Il tuo cuore batte all’impazzata, furioso, iracondo, bruciante.

Ma non ci saranno più battiti ad accompagnarlo. 





Angolino di autrice: perchè JANE ESPEON MI ROVINERA' L'ESISTENZA.
No, dico, quella donna non è umana. E non so se adorarla per la sua capacità di scrivere scene così toccanti o se ODIARLA perchè domenica notte non ho dormito, sono rimasta dalle due fino alle sette sveglia piangendo come una disperata (a momenti lunedì mi addormentavo sul banco). 
E naturalmente non c'è bisogno di parlare della perfezione di Lana e di Barbara. Scusate, il meraviglioso "Tu saresti stata abbastanza" e poi Regina che da "mother" passa a chiamarla "mommy"? Mi arrendo. Giuro, mi hanno ucciso, adesso ho paura di vedere gli altri episodi. Mi aspettavo che morisse Cora, ma non mi aspettavo che sarebbe stato... COSI'!!!! Oddio, vorrei solo abbracciare stretta stretta la mia povera Regina... Oh, e Biancaneve deve morire. Già la odiavo, ora se Regina me la lascia la strozzo io con le mie mani.
Ok, bene (anzi, male), questo è il mio piccolo sfogo. Scritto malissimo e in frettissima, fra parentesi, ma sentivo il bisogno fisico di sfogarmi. Grazie di aver letto, se recensite mi fate un doppio piacere!
Ser
  
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