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Autore: weasleywalrus93    12/03/2013    3 recensioni
one shot ambientata pochi anni prima della storia a cui si ispira ("a temporal helter skelter" sempre della sottoscritta). mi mancavano i personaggi e quindi li ho voluti immaginare nuovamente per sentirli un po' più vicini :)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estate 2006.
 
Jim mi aveva portato a un festival musicale che si teneva a Liverpool ed era in stile Woodstock. Ancora non riuscivo a crederci. C'era gente di tutti i tipi: vecchi hippie, punk, metallari, motociclisti ultra cinquantenni, gente normale che voleva passare una giornata diversa e anche intere famiglie riunite per ascoltare un po' di musica. Si vedevano magliette di tutti i tipi: chi aveva un dirigibile, chi un triangolo con un arcobaleno, chi dei teschi, chi un'enorme boccaccia. Mi giravo da una parte all'altra velocemente cercando di vedere tutto. Ma era troppo. Troppo anche per me. Jim mi portò dove c'erano le transenne e mi mise a sedere sul punto più alto in modo che non potessi scendere.
 
-Allora io ora mi allontano un attimo per prendere cibo bevande e vedere se riesco a rimediare qualche maglietta figa per entrambi. Tu non provare ad allontanarti da qui-
 
Si voltò pronto ad andarsene.
 
-Jim-
 
-Dimmi piccola-
 
-Tornerai vero?-
 
Mi guardava sorpreso e incredulo. Con la mano mi spostò i capelli dal viso.
 
-Certo che torno! Ma come ti vengono in testa certe cose?-
 
Gli sfuggì una risata che apparentemente mi calmò. Mi baciò sulla fronte e sparì tra la folla.
 
Julian o Sean? Volevo bene a entrambi ma non so bene il perché qualcosa mi diceva che doveva essere con Julian quel giorno. Si trovava a Liverpool. Era in corso un mega festival musicale dove si sarebbe suonato di tutto, dal rock al punk, al metal, al pop, all'hard rock. Non lo perdevo di vista, nonostante fosse pieno di individui dei più svariati generi, con tatuaggi, borchie, bandane e capelli lunghi. Gironzolavo con le mani in tasca, felice che mi fosse concesso di girovagare per la terra senza che nessun folle mi vedesse e cominciasse a urlare come un antifurto. Julian si era fermato a fissare un punto. Da dove mi trovavo io non riuscivo a vedere nulla, così mi avvicinai. Era lì a guardare le persone che le passavano accanto, curiosa proprio come la ricordavo io. Non doveva avere più di 11-12 anni. Anche Julian aveva capito chi era. Gliene avevo parlato io stesso.
 
Avevo notato un tizio che mi stava fissando. Non lo avevo mai visto e non avevo idea di chi fosse. Aveva un non so che di familiare ma ero sicura di non averlo mai visto, almeno di presenza. Cominciò ad avvicinarsi. Scappare? Non potevo. Jim mi aveva messo in condizione di non poter scappare neanche per casi urgenti. Continuai a fissare quello strano tizio fino a quando non si avvicinò del tutto. Mi sorrise.
 
-Ciao-
 
-Ciao-
 
-E' occupato questo posto?-
 
Scosse la testa mentre continuava a guardare Jules per niente convinta che volesse soltanto parlare. Mi era mancata. Mi era mancata un casino. In quel momento maledii tutto e tutti per essere solo un fottutissimo fantasma.
 
Si sedette accanto a me. Non avevo la minima idea di cosa volesse e in cosa potessi aiutarlo. E in ogni caso, per mia fortuna, Jim stava per tornare.
 
-Io sono Julian-
 
-Judy-
 
-Sei qua da sola?-
 
-No. Mi ha portato un amico. Tu invece cosa ci fai qui?-
 
-Dovrei essere uno di quelli che suonano sul palco ma a dirtela tutta... Non sono così bravo-
 
-E allora perché ti vogliono sul palco?-
 
-Perché credono che sia bravo come mio padre-
 
-Tuo padre?-
 
-Si. E' un tipo famoso-
 
-E perché non hanno chiamato lui se è più bravo?-
 
-Perché non c'è più-
 
Sentivo un sacco di cose contrastanti nello stomaco. Mio figlio che diceva che si sentiva un bel nulla in confronto a me e che diceva alla persona che mi avrebbe detto ciò che ero morto. Ero troppo impegnato a rimuginare su queste cose per seguire il filo del discorso.
 
-Mi dispiace-
 
-E' successo tanto tempo fa-
 
-E' brutto lo stesso-
 
-Già... Ti va di giocare a morra cinese?-
 
-Certo!-
 
Mi sistemai meglio che potei per essere proprio di fronte all'uomo più grande e cominciammo a giocare.
 
Le loro risate mi riportarono con "i piedi per terra". Era bello vedere due delle persone a cui tieni di più al mondo ridere assieme.
 
-Quanti anni hai Judy?-
 
-Ne ho fatti 11 prima dell'estate. Tu invece quanti ne hai?-
 
-Ne ho 43. Sono vecchio-
 
-Ne dimostri meno sai?-
 
In fondo era piacevole come compagnia. Di solito la gente di quest'età non fa altro che lamentarsi della politica, dell'economia, delle tasse e di altre pallosità simili.
 
Mi avvicinai a lei. Anche se sapevo bene che non poteva vedermi e anche se fosse stato così non mi avrebbe riconosciuto, avevo bisogno di sentirla vicina.
 
Era forte. Cavolo se era forte. Faceva ridere, aveva delle buone battute e dimostrava meno anni di quelli che aveva in realtà. Jim diceva sempre che chi sapeva ridere aveva il mondo in mano. E l'avrei potuto giurare in quel momento, lui ce l'aveva.
 
-Ehi, s'è fatto tardi-
 
-Devi suonare?-
 
-Si-
 
-Peccato-
 
-Perché?-
 
-Sei bravo a morra cinese-
 
-Beh si non me la cavo male... Ma nemmeno tu scherzi-
 
-Grazie. Dunque vai a suonare-
 
-Pensavo avessimo già chiarito questo-
 
-Anche se pensi di non essere all'altezza-
 
-Non ti sfugge niente-
 
-Sai com'è... Quando ci ha una vita noiosa si tiene conto anche dei particolari-
 
Mi era mancata. Cazzo se mi era mancata. Aveva già quel suo tono saccente che ti faceva girare le palle a mille e ti veniva voglia di mollarle un ceffone se solo fosse stata un uomo. E aveva anche quel sorrisetto un po' sincero e un po' ironico che te la faceva amare anche se non la conoscevi. Per un attimo ebbi un'idea folle. Così feci in modo di "entrare" nel corpo di mio figlio.
 
-Non cambiare crescendo ok?-
 
Mi prese per le spalle e mi baciò sulla fronte. Fu strano.
 
Mi fece uno strano effetto averla quasi per me prima che ci conoscessimo. Eppure avrei voluto restare con lei, anche sapendo che mi ero ripromesso di restare vicino a Julian. E così feci.
 
-Ehi. Chi era quel tizio?-
 
-Non so. Uno che doveva suonare sul palco-
 
-Come si chiamava?-
 
-Julian-
 
-O cavolo!-
 
-Che c'è?-
 
-Hai appena conosciuto il figlio di uno dei più grandi compositori del secolo scorso!-
 
E poi accusavano le ragazze di fangirling. Jim era completamente elettrizzato alla notizia, anche se non capivo bene perché. Gli adulti sono strani.
 
In quel momento ringraziai di essere puro nulla. Non avrei sopportato le urla isteriche di un signor nessuno che ama la mia musica ma l'unica cosa che riesce a fare quando mi vede è urlare a squarciagola. La guardai per un momento. In fondo ancora pochi anni e ci saremmo conosciuti. Si trattava solo di aspettare un altro po'. E in quel momento c'era qualcun altro che aveva bisogno del mio sostegno morale.
 
-Dai vedi se ti sta bene!-
 
Mi infilò a forza una maglietta sulla testa. Aveva un sottomarino giallo. Non avevo idea di cosa c'entrasse un sottomarino, giallo per di più, con un concerto. Ma era bello tutto sommato. Quella giornata non era stata del tutto inutile. Potevo mangiare tutte le patatine che volevo, ascoltavo musica, per una volta erano tutti troppo occupati a farsi i fatti propri e ad ascoltare la musica che si dimenticavano di additarmi o prendermi in giro, passavo del tempo con il mio migliore amico e avevo conosciuto una quasi celebrità. Un giorno come tutti gli altri in fondo. O no?
 
 
Spazio autrice.
Ebbene si gente, questi due mi mancavano troppo per non scrivere ancora su di loro *-* non assicuro nulla sulla qualità visto che l’ho scritta molto di getto e in ogni caso è si strutturata come la storia madre ma i personaggi non interagiscono direttamente. Spero vi piaccia e che potrete perdonare miei eventuali errori di battitura e di grammatica ma mi sono appena ricominciate le lezioni e sono un po’ fuori XD alla prossima :)
  
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