Ricominciai a correre, pregando che le gambe non mi abbandonassero. Destra e sinistra, una davanti all’altra, sempre più velocemente. Alzai gli occhi al cielo, ma la nebbia m’impediva di vedere le stelle; e ne avevo bisogno. Avevo un disperato bisogno di poter ammirare una singola stella: per essere sicuro che ciò che stavo facendo non fosse un’assoluta pazzia e per ricordarmi di dove fosse, di dove avrei desiderato essere anch’io.