La sua prima reazione non è positiva. Comincia a urlare in una lingua che non capisco e distrugge tutto ciò che vede compreso il lavandino e un muro. Ancora un po' e butterà giu l'intero appartamento ma almeno è ancora qui.
Dopo diversi schianti finalmente si ferma e riappare in bagno.
-lo hai fatto apposta?-.
Lo guardo incredula -cosa? Pensaci bene Jason, vuoi davvero accusarmi di essere rimasta incinta di proposito?-.
-Volevi che ti trasformasi, lo hai sempre voluto-.
-sì ma... ma non così! Non ho mai voluto figli, non POSSO avere figli- gli urlo fra le lacrime.
Comincio di nuovo a singhiozzare disperata piegandomi ancora in due.
Perchè non viene qui ad abbraciarmi, a dirmi che andrà tutto bene? Oddio, non se ne sarà andato?
Alzo di scatto la testa ma non lo vedo. No!!! Ti prego no!!
Cerco di alzarmi sulle gambe tremanti e inciampo fino alla camera da letto. Jason è li intento a fare le valige.
-NO! Ti prego, aspetta! Non mi lasciare. Non mi puoi lasciare!-. Prendo alcuni suoi vestiti che non aveva ancora messo nella valigia e li stringo al petto più forte che posso. Non lo avrei lasciato andare. Non sarei sopravvissuta...la sola idea della sua lontananza mi fa male.
Lui mi guarda come se fossi pazza -non ti sto lasciando Emma! Stiamo partendo-.
Cosa? Non mi lascia?
-Pa-partendo?-.
Mi strappa di mano le sue camice con facilità e le mette insieme alle altre -andiamo in America. Li ci sono dei vampiri che hanno già affrontato una situazione come questa, magari sanno come risolvere il problema-.
-chi sono questi vampiri?-.
-i Cullen-.
***
Durante il volo Jason non mi ha mai rivolto parola. Non mi ha mai neanche guardato... il suo volto è corroso dalla rabbia. Che mi odi davvero così tanto?
-credi davvero che lo abbia fatto apposta di rimanere incinta?-.
Sospira cercando di mantenere la calma -no, certo che no Emma. Ero solo molto arrabbiato quando l'ho detto, scusa-.
Vorrei parlare ancora un po' giusto per non credere che sia arrabbiato come sembra ma lui mi interrompe -Eccoci, probabilmente sanno già del nostro arrivo-.
La macchina accosta davanti a una grande e ariosa casa bianca che mi rapisce. Non sembra il luogo per una famiglia di vampiri... Qui è tutto così luminoso!
Infatti quando scende dall'auto Jason comincia a brillare come se fosse ricoperto da migliaia di minuscoli strass o diamanti. Mi apre la portiera e mi aiuta a scendere. Noto che mi fissa la pancia.
Mi volto e vedo sulla porta due uomini bellissimi. Li avrei scambiati per vampiri se non fosse stato per il colore degli occhi.
Jason si fa avanti -Buongiorno, mi chiamo Jason Mayar. Lei è la mia compagna, Emma Cooper. Siamo nei guai, abbiamo bisogno di un dottore-.
-io sono un dottore- dice l'uomo biondo guardandoci strano.
Jason ha fatto bene ha dire che ci serviva un medico. Se gli avesse chiesto aiuto avrebbero potuto anche rifiutare ma chiedendo aiuto a un dottore non si potevano tirare indietro perchè sarebbero andati contro il loro giuramento.
-Crediamo che Emma sia incinta... e che sia mio. So che vi siete trovati in una situazione simile tempo fa... vi prego aiutateci-.
I due si guardano intensamente per un attimo ma alla fine il biondo compare davanti a me. Quindi è un vampiro!
-Ciao cara, sono Carlisle Cullen. Permettimi di presentarti mio figlio Edward. Dimmi come ti senti?-.
-stanca-.
-è comprensibile, avete affrontato un lungo viaggio- come diavolo fa a saperlo?
Un altro calcio mi fa piegare in due -ah! Non è una parolaccia quella!-.
Carlisle, che si era chinato per soccorrermi mi guarda strano.
-Non gli piacciono le parolacce.. quando ne dico o penso una mi tira un calcio... non è normale giusto?-.
-no non lo è- si gira verso suo figlio -è già a uno stadio avanzato-.
-ma possiamo ancora liberarcene, vero?- chiede concitato Jason.
Una bionda appare improvvisamente -Volete sbarazzarvi del bambino!?-.
Carlisle mi prende in braccio -non ora Rosalie, Emma ha bisogno di cure o morirà-.
Una leggera brezza mi scompiglia i capelli e mi ristrovo in un salotto.
Mi fa sdraiare su un divano e si allontana un poco -ora rimani qui, Rosalie ti aiuterà per ogni cosa. Jason vorrei parlarti-.
Lui annuisce e i tre uomini spariscono.
Rosalie dai suoi tacchi a spillo mi guarda severa -tu vuoi uccidere davvero tuo figlio?-.
-no... ma non posso fare la mamma... non ne sarei capace, e Jason non è pronto-.
-quindi te ne vorresti liberare così, come niente fosse-.
-sì..no...cioè.. senti l'ho scoperto appena poche ore fa! Non so cosa pensare!-.
Lei sembra voler ribattere ma la voce di una ragazza la distrae -Zia Rosalie, sai dov'è il mio Ipod?-.
Dietro di me c'è una ragazza di circa la mia età coi capelli ramati e gli occhi marroni.
-è in cucina Nessi-.
-Grazie-.
La ragazza cammina spensierata verso quella che deve essere la cucina fin troppo aggraziatamente per essere umana umana.
-Chi è?-.
-è quello che sarebbe potuto diventare il bambino che vuoi uccidere-.