Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Shinsey    12/03/2013    0 recensioni
Lily Luna Potter e il suo primo giorno ad Hogwarts. Come andrà a finire?
NB: Presenza personaggi INVENTATI.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Andrà tutto bene, basta avere fiducia.
 Facile. Certo.
Queste erano solo parole. Io come facevo a metterle in pratica?
Ansia. Curiosita'. Dubbi.
Si, era proprio cio' che provavo in quel momento.
Tormenti che mi perseguitavano da giorni, o forse, da anni.
Beh, qualunque cosa fosse, l'avevo sempre ritenuta lontana, parte di un futuro che immaginavo si allontanasse con una forza direttamente proporzionale al trascorrere del tempo: una costante.
E invece questo si era rivelato, come tutto del resto, un passaggio determinato da una forza inversamente proporzionale. In poche parole, man mano crescevo, oltre ai capelli e al corpo, aumentava l'agitazione dentro di me, ma c'era una cosa che si avvicinava sempre di piu': quel momento.
Era tutto passato cosi in fretta, mentre quello aspettava di venire e condizionarmi o meglio stravolgermi l'esistenza.
La lettera infine era arrivata. Non che fosse una sorpresa, dopotutto sapevo gia' di essere destinata a quel "cambiamento" che consisteva nell'essere ammessa nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
11 anni. A quell'eta' si poteva aver raggiunto una maturita' -o ingenuita'- tale da accettare tutto cio' che era gia' stato deciso e impartito.
Ma io..io.. Io ero davvero pronta?

C'erano gia' passati i miei fratelli, ma con me tutto era diverso. Io sentivo angosce e responsabilita' che loro, da maschi -e perfetti stolti- quali erano, non avevano mai dato segno di provare.
Beh io si. Ogni volta che accadeva qualcosa di grosso, diciamo un evento scatenante, io diventavo rossa
quasi quanto i miei capelli e inutile dirlo, perdevo il controllo.
Quel giorno, il primo settembre, sarebbe toccato a me. Cio' che avevo sempre immaginato, si stava per avverare o forse era destinato a smentire quei progetti e assurdita' che i miei pensieri avevano elaborato nel corso di una fanciullezza giovanile e infantile che avevo fatto fatica ad abbandonare.
Entrare nel grande castello era un sogno ma allo stesso tempo, un incubo, perche' avrebbe portato al chiarimento di tutte le mie domande, tutte insieme, tutte in una volta. E il mio livello di sopportazione era a -1.
Qualcosa di inaspettato e sarei crollata a terra, probabilmente svenuta, sotterrando altri studenti.
Avevo cercato di mantenere la calma e l'autocontrollo, cosa che mi ero programmata di fare tutto l'anno e per la quale mi ero esercitata pure in viaggio sul treno.
Due baci a mamma e papa' e poi via, da sola -ovviamente i miei fratelli erano gia' spariti al momento di salutare i genitori- verso il mio destino.
Imprecazioni e precauzioni riguardo tutto cio' che da li a un anno intero avrebbe potuto verificarsi, ecco cosa mi frullava per la testa un attimo prima di oltrepassare la soglia del castello.

Respira Lily, respira. Facile a dirsi e a farsi, ma difficile ad autoconvincersi.
Un passo alla Sala Grande, un metro circa dalle luci di un banchetto che stava per iniziare e una cerimonia che avrebbe marcato un segno piu' o meno indelebile, piu' o meno significativo alla nostra permanenza.
Oltrepassai la porta occupando la distanza ad occhi semi chiusi: potevo vedere il buio, ma al tempi stesso i colori. 
Li riaprii del tutto dopo secondi, direi in tempo, prima di tentare di cadere e fare una figuraccia davanti a tutti.
Mi avvicinai alla folla e mi girai a guardare gli insegnanti.
In un attimo la tensione si allevio', non appena vidi mia zia seduta tra di essi.
Lily Charlotte Potter, una donna forte e determinata, un'amica piu' che una parente.
La persona che mi capiva e mi aiutava ogni volta: la mia complice.
Non sapevo se fosse il caso di salutarla o no, cosi le rivolsi un sorriso molto accentuato, augurandomi che mi vedesse, prima di procurarmi una paralisi facciale.

[...]

Certe volte è davvero difficile mantenere la calma, specialmente in situazioni come quella, ma io dovevo farcela. Assolutamente.
Calò di nuovo il silenzio, secondo me troppo assordante, tant'é che le orecchie cominciarono a fischiarmi anche per l'agitazione.
Era normale, e così odioso.
Dovevo solo aspettare, l'unica cosa che mi era richiesta era andare dritta non dove mi portava il cuore, altrimenti sarei scappata, probabilmente, ma dove mi veniva ordinato.
Dovevo solo eseguire gli ordini e muovermi. Niente di che.
Ed era proprio questo "niente di che" che mi preoccupava.
Perché questo nascondeva tutto il mio futuro: niente di che.
Sbagliato: non era vero che non era niente, per me era tutto.
La professoressa Mc Granitt cominciò a parlare. Inutile dire che certe parole mi entravano in un orecchio e mi uscivano dall'altro:
ero nervosa e, come al solito, stavo per immergermi in uno dei miei soliti e vaganti pensieri quando sentii pronunciare un nome.
Non un nome qualunque, no, uno che conoscevo fin troppo bene e che in quel momento avrei voluto non significasse nulla per me, eppure.. eppure quel "Lily Luna Potter" non passò inosservato.
Era il mio turno, era il mio momento, e io, persa ogni cognizione mentale che stabilisse una mia autonomia, avanzai verso quella sedia e quel Cappello Parlante che avevo sognato più e più volte, ma che, una volta tanto, avrei voluto non sentir parlare.*
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shinsey