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Autore: nameless colour    12/03/2013    2 recensioni
“Ti conosco, e so che hai quattro diverse tipologie di pianto. Il pianto finto; quello da canto; quello di disappunto. E quello per un ragazzo.” Così diceva Finn a Rachel nella 4x06. E se… la chiacchierata non fosse tra Finn e Rachel, ma tra Kurt e Blaine? E se, ancora, non si trattasse di lacrime, ma di sorrisi?
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Dal testo:
Ti conosco. E so che hai otto diverse tipologie di sorriso.
Quello triste. Quello imbarazzato. Quello felice. Quello… beh, quello che chiamo il Blackbird-sorriso, quello di quando t’innamoravi di me dopo che io mi ero innamorato di te; quello intenerito, quello un po’ narcisista che mi fa impazzire, quello d’intesa. L’ottavo? L’ottavo lo conosco bene. È quello che riservi a me, solo a me, quando facciamo l’amore.
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Raccolta di One Shoot/Drabble scritta a quattro mani dalla sottoscritta e dall'adorabile LunaBlu12.
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E tu credi che l’abbia dimenticato?
Io ancora lo ricordo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Raccolta di One Short/Drabble scritta a quattro mani da me e LunaBlu12.

Ti conosco. E so che hai otto diverse tipologie di sorriso.

Quello triste. Quello imbarazzato. Quello felice. Quello… beh, quello che chiamo il Blackbird-sorriso, quello di quando t’innamoravi di me dopo che io mi ero innamorato di te; quello intenerito, quello un po’ narcisista che mi fa impazzire, quello d’intesa. L’ottavo? L’ottavo lo conosco bene. È quello che riservi a me, solo a me, quando facciamo l’amore.

Like a flower on your mouth.

E tu credi che non l’abbia notato?

Il sorriso sulle tue labbra era quello imbarazzato di un bambino tra le braccia di sua madre.

Poi quel giorno mi sorridesti ed il mondo intorno a me scomparve.

L’audizione per il West Side Story era una scusa per dimostrarti che anche io potevo farcela. Erano i tuoi primi mesi al McKinley e sì, volevo renderti fiero di me abbastanza da poter dire ‘Hey, quello lì è il mio ragazzo’, come i papà fanno con i bambini alla loro prima partita di football.

Ma a me non piace il football. Piacciono i musicals e finalmente sembravo poter avere anche io la mia rivincita.

Sei sempre stato perfetto, Blaine. E quella perfezione che tu hai, mi ha rapito ed ha fatto di me l’uomo che ho sempre desiderato essere. Mi hai reso fiero della persona che grazie a te sono diventata. E quando mi stavo esibendo, durante il provino, il pensiero non andava tanto a me o alla parte che dovessi recitare, ma a te. Volevo essere abbastanza per te, non per i miei standard che sapevo non avrei mai onorato. Poi tu hai fatto l’audizione e mi è sembrato che l’auditorium si illuminasse. Blaine, l’auditorium si stava illumimando di te; brillava, piccole scintille di luce dorata si poggiavano ora sulle tende, ora sul mio naso, ora sul parquet. E provenivano da te.

Le vene sul tuo collo stavano pulsando, pulsando, così come il mio corpo sotto i tuoi tocchi e le tue carezze.

Something’s coming, something good.

Cantavi, cantavi ed io non riuscivo a fare altro che innamorarmi di te ancora ed ancora.

Qualcosa di grandioso sta per arrivare, dicevi.

Sono io che ti appartengo sempre di più, avrei continuato.

Il sorriso sulle tue labbra era così innocente, puro, autentico. Il tuo essere beatamente grato a te stesso dopo quella prova mi ha aperto il cuore. E Dio, sembravi un bambino che si nasconde nel petto di sua madre dopo aver combinato una marachella, gli occhi un po’ più scuri e più vivi del solito. La tua genuinità mi faceva sentire nudo.

“Sono stato bravo?”

“Disarmante.”

Perché per quanto volessi renderti orgoglioso, Blaine, ero sempre io che acquistavo più sicurezza e più pienezza ogni volta battessi ciglio.

E tu eri mio. Sentivo di poter fare qualsiasi cosa, diventare qualunque uomo sognassi purché avessi te al mio fianco a sorreggermi e a sussurrarmi di potermela cavare.

Ti fermai sulle scale perché non ero in grado di aspettare la lezione successiva per parlarti.

Blaine, non avrei potuto neanche mai scollare il mio respiro dal tuo.

Un mazzo di rose rosse e gialle comparve dietro la mia schiena e tu, oh tu Blaine, ancora come un bambino, avevi gli occhi scintillanti per la sorpresa.

“Per cosa sono?”

“Per celebrare… te.”

Persi un battito quando mi sorridesti ed in quell’esatto momento non c’erano più le scalinate di ferro a sorreggerci o le urla dei ragazzi dalla mensa o ancora le matricole confuse che saltavano da uno scalino all’altro. Qualsiasi circostanza intorno a me, a noi, scomparve e quando posasti lo sguardo su di me sentii come se il cuore mi fosse salito dal torace alla gola proprio come un bambino che segna il suo promo touchdown in una partita di football.

In un modo o nell’altro tu quel sogno l’avevi realizzato.

Movesti poi le labbra per riprendere a parlare, la punta del tuo naso che sentiva il profumo dei fiori e la tua bocca che aveva lo stesso sapore.

“Vieni sempre da destra quando ti aspetto da sinistra, Kurt. Ed io… amo questo di te.”

Mi poggiasti una mano sulla spalla e per poco credetti che le mie ginocchia non sarebbero state in grado di sorreggermi oltre.  

Grazie.

In quel sorriso, Blaine, c’era tutto quello di cui avevo bisogno.

E tu credi che l’abbia dimenticato?

Io ancora lo ricordo.

 

 


Spazio autricia volte ritornano! Eh sì, dopo un po’ di tempo e tra una traduzione e l’altra siamo ritornate. Il nostro Blaine-heart non ha potuto resistere alla tentazione e tanto amore, un po’ di pazienza e qualche progetto sono stati gli ingredienti per preparare questa raccolta di otto mini racconti focalizzati su quella curva che si forma tra le labbra di un certo signorino Anderson. La voce narrante è ovviamente quella di Kurt, e speriamo possano farvi respirare un po’ il cuore così come è successo a noi.

Passiamo alle questioni burocratiche: il prossimo aggiornamento arriva puntuale puntuale martedì prossimo.

Next: “Il sorriso sulle tue labbra era quello triste di chi sa di aver fatto la cosa giusta.”

  
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