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Autore: JupiterEj    13/03/2013    1 recensioni
Niff Week | Day 1: Pioggia.
Non sapeva ancora perché, ma si sentiva al sicuro fra le braccia di Nick, come se non appartenesse ad altro posto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jeff Sterling, Nick Duval, Nuovo personaggio | Coppie: Nick/Jeff
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Beta: La Ele che è l'amore ♥ (aka Kaha)
Pairing: Niff.
Rating: Verde.
Genere: Fluff, Romantico, Comico.
Parole: 800+
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox. L'Usignolo Jacopo è totalmente mio, invece. Mi serviva una personalità in un certo modo, e non combaciando con nessuno degli Usignoli originali, ho sfruttato il mio bimbo.
Note: Sono super in ritardo per il primo giorno, lo so! Però l'ispirazione e il tempo sono apparsi solamente ora, perciò mi sono dovuta arrangiare. Hope you like it


 

Day 1 – Pioggia


 

E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile...

 

Erano poche le cose che Jeff odiava nella vita: le melanzane, lo stare fermo o zitto per più di cinque minuti, e la pioggia.Dio, quanto odiava la pioggia;l'aveva detestata fin da piccolo, quando la mamma lo vestiva con così tanti strati che finiva per sembrare un pinguino,era coperto a tal punto da essere bloccato dal fare qualsiasi movimento possibile.
Lo scrosciare insistente delle gocce d'acqua lo rendeva nervoso, inquieto, spesso tanto da farlo sentire male; Ma il suo non era semplice odio,la sua avversione per la pioggia poteva quasi sembrare una fobia, o un'intolleranza.
Se avessero scritto un resoconto della sua vita avrebbero potuto scriverci semplicemente: “Jeff Sterling, tredici anni, alto, biondo da far paura, intollerante alla pioggia”. La storia della sua vita.

Aveva sviluppato negli anni un'avversione all'uscire con tempo uggioso o durante una scrosciata più o meno intensa,così quando pioveva, nonostante avesse da fare, si ostinava a rimanere chiuso in casa cercando di non guardare fuori dalla finestra. E così aveva fatto anche quando aveva cominciato ad andare alla Dalton, la scuola superiore privata di Westerville.Almeno fino a quel giorno.

 

-Forza, Jeff! Se non ti alzi faremo tardi alle prove!- gli urlò contro l'amico con la sua stessa divisa per la quindicesima volta in dieci minuti.
Ed avrebbe anche potuto continuare per ore, a parere del suddetto Jeff, lui di certo non si sarebbe mosso da quella sedia di quella maledettissima caffetteria.
Ma cosa gli era saltato in mente quando Jacopo -il tipo che gli stava urlando contro, nonché amico d'infanzia e compagno di stanza- gli aveva proposto di andare nel bar vicino alla scuola per nemmeno ricordava più quale ragione?
Probabilmente era ubriaco. Sicuramente. Non c'era altra spiegazione plausibile al fatto che fosse uscito nonostante le nuvole non promettessero nulla di buono. E in quel momento si trovava bloccato su quella sedia senza alcuna intenzione di alzarsi, nonostante stessero facendo tardi alle prove degli Usignoli -gruppo “musicale” della scuola di cui facevano parte entrambi-, mentre fuori pioveva a dirotto. Nemmeno fosse stata una pioggerellina lieve, no! Per poco non veniva giù il diluvio universale. Nessun sano di mente sarebbe uscito in strada in quel momento, soprattutto senza una minima copertura, ma dopotutto il suo amico non rientrava in quella fascia, doveva ricordarselo.

 

Un'ora,tante preghiere e minacce dopo, Jeff stava correndo a perdifiato sotto la pioggia, cercando di fare il più veloce possibile ed di evitare che dentro le sue scarpe e su i suoi vestiti crescesse un ecosistema marino degno dell'Oceano Atlantico.
E mentre lo faceva stava riconsiderando l'idea di dover essere ubriaco, perché non era possibile che aveva acconsentito di nuovo a una delle proposte di Jacky e nemmeno che-

 

-Ehì!-

La sua lista di motivazioni si concluse nello stesso istante in cui andò a sbattere addosso a un ragazzo facendo finire entrambi per terra, in un misto fra imprecazioni e lamenti. Si ritrovò spalmato sopra quest'individuo a lui totalmente sconosciuto, dandosi automaticamente dell'idiota. Ma come aveva fatto a non notarlo?
Constatò che portava la sua stessa divisa, aveva i capelli mori -che in quel momento erano totalmente incollati alla sua faccia-, un paio di occhi che sembravano cioccolata fusa, e due fossette che gli si erano create sulle guance data la sua espressione crucciata. Solo al notare di questa, dopotutto, Jeff si alzò di scatto, come preso da una scossa elettrica, dicendo qualcosa di alquanto sconnesso.


-S-scusa! Scusami tanto! Non ti avevo visto!- cominciò, mentre l'altro si alzava e continuava a guardarlo in cagnesco. E poi, semplicemente, scoppiò a ridere.

Allora non sono l'unico ubriaco,” pensò Jeff, alquanto sorpreso di quella reazione.

 

-Non fa niente. Nemmeno io guardavo dove stavo andando- rispose pronto il ragazzo, mentre smetteva di ridere e sul suo volto si allargava un sorriso genuino, uno di quelli veri.

E rimasero così, a guardarsi negli occhi senza saper dire altro, scordandosi completamente della pioggia. Era come se il tempo si fosse fermato, per loro. E quando stava per dire qualcosa di sensato, magari presentandosi, o chiedendogli per quale losco motivo non l'aveva mai visto a scuola, una voce più conosciuta lo interruppe.

 

-Jeffrey, muoviti, o non ti presto più la tinta!-

Quel ragazzo non era davvero sano di mente.

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❝...e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

  

Da quel giorno, la visione del mondo da parte di Jeff era completamente cambiata. Adesso il biondo amava i giorni piovosi a tal punto da sperare con tutto il cuore che piovesse da un momento all'altro. Perché quel ragazzo che aveva scontrato, Nick, dopo che aveva scoperto la sua avversione per il tempo uggioso, aveva cominciato a coccolarlo particolarmente nei giorni di pioggia. Perché il moro si era convinto che Jeff avesse una gravissima fobia per la pioggia, e che quindi fosse bisognoso di tali attenzioni. E ovviamente l'Usignolo non si azzardò a correggerlo, minacciando chiunque volesse farlo. Non sapeva ancora perché, ma si sentiva al sicuro fra le braccia di Nick, come se non appartenesse ad altro posto .

     
   
 
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