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Autore: Mignon    13/03/2013    1 recensioni
Nella mente di Damon, in attesa del sorgere del sole.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dura che un giorno ogni cosa, tanto ciò che ricorda, quanto ciò che è ricordato.





"Osservati, guarda come ti sei ridotto.
Apri gli occhi, guarda in faccia la realtà."
Sono arrivato al tal punto, a supplicare me stesso, qui disteso in questa strada sotto la pioggia battente, fredda, che mi bagna il volto.
Cade sui miei occhi ancora chiusi portandosi via le lacrime tiepide che cadono ininterrotte, e a contatto con esse evaporano, senza però portarsi via il dolore che mi attanaglia.
Sono in Attesa.
Aspetto i suoi occhi, con quella fiamma che arde in essi, i soli capaci di scaldare la mia gelida anima.
Sono qui da giorni, non sento la fame, la sete… non sento me stesso.
Il mio cuore si blocca tutte le volte in cui mi accorgo che un piccolo particolare del suo dolce volto scompare.
Fa male avere il terrore di dimenticarsi di lei, restare in Attesa del semplice dolore, non più accompagnato dalla sua voce.
Resta solo il semplice e quasi dolce tormento dell’anima, che aspetta rassegnata la fine.
 
La storia si ripete da anni, prima che cada quel maledetto giorno, mi trascino con le ultime forze rimaste in quel luogo diventato quasi sacro.
Quel luogo in cui l’ho vista andare via.
Mano nella mano con lui.
Il suo amore ha vinto, era più forte di ciò che avrei potuto offrirle io.
Ero sbagliato.
Troppo.
Tutto era sbagliato!
I momenti, i luoghi… gli attimi.
Nel momento in cui le nostre strade hanno preso direzioni diverse, non ho potuto combattere.
Non potevo precluderle la felicità che meritava,
non era giusto condividere con lei il tormento che muove la mia vita da centinaia di anni.
E ora sono qui, ogni dannato anno, mese, giorno.
In Attesa.
Resto nella vana speranza di vederla correre verso di me, dopo anni di lacrime.
 
Sono sfinito, i miei muscoli mi stanno abbandonando, il mio corpo è pesante e la mia mente ormai è offuscata.
 
Sembra siano passate ore da quando ho riaperto i miei occhi, ormai brucianti.
Il cielo si sta schiarendo, e la serenità che trasmette non riesce ad arrivare al mio cuore,
ormai fermo completamente.
Ho dimenticato come si vive.
 
Sento dei passi.
Nel momento in cui mi volto sento il cuore riprendere vita, sento il sangue attraversare le mie vene e il corpo quasi esanime mosso da brividi.

È lei.
In tutta la sua bellezza e fierezza.
Viene verso di me con uno sguardo fanciullesco,
mentre i primi raggi di Sole fanno capolino dalle cime degli alberi.
Non può essere vero, questo è un meraviglioso sogno.
È così vicina, mi allunga la sua esile mano, e assaporo ogni particolare di quelle dita affusolate e delicate.
Ogni suo movimento è come compiuto dal vento.
E in un attimo sento la sua pelle liscia a contatto con la mia, ancora umida dalla pioggia che come per incanto ha smesso di cadere dal cielo, anche lui meno arrabbiato.
La sento.
Dopo mesi, anni… Sento anche me stesso.
Il Sole ormai è quasi all’apice in quel cielo ormai sgombro dalle nuvole.
Anche il mio cuore ora è sereno.
Mi guarda con amore, e io non riesco a pronunciare nessuna parola.
Mi perdo tra le sue braccia, nel tepore dell’infinito che porta dentro di sé.
Il Sole si alza fiero nel suo cielo, sovrasta gli alberi, rivendicando il suo posto.
Sono in balia di questi sentimenti.
 
Ecco le sue labbra dolci, così vicine alle mie.
La mia mano nei suoi lisci capelli che emanano un fresco profumo che si perde nel vento.
Un bacio.
Un bacio aspettato per un tempo quasi eterno, che cancella tutti quegli anni di sofferenza.

Ormai è troppo tardi…
Sento un rumore sordo, quasi metallico.
E in quel momento capisco tutto.
Il mio anello cade dalla tasca, quasi a volermi riportare alla realtà.
Mi sento fuoco.
E intanto mi allontano da lei senza volerlo.
Sto diventando polvere,
sotto quei raggi di luce, di quel Sole che ora mi guarda fiero per il compito che sta portando a termine.
Cenere alla cenere…
Il mio corpo si sta disperdendo nell’aria.
Con l’ultimo respiro proveniente dalla mia anima pronuncio quella promessa eterna.
“Elena, ti amo.”
Quasi come un sussurro, come una supplica, una preghiera.
Anche lei oramai è lontana,
non c’è mai stata.

Era tutto un’illusione portata in scena dalla mia mente, in quel teatro che è la vita.
Un’illusione per rendere più dolce questa morte.
Ora sono cenere nel vento… che porta con se anche il profumo della mia vita.
  
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