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Autore: ximeng    29/09/2007    4 recensioni
Mi aveva chiesto di liberarlo. Mi aveva pregato di dargli la pace eterna , e benché ne fossi capace e pur avendone la possibilità, non lo feci. Non potei farlo .Non sarei riuscito a macchiarmi di una colpa tanto grande. E se pure non avrei mai potuto negare qualcosa , a quegli occhi che supplichevoli e pieni di speranza mi scrutavano, gli negai l’unica cosa che egli mi abbia mai chiesto. (Non è una Draco/Blaise)
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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$ = Non Hai Paura? = $

Il castello era circondato dal silenzio della notte. Un silenzio a mio parere quasi opprimente. Correvo per i corridoi del primo piano, veloce più che potevo. Stavo spingendo il mio corpo fino ai suoi limiti più estremi, le gambe stavano per cedermi , gocce di sudore ricoprivano il mio corpo e il cuore batteva così forte e veloce ,che non sapevo per quanto tempo ancora avrebbe resistito . Ma non mi importava ,non in quel momento. Dovevo raggiungere la mia meta prima che fosse troppo tardi.

Ero arrivato nei sotterranei, mancava poco. Ancora qualche svolta,poi avrei visto il ritratto che portava alla sala comune della mia casa, avrei pronunciato la parola d’ordine con un filo di voce , quel tanto che bastava per farmi passare, e con il poco fiato che mi restava avrei fatto un ultimo sforzo per salire di corsa la scalinata di destra che conduceva al dormitorio dei ragazzi e sarei andato nella zona degli studenti del settimo anno. Ed eccola li.

Seconda porta a sinistra … stanza di Draco Malfoy.

E’ davvero una fortuna che i capo-scuola Serpeverde abbiano delle stanze tutte per sé. Non avrei ammesso ospiti indiscreti in un momento così delicato. Fissai la porta di legno scuro e pregiato di fronte a me. La mia mano poggiata sul freddo metallo del pomello tremava come il resto del mio corpo. Sapevo che non era solo per lo sforzo fisico appena compiuto . Avevo paura. Una paura tremenda di scoprire quello che avrei trovato al di là di quella porta. Mi diedi dello stupido quasi subito. Avevo fatto tanto per arrivare la e mi perdevo in un bicchiere d’acqua come uno stupido Tassorosso.Le vacanze di natale erano vicine, troppo vicine e sapevo che presto i nostri genitori ci avrebbero comunicato la data della nostra iniziazione come mangiamorte. La fine della nostra libertà e la distruzione di una,anche se piccola, speranza di avere un futuro. Ma non credevo così presto. Poco prima di lanciarmi in una corsa ai limiti dell’impossibile, mi trovavo nella guferia quando la lettera arrivò. Sapevo, che in quel momento la stessa lettera nera che io stringevo con forza tra le mani ,era arrivata anche a lui. Ero preoccupato , terrorizzato da ciò, ma lo ero ancora di più dalle precarie condizioni psicologiche e fisiche del mio migliore amico. Da piccoli ci eravamo fatti forza a vicenda, riuscendo a sopravvivere grazie all’aiuto dell’altro che non permetteva alla nostra volontà di cedere alla prima difficoltà. Ma Draco ne aveva passate troppe. Con un padre come Lucius non è facile. Non lo è per niente. Temevo che questo sarebbe stato troppo per lui. Di solito era Draco che alimentava le nostre speranze di una vita migliore .Mi diceva che prima o poi ce l’avremmo fatta a ribellarci. E per quanto poco ci credessi mi piaceva vedere i suoi occhi accendersi di una determinazione quasi folle, così forte. La sua voce pronunciava parole quasi felici, cariche di aspettative e sogni. E quasi quasi cominciavo a crederci anche io, almeno un pochino. Era bello credere che tutto ciò potesse diventare un giorno reale. Ma da un po’ aveva smesso di credere, rassegnandosi. Quando poi mi aveva confessato di essere innamorato ero felicissimo. Quando mi disse di chi lo fui un po’ meno.

Harry Potter ecco chi aveva rubato il cuore di Draco Malfoy.

A quanto sembrava anche il moretto ricambiava, e in me si accese di nuovo una piccola speranza. Forse questo amore sarebbe riuscito a superare tutti gli ostacoli, sconfiggendo le ombre che piano piano avevano oscurato le nostre vite. E l’impavido eroe e il suo bellissimo principe avrebbero finalmente vissuto felici e contenti. Ma noi non siamo personaggi di favole, e questa non è la solita storia per bambini dove il bene sconfigge il male e gli innamorati riescono a coronare il loro sogno ,vivendo per sempre felici e contenti. Il male fa parte di noi e a volte c’è chi ne viene sopraffatto. Anche se non per sua scelta. E io avevo paura di essere quel “chi”, che non riesce a tornare a galla, annegando nel mare profondo e nero delle tenebre, col timore che quando sarebbe accaduto, avrei trascinato con me anche Draco.Purtroppo il suo rapporto con Harry aveva lasciato disperazione nel suo cuore,perché sapeva cosa avrebbe perso una volta accettato il destino che era stato deciso per lui. Forse chissà, se il giovane Griffondoro fosse arrivato prima nella sua vita ci sarebbe stata una possibilità in più. Non gliene faccio una colpa perché non poteva sapere le cose come erano in realtà . E ora temevo per il peggio. Soffrivo perché forse dietro quella porta, avrei trovato un ragazzo di soli 17 anni che aveva smesso di lottare.

Preso un grande respiro varcai la soglia.

La stanza era buia e fredda. Man mano che i miei occhi si abituavano all’oscurità,seduto sotto la finestra ,appoggiato al letto, intravidi la sua figura illuminata dalla tenue luce argentata della luna. Come un guscio vuoto senza vita, immobile, stava rannicchiato sul pavimento, con le ginocchia accovacciate al petto e il viso nascosto nelle braccia che circondavano le sue gambe. Mi avvicinai lentamente e mentre mi inginocchiavo al suo fianco calpestai qualcosa che emise un fruscio di carta accartocciata. Presi in mano il pezzo di carta. Come temevo era la lettera di suo padre.

 

Presto verrò a prenderti.

Finalmente potrai riscattare tutti i tuoi errori, servendo il signore oscuro, come suo fedelissimo mangiamorte.

E forse non sarai più una vergogna per me e tua madre.

Tuo padre,

Lucius Malfoy

 

Il mio cuore batteva impazzito, tremante allungai il mio braccio ed accarezzai quei setosi capelli d’argento. Lui alzò la testa e girò il viso verso di me. Quello che vidi mi lasciò sconcertato.

 

-Non hai paura?-

 

Una semplice domanda sussurrata al freddo vuoto della stanza. La sua unica risposta fu un sorriso. Il primo vero sorriso che vidi apparire su quel bellissimo volto diafano,dopo tanto tempo.

Un sorriso dolce,disarmante…di rassegnazione.

Il dolore che l’aveva sopraffatto per tanto tempo, era stato così grande ,che quello nuovo non avrebbe fatto la differenza. Sarebbe stato solo dolore aggiunto ad altro dolore. E forse non aveva più la volontà per sentirlo o anche solo contrastarlo. Mi resi conto che non vi era paura , ne malvagità in quegli occhi grigi,sfumati verso l’azzurro, che mi fissavano decisi  e che io ricambiavo veramente forse per la prima volta. Compresi che quelle iridi che sapevano incutere tanto timore e metterti soggezione, erano in realtà quelle di un ragazzo normale  ma speciale nella sua normalità. Un giovane ragazzo che credeva di non avere scelta, che il suo destino fosse già scritto. Che non credeva di poter amare, tanto meno di poter essere a sua volta amato.  E quando invece aveva trovato questo sentimento unico e fantastico, in un ragazzo alto, moro dagli occhi smeraldo e stupendo…Quando finalmente era riuscito ad aprire il suo cuore a cui era stata data la possibilità di cambiare, di decidere qualcosa di meglio per la propria vita , scelse di proteggere le persone che aveva imparato ad amare , sacrificando la sua unica possibilità di libertà….

 

-Sta arrivando…e forse LUI mi darà quello che tu non sei riuscito a darmi-

La sua voce era calda e profonda. Non tradiva nessuna incertezza e non vi era nessuna forma di accusa nei miei confronti. Ma forse di rimprovero nei suoi. Mi aveva chiesto di liberarlo. Mi aveva pregato di dargli la pace eterna , e benché ne fossi capace e pur avendone la possibilità, non lo feci. Non potei farlo .Non sarei riuscito a macchiarmi di una colpa tanto grande. E se pure non avrei mai potuto negare qualcosa , a quegli occhi che supplichevoli e pieni di speranza mi scrutavano, gli negai l’unica cosa che egli mi abbia mai chiesto.

 

Lui riusciva sempre a comprendere gli animi delle persone che aveva di fronte. Riusciva a leggere le tue emozioni , era una sua dote ,una delle tante a mio parere. Sapevo che era un ragazzo pieno di sorprese, benché non sia mai riuscito a comprendere se stesso. Forse non è riuscito a farlo nemmeno alla sua fine. Che brutta espressione per indicare la scomparsa di una persona : “alla sua fine..”. Probabilmente sarebbe più corretto usare la parola inizio. L’inizio di un nuovo percorso che purtroppo non affronteremo insieme ,mio caro Draco. Almeno non per il momento. Forse notò il timore nei miei occhi per quello che sarebbe successo dopo,inevitabilmente.

-Che sia mio padre, il signore oscuro o la persona che amo ad uccidermi , non ha importanza. Mi sto spegnendo Blaise. Lentamente le forze mi stanno abbandonando. E nel chiederti di porre fine alle mie sofferenze sono stato egoista ,lo sono stato ancora una volta. Ho pensato solo a me stesso ,a quello che io avrei ricevuto , non a quello che avresti provato tu nel farlo. Anche se non sarei stato io a soffrire ,l’avresti fatto tu. Ed è pur sempre dolore, altro dolore.Scusami-

Mi sfiorò la mano , stretta nella sua ,nel pronunciare le sue scuse e il suo tocco fu leggero , piacevole ma stanco, e riuscii comunque a trasmettermi tutta la sua dolcezza. Questa sensazione di pace e serenità mi colpì nel profondo. Ma mai come lo avevano fatto i suoi occhi di ghiaccio diventati freddi ,decisi ,pieni di una consapevolezza che li rendeva vivi. Mi stupì di come il ghiaccio potesse prendere fuoco,alimentando una fiamma che bruciava ardente e furiosa , senza che questa accennasse a diminuire di intensità. Ero convinto che concentrandomi , sarei riuscito a sentire lo scalpiccio delle fiamme che prendevano vita , con forme delicate, veloci nel loro movimento su quella grigia lastra ghiacciata, e sentire in contemporanea il calore delle fiamme avvolgere non solo il mio corpo ma anche la mia anima, creando una sensazione nuova , piacevole, che riusciva a togliermi il respiro. Tutto questo mi faceva sentire vivo come non lo ero mai stato. E per la prima volta riuscì a percepire ogni più profonda emozione e sensazione, che quel giovane corpo di fronte a me voleva che io percepissi e comprendessi .

Mi riscossi dal mio torpore solo al suono della sua voce soave.

 - Blaise io sono debole , lo sono sempre stato. Non sono mai riuscito a dire no a chi prendeva decisioni al posto mio , incurante dei mie pensieri o di ciò che provassi nel sentirmi usato, maltrattato e a volte anche odiato per qualcosa che non facevo ,o facevo male , e per qualcuno che non ero ma fingevo, DOVEVO fingere di essere. Non sai quanto intensamente ho odiato il cognome che porto , perché non potevo più sopportarne il peso.  Quanto crudelmente ho odiato gli altri perché potevano avere quello che io non ho e mai potrò avere , e non si accorgevano di quanto io ne soffrissi.  Non sai quanto pietosamente ho odiato me stesso per essermi rifugiato dietro una maschera di freddezza e cattiveria credendo, sperando potesse proteggermi, ma mi sbagliavo. Per tanto tempo non mi sono guardato allo specchio per paura di vederci il riflesso di mio padre. E quando ho trovato qualcuno che credeva in me, a cui poter aprire il mio cuore , era ormai troppo tardi , perché avevo già da tempo rinunciato a vivere. Me ne sono reso conto, solo quando ho allontanato quell’amore che avevo atteso da tutta una vita e che credevo non esistesse, né che avrei mai potuto vivere. Ma ti prego fa sapere a lui che l’ ho amato con tutto me stesso e che continuerò a farlo sempre e comunque.  E dovunque io sarò non smetterò mai di farlo ne di chiedere il suo perdono-

 

Mi si strinse il cuore nel sentire quelle parole, e nonostante si potesse percepire palesemente tutta la loro amarezza , non ve ne era traccia alcuna sul suo volto, dove si ergeva un sorriso bellissimo, il più bello di tutti perché sincero e pieno d’amore. Per la prima volta, vidi che a piegare le sue dolci labbra non era stata una smorfia di dolore, perché questo non era presente in alcun modo a scalfire quell’opera d’arte, che nessun pittore sarebbe riuscito a dipingere, ne uno scultore sarebbe stato in grado di imprimere nel marmo, perché sarebbe risultato vano il tentativo ,e vuoto anziché vivo il risultato,ne il rimpianto.  Ma era stata la felicità a far nascere quel sorriso. Perché anche se per poco era riuscito a vivere davvero la sua vita. Mai parole così forti sembrarono così vere. Ma su un’unica cosa non ero d’accordo con Draco e non lo sono tutto ora. Lui non è mai stato debole, ma forte perché nonostante tutto, è riuscito a vincere il suo più grande timore.

Quello di non riuscire ad amare.

E il suon sguardo deciso , il sorriso sincero e le sue bellissime parole, nella loro semplicità, ne erano  la prova .Calde lacrime scesero a bagnare il mio viso, mentre ammiravo quel ragazzo bellissimo che mai come in quel momento mi sembrò un angelo. E compresi, che forse realmente, non avrebbe mai potuto chiamare casa, questo mondo crudele e corrotto dall’odio, sfociato in guerre inutili, portatrici di morte e sofferenza. Mentre mi diceva “Addio” anche dai suoi occhi scesero delle scie d’acqua salata, come ad accarezzare le sue guance, cercando di lenire in parte il suo dolore. Non dimenticherò mai il suo volto, che anche mentre piangeva, portava sulle labbra quel sorriso che da solo esprimeva, quello che nemmeno mille e più parole potranno mai esprimere. Ma che rimarrà per sempre nel mio cuore, impresso come il ricordo più bello e prezioso.

In qualunque posto tu ti trovi ora Draco, sarai libero di fare le tue scelte e stare finalmente vicino alle persone che ami.

 

Blaise Zabini.

05 Giugno 1998. 

 

Fine!

 

  
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