Breve fic scritta in macchina mentre alla radio davano la canzone da cui prende il titolo. ^.^

O ti amo o ti ammazzo

Ecco che ci risiamo.
Questo aveva pensato l’oncologo vedendo Gregory House entrare nel suo ufficio e cominciare a lamentarsi di questa o quella cosa.
Erano circa venti minuti che andava avanti così e da ogni gesto di James Wilson si poteva notare quanto quelle parole lo infastidissero: una mano tamburellava nervosamente sulla scrivania mentre l’altra sfogliava l’ennesima cartella; gli occhi bassi, cercando di concentrarsi su ciò che lui stesso aveva scritto, ma con scarso successo.
Il diagnosta continuava imperterrito il suo monologo come se non si accorgesse del nervosismo dell’altro.
Wilson, dal canto suo, era restio sia all’interromperlo bruscamente che al continuare a sentirlo blaterare parole senza senso.
Alla fine si alzò.
“Dove vai?” domandò House.
L’oncologo non parlò, ma fece il giro della propria scrivania e gli si parò davanti.
Si abbassò sull’uomo che sedeva sulla poltrona in pelle nera poggiando una mano sulla spalliera e con l’altra lo prese per il colletto della giacca attirandolo a se e baciandolo.
“Silenzio, finalmente.” disse poi.
House lo guardò senza capire.
“Volevo zittirti, ma non mi andava d’esser brusco.” spiegò Wilson.
“Uhm… e questo sarebbe il non essere brusco, eh?! Comunque... alternativa interessante… credo che potrei pure ricominciare, per vedere se userai il solito metodo…”
James sbuffò e poi lo baciò nuovamente.
“Questo, invece, era per…?”
“Per dimostrarti che, se proprio desideri un bacio, non hai bisogno di farmi venir il mal di testa per ottenerlo…”
“Oh… mhm… sì, penso che potrebbe piacermi anche questa cosa… Quindi dici che basta che io ti chieda di baciarmi?”
“Puoi provarci…”
“Bene, fallo. Baciami.”
“Malfidato…”

Fine.