Sono passati più di dodici mesi dalla morte di mia zia, colei che mi è stata accanto fin dalla nascita. Adesso sono qui di fronte alla porta della cucina ad aspettare le mie due figlie per andare al cimitero a mettere i fiori nella tomba di mia zia.

Amavo mia zia, anche se per colpa della vecchiaia stava diventando sorda e non poteva muoversi, mi ha aiutato molto sia per la casa che per le figlie.

E' stato un duro colpo la sua morte.

I miei pensieri furono interrotti da mio marito.

"Angela,ehi mi senti? Dobbiamo andare" mi disse con un sorriso sforzato,visto che per lui mia zia era come una seconda madre.

Dimenticando i pensieri precendenti, presi la borsa per poi chiudere la porta dietro alle mie spalle e scendere le scale fino ad arrivare al portone.

                                                             

                                                                  ***

 

Il viaggio in macchina fu più corto del previsto. Scesi dalla macchina facendo attenzione a non scivolare nell'asfalto ancora bagnato per la pioggia finita poco prima delle nove di stamattina. Dopo aver comprato i fiori mi incamminai fino alla tomba, ma c'era qualcosa di strano nell'aria. Comunque, mio marito e le mie figlie sono andati a visitare la tomba di mia suocera,donna fantastica. Arrivata davanti alla tomba di mia zia mi inginocchiai per posare i fiori nel vaso, ma mentre sistemavo i fiori sento qualcuno toccarmi la spalla, giro la testa e vedo una donna sull'età di ottanta-ottantacinque anni, una lunga veste bianca immacolata che le copriva i piedi nudi, gli occhi di un color ghiaccio mai visto e i capelli grigiastri arruffati.

"Ha bisogno di una mano, signora?" chiesi gentilmente.

Aveva un non so che di familiare ma io mi limitai a sorriderle.

"Oh mi scusi graziosa signorina, pensavo fosse mia nipote" mi rispose con lo sguardo perso e un sorriso dolce.

"Dov'è sua nipote, se non sono troppo invadente" le domandai guardandomi attorno.

"Non lo so, l'ho persa più di dodici mesi fa, e ancora non riesco a trovarla" disse con uno sguardo pungente e spaventoso ma allo stesso tempo tanto naturale, anche se per me di naturale non c'era niente. Poiché mi sorprese molto la sua risposta presi il cellulare e provai a chiamare mio marito ma con scarsi risultati, spaventata iniziai a correre goffamente, per via delle scarpe con il tacco.

Dopo aver corso per un po di tempo mi fermai e girai la testa per vedere se quella sconosciuta dagli occhi color ghiaccio era dietro di me, ma per mia fortuna non fu cosi. Mi calmai e continuai a camminare ma appena girato l'angolo me la ritrovai davanti con quel viso cosi dolce,innocente ma allo sresso tempo spaventoso e crudele.

Il vestito non era più di quel bianco immacolato come prima che iniziassi a correre ma pieno di macchie rosse. Sangue.

Sangue ancora fresco. Il mio sguardo si posò sulla sua debole mano destra dove impugnava un coltello con la lama tutta gocciolante di un liquido rosso.

"Bel coltello vero? Peccato che mia nipote non la pensava allo stesso modo" dichiarò poco prima di scomparire nel nulla.

Io rimasi a bocca aperta e sorpresa da ciò che aveva detto l'anziana vecchietta rimasi un altro po immobile senza muovermi.

Aveva ucciso sua nipote, ma perché?

                                                                                                               
                                                                      ***

 

All'uscita del cimitero vidi mia figlia venirmi incontro porgendomi la mano e indicandomi mio marito insieme a mia figlia più grande. Entrammo in macchina e intanto pensavo che non avrei di certo dimenticato ciò che avevo visto. Quella signora, l'anziana del cimitero.