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Autore: Reveur de merveilluex    13/03/2013    6 recensioni
«Non sono le cose belle quelle che ricordo. Possono essere belle quanto vuoi, Daniel, ma non sono quelle che ti restano dentro. Sono le cose brutte, invece, quelle che ti segnano, quelle che non dimentichi.»
Guardò il suo demone negli occhi, che per qualche strana ragione sembravano essere meno piatti, freddi.
«Io valgo la pena di essere ricordato?»
Scar ci pensò un attimo prima di rispondere.
«Tu sei la cosa peggiore che mi sia mai capitata.»
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scarlett rimase ferma, immobile. Non aveva ancora scostato la tenda, era rimasta con due dita che la reggevano. Riusciva a sentire il cuore pulsarle forte nelle orecchie, rimbombando all'impazzata.
Era appena riuscita a decifrare la scritta sul bigliettino, o almeno, una parte. Sapeva dove andare a cercare qualunque cosa dovesse cercare, ma non sapeva che significato avessero 'Fnt, 12, 4'.
Avrebbe sicuramente cercato di capirlo, se non fosse stato per il fatto che sembrava esserci un misterioso uomo urlante fuori dalla sua casa, che batteva violentemente i pugni sulla porta.

 

Poteva mettersi a correre a chiamare la polizia, oppure scostare di poco la tenda e vedergli il volto. Se fosse stato Gabriel, l'avrebbe sicuramente riconosciuto. E questo avrebbe significato che era il suo anti-protetto, e in teoria non le avrebbe fatto alcun male. Quindi poteva essere qualcun'altro che non conosceva? Ma se non lo fosse stato, avrebbe chiamato la polizia per niente, sua madre sarebbe stata avvertita e sarebbe dovuta tornare a casa, e tutto si sarebbe complicato.
Allontanò lentamente la mano dalla porta, e poi a passo felpato si avvicinò alla cucina. Aprì un cassetto e ne tirò fuori un coltello che sembrava essere quello del macellai, lo stesso che si vede nei film horror. Vide il suo riflesso distorto sulla lama e rabbrividì.
Almeno così aveva qualcosa con cui difendersi se fosse servito. Ma sarebbe bastato?
Tornò alla porta, e girò lentamente la chiave nella serratura. Poi la aprì lentamente.
Un ragazzo si fiondò dentro casa, aveva i capelli neri corvini, ma Scarlett non riuscì a scorgere gli occhi. E non sembrava un assassino per niente.
«Scarlett!» Le urlò gettandole le braccia al collo. Aveva il fiatone.
Lei gli si allontanò sistematicamente, tenendo ancora il coltello stretto in mano.
Ma cosa?
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, alla vista del coltello. Alzò le mani in aria e la guardò come fosse una matta da rinchiudere. «Sono io. Sono Anthony, ricordi?»
La sorpresa illuminò il volto di Scarlett, poi, la vergogna. Se ne stava lì a puntare un coltello contro suo cugino, che avrebbe dovuto ospitare. Lasciò cadere il coltello sonoramente. «Oddio,
Anthony! Mi dispiace, oddio. Mi dispiace tanto! Pensavo.. Stavi battendo così forte ed io..»
Anthony le si avvicinò, mettendole le mani sulle spalle. «E' tutto okay, Scarlett. Mi dispiace averti spaventata. E' che ho sentito dei rumori e pensavo stesse succedendo qualcosa.»
Scarlett rimase lì a fissarlo, ancora sbigottita. Quali rumori?
«Oh, certo. Mi dispiace tanto.»
Fissò gli occhi del ragazzo. Non erano come se li ricordava. Erano ghiacciati, completamente gelati. Così diversi da quelli di Daniel. Le ricordavano le enormi masse di ghiaccio che si vedevano nei documentari sul polo nord. Impenetrabili, immobili.
«Non preoccuparti. Sono in anticipo, sarei dovuto arrivare tra qualche giorno, ma non ho potuto proprio aspettare..» Scosse leggermente la testa, quasi dicendolo a se stesso più che a lei.

 

 

***



 

Dopo aver dato un degno benvenuto ad Anthony ed essersi scusata altre mille volte, Scarlett decise di andare a dormire. Ma non chiuse occhio. Rimase immobile a fissare il soffitto della camera, pensando.
La presenza di Anthony la intimoriva, non la faceva stare tranquilla. Probabilmente era perché gli aveva appena puntato un coltello addosso e.. La foto.
Dove aveva messo la foto? Probabilmente le era caduta al piano di sotto.
E Daniel ed Henry? Dove diavolo erano finiti?
Ma non dovevano vegliare su di lei?
Dio. Pensò. Che gran casino.
Verso le sei del mattino, Scarlett entrò in un leggero dormiveglia, che fu interrotto quando qualcuno socchiuse la porta della sua camera.
«Fiamma!» Sibilò una voce familiare.
Si mise retta a sedere, di scatto. Guardò la figura sfocata di Daniel che le si avvicinava, il demone la prese per spalle e la scosse.
«Hey, hey! Che ti prende?» Cercò di allontanarsi.
«Sei lucida?» Daniel le lasciò bruscamente le spalle. «Vuoi spiegarmi cosa ci quel tizio nella mia camera?» Disse a denti stretti, fulminandola.
«Eh? Parli di Anthony? E' arrivato ieri sera, gli ho detto di scegliersi una camera e andare a dormire.»
«Lo vedo questo. Ma deve andarsene dalla mia.» Sibilò ancora Daniel.
Scarlett squadrò il demone, ancora non completamente sveglia. Che problemi aveva?
«Forse la prossima volta dovresti appenderci un cartello. O magari marcare il territorio con la pipì, come fanno i cani.»
Il demone rise falsamente. «Divertente, o forse potrei semplicemente andare di là e sbatterlo fuori a calci, no?»
Daniel si alzò di scatto, andando verso la porta. Scarlett gli si parò davanti, chiundendola, le mani dietro la schiena come se proteggesse qualcosa di importante. Si ritrovò il demone davanti alla faccia. «Non fare il coglione, Daniel. Si può sapere qual è il problema? E' solo una camera, ce ne sono altre, la casa è grande.»
Daniel chiuse lentamente gli occhi, esasperato. Evidentemente cercava di controllarsi. «D'accordo, Fiamma. Per questa volta.» Curvò la testa di lato, guardandola a denti stretti. Scarlett si spostò di lato, lentamente, facendolo passare.
«Ma ricorda.» Cominciò Daniel prima di sparire dietro la porta. «Odio quando viene toccato quel che mi appartiene.»
Per qualche ignota ragione, Scarlett rabbrividì.

 

 

Appena fu sicura di non essere più a portata d'orecchio, corse verso l'armadio e si vestì in fretta. Raccolse i capelli in una coda veloce scese le scale correndo.
Aveva avuto abbastanza tempo per pensare, durante la notte:
Chiunque le avesse inviato il biglietto le aveva anche mandato a dire che non bisogna sempre fidarsi di chi ci sta attorno. Aveva scritto il nome di una strada che solo lei poteva capire, evidentemente perché voleva che solo lei capisse. Ma poteva benissimo anche essere una trappola, quindi non poteva semplicemente andare a cercare un qualcosa non ben definito in un luogo non ben definito, quando poteva benissimo essere stato il suo anti-protetto a volerla mandare lì. Eppure era quel che avrebbe fatto, visto che sentiva di non poter aspettare.
Arrivò in cucina con l'intenzione di cercare il biglietto e la foto, quando trovò Daniel intento a squadrare il biglietto e Henry di fianco a lui. «E' questo?»
Scarlett inghiottì la saliva, si sentiva colta sul fallo, anche se non ne aveva motivo.
«Sì.» Rispose Henry. «Ti dice niente?»
«No.» Daniel lanciò il bigliettino ad Henry. «Fiamma, ti senti bene?»
Scarlett si accorse che stava trattenendo il respiro, lasciò andare il fiato cercando di non farsi notare.
«Benissimo.» Andò verso la credenza, facendo finta di cercare un pentolino. Ma si sentiva gli occhi dei due ragazzi addosso, che la seguivano insospettiti.
«C'è qualcosa che vuoi dirci?» Interruppe il silenzio Henry.
Scarlett si girò verso i ragazzi con un pentolino in mano. «Sì, oggi esco. Cercate di far sentire a suo agio Anthony. Ah, Daniel.. » Riempì il pentolino di latte. «Vedo che Henry ti ha aggiornato. Siete giunti a qualche conclusione?»
«Niente.» Daniel continuava a guardarla, cercando di capire cosa la portava ad essere così strana. «Dov'è che vai?»
Scarlett accese il fornello, mettendo il pentolino a bollire. «Ah, mi sono dimenticata di dirvelo.. Charlene ci ha invitati alla sua festa di compleanno, credo sia domani. Vado a prenderle un regalo.»
«Oh.» Fece Daniel. «Charlene la biondina della Delirious? Aveva un bel culo.»
Scarlett fece un ghigno. «Se ti piacciono i pali, allora sì.»
«Come sei divertente, oggi.»
Henry tossì leggermente, avvicinandosi a Scarlett.
«Scar, non è che ti stai cacciando nei guai, vero?»
Prima che la ragazza potesse aprire bocca, Anthony e i suoi capelli spettinati fecero la loro comparsa nella cucina. Si fermò di colpo, guardando le tre persone davanti a lui.
«Che mi sono perso?»
 


 

***



 

Non era stato facile convincere Daniel a sopportare la presenza di Anthony. Era evidente che non gli piacesse, ma doveva abituarcisi. A dire la verità, neanche Scarlett si sentiva molto a suo agio in sua presenza, ma doveva farci l'abitudine anche lei.
Aveva lasciato i tre ragazzi lì, dicendo di dover muoversi a trovare qualcosa di incredibile da regalare a Charlene. In realtà voleva solo squagliarsela prima di pensare ad una qualunque scusa da rifilare ad Anthony che giustificasse la presenza permanente di due ragazzi in casa sua. Quindi aveva lasciato Daniel ed Henry a sbrigarsela da soli. Gli avrebbero detto che erano suoi compagni di laboratorio, o altri lontani cugini. In realtà non le importava, aveva cose più importanti da fare.

 

Tutto quel che sapeva, era che doveva andare a Grey Street - il cuo nome reale era 'St. James Street'.
Non aveva un vero e proprio piano, e stava infrangendo la promessa fatta ad Henry. Ma sentiva di doverlo fare, sentiva che doveva andare in quella strada e cercare qualunque cosa la aspettasse.
Se avesse avuto bisogno di aiuto, li avrebbe chiamati.
E poi correva veloce.
 
Scese dall'autobus che l'aveva portata fino lì, alla fermata vicina ad una drogheria, ed iniziò a guardarsi intorno.
Dopo una buona ora di camminata, si rese conto che stava facendo una cazzata. Era stata così dannatamente una stupida a pensare di poterlo fare da sola. Non sapeva neanche cosa stesse cercando. Numeri? Negozi? Cosa?
Si appoggiò ad una panchina, stanca.  Non ho neanche fatto colazione. Sbuffò.
Era meglio trovare un regalo da rifilare a Charlene il prima possibile. Entrò nel primo negozio che trovò, dieci minuti dopo ne uscì con una borsa color argento. In realtà faceva schifo, ma i gusti di Charlene non erano da meno.
Stava guardando la borsa con una smorfia di disgusto, quando andò a sbattere contro qualcuno. «Dio.. Scusami!»
Aveva urtato una ragazza dai capelli bruni, era minuta e bassa. Reggeva stretti al petto dei libri che le caddero tutti a terra. Scarlett si abbassò, aiutandola a raccoglierli. Da uno di questi uscì un bigliettino. 'Proprietà della biblitoeca di Deadwood'.
Le sorse un dubbio. «Scusami, sapresti dirmi dov'è la biblioteca?»
La ragazza emise un flebile suono, inizialmente Scarlett pensò che si fosse fatta male. Poi si accorse che stava parlando. «E' proprio qui dietro, svolta l'angolo e ci sei.»

 

Bingo.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Beh, non che fosse una grande fan delle biblioteche. Ricordava vagamente che ce ne fosse una a Deadwood, ma che fosse proprio lì.. Non poteva essere una coincidenza. Non lo era. Non c'era nient'altro di interessante in quella strada, qualunque cosa la attendesse, era lì. Abbastanza nascosta ma abbastanza rintracciabile.
Sentì un fremito nelle gambe, doveva essere l'adrenalina che le entrava in circolo.
Scar iniziò a camminare velocemente, seguendo le indicazioni della ragazza. Quando svoltò l'angolo, si ritrovò a correre.
Il vicolo era molto più lungo di quel che si aspettava. Lo percorse tutto. Si trovò davanti ad un alto palazzo color amaranto. Senza indugiare, spinse le grandi porte di legno ed entrò.
Nell'aria vi era odore di polvere, e di legno. La biblioteca era enorme, divisa in due piani. Sul soffito vi erano varie lampade al neon che la illuminavano tutta. Qua e là erano disposti grandi tavoli di legno, e gli scaffali di libri sembravano infinti. Erano divisi per categoria.
Categoria.
Scarlett tirò fuori il biglietto stropicciato che aveva in tasca. Fnt. Poteva essere un'abbreviazione? Sì, Fantasy.
Doveva andare nella sezione fantasy.
Cercando di controllare il passo, si mosse attraverso gli scaffali, arrivando alla sezione Fantasy.
12, 4. Scaffale dodici, quarto libro. Possibile che fosse così semplice?
Con le mani che fremevano, Scarlett si mise a contare. Raggiunse lo scaffale numero 12 e il libro numero 4 e lo sfilò.
Un libro sui folletti.
Oh, sul serio?
Prese a girare le pagine. Niente. Provò a leggere una riga, magari la copertina era diversa ed era un libro del tutto diverso da una guida sui folletti..
“Dall'altra parte dell'arcobaleno l'aspettava..” No, niente.
Davvero pensava che sarebbe stato così facile?
No, forse non c'era proprio nulla. Forse era davvero uno scherzo e aveva sprecato tutto quel tempo per niente. Eppure un libro sarebbe stato di grande aiuto, soprattutto se riguardava cose che avrebbe dovuto sapere..
Chiuse il libro di scatto, e un polverone si erse sopra di esso. Tossì.
Bello, davvero bello. Non solo aveva perso la mattina a cercare qualcosa probabilmente inesistente, ma era in una biblioteca tremante a leggere un libro sui folletti.
Rimise il libro al suo posto e sbuffò.
Possibile che non ci fosse niente? Eppure lei ne era così convinta.
12, 4.
Lo ripetè a mente. Forse era sul serio un verso della Bibbia.
Rise, senza preoccuparsi di chiunque l'avesse potuta sentire.

 

Un momento..
Un verso.
Scarlett riprese il libro, velocemente, e andò a pagina 12. Pagina 12, riga 4.
Ma era una riga intera.
Mi chiedo se...
Provò ad andare alla parola 12. 'Apocalisse'.
Apocalisse, la sezione apocalittica della biblioteca.
Si mosse velocemente, tenendo il libro stretto a sé.
E' un ciclo continuo! Urlò una voce nella sua testa. I numeri si ripetono!
Certo, era così semplice. Era una semplice sequenza di due numeri che si ripetevano. Facile ma efficace, alla portata di chiunque.
Alla sezione sui testi apocalittici, andò allo scaffale numero quattro. Libro numero 12.
Un libro sull'anticristo. Andò a pagina 4, parola numero 12. 'Fianco'.
Fianco? Cosa voleva dire?
Si guardò a fianco, come se si aspettasse di vedere materializzare qualcosa. Poi spostò lo sguardo sull scaffale. Fianco, il libro a fianco?
Era un libro sulle creature della notte, quelle del male. Ma così non aveva senso, la sequenza si interrompeva.
Provò a sfogliare il libro, ne caddero alcuni fogli.
Li raccolse. Erano appunti?
No, non erano appunti. Erano pagine di diario. Un Diario. Provò a leggerne un verso 'Questa notte ho appreso che i demoni..'
Un controllore le passò a qualche metro di distanza, lei si girò dall'altra parte.
Doveva essere quello. Qualcuno doveva averle lasciate lì per lei.
Si mise le pagine dentro la giacca, controllando di averle tutte, e poi rimise il libro al suo posto.
Il cuore le tamburellava nel petto.

 

 

Anche quando fu tornata a casa, Scarlett aveva il cuore che le batteva ininterrottamente.
Doveva parlarne con Henry e Daniel? Era riuscita a trovare quel che doveva trovare senza di loro, nessuno si era fatto male. Forse era giusto così. Non sapeva da dove arrivasse quella sensazione, ma c'era. Se avesse dato le pagine a loro forse gliele avrebbero tolte. Non poteva correre il rischio, doveva leggerle prima.
Entrò in casa il più silenziosamente possibile.
«Fiamma.»
Daniel le si avvicinò, guardandola ad occhi socchiusi. Sembrava fosse lì proprio per lei, ad aspettarla.
«Dove sei stata?»
Lo guardò con l'espressione più tranquilla che potesse fare. «A prendere il regalo a Charlene, lo sai.»
«Mh mh.» Rispose lui, avvicinandosi ancora di più. «Mi stai nascondendo qualcosa, vero?»
Scarlett strabuzzò gli occhi. Ma come..?
Oh. I demoni potevano percepire le sensazioni umane, se n'era quasi dimenticata. Probabilmente adesso appariva nervosa. Ma come poteva controllarsi? Il pensiero che Daniel potesse leggerle dentro la rendeva ancora più nervosa.
«Io? A te? E cosa dovrei nasconderti?» Improvvisò una risatina.
«Non lo so, dimmelo tu.» Daniel le si avvicinò ancora di più fino a sfiorarle il naso. Scarlett si chiese se non potesse anche capire qualcosa dagli occhi, così distolse lo sguardo.
«Non essere stupido, Daniel.» Fece per evitarlo e andarsene, ma lui la afferrò per il polso facendola ritrovare di nuovo sotto il suo sguardo indagatore. Faccia a faccia.
«Qualunque cosa tu abbia in mente, Scarlett, spero non tu stia facendo cazzate che ti mettano in pericolo.» Disse lui quasi in un sussurro.
«Sto benissimo.» Resse il suo sguardo perforante meglio di quel che si sarebbe aspettata. «La pedina per la tua vincita è ancora in salute, non preoccuparti.»
Daniel aprì la bocca, probabilmente per ribattere qualcosa. Ma la richiuse subito. «Meglio così.» Disse soltanto.

 

Scarlett provò a controllarsi mentre saliva al piano di sopra, ma le gambe le fremevano ancora e non mettersi a correre fu più difficile del previsto. Quando arrivò alla sua stanza, chiuse la porta a chiave e tirò fuori le pagine dalla giacca.
Si chiese se Daniel la stesse ascoltando. Poteva sentire i rumori a distanza? Come poteva saperlo lei? La verità era che non sapeva quasi niente su Henry e Daniel, quindi non poteva fidarsi di loro. Almeno non completamente.
E' giusto che non sappiano delle pagine, almeno per ora. Pensò, quasi per giustificarsi con se stessa.
Si tolse la giacca che buttò frettolosamente sul letto e si sedette sul pavimento, disponendo le pagine in modo da vederle tutte. Non erano tutte, le date era disconnesse. Ma erano sempre qualcosa.
Prese in mano la pagina che doveva essere la prima scritta di quelle possedeva.
La data segnava il 01.02.1898.
1898? Erano così vecchie quelle pagine?
Scarlett si appoggiò al letto e iniziò a leggere.

 

Io, Edmund Lancaster, ho deciso di raccogliere i miei pensieri e le mie testimonianze in questo libretto, sperando che un giorno possa tornare utile a qualcuno.
Stiamo partendo per l'Avana. Il numero di soldati ammonta a più di 260.

 

Scarlett si fermò. Era una testimonianza di guerra? Da quel che si ricordava dalle noiose lezioni di storia in quei tempi si svolgeva la guerra ispano-americana..
Almeno credo. Pensò.
Continuò a leggere.

 

Con noi si stanno imbarcando strani uomini. Non comprendo le loro usanze e il loro modo di relazionarsi. Sembrano provenire tutti dallo stesso luogo, ma molti non si rivolgono la parola. Mi domando cosa questo possa significare. Parlano fluentemente la nostra lingua ma non sono sicuro siano americani. Ieri ho avuto modo di conoscere uno di loro, ha detto di chiamarsi Deshawn. Personalmente, non ho mai sentito questo nome prima d'ora, il che rafforza la mia tesi sul fatto che questi uomini non hanno origini americane. Dice di provenire da un paesino sugli Appalachi. Ma esistono paesini lassù?
Mi sembra un uomo oscuro, quindi cercherò di prendere le distanze. I suoi occhi sono gelidi, il che mi turba molto. Non avevo mai visto occhi così prima d'ora.
Mi manca molto Josephine, la mia amata. Non credo riceverò sue lettere mentre sono in missione. Nell'ultima mi ha comunicato che crede di aspettare un bambino. La notizia mi rallegra e rattrista molto, perché non sono sicuro di riuscire a tornare. Nel caso non lo faccia, le ho racomandato di trovarsi un altro sposo e di sistemarsi di nuovo.

 

La pagina finiva lì. Scarlett si trovò con un migliaio di domande che le ronzavano in testa. Perché qualcuno aveva voluto che trovasse quelle pagine? Chi erano gli uomini di cui Edmund parlava? Erano demoni? Angeli? E chi le aveva mandato quelle pagine?
Spinse via tutti quei dubbi e passò alla prossima pagina.

 

16.02.1898.
La mia testa è giace nella più totale confusione. Mi sono svegliato su questa sottospecie di isoletta, la gente parla una lingua che non comprendo e mi sento completamente spaesato. Ho una grave ustione sulla gamba. Da quel che ho capito, il Maine, la nostra nave, è saltata in aria. Sono morti quasi tutti, se non un pugno di uomini. Tra cui io..
Gli altri sopravvissuti non sono sicuro di poterli chiamare uomini. Non hanno nessuna ferita di alcun tipo, sono molti di coloro che si sono imbaracati con noi. Quella specie di stranieri. Sembrano come indistruttibili. Deshawn passa ogni sera a medicarmi la ferita insieme a un altro uomo che credo si chiami Basil. L'altro giorno, mentre pensavano che dormissi, li ho sentiti parlare di anti-protetti. All'inizio credevo che la mente mi avesse giocato un brutto scherzo, ma poi ho notato che questa parola si ripete molte volte nei frammenti di conversazioni che riesco a sentire da dentro la mia tenda. Cos'è un anti-protetto? Che siano stati loro a far saltare in aria la nostra nave?
Chiederò spiegazioni a Basil, che mi sembra molto più docile di Deshawn.

 

La pagina era finita.
Scarlett giaceva nelle mille domande che ad ogni secondo andavano aumentando nella sua testa. Prima che potesse cercare di rispondere ad almeno ad una, il telefono squillò. Pochi secondi dopo, qualcuno bussò alla sua porta.
«E' per te, Scarlett!» La voce di Anthony risuonò da dietro la porta, risvegliandola dall'oblio.
Scarlett prese tutte le pagine e le nascose sotto il materasso. Forse era stupido, ma nessuno sarebbe andato a controllare. Poi aprì la porta.
«Chi è?»
«Ha detto di essere una tua amica, Charlene credo.»
Scarlett scese le scale velocemente. Avrebbe chiesto a Charlene cosa voleva e sarebbe tornata a leggere il più in fretta possibile.
«Pronto?»
«Scarlett!» La sua voce squillante risuonò nella cornetta.
«Charlene, dimmi.»
«Volevo solo dirti che la festa è stata anticipata.»
«Cosa? Come anticipata?» Scarlett ricorse a tutta la sua forza interiore per non assumere un tono infastidito, e chiuderle il telefono in faccia.
«Già, è stasera! Non è magnifico?»
«Charlene.. Non so se..»
«Verrai comunque, spero. Ma certo che lo farai!» Più che altro sembrava una minaccia. «Perdersi la mia festa è il miglior modo per uccidere la propria vita sociale.» Sibilò lei, dolcemente. «Se mancassi non te lo perdonerei mai.. Ma ovviamente non lo farai. Ci vediamo stasera, Scary Scar!»
Charlene riattaccò.
Scarlett sbatté la cornetta del telefono al suo posto.
«Che succede?» Daniel ed Henry fecero la loro entrata nel salotto.
«Niente.» Scar si passò una mano fra i capelli. «Vestitevi.» Disse loro. «Ci aspetta una festa.»
 
 
 


***




 

Due ore dopo, Scar, Henry e Daniel erano davanti casa Chamberlain.
Scarlett non aveva potuto fare niente, doveva andare a quella festa. Quando Charlene diceva che sapeva vendicarsi quando un'amica la tradiva, non scherzava. E non presentarsi alla sua festa sarebbe stato il più alto grado di tradimento. E avendo avuto prova delle tecniche di tortura della sua 'amica' non ci teneva a sperimentarle sulla sua pelle.
«Vuoi rilassarti un po', Fiamma?»
Daniel si avvicinò al cancello dell'enorme villa con le mani in tasca. Indossava dei pantaloni semplici che gli ricadevano morbidi fino al ginocchio, e una camicia sbottonata in alto. Aveva anche un profumo che Scar non aveva mai sentito, e che non aveva potuto far a meno di notare.
Scarlett fu risvegliata dai suoi pensieri. «Eh?»
«Sei tesa.» Aggiunse Henry, avvicinandosi anche lui al cancello.
«Sto benissimo.» Scarlett strinse la mano sulla carta stropicciata del regalo per Charlene. Anche Henry poteva percepire le sensazioni umane? Daniel aveva dimenticato di accennarglielo.
«Prima inizia, prima finisce.»
Entrarono.



 

***


 

«Woo, Scary Scar! Sei uno schianto!» La versione Barbie di Charlene si avvicinò sculettando a Scarlett. Aveva un tubino rosa che non poteva essere degno di chiamarsi vestito. Le arrivava appena sotto le natiche.
Scarlett sapeva bene che il complimento di Charlene era un avvertimento.
Charlene odiava quando qualcuno le rubava la scena se era lei a dover essere al centro dell'attenzione, e secondo lei, Scarlett era nella posizione di poterlo fare.
Bene, me ne starò zitta e buona in un angolino finché tutto questo non finirà. Si disse.
La festeggiata fece fare un giro a Scar, osservando con attenzione il tubino nero che indossava la ragazza, pieno di ricami in rilievo. «Woo ancora!»
Poi fu distratta dalla presenza di Henry e Daniel, e si fiondò verso di loro.«Sono felice che siate venuti!» Andò ad abbracciarli. Anche se sembrava più una richiesta urgente di sesso che un abbraccio. «Ora divertitevi!»
Scarlett sgattaiolò via prima di poter essere vista. Posò il regalo in cima a tutti gli altri, su un tavolo, e si guardò intorno. La festa si svolgeva nel giardino enorme di casa Chamberlain. C'era cibo, alcol e un casino di gente. Adirittura una piscina, riempita solo per fare scena. Scar era sicura che ci fosse gente anche in casa, ma probabilmente facevano molto più che solo ballare lì dentro.
Si avvicinò ad uno dei tavoli e prese un drink. Stava per berlo, quando qualcuno glielo tolse di mano. «Fiamma.»
«Che stai facendo?» Scarlett si voltò verso il suo demone, fulminandolo.
«E' meglio che tu stia lontana da questa roba.»
«Stai scherzando? Daniel, ho diciassette anni. Dammi il bicchiere.»
Daniel sospirò, spostò il braccio vicino ad una pianta alta e versò il contenuto del bicchiere nel vaso.
«Ma che ti prende?!» Scar cercò di fermargli il braccio, ma quel che ottenne fu che lui le prese il polso, tenendola ferma davanti a lui.
«Sono stati corretti. Se bevi uno di questi sei fuori uso per tutta la notte. E tu mi servi sobria.»
«Ti servo sobria? Per cosa?»
Daniel la tirò, facendola girare e mettendola dietro la pianta, in modo da farle aderire la schiena. Poi avvicinò il suo volto al suo, guardandola negli occhi.
Il cuore di Scarlett perse un colpo.
«So che stai combinando qualcosa.»
«Non so di cosa stai parlando.»
«Dimmelo, Fiamma. E' tutto il giorno che sei strana.»
Scarlett si trovò, letteralmente, con le spalle al muro. E se Daniel non avesse mollato prima di scoprire cosa avesse trovato?
«Lasciami, Daniel.» Provò a sottrarre il polso, ma Daniel era irremovibile.
«Non prima che tu mi abbia detto cosa stai combinando.»
Scarlett si fece uscire una risata nervosa. «Altrimenti?»
Daniel la trapassò con lo sguardo. «Altrimenti vado lì fuori a rendere la serata di tutte quelle ragazze una serata indimenticabile.»
Cosa? Era una minaccia? Gli avrebbe fatto del male?
«Che vuol dire?»
«Sta' a vedere.» Daniel la lasciò lì, andando verso la festa.

 

«Va tutto bene?» Henry era dall'altra parte della pianta, ad aspettare che Scarlett uscisse.
La ragazza rimase un attimo scossa nel vederlo, ma si ricompose. Cercò Daniel con lo sguardo.
«Henry.. Sì, tutto perfetto.»
«Scar.. Sei sicura che non c'è niente di cui vorresti parlarmi?»
La ragazza si voltò verso l'angelo. «Non c'è niente da dire.»
Henry annuì. «D'accordo.»
«Ti fidi di me?» Scarlett ne rimase sorpresa.
«Perché non dovrei?»
«Beh..» Perché io non mi fido di te, non mi fido di nessuno dei due. «Perché ci conosciamo da po..»
«Mi hai fatto una promessa, Scarlett.» La interruppe. «Ho buona fede che la manterrai.»
Lei annuì, con lo sguardo perso nel vuoto. Un grande senso di colpa la prese in pieno. Sentì di dover cambiare argomento. «Hai visto Daniel? Era abbastanza.. Instabile, prima.»
«Io credo sia preoccupato.»
«Preoccupato?»
«Credo abbia un modo oscuro e strano di esprimere come si sente, ma sì, credo sia preoccupato perché pensa tu ci stia nascondendo qualcosa.»
Scarlett inghoiò la saliva. «Sta sprecando tempo.»
 

 

La musica era altissima, e la gente ballava strusciandosi l'uno contro l'altro. Fu in mezzo a quella folla che Scarlett andò a cercare Daniel.
Che cosa stava combinando?
Dio, solo per delle lettere. Cioè, era andata a cercarle da sola, ma era tornata viva e vegeta, non era una trappola. E tecnicamente non si era messa in nessun pericolo, quindi forse non aveva neanche rotto la promessa fatta ad Henry. Ma Daniel era così determinato a scoprire cosa stesse facendo.. Lei ce l'aveva fatta da sola, aveva trovato le lettere, poteva andare avanti senza farlo sapere agli altri. Dopotutto loro erano essere sovrannaturali immortali, lei che cosa aveva dalla sua parte? Niente. Tranne che quelle lettere. E Daniel non aveva alcun diritto di costringerla a mostrargliele.

 

Fu tra due ragazze mezze nude che lo trovò. Aveva i bottoni della camicia tutti slacciati, e teneva i fianchi alla ragazza di fronte a lui. Quando vide Scarlett, prese la ragazza e gli ficcò la lingua in bocca, tenendo gli occhi puntati su di lei per vedere la sua reazione.
Scar si immobilizzò, e realizzò una prima cosa:
Era così che Daniel aveva intenzione di punirla: Probabilmente baciando le ragazze della festa, o magari andandosele a scopare.
Che cosa terribilmente, decisamente stupida.
Daniel premette il suo corpo su quello della ragazza, attirandola a sé. Socchiuse gli occhi, ma Scarlett era sicura che la stesse ancora guardando con la coda dell'occhio.
Rimase lì, immobile, a guardarlo.
Poi Daniel si staccò, si passò un dito sul labbro e sorrise a Scarlett. Si voltò verso qualcun altro ed iniziò ad andare verso la sua direzione.
Scar si sporse per vedere chi fosse. Vide una testa bionda spuntare tra la folla, la testa bionda della festeggiata.
 
E fu quando Daniel attirò Charlene a sé e le cinse i fianchi, che Scarlett realizzò una seconda cosa:

Le dava fastidio.

 

 

***



 

Per quale ragione remota al mondo, Scarlett Bradshaw sarebbe dovuta essere gelosa di quattro sciacquette che un ragazzo senza cuore si passava ad una festa? No, non era gelosa. Certo che non lo era. Le dava fastidio e basta. Le dava fastidio perché Daniel era un tale coglione che meritava solo di essere chiuso in una cantina con una catena alla gamba, senza vedere mai più la luce del sole.
 
Strusciandosi su Charlene, il ragazzo fece un ghigno divertito.
Le sensazioni. Poteva percepirle. Scarlett doveva controllarsi.
Distolse lo sguardo, che pochi minuti dopo fu reindirizzato verso di lui. Adesso teneva Charlene dalla schiena e la baciava come volesse consumarla.
Era troppo. Scar si voltò e tornò verso il tavolo degli alcolici.
Come faceva Daniel a sapere che le avrebbe dato fastidio?
Ma perché le dava fastidio?
Prese il primo bicchiere che trovò, ma prima di mandarlo giù si bloccò. “Sono stati corretti. Se bevi uno di questi sei fuori uso per tutta la notte.”
Aveva davvero bisogno di sballarsi tanto da non ricordarsi il suo nome?
La sua testa rispondeva no. Un'altra parte di lei non ben definita diceva sì.
«Al diavolo.» Sussurrò rimettendo il bicchiere al suo posto.
Si guardò intorno in cerca di Henry, magari sarebbero potuti andare via. Ma così Daniel sarebbe stato soddisfatto, no? No, non poteva andare via.
L'angelo non era nei dintorni, quindi optò per andare a cercarlo. La sua compagnia sarebbe stata meglio di niente.
Si fece strada tra la folla, perché erano tutti così ammassati?
D'un tratto si accorse che erano tutti intorno a qualcosa. No, no qualcosa. Qualcuno.
Si fece spazio tra la gente, che era disposta in cerchio davanti a delle ragazze con dei vestiti discutibili e Daniel. Lo stesso Daniel che era in mezzo a loro che ballava strusciandosele addosso, prendendole per i fianchi.
Scarlett si voltò e tornò indietro.
Dio.
Si fece strada a gomitate, arrivando fino a vicino la piscina, che grazie a Dio, era deserta.
Sospirò, sedendosi vicino al bordo e passando un dito sul velo dell'acqua.
Poi sentì un sussurro dietro di lei.
Si alzò di scatto, ma non trovò nessuno.
Perfetto. Pensò. Adesso sento anche le voci.
Si voltò di nuovo verso la piscina, ma davanti a lei trovò una ragazza dai capelli scuri e gli occhi altrettanti scuri, quasi neri. La fissava in modo inquietante, tanto da farla indietreggiare. Da dove era spuntata?
«Tu.» Sussurrò la ragazza, guardandola con quegli occhi scavati.

 

Da dietro, arrivarono dei ragazzi che corsero a buttarsi nella piscina. Scarlett li guardò per un istante, poi si rivoltò verso la ragazza. Era sparita.
Si circondò con le braccia, rabbrividendo, e pensò che tornare in mezzo alla folla sarebbe stato meglio.
Si rifece strada in mezzo a tutti, evitando di guardare dalla parte di Daniel che continuava a dare spettacolo. Purtroppo, colse con la coda dell'occhio il momento nel quale Charlene si era rifiondata tra le sue braccia, e le sue labbra. Il Dj urlò qualcosa a proposito di un ballo che Scarlett non riuscì a cogliere,  un ballo che ci sarebbe stato a breve.
Tornò al tavolo degli alcolici.
Al diavolo Daniel.
Al diavolo la ragazza che dava i brividi.
Al diavolo tutte le domande che non trovavano una risposta.
Al diavolo tutti i problemi.
Al diavolo tutto.

 

Scarlett prese un bicchiere e se lo portò alle labbra. Bevve solo un sorso, poiché qualcuno glielo tolse dalle mani e lo lanciò via. Daniel.
«Vattene.» Sibilò lei a labbra strette. Al diavolo anche l'idea che si poteva fare Daniel sulla sua reazione.
«Fiamma.» Le sfiorò il braccio con due dita.
«Vattene, Daniel.»
Per qualche strano, ignoto, insensato motivo Daniel aveva raggiunto il suo scopo. L'aveva punita. E questo la faceva sentire.. Ferita. Più di quanto avrebbe potuto immaginare.
«Balla con me, Scar.» Le porse la mano. Scarlett la fissò.
«Non ne hai avuto abbastanza?» Sibilò.
Daniel sorrise a malapena. «Quel che ho fatto era abbastanza. Adesso balla con me.»
Scar non si mosse.
«Fiamma.» La guardò avvolgendola con quei due occhi freddi, implorandola con lo sguardo.

 

Scarlett posò la sua mano dentro quella del demone. Lui la attirò a sé, posandole una mano sul fianco.
Non era un gesto volgare come quando stringeva i fianchi delle altre ragazze. Era.. Diverso.
Solo allora Scarlett si accorse della musica. Lenta, dolce. Il Dj prima parlava di ballare un lento.
«Ti sei divertito?» Scar poggiò la mano sulla spalla di Daniel, evitando il suo sguardo.
«Tu ti sei divertita?»
Scarlett non ebbe neanche bisogno di pensarci. «No.»
Daniel fece aderire il suo corpo sul suo, mentre si muovevano a quel lento ritmo.
«Guardami.»
Scar alzò gli occhi, a trovarla ci furono quelli di Daniel. Forse era un gioco di luci, ma a Scarlett parvero meno freddi del solito.
«Voglio che ti fidi di me, Scar.»
Lei sorrise amaramente. «La fiducia non si regala.»
L'espressione del demone non cambiò.
«Come sapevi che mi avresti ferita, Daniel?» Le parole uscirono prima che potesse controllarle. Quando se ne rese conto, Scarlett abbassò di nuovo lo sguardo.
«Fiamma..» Daniel si fermò, ma non tolse le mani dal corpo di Scar. «Guardami.» Ripetè.
Scarlett fu costretta a rialzare lo sguardo, cercando di reggere l'altro. Non voleva sopportare un minuto di più di quella scena. Si sentiva patetica. «Puoi lasciarmi andare?»
Daniel rimase spiazzato dalla domanda. «No.»
Lei socchiuse gli occhi, non capendo. «Perché no?»
Il demone schiuse le labbra, guardandola con una tale intensità da mandare a fuoco un palazzo. «Perché non voglio.»
La ragazza scosse la testa impercettibilmente. «Cos'è che vuoi, Daniel?»

Di tutta risposta, Daniel la attirò a sé, sfiorandole la guancia con due dita.
Poi chiuse lo spazio tra di loro posando le sue labbra su quelle di Scarlett.
 

 Eeeehm, cosa posso dire (?) E' un capitolo mooolto lungo e con mooolte cose. Spero vi piaccia:3 
Recensiteeeee:')

-Ile. 
  
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