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Autore: 1rebeccam    13/03/2013    15 recensioni
Visto che ci siamo perché non chiamiamo un ladro professionista per scassinare lo sportello… lei ne conosce qualcuno? Io purtroppo conosco solo assassini e serial killer…
Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!' - 6
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!'
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La piccola principessa correva a perdifiato, guardava di tanto in tanto dietro di sè cercando di allontanarsi il più possibile dal drago che voleva arrostirla.
Il castello sembrava tanto lontano e lei continuava a correre ‘non fermarti, corri’ continuava a ripetersi, mentre le gambe cominciavano a farle tanto male.
Girò ancora lo sguardo,  il cuoricino le sussultò nel petto e un sorriso le si aprì sulle labbra: stava arrivando in suo soccorso  il suo salvatore, il suo migliore amico... SuperPufPuf!
Il coraggioso papero si avventò sul drago picchiando il becco sul suo naso. Il mostro si contorceva, sanguinava dagli occhi e piano piano cominciò a perdere l’equilibrio e a precipitare verso il terreno.
La piccola si fermò, ansimando e sorridendo. Teneva le  manine premute sul petto per la paura.
Quando il drago era ormai inerme a terra, SuperPufPuf si staccò da lui per andarle incontro e lei allargò le braccia correndo per abbracciarlo…
Ma fu in quel momento che dietro di lei sentì delle urla, urla strazianti che furono come un colpo al cuore.
La piccola principessa si voltò spaventata e…
 

۝

 
Apre gli occhi di malavoglia, si mette il cuscino sopra la testa e sbuffa.
Dopo un attimo riemerge, si siede in mezzo al lettino e si mette le mani sulle orecchie.
PufPuf la guarda con gli occhietti tristi, probabilmente anche le sue orecchie si stanno rompendo, perché le urla strazianti non colpiscono il cuore, ma i timpani e soprattutto non sono un sogno… ma un incubo!
Sbuffa di nuovo, stringe il paperottolo tra le manine e s’imbroncia.
-Povelo PufPuf! Ti fanno male le olecchie velo? Non liesci a dolmile nammeno tu!? Hai lagione… come si fa a dolmire con le olecchie distlutte da... uff… è un coso minuccolo, come fa a glidale così folte!?-
PufPuf sembra stanchissimo, anche le sue piume hanno l’aria sconvolta dalla mancanza di sonno.
-E’ stato semple così buono, ela silenzioso, mangiava e dolmiva. Celto non ela tanto simpatico, visto che se ne stava semple per i fatti suoi, ma almeno non dava fastidio. Pecchè adesso non dolme più… non dolme mai, né di notte e nemmeno di giolno! Piange, piange e glida, non si stanca mai.-
Si stringe PufPuf al petto e chiude gli occhi sospirando, poi lo poggia di nuovo sulla coperta.
-Pappà adesso lo chiama piccolo tenole e dice che tutti i bimbi piccolini come Gabiel piangono semple. Dice che pule io piangevo di continuo, io pelò non me lo licoldo, cioè… dovlei licoldalmi di essele stata così dispelata!-
PufPuf sembra annuire e lei incrocia le braccia al petto facendo il broncio.
-Secondo me mi plende in gilo, vuole tenelmi buona  pecchè gli ho detto che quando piange così folte, per non sentillo, potlemmo mettello dentlo al folno… mi ha gualdato in modo stlano sai? Ma che ha pensato che volevo cucinallo?-
Ride di gusto baciando il papero sul becco e poi scuote la testa.
-Mi ha gualdato con gli stessi occhi spaventati di quando mamma lo becca a fale  qualcosa che non deve fale anche quando gli detto che il folno lo lasciavamo spento, ed è scappato chiudendosi in bagno con Gabiel… folse vuole tenello lontano da me… ma io voglio solo dolmile!-
Guarda il paperottolo dritto negli occhi e ci vede dentro tutta la stanchezza del mondo.
-I glandi sono foltunati. La nonna è andata a fale un viaggio, per lavolo ha detto, ma io non ci cledo, sono sicula che è scappata per stale lontana dal minuccolo tenole e Alessis dolme a scuola… e fa bene… peccato che ho ancola tle anni, sennò anch’io dolmilei fuoli da questa casa.-
Stella scende dal lettino, si arma di PufPuf e a passi svelti raggiunge la camera da letto.
La scena che le si presenta la getta nella tristezza più assoluta: pappà Rick seduto in mezzo al letto con i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani tra i capelli, mentre mamma Kate cerca di calmare il minuscolo tenore che non accenna a smettere di agitarsi.
-Ma pecchè piange?-
Rick solleva la testa e Kate si gira verso di lei a guardarla, hanno tutti e due lo sguardo sconsolato.
-Mi spiace Stella, ti ha svegliata! Ho dimenticato di chiudere la porta, torna a letto sennò prendi freddo.-
Le dice Kate alzando la voce per sovrastare le urla di Gabriel.
-La polta non selve mammina, secondo me lo sta sentendo anche Alessis dalla sua camera al dolmitolio della scuola!-
Esclama la bambina scuotendo la testa.
-Sei sicula che non ha le battelie come i bambolotti? Deve avere per folza qualcosa da staccale, così almeno sta zitto per un po’-
Rick allunga le braccia e le fa segno con la testa di mettersi nel letto vicino a lui. Stella ci salta su lentamente e sbuffa, accoccolandosi tra le sue braccia. Guarda attentamente il suo papà e si rende conto che ha la stessa espressione del suo paperottolo, sembra essere davvero sfinito.
-Gabriel ha solo qualche problemino di stomaco, vedrai che appena gli passa il mal di pancia smetterà di piangere, lo sai che è sempre stato calmo, se piange vuol dire che ha qualcosa che non va e siccome non sa parlare, si fa sentire con il pianto.-
Lei annuisce e sospira prendendo l’elefantino di suo fratello per metterlo accanto al suo papero.
-Ho capito, mi dippiace che non sta bene, pelò potlebbe piangele in silenzio.-
I due adulti si guardano sorridendo, Kate dondola Gabriel coricato sul suo braccio a pancia in giù, ma nonostante tutto, il piccolo non accenna a voler smettere.
Ha compiuto quattro mesi da un paio di giorni. Fino a quel momento è stato un bambino tranquillo. Pappa e nanna, niente pianti isterici, coccolone e dormiglione. Ha cominciato a ‘chiacchierare’ con piccoli gorgheggi, spendendo sorrisetti sdentati a destra e a manca, soprattutto a Stella. Un grande curiosone, sempre con gli occhioni spalancati a seguire tutto e tutti.
Da due giorni però piange di continuo, non vuole mangiare, non vuole le coccole, è irritabile e non dorme quasi mai. La pediatra ha parlato di coliche, gli ha prescritto delle goccine, ma lui non sente né medicine, né ragioni.
Per i due genitori sentirlo piangere così disperatamente è straziante, ma l’unica cosa che possono fare è provare a dargli della camomilla con le gocce e fargli piccoli massaggi sulla schiena e sul pancino. Cosa che al momento non funziona per niente. Ha pianto per due giorni ininterrotti e, di conseguenza, per due giorni ininterrotti nessuno ha riposato né dormito, compresa Stella.
All’imbrunire sembrava essersi calmato e, stremato anche lui, si era addormentato, ma a mezzanotte esatta aveva ricominciato di colpo, svegliando tutti costringendo papà e mamma a darsi il cambio per cullarlo.
-Pappà, ma non possiamo fale niente per farlo stale meglio?-
Stella sembra preoccupata oltre che stanca e Rick le mette il braccio intorno alle spalle e la stringe a sé.
-Vedrai che appena la medicina farà effetto si calmerà… tranquilla.-
La piccola annuisce e sbadiglia.
-Sei stanca paperottola?-
Le chiede Rick baciandole la fronte.
-Ho tanto sonno pappà, voglio solo dolmire e non sveglialmi per taaaaaanto tempo.-
Rick guarda Kate e sospirano insieme, pensando che vorrebbero fare la stessa cosa anche loro, mentre Gabriel continua a sbraitare.
-Kate, mettiti a letto, passeggiare non lo calma comunque, tanto vale che almeno stai comoda… sveglia, ma comoda!-
Lui e Stella si spostano per farle spazio, Kate si siede sul letto, appoggia la schiena alla spalliera e si accuccia il bambino con la testolina attaccata al suo collo.
-Tieni mammina, mettigli l’elepantino vicino, magali si calma un po’.-
Stella gli porge il peluche e Kate le dà un bacio sulla manina.
-Grazie tesoro!-
Restano così, senza parlare per qualche minuto. La bambina sbadiglia ancora, si accuccia comoda al braccio del suo papà e nonostante il fratellino continui a piangere, si addormenta.
-Povera piccola, è stremata quanto noi. Lo sai che voleva metterlo nel forno stamattina?-
Kate si gira a guardarlo spalancando gli occhi.
-Nel forno!?-
Lui annuisce.
-Già, spento però… ha detto che non voleva cucinarlo, voleva solo riposarsi le orecchie.-
Sorride al solo pensiero e Kate appoggia la testa di peso sul cuscino.
-Ha ragione. Il fatto che pianga di continuo fino allo sfinimento non è normale…-
Mentre parla il piccolo strofina il faccino sulla sua pelle, continuando a lamentarsi e a stringere i piccoli pugni sulla sua maglia.
Kate corruccia la fronte all’improvviso, gli mette una mano dietro la testa e si china a toccargli la fronte, poi se lo appoggia sulle gambe e lo guarda attentamente. Ha il faccino rosso e anche il collo sembra dello stesso colore.
-Rick… qualcosa non va!-
Il tono di Kate è allarmato e Rick se ne rende immediatamente conto. Sistema Stella delicatamente sul cuscino e si sporge, guardandola in silenzio aspettando che lei continui.
-Gabriel ha la febbre, cinque minuti fa era fresco, ma adesso è caldissimo e…-
Si ferma un attimo, mentre gli sbottona la tutina e lo scopre fino al pannolino.
-Guarda… ha la pelle arrossata, sembra irritato… quando l’ho cambiato l’ultima volta non aveva questo rossore…-
Lo spogliano del tutto per controllarlo per bene e si allarmano ancora di più: ha chiazze rossastre sotto le ascelle e nell’incavo delle cosce.
Rick compone il numero della pediatra, ma il telefono risulta spento.
-Mi sa che dobbiamo cambiare medico… altro che colichette… e ha anche il coraggio di dormire!-
Borbotta Rick, mentre s’infila i pantaloni e una felpa.
-Mi sembra anche logico che dorma, sono le due del mattino…-
Cerca di dire Kate, ma lui la interrompe, infilandosi le scarpe di fretta.
-I medici non hanno il diritto di dormire… specialmente i pediatri.-
Kate solleva un sopracciglio, ma prima che possa dire qualcosa, lui esce a passo spedito.
-Rick dove stai andando?-
-Che domande fai? In ospedale no!?-
Risponde lui già sul primo scalino.
-Castle!-
Lui sbuffa e torna indietro.
-Che c’è?-
-Non credi che dovremmo venire anche noi!?-
Gli chiede storcendo il naso.
Rick ci mette qualche secondo a registrare la frase e a capire. Si passa la mano tra i capelli e si fionda sul bambino.
-Hai ragione, scusa. Manteniamo la calma va bene? Non ti agitare, è tutto a posto.-
-Ti sembro agitata!?-
Gli risponde Kate. Lui sta per prendere il piccolo in braccio, ma lei lo blocca con una mano e sposta lo sguardo su Stella, che continua a dormire tranquilla.
-Lasciamo Stella da sola? Magari possiamo lasciarle le chiavi di casa, così quando si sveglia ci raggiunge.-
Lui guarda prima lei e poi la bambina.
-Sai una cosa? Eri più simpatica quando facevi l’antipatica, invece adesso che credi di essere diventata spiritosa, sei insopportabile.-
Fa il giro del letto, prende la bambina in braccio, che non si sveglia per niente e si dirige nella sua cameretta.
-Le metto il giubbotto, tu sbrigati.-
Kate lo guarda allontanarsi e china lo sguardo sul figlio, che sembra essersi calmato un pochino.
Gli accarezza il visino e lui sbadiglia.
-Meno male che il tuo papà riesce a mantenere il sangue freddo, sennò saremmo in un mare di guai!-
Sorride mentre si veste, prepara una borsa con il necessario per Gabriel e lo avvolge in una copertina. Prima di uscire guarda l’elefantino sul letto, sorride pensando a Stella e all’importanza che dà a quell’animaletto, così lo prende e lo avvolge nella copertina insieme a Gabriel.
-Ti terrà caldo!-
Gli sussurra baciandogli la testa e si dirige alla scala, alla cui base trova Castle già davanti alla porta con Stella tra le braccia.
Rick corica la piccola sul sedile posteriore dell’auto, allacciandole al meglio la cintura di sicurezza e Kate si siede accanto a lei.
-Sembra essere piombata in un sonno profondo, povero tesoro…-
Rick le guarda dallo specchietto retrovisore, mentre esce dal garage.
-Già… il bello dei bambini è questo, ad un tratto staccano la spina e buonanotte. Come sta il piccolo?-
Kate avvicina le labbra alla sua fronte e mostra un’espressione sempre più preoccupata.
-Si è calmato, ma è caldissimo e diventa sempre più rosso…-
Castle spinge il piede sull’acceleratore e sospira.
-Tra dieci minuti saremo in ospedale… tu stai calma…-
Io sono calma Castle… sei tu che mi stai innervosendo, ma è meglio tenerlo per me al momento, sennò ti perdiamo del tutto!
In meno di dieci minuti parcheggia davanti al pronto soccorso pediatrico, scende trafelato dalla macchina, aiuta Kate col bambino e le porge la borsa.
-Tu comincia ad entrare così Gabriel non prende freddo, io parcheggio e ti raggiungo con Stella.-
Ma quando mette la mano sull’apertura dello sportello, quest’ultimo non accenna a volersi aprire.
Corruccia la fronte e ci riprova, ma niente, lo sportello è proprio serrato, guarda dentro e si rende conto che le chiavi sono attaccate al quadro di accensione, mentre le sicure sono abbassate.
La macchina è chiusa ermeticamente e le chiavi sono all’interno.
-Maledizione!-
Esclama a denti stretti e Kate, che stava per entrare al pronto soccorso, torna indietro.
-Che succede Rick?-
Lui si passa la mano tra i capelli.
-Gli sportelli sono bloccati e le chiavi sono dentro l’auto!-
Risponde sconsolato.
-Ma com’è possibile? Come può essere?-
Rick scuote la testa.
-Non lo so, forse quando sono sceso ho abbassato il blocco inavvertitamente con il braccio…-
Kate alza gli occhi al cielo.
-Sveglia Stella e fatti aprire…-
Rick annuisce poco convinto.
-Sperando che si svegli, lo sai che certe volte non sente nemmeno le cannonate!-
Passa dal lato opposto dell’auto e comincia a battere sul vetro chiamando per nome la bambina, che però non dà segni di movimento.
-Stella… Stella tesoro svegliati… avanti apri gli occhietti… papà ha bisogno del tuo aiuto…-
La piccola continua a dormire tranquilla, anzi, sembra sistemarsi meglio sul sedile, stringendo più forte a sé il suo paperottolo.
Castle solleva le braccia sopra testa e poi le lascia andare di peso lungo i fianchi.
-Fantastico! Non dorme da due giorni, proprio ora doveva cadere in letargo!-
Gabriel riprende a lamentarsi e Kate comincia a dare segni di scoraggiamento.
-Che facciamo adesso?-
-Chiamiamo la polizia!-
Esclama Rick tutto d’un fiato, ma si blocca davanti allo sguardo malefico della moglie.
-Non intendevo… la polizia… intendevo che potremmo chiamare Ryan o Esposito per…-
-Per fare cosa Castle? Le chiavi di riserva sono a casa e di certo loro non hanno le chiavi per entrare a casa nostra.-
Lui si schiarisce la voce.
-Ok. Prendo un taxi e in mezz’ora vado e torno con il doppione delle chiavi.-
-Sicuro, mentre Gabriel si gela qui fuori aspettando che torni, oppure io entro dal medico e lasciamo Stella in macchina da sola, di notte, davanti al pronto soccorso! Quale opzione scegli?-
Castle dà un pugno sul vetro dell’auto, guarda dentro sperando che il colpo tanto forte abbia svegliato Stella, ma nulla di fatto.
-Ci resta solo Alexis, lei ha le chiavi, potrebbe prendere un taxi…-
Si blocca di colpo prima che possa farlo Kate, mentre l’idea prende forma nel suo cervello e scuote la testa.
-No… non mi sembra il caso che prenda un taxi alle due e mezza del mattino…-
Kate annuisce e lui sospira sconfitto.
-Ok… tu entra e fa visitare il bambino, io resto qui e cerco di svegliare Stella. Prima o poi dovrà sentire…-
La prende per le spalle e la spinge verso l’entrata.
-Vai, non ti preoccupare… tu pensa a Gabriel, io penso a Stella.-
La segue con lo sguardo fino a che la porta non si richiude alle sue spalle e dopo si gira a guardare l’auto. Sospira e stringe i pugni dalla rabbia.
-Sono un idiota, come ho potuto bloccare le sicure, sono un dannatissimo idiota!-
-Ehi lei… è sua l’auto?-
Alla sua destra appare un ometto in divisa uscito dalla cabina di controllo posta al cancello dell’ospedale.
-Si, è mia…-
-Beh, la sposti subito, non può stare qui, è il parcheggio per le ambulanze.-
-Lo so che devo spostarla, ma non posso… ho chiuso dentro le chiavi.-
L’uomo corruccia la fronte.
-E come diavolo ha fatto?-
Ma che domanda è?
-Che significa come ho fatto, non lo so come ho fatto, è successo…-
La guardia si avvicina e lo osserva dal basso in alto.
-Non importa, trovi il modo di spostarla.-
Grugnisce allontanandosi.
-Trovi il modo di spostarla…-
Lo scimmiotta Castle un po’ troppo a voce alta, visto che il guardiano torna indietro con lo sguardo di fuoco.
-Ma che fa mi prende anche in giro? Io qui sto lavorando, mica mi diverto!-
-Nemmeno io mi diverto, anzi… comunque non mi permetterei mai di prenderla in giro!-
Gli risponde gesticolando più del dovuto. Solo in quel momento la guardia si accorge della bambina che dorme nell’auto e si china a guardarla, seguito nel movimento da Rick.
Stella continua a dormire pacifica e lui non può fare a meno di sorridere scuotendo la testa.
-Ah… i bambini!-
Sussurra leggermente e la guardia annuisce con un mezzo sorriso.
-Ha provato a svegliarla, magari è capace di alzare la sicura, risolveremmo la situazione!-
Castle ruota la testa e lo guarda sollevando un sopracciglio.
-Primo: mia figlia è capacissima di alzare la sicura e aprire gli sportelli, volendo potrebbe anche guidare se solo arrivasse ai pedali. Secondo: crede che non abbia tentato di svegliarla? Il problema che ha il sonno pesante a volte… e questa è una di quelle volte!-
Il guardiano si rimette dritto con le mani sui fianchi e Castle lo imita.
-Capisco… a quell’età hanno spesso il sonno pesante, anche mio nipote di quattro anni quando dorme potrebbe essere rapito dagli alieni e non se ne accorgerebbe.-
Sorride al pensiero del suo nipotino e Castle alza gli occhi al cielo, pensando che Kate lo avrebbe fulminato nel sentire nominare gli alieni in questo momento.
-Che ne dice se proviamo a scuotere l’auto insieme, io da un lato e lei dall’altro, magari le viene il mal di mare e riusciamo a svegliarla.-
Castle annuisce poco convinto e posiziona le mani sul tetto della macchina aspettando che il guardiano passi dalla parte opposta e faccia lo stesso.
Cominciano a scuotere l’auto, prima piano e poi più forte, vanno avanti per un paio di minuti, ma sembra che il dondolio le concili ancora di più il sonno, perché Stella si sistema a pancia in giù, si mette PufPuf davanti alla faccia e il pollice in bocca.
Castle scuote la testa.
-Basta… sta venendo a me il mal di mare, non si sveglierà, era troppo stanca. Non dormiamo da due notti, il suo fratellino non sta bene e non ha fatto altro che piangere, per questo siamo qui, mia moglie è dentro con il bambino e lei sta approfittando per riposare.-
L’uomo annuisce accarezzandosi la barba.
-Mi spiace per suo figlio e la sua bambina è davvero carina, ma in un modo o nell’altro quest’auto deve sloggiare da qui. Perché non prova a rompere un vetro!-
-Scherza vero? Rompere il vetro? Potrei ferire la bambina, potrebbe spaventarsi a morte…-
Castle ha alzato la voce senza rendersene conto, comincia ad innervosirsi. E’ preoccupato per Gabriel, non sa cosa stia succedendo dentro l’ospedale, Stella non vuole svegliarsi e quell’ometto con la pancia rotonda non fa altro che dire sciocchezze.
-Visto che ci siamo perché non chiamiamo un ladro professionista per scassinare lo sportello… lei ne conosce qualcuno? Io purtroppo conosco solo assassini e serial killer…-
Il guardiano lo guarda storto e gli punta il dito contro.
-Non faccia lo spiritoso, non è colpa mia se ha lasciato dentro le chiavi, non m’importa come farà, ma deve spostare l’auto da qui.-
Si allontana borbottando e Rick alza le mani alle sue spalle, facendo la mossa di volerlo strozzare.

 

۝

 
Kate sta aspettando il medico dentro l’ambulatorio, ha spogliato il bambino e adesso lo sta coccolando con dei massaggini al pancino, tenendogli vicino il suo peluche. Lui sembra più tranquillo, anche se fa degli strani versetti, come se si lamentasse.
La porta dell’ambulatorio la fa sussultare leggermente.
-Mi scusi, non volevo spaventarla. Sono il dottor Michaels.-
Lei fa un cenno di saluto con la testa, si stringono la mano e il medico controlla il foglio di visita stilato dall’infermiera.
-Ciao giovanotto, vediamo un po’… ti chiami Gabriel e hai quattro mesi appena compiuti.-
Gli accarezza la testa e sorride.
-Allora, chi mi racconta qualcosa in più di te, il tuo amico elefantino o la mamma?-
Il bambino gli risponde con un versetto e Kate sorride.
-Hai ragione, la mamma è sempre la mamma, perciò chiediamo a lei.-
Guarda Kate che annuisce.
-Da due giorni non mangia e non dorme, piange di continuo. La nostra pediatra ha parlato di coliche, ma circa un’ora fa gli è salita la temperatura e gli sono venute delle chiazze rosse.-
-Ha mai avuto altri problemi di coliche o di salute in questi 4 mesi?-
Kate scuote la testa.
-No, è un bimbo tranquillo, ha sempre mangiato di gusto e non ha mai avuto problemi a dormire, nemmeno la notte.-
Il medico annuisce tornando a guardare il bambino.
-Allora Gabriel, cerchiamo di capire qual è il problema?-
Gli misura la febbre e il bambino ricomincia a piangere.
-Mmhh… 39,6 è alta…-
Kate lo guarda preoccupata, mentre il dottor Michaels continua la visita. Lo controlla per tutto il corpo, sotto le ascelle, in mezzo alle gambine e dietro le orecchie. Gli controlla la bocca e gli ausculta il petto e le spalle.
Solleva la testa d’improvviso, togliendosi lo stetoscopio dalle orecchie e guardando verso la finestra, da fuori si sentono arrivare delle grida e anche qualche imprecazione. Il dottor Michaels riprende la visita e scuote la testa.
-Mi piacerebbe sapere chi è l’idiota che alle tre del mattino fa tutto questo casino fuori da un ospedale, certa gente non ha nessun ritegno!-
Kate si sente avvampare, il suo colorito passa dal rosa pallido al rosso fuoco in meno di un secondo. Alza gli occhi al cielo e sospira.
-E’… mio marito…-
Il medico corruccia la fronte non riuscendo a capire.
-Suo marito cosa?-
-L’idiota che alle tre del mattino fa tutto questo casino fuori da un ospedale… è mio… marito!-
Esclama sconsolata, mostrando sul viso tutta la stanchezza accumulata nei giorni passati, il dottor Michaels si schiarisce la voce tossicchiando.
-Ehm… io…mi scusi non…-
-Non si scusi dottore, è stanco e stasera sembra andare tutto storto. E’ spaventato per Gabriel, ha chiuso la macchina per sbaglio con le chiavi dentro, per non parlare del fatto che nostra figlia sta dormendo sull’auto e non siamo riusciti a svegliarla… diciamo che è un tantino nervoso!-
Sospira preoccupata.
-Che cos’ha Gabriel dottor Michaels?-
Il medico sorride, prende il modulo di visita e ci scrive sopra qualcosa.
-Gli rimetta pure la tutina. Non si preoccupi, non è nulla di grave, si è solo preso il morbillo.-
-Il morbillo? Ma non è troppo piccolo per il morbillo?-
-In effetti è raro che lo prendano a questa età, ma non impossibile. In questi giorni è stato irritabile per via dell’incubazione del virus, ma adesso che ha iniziato lo sfogo andrà meglio. Ha detto che avete un’altra bambina? Quanti anni ha?-
-Tre… lo prenderà anche lei adesso!-
-E’ probabile, ma lei è più grandicella, ha già fatto il vaccino ed è più forte, non c’è pericolo. Lui è troppo piccolo, non ha ancora fatto nessun vaccino e la febbre è troppo alta. Per questa notte vi ricovero, così teniamo sotto controllo la temperatura… per stare più tranquilli.-
Kate è sfinita, all’improvviso tutte le sue sicurezze sono svanite, la forza che ha sempre avuto è andata a farsi un giro e lei vorrebbe solo che il matto che sbraita fuori dall’ospedale fosse vicino a lei a tenerle la mano. Guarda Gabriel e sente le lacrime arrivarle agli occhi, ma sospira e riesce a ricacciarle giù quando il piccolo le fa un sorrisetto stanco. Finisce di vestirlo e se lo stringe addosso, è molto caldo, ma non piange più.
-Quanto dobbiamo restare qui?-
Chiede prendendo il cellulare.
-Un paio di giorni, voglio tenere sotto controllo il decorso della febbre, è molto piccolo e potrebbero insorgere  complicazioni.-
Lei annuisce.
-Posso telefonare? Mio marito è rimasto a controllare la bambina chiusa in macchina.-
-Naturalmente, io vado a dare disposizioni in reparto per il ricovero.-
La lascia sola in ambulatorio e lei compone il numero di Rick, che le risponde all’istante.
-Come sta? Che ha? Perchè ci state mettendo tanto?-
-Rick…-
Si blocca appena sente la voce della sua Kate, si rende conto che ha pronunciato il suo nome in un sussurro e questo lo fa preoccupare ancora di più.
-Che succede Kate!?-
Anche il suo è un sussurro, forse per celare la paura che lo ha colto all’improvviso.
-Niente di grave Rick, Gabriel si è preso il morbillo.-
-Il morbillo!?-
Ripete lui appoggiando la schiena alla macchina.
-Si, il morbillo e siccome e troppo piccolo e la febbre troppo alta, il dottore ha deciso di ricoverarci.-
Lui sospira.
-Quindi dovete restare qui? Ma allora è grave? Adesso rompo davvero il vetro dell’auto e vi raggiungiamo…-
Kate lo ferma all’istante.
-Non è nulla di grave Rick, è solo per precauzione e sono più tranquilla pure io a restare qui, a casa mi preoccuperei ancora di più. Non rompere niente. Aspetta che Stella si svegli e poi mi raggiungi, ora devo andare, sento la voce del dottor Michaels fuori dalla porta.-
Chiude la chiamata e Rick resta a guardare il telefono, che squilla di nuovo facendo riapparire il viso di sua moglie sul display.
-Kate… dimmi.-
-Rick… tu come stai?-
Lui solleva la testa e guarda il cielo.
-Io sto bene, sono solo preoccupato. L’unica cosa positiva di questa notte è che Stella domattina sarà riposata e incontenibile come sempre… infondo potrebbe andare peggio… potrebbe piovere!-
Esclama sentendo Kate sorridere e Gabriel fare strani versetti.
-Sembriamo due stupidi, siamo a due passi di distanza e ci parliamo per telefono.-
A questa frase Kate non può trattenere una risata.
-Tieni il telefono a portata di mano, ti richiamo appena sono in reparto.-
-D’accordo!-
Chiudono la chiamata e restano con il cellulare tra le mani tutti e due, accarezzando il display come se quel tocco potesse raggiungere entrambi.
Castle si ridesta dai suoi pensieri, quando una mano gli si posa sulla spalla.
-Oh… è lei!-
Esclama in faccia al guardiano che gli si è avvicinato di nuovo.
-Senta… non riesco a spostarla, mi dispiace, c’è pure il freno a mano quindi spingerla è impossibile… non so come fare…-
-Non importa! Non si preoccupi, volendo c’è abbastanza spazio per un’ambulanza. Suo figlio piuttosto, come sta?-
Castle lo guarda riconoscente.
-Lo stanno ricoverando, ma non è niente di preoccupante, almeno per quello che mi ha detto mia moglie.-
-Scommetto che lei resterà qua fuori finchè la piccola non si sveglia.-
Caste annuisce e l’uomo gli offre una coperta.
-La prenda, fa parecchio freddo stanotte. Mi chiami se ha bisogno di qualcosa.-
Gli poggia la coperta sulla spalla e ritorna alla sua guardiola.
-Grazie!-
Gli risponde Rick sospirando e poi si china a guardare Stella.
Continua a dormire tranquilla, come se tutto il mondo fuori da quell’auto non esistesse. E’ così pacifica con il suo PufPuf attaccato al collo e il pollice in bocca, che mette tranquillità anche a lui.
-Prima o poi dovremo trovare un modo per toglierti il pollice come ciuccio!-
Si avvolge nella coperta e si siede a terra con le spalle appoggiate alla macchina.
-Sogni d’oro piccola Stella…-
Prende il cellulare e digita un messaggio.
Kate e Gabriel sono già in reparto. Il piccolo è nella culla con l’elefantino vicino, lei è appoggiata con il mento sul braccio alla sponda del lettino e non gli toglie gli occhi di dosso mentre lo accarezza sul visino.
Il vibro del cellulare la riscuote, legge il messaggio e sorride.
I miei occhi controllano la nostra Stella, ma il mio cuore è lì con voi <3
Kate scuote la testa, guarda ancora una volta Gabriel che la osserva in silenzio con gli occhioni blu spalancati e la manina in bocca, digita qualcosa sul telefono anche lei e dopo avere inviato il messaggio, torna ad accarezzare il suo bambino.
Ti amiamo anche noi papà! <3
Rick sorride al display illuminato e si accuccia per bene nella coperta. Ora che si è rilassato un pochino e la rabbia è scemata, comincia a sentire freddo. Si siede più comodo e scrive ancora un messaggio.
Non farmi stare in pena, scrivi se hai novità. Come sta adesso il cucciolo?
Con le carezze della mamma sul viso Gabriel si è finalmente assopito, sembra tranquillo.
Si è appena addormentato, gli hanno dato un antipiretico, tra qualche ora la febbre dovrebbe scendere. Tu sarai congelato!
Leggendo il messaggio Rick si rende conto di avere le mani gelate e sospira.
Non preoccuparti, la guardia ha avuto pietà di me e mi ha prestato una coperta, sto bene, Stella continua a dormire e PufPuf le fa buona compagnia…
Kate ride scuotendo la testa. Ripensa a Stella che voleva mettere Gabriel dentro il forno solo per non sentirlo piangere e potere dormire. E’ normale che adesso sia entrata in letargo e non senta nulla, ha proprio staccato la spina. La capisce benissimo, anche lei è stanca, sente gli occhi pesanti e il silenzio intorno a lei non l’aiuta a tenere gli occhi aperti. L’infermiera di turno le ha detto che avrebbe controllato il bambino ogni ora e che lei poteva sistemarsi nel lettino accanto alla culla per riposare, ma Kate ha preferito restare sulla sedia per paura di addormentasi profondamente.
Circa mezz’ora dopo il cellulare di Castle vibra di nuovo.
Ha appena mangiato, ha ciucciato poco, ma almeno ha smesso con lo sciopero della fame, la febbre è scesa a 38, anche se i puntini sono molti di più. Si sta riaddormentando. Il dottor Michaels ha lasciato detto alle infermiere di farti entrare a qualsiasi ora, appena riuscirai ad aprire la macchina. Mi manchi!
Rick sospira di sollievo, prova ancora una volta a bussare sul vetro dell’auto chiamando Stella, ma lei continua imperterrita a dormire. Sbuffa e si rimette seduto per digitare la risposta al messaggio di Kate.
Questa è una buona notizia, cerca di riposare anche tu visto che lui è tranquillo, io ho la coperta e un thermos di caffè caldo, sempre offerto dal guardiano. Sai all’inizio lo avrei strozzato per le cretinate che diceva, ma adesso sono contento di non averlo fatto, ora sarei senza caffè *-*
Kate resta con il cellulare stretto in mano, si distende sul lettino e con l’altra mano stringe quella di Gabriel. Sospira guardandolo, si sente più tranquilla e in un paio di secondi si addormenta.

 

۝

 
Stella apre gli occhi lentamente, li stropiccia un attimo e la prima cosa che vede sono gli occhietti vispi di PufPuf che la salutano. Sorride e sbadiglia.
-Buon giolno PufPuf.-
Cerca di alzarsi ma resta bloccata tra il sedile e la cintura di sicurezza. Corruccia la fronte e si guarda intorno.
-Ma pecchè siamo in macchina?-
Guarda ancora il papero e riesce a sollevarsi su un braccio.
-Come non lo sai? Ti sei addolmentato anche tu?-
Riesce a sganciare la cintura, si alza in ginocchio sul sedile e guarda fuori dal lunotto postriore.
-Ma dove siamo? E’ ancola buio! Dove sono mamma e pappà e pecchè c’è tanto silenzio!?-
Il cuoricino comincia a batterle forte, pensa perfino che forse sta facendo un brutto sogno. Stringe PufPuf nella manina e si gira a guardarsi intorno spaventata. Dal finestrino laterale vede spuntare un ciuffo di capelli, si sporge un po’ di più e si rende conto che il suo papà è seduto a terra e sta sonnecchiando appoggiato alla macchina.
Chiude gli occhi e sospira, il cuoricino torna a batterle normalmente e abbraccia il suo paperottolo.
-Meno male, pappà è qui fuoli.-
Cerca di aprire lo sportello e batte la manina sul vetro.
-Pappà… pappà svegliati, pecchè mi hai chiusa in macchina?-
Rick solleva la testa di colpo, si passa le mani sul viso e rabbrividisce quando la coperta gli cade dalle spalle.
-Pappà…-
Si gira e la vista di Stella che gli sorride lo rimette in sesto, si mette in ginocchio e si attacca al vetro.
-Finalmente ti sei svegliata bella addormentata!-
-Fammi scendele pappà!-
Castle annuisce e fa segno verso le sicure degli sportelli.
-Stella, devi sollevare la sicura, ho lasciato le chiavi chiuse in macchina e io non posso aprire. Solleva la sicura dallo sportello dove mi siedo io.-
La bambina lo guarda attentamente mentre lui continua ad indicare la sicura del lato guida. Sorride e annuisce. Passa velocemente davanti, s’inginocchia sul sedile e con un po’ di sforzo riesce a togliere il blocco.
Rick apre lo sportello e la stringe tra le braccia.
-Finalmente piccolina, stai bene?-
Lei annuisce con la lingua tra i denti.
-Sto bene pappà, ho dolmito sai?-
-Lo so, me ne sono accorto!-
-Ma dove siamo e dov’è la mamma e come sta Gabiel?-
Lui sorride e la riempie di baci.
-Siamo all’ospedale.-
Stella corruccia la fronte.
-Per Gabiel? Sta tanto male? Gli hanno fatto la puntula?-
Rick le sorride.
-Tranquilla, sta meglio. Adesso spostiamo la macchina al parcheggio e poi raggiungiamo mamma.-
-Si è svegliata finalmente!-
Castle sorride al guardiano che fa una carezza sul visino di Stella.
-Già, finalmente. Ora sposto la macchina… ehm… grazie di tutto signor…-
Il guardiano gli porge la mano.
-Frank… per cosa, un po’ di caffè?!-
Castle annuisce e sorride stringendogli la mano.
-Rick… non solo per il caffè… grazie ancora Frank!-
 
Sono le sei del mattino, la stanza di Gabriel è al primo piano. Il corridoio è silenzioso. Le pareti colorate di blu, giallo e verde sono ricoperte di fiori disegnati con mille colori. La luce soffusa dei pochi faretti accesi comincia a mescolarsi con la luce proveniente dalle finestre, che mostrano il primo chiarore dell’alba.
Rick cammina a passo spedito con Stella in braccio alla ricerca della stanza 38.
Come gli aveva detto Kate, l’infermiera all’accettazione non aveva fatto storie per farlo entrare a quell’ora e anche il fatto che avesse la bambina con lui non era importante, era stata a contatto con Gabriel fino a poche ore prima, se doveva ammalarsi anche lei ormai era troppo tardi, perciò sarebbe stato inutile impedirle di portarla in camera con lui.
Apre la porta lentamente e un immenso sorriso gli si apre sulle labbra: Kate sta allattando Gabriel.
-Mammina!-
Solleva la testa alla voce della piccola e sorride anche lei.
-Finalmente… eccovi qui, venite a darmi un bacio.-
Castle mette a terra Stella ed entrano nella stanza.
-Sta mangiando e non piange, vuol dile che non ha più male al pancino, mamma?-
Kate annuisce e la stringe a sé, poi guarda Rick che la bacia sulle labbra.
-Ha ancora 37,6 di febbre, ma sta meglio. Lo hanno visitato di nuovo, non ha problemi a respirare e ha ricominciato ad avere fame.-
-Grazie al cielo.-
-E tu Stellina? Hai dormito bene?-
La bambina annuisce sorridendo e poi guarda suo padre facendo il faccino triste.
-Ho fame anch’io pappà… mi blotola lo stomaco.-
Rick e Kate scoppiano a ridere e Stella nasconde il faccino tra le piume di PufPuf.
-Hai ragione tesoro, anche a me brotola lo stomaco, andiamo a comprare qualcosa da mangiare anche per la mamma.-
Dà un altro bacio a Kate e accarezza Gabriel che si è riaddormentato sul suo seno.
-Che nottata!-
Kate sospira e gli accarezza il viso.
-Già… che nottata!-

 

۝

 
-Kate… per favore potresti portarmi ancora un po’ di ghiaccio?-
La voce piagnucolosa raggiunge le due donne in cucina, Alexis sta per uscire, ma si ferma sulla porta guardando Kate che alza gli occhi al cielo.
-Davvero non vuoi che resti? Ti darà del filo da torcere, lui sa essere insopportabile, lo so.-
Kate scuote la testa.
-No, torna al Campus, hai già saltato troppe lezioni in questa settimana, mi sei stata di grande aiuto, ma ora devi proprio rimetterti a studiare, tra un paio di settimane hai gli esami.-
-Kate… tesorooooo…-
Sospirano alzando gli occhi al cielo entrambe.
-Sicura!?-
La incalza Alexis.
-Sicura!-
Risponde decisa Kate.  Le dà un bacio e l’accompagna all’ascensore aiutandola con il trolley.
Rientra in casa e mette del ghiaccio in una ciotola mentre la voce lamentosa le trapana i timpani per l’ennesima volta.
Meglio un serial killer… almeno potrei sparargli!
 
E’ passata una settimana da quando Gabriel è stato dimesso dall’ospedale, la febbre è completamente sparita, rimangono pochi puntini sparsi qua e la sul corpo. E’ vispo e curioso come sempre, mangia di nuovo regolarmente ed è più chiacchierone del solito.
Stella è nella sua cameretta, accanto alla culla, tiene la manina tra le sbarre e gli accarezza le guanciotte.
-Meno male che adesso stai bene, sei più simpatico quando non sei malato.-
Il piccolo la guarda sgranando gli occhi, lei gli fa le smorfiette e lui le sorride.
-Sei davvelo bellino lo sai? Mi piace pallale con te, pecciò sbligati a diventale glande, così mi puoi lispondele… e poi devi ancola dale un nome all’elefantino!-
Gabriel le risponde con i suoi versetti, sorride e sgambetta sul lettino tenendo l’elefantino per la proboscide. Stella ride contenta e sbuffa quando sente i lamenti provenienti dalla camera da letto.
-Lo senti? Vuole le coccole.-
Ride ancora e Gabriel gorgheggia più forte.
-Dovlesti faggliele tu visto che gli hai attaccato il molbillo!-
Arriccia il nasino sollevando le spalle come se la cosa la divertisse parecchio.
-Il dottole ela preoccupato pel me, invece se lo ha beccato lui… shhh… tu pelò non plendello in gilo pecchè adesso è  suscettibile.-
Gabriel fa un versetto con pernacchia e lei annuisce seria.
-Si... su-scet-ti-bi-le… è una palolina nuova, me l’ha insegnata mamma, si dice quando una pelsona si allabbia se la plendi in gilo e pappà ci è limasto male che gli hai attaccato il molbillo.-
Gabriel cerca di girasi sul fianco per guardarla meglio, ma non ci riesce, così sgambetta ancora lasciandosi andare ad un acuto. Stella si mette il dito sulle labbra.
-Shhh… non falti sentile, sennò pensa che ci stiamo diveltendo senza di lui.-
 
-Eccoti il ghiaccio, non abusarne però, sarà anche acqua gelata ma con la febbre così alta non ti fa certo bene.-
Castle la guarda imbronciato.
-Ho puntini anche in bocca, mi brucia come se avessi fuoco, trovo refrigerio solo con il ghiaccio!-
Piagnucola passandosi un cubetto sulle labbra.
Kate gli si siede vicino e lo bacia sulla fronte.
-Ecco perché Gabriel piangeva a quel modo, pensa a quanto si sentiva male povero cucciolo!-
-Infatti, io lo posso capire benissimo!-
Kate ride mentre gli accarezza i capelli e lui la guarda torvo.
-Perché ridi?-
-Perché sei peggio di un bambino… Gabriel dopo un giorno ha smesso di lamentarsi, tu invece, grande e grosso come sei, non fai altro che piagnucolare. Sei insopportabile lo sai?-
Lui si mette le braccia conserte e sbuffa.
-Non solo uno sta male, deve anche sentirsi prendere in giro!-
-Non ti prendo in giro, dico solo che sei insopportabile. Dì la verità, sei scocciato perché Stella non si è contagiata e tu si.-
Lui sbuffa di nuovo.
-Come potevo ricordarmi di non avere avuto il morbillo da piccolo? La colpa è sempre di mia madre e non si è nemmeno scomodata a tornare quando ha saputo che sono malato!-
-Tranquillo, se capisco che sei in fin di vita la chiamo subito!-
-Ah-ah… che ridere!-
Sbuffa un’altra volta e fa cenno verso la porta.
-Che hanno quei due da sghignazzare tanto?-
Kate sorride e gli si accuccia addosso.
-Lo senti come chiacchiera Gabriel? Stella gli dà corda, gli parla di continuo e lui sembra capirla, ride sempre.-
-Già… e si divertono alle mie spalle quei due marmocchi pestiferi, uno mi attacca il morbillo e l’altra mi prende in giro.-
Kate ride sollevandosi a sedere sul letto.
-Sei davvero insopportabile quando stai male!-
Lui incrocia le braccia al petto scocciato, mentre Stella fa capolino dalla porta.
-Pappà è ancola suscettibile?-
-Che vuol dire che sono suscettibile? Che ne sai tu di cosa significa questa parola?-
Le chiede lui corrucciando la fronte e Kate tenta di trattenere una risata, facendo segno di no con la testa a Stella.
-Credo che Gabriel stia piangendo, vado a vedere.-
Dice Kate sgattaiolando via dal letto.
-Ehi aspetta, io non sento niente, dove corri? Chi ha detto a Stella che io sono suscettibile?-
Kate è già fuori dalla stanza e Stella salta sul letto ridendo.
-Allora chi ti ha insegnato questa parola usando me come esempio?-
La piccola solleva le spalle.
-Nessuno pappà, lo so e basta, sono una  bambina intelligente, lo dici semple anche tu!-
Lui la guarda torvo.
-Tu sei furba, piccola volpe e anche ruffiana…-
Lei gli butta le braccia al collo e ride.
-Che vuol dile luffiana pappà?-
Lui la stringe a sé, contento che la sua piccolina sia immune al morbillo, almeno per il momento, rinunciare ad un suo abbraccio sarebbe un delitto. Solleva lo sguardo verso la porta e sorride stringendo sua figlia ancora più forte.
Kate è sulla porta con Gabriel tra le braccia accucciato al suo collo che si ciuccia il dito. Stella si gira a guardarli  e batte la manina sul letto.
-Venite qui, pappà è malato e ha bisogno di taaaaaante coccole.
Dice allargando le braccia per sottolineare quanto grandi devono essere le coccole. Kate non se lo lascia ripetere, sistema Gabriel vicino a Stella  e si distende sul letto accanto a loro.
-Mamma, ma pappà è il tuo peluche?-
Rick e Kate si guardano corrucciando la fronte.
-Che significa? Io non sono un peluche.-
-Si invece, sei molbido molbido.-
Gli risponde abbracciandolo ancora, mentre Kate scoppia a ridere.
 -Io ho PufPuf, Gabiel ha il suo elepantino e la mamma ha pappà.-
Lei sorride guardando suo marito.
Il viso rosso per i puntini, i capelli scompigliati e gli occhi lucidi per la febbre.
Lo accarezza, mentre Gabriel continua con i suoi gorgheggi e Stella li guarda divertita.
-Hai ragione tesoro. Papà è il mio peluche… tutto mio…-
Si sporge  per baciarlo sulle labbra.
Stella ride arricciando il nasino e mette la manina sugli occhi di suo fratello.
-Non gualdale Gabiel… si stanno baciando… Bleah!-
 
 
Angolo Di Rebecca:

Se pensate che sia una storia irreale quella di una bimba che dorme chiusa in macchina e che non si sveglia nemmeno con le cannonate, sappiate che non è così: questa FF è ispirata ad una storia vera, verissima :p
Anche lo stomaco che "brotola" è reale :)

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 

  
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