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Autore: louisismyhusband    13/03/2013    6 recensioni
« Io… » sussurrai.
« Tu cosa? » sussurrò a sua volta.
« A me piaci sul serio… » dissi deglutendo « Io potrei essere quel ragazzo, quel bravo ragazzo che ti ama davvero…» dissi chiudendo gli occhi.
Non volevo sentire un suo ennesimo rifiuto. Non sapevo nemmeno perché l’avevo detto. Un attimo di debolezza, un attimo dove il tempo aveva smesso di scorrere.
Erano anni che desideravo dirglielo, ma non avevo mai avuto il coraggio.
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Questa è una OS che ho scritto stasera, di getto.
Forse perché Fall è una delle mie canzoni preferite e dovevo scriverci sopra qualcosa.
Nella storia compaiono anche Harry Styles e Zayn Malik dei One Direction, anche Niall ma in minima parte. Ho pensato 'chi meglio di Harry può stare con la Swift?'
Ricordate che io li amo tutti e che non è per sfottere o roba varia, mi serviva solo un fidanzato.
Anyway. Buona lettura.
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fall.




Quel giorno Taylor non aveva voglia di andare a scuola, l’influenza girava nella sua città e specialmente nella sua classe, tanto che il suo compagno di banco Niall le aveva mischiato un bel raffreddore.
La sveglia suonò rompiscatole, e così lei fu costretta ad alzarsi e ad abbandonare il suo bel lettuccio caldo per affrontare l’ennesima giornata scolastica, che quel giorno sarebbe durata sei ore.
Dopo essersi recata nel suo bel bagno color crema, che le aveva sempre mostrato un non so che di confortevole, tornò in camera sua, quella stanza piccola e color albicocca che lei adorava.
Infilò veloce il jeans, le converse e la bianca, passò un po’ di mascara sulle sue folte ciglia nere e poi aggiustò i suoi biondi boccoli in modo da farli ricadere perfettamente sulle sue spalle. Molte volte aveva pensato di tagliarli, ma era sicura che una volta fatto se ne sarebbe pentita, così respinse quel pensiero che aveva di nuovo aleggiato nella sua testa e tornò a concentrarsi nel riporre i giusti libri (quelli che non aveva nel suo armadietto) nella sua borsa, ovviamente abbinata al resto del suo abbigliamento.
Salutò saltellando sua madre, con il suo solito bacio sulla guancia, afferrando al volo un toast, preferiva non abboffarsi la mattina, altrimenti la linea poi avrebbe lasciato a desiderare.
« Devo dirne due a Niall! » urlò dopo aver starnutito.
Si recò con la sua Porsche, ovviamente rossa, verso la scuola, parcheggiando subito dopo esser entrata nel parcheggio.
I suoi capelli ondeggiavano lentamente mentre con disinvoltura chiudeva con il telecomando la sua costosa macchina.
Era sempre stata una tipa che dava molta importanza all’esteriorità delle cose, per lei l’aspetto estetico e l’essere sempre perfetta era importantissimo.
Forse anche perché la madre le aveva insegnato che anche se interiormente dentro si è deboli, bisogna sempre mostrarsi più forti che si può all’esterno, non farsi mai vedere volubile.
E lei questo aveva fatto, anche grazie alla reputazione che si era fatta nella sua scuola.
Il suo ragazzo, Harry, la accolse abbracciandola calorosamente mentre le sue mani cadevano sul suo fondoschiena, stringendolo appena.
Taylor stava con Harry da un anno oramai e, anche se lui era un tipo abbastanza esplicito per quando riguardava toccatine in pubblico (non solo con Taylor), nessuno a scuola si sarebbe mai avvicinato a lei sapendo che Harry ed i suoi amici lo avrebbero picchiato a sangue, Taylor era di sua proprietà.

TAYLOR’S POV.
L’ora di chimica era iniziata, ma la professoressa avrebbe potuto strillare anche fino a perdere la voce, Niall non avrebbe mai preso uno straccio di sei se avesse continuato a sostenere che gli elettroni si trovassero nel nucleo dell’atomo, piuttosto che ascoltare la Brown che insisteva dicendogli che non era così.
Mi continuavo a guardare attorno, alla ricerca di Harry che stranamente non era proprio entrato in classe, forse si era semplicemente scocciato.
Quando finalmente la campanella suonò lo vidi nel corridoio ad aspettarmi vicino il mio armadietto e, dopo esserci scambiati un focoso bacio, io ed Harry ci dirigemmo a mensa, ma quando vedemmo che i tavoli erano tutti occupati, lo tirai per la mano, portandolo su in laboratorio, lì dove facevamo lezione di salvataggio, lì dove c’erano lettini in quantità.
Lui sapeva cosa avessi intenzione di fare, e non si oppose.
Non passavamo un po’ di tempo insieme da almeno una settimana, per colpa delle continue riunioni che lui aveva con la squadra di calcio e con la sua band.
« Ora hai un po’ di tempo per me ? » lo guardai, mentre la mia mano si poggiava sulla maniglia della porta del laboratorio per poi aprirla e spingerla con la schiena.
« Mmh » disse annuendo mentre spingeva piano i miei fianchi contro la porta, che avevo accuratamente chiuso a chiave.
Mi baciò, non lasciandomi nemmeno il tempo di assaporare le sue labbra, perché la sua lingua era già dentro la mia bocca, che giocava con la mia, insistente.
Le sue grandi mani si impossessarono dei miei fianchi, stringendoli da sotto il tessuto sottile della maglietta che subito dopo mi accorsi di non avere più.
Le sue labbra, i suoi denti e la sua lingua esploravano il mio collo mentre le mie mani stringevano i suoi ricci perfettamente delineati, giocandoci dolcemente, per evitare che si deformassero. Harry si fermò, guardandomi con quei suoi occhi verdi che mi mandavano l’impressione che fosse preoccupato per qualcosa.
« Non ce l’ho » mi guardò, storcendo il labbro inferiore e mordendoselo poco dopo.
« Questa mattina avevi detto di averlo, me lo hai mostrato… » lo guardai passandomi una mano nei capelli, mentre il suo sguardo passava dai miei occhi alle sue converse bianche.
Solo dopo capii.
« Con chi eri durante la lezione di chimica ?! » urlai.
Le mie iridi blu si offuscarono, segno chiaro che le lacrime minacciavano di scendere.
Lui mi guardava, deglutendo, aprendo e chiudendo la bocca: era stato con qualcuna.
Lo guardai mentre sapevo che i miei occhi dall’azzurro erano passati al nero.
Non era la prima volta che Harry mi tradiva, ma ogni volta che lo scoprivo ripetevo a me stessa di aver capito male, gliela lasciavo passare.
Ma questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, forse ero solo stanca di stare con uno stronzo.
Mi chinai, raccogliendo la mia canotta e infilandomela, mentre asciugavo la lacrima che mi ero accolta era sotto il mio occhio.
Misi la mano sulla maniglia e aprii la porta quando Harry mi prese per un polso e mi fece voltare.
« Sono stato con Alice, ma non ha significato nulla. Sul serio, avevo voglia, lei era lì e tu in classe di Chimica. Il cellulare non funzionava, lei che cercava di baciarmi e ci sono caduto. Ti prego… Non andare, lo sai che amo te, amore. »
Gli tirai uno schiaffo, forse il più pesante che avessi mai tirato. Avevo una buona mira perché la sua guancia si arrossò visibilmente dopo pochissimi secondi.
« Amore un cazzo, Harry! Ho sopportato fin troppo i tuoi tradimenti. Ricorda che se qualcuno ama sul serio non tradisce! »dissi con le lacrime agli occhi.
Io lo amavo, non lo avevo mai tradito da quando stavamo insieme.
Niall certe cose me le diceva, anche se era il migliore amico di Harry, era anche il mio.
A quanto pare era tutto vero, invece io continuavo a dirgli che si sbagliava.
« Stammi bene con Alice ladoatuttiperchésonounazoccola.  » dissi imitando la voce stridula di quella mora dai capelli corti che odiavo tanto.
Aprii la porta e la chiusi alle mie spalle sbattendola mentre sentivo Harry che urlava il mio nome, forse con un tono anche arrabbiato.
« Vaffanculo! » urlai voltandomi verso la porta ancora chiusa mentre camminavo velocemente verso le scale che mi avrebbero riportata all’uscita quando andai a sbattere contro qualcuno e caddi col fondoschiena a terra.
« Cazzo! » urlai.

JUSTIN’S POV.
Ero solo, come sempre, nel laboratorio di musica mentre con una mano reggevo la mia chitarra e con l’altra mangiavo il mio panino al tonno.
Un ragazzo come me era abituato a stare solo, anche perché prima o poi se si fosse fatto amici questi lo avrebbero preso in giro per il fatto che lui amava cantare.
Sì, amo cantare.
Perché se amo cantare io sono un frocio mentre se Harry Styles con i suoi quattro amichetti forma un gruppo è figo ?
I dilemmi della vita.
Sentii delle urla provenire da un’aula, probabilmente da quella che si trovava dall’altro lato del corridoio. Così mi alzai e mi incamminai quando vidi Taylor, la ragazza di Harry, uscire da quella porta e urlare una sonora imprecazione contro la soglia chiusa. Probabilmente le si era spezzata un’unghia.
Inciampai in una bottiglia lasciata da qualche vandalo nel bel mezzo del corridoio e mi scontrai con lei che imprecò di nuovo.
« Cazzo Bieber, ma stai sempre in mezzo ai coglioni ?! » mi sputò in faccia senza pietà.
« Ho solo sentito delle urla e … »
« Sì, okay, ora sparisci. »
In quel momento Styles uscì dalla porta e mi fulminò con lo sguardo mentre tenevo la mano a Taylor per farla alzare lentamente.
« E chi è questo ora ?! » urlò il riccio indicandomi.
« Non è nessuno. » sputò di nuovo Taylor, fissandomi con aria a dir poco disgustata.
« E tu tieni la mano a questo essere che si fa chiamare ‘persona’ ? » mi guardò Harry, mentre con un dito mi indicava.
« Cazzo Harry, sono caduta e mi ha aiutato ! » disse fissando la mia mano che ancora stringeva la sua lasciandola andare e pulendosela sui pantaloni scuri.
« Scusate io sarei qui. » dissi incrociando le braccia al petto.
I due mi guardarono, come se tutto d’un tratto fossi sparito.
« Comunque io vorrei dirti che… »
« Harry, fanculo, è finita. » urlò Taylor, entrando nel bagno delle ragazze a pochi metri da noi.
« E tu che vuoi? » sputò Harry alzando il mento, mentre lui prendeva la direzione opposta a quella di Taylor.
I miei occhi si spalancarono: la coppia del secolo aveva appena rotto e io ne ero il testimone!
L’infarto si stava per impossessare di me, ma la mente fu più veloce: avrei potuto provarci con Taylor.

TAYLOR’S POV.
Nulla mi avrebbe impedito di spaccare la faccia a quella stronza ora come ora, così, invece di darmi a pianti isterici che non avrebbero risolto nulla, solo rovinarmi il trucco, andai verso il suo tavolo e le picchiettai due dita sulla spalla.
« Qual buon vento ti porta qui, Taylor ? » disse sorridendomi con quell’aria da saputella, lo sapeva benissimo perché mi ero avvicinata a lei.
Le tirai uno schiaffo, forse più forte di quello che avevo dato a Harry, e la sua testa seguì il movimento della mia mano e notai subito dopo il rossore della guancia espandersi.
« Questo è per esserti scopata il mio ragazzo. Mi fate schifo tutti e due! Ecco perché l’ho mollato cazzo, va con le puttane come te, come biasimarlo. Mi fai schifo, non ti credevo una così facile. » le dissi, con tutta l’intenzione di essere cattiva.
Lei si massaggiava la guancia, cercando di trovare le parole per reagire, ma le parole non avrebbe mai potuto trovarle visto che era dalla parte del torto.
« Forse non si accontentava di te, con me è venuto due volte in cinque minuti, è il mio record personale. E con te ? » disse alzandosi, mi provocava.
Sapevo che era al corrente del fatto che ero ancora vergine, un tempo era la mia migliore amica, ma volevo scacciare via questa debolezza anche perché di lì a poco avrei compiuto diciotto anni e mi vergognavo.
Stavo con Harry da un anno e avevo provato a lasciarmi completamente a lui, ma non ci riuscivo, perché nel mio cuore sapevo che non era sincero e non potevo concedermi a uno stronzo come lui, almeno fin quando il mio cervello avrebbe avuto voce in capitolo.
« Stronza. » dissi mentre mi voltai.
Oramai tutta la mensa era interessata a guardarci, compreso Harry che, mentre mi avviavo verso l’uscita, mi raggiunse, cercando di farmi cambiare idea.
Ma quella recita era finita, lo avevo scoperto.
« Fottiti, ora hai lei. Goditela. » dissi consapevole che le stesse parole che avevo appena pronunciato avevano fatto più male a me che a lui.
Vidi Niall guardarmi e alzai le spalle di fronte alla sua aria sconfitta: ci aveva provato mille volte ad avvisarmi e se gli avessi dato ascolto ora il mio cuore non sarebbe distrutto in mille pezzi.

JUSTIN’S POV.
Non avevo voglia di andare a biologia, preferivo strimpellare la mia chitarra e finire di scrivere la mia nuova canzone.
Sentii dei singhiozzi abbastanza rumorosi così alzai la testa e vidi Taylor, in lacrime, che correva verso la sua macchina.
Mi alzai di corsa, non dimenticando la chitarra, e corsi verso di lei, arrivando a pochi passi dalla sua macchina.
« Non puoi guidare in questo stato… » le dissi mettendole una mano sulla spalla.
« Lasciami stare, Bieber. » disse con lo sguardo teso verso il basso, le sue scarpe erano probabilmente diventate interessanti.
« Wow, non mi hai imprecato contro, stai davvero male. » dissi con un pizzico di ironia sperando che ridesse.
Ridacchiò sbuffando mentre con il palmo della mano si asciugava le lacrime.
« Ti accompagno, dai. » dissi sorridendo mentre le sfilavo le chiavi dalla mano.
« No, sul serio… sto bene. » disse guardandomi con quei suoi bellissimi occhi blu.
« No, mi spiace ma voglio evitare di sentirmi in colpa se fai un incidente. »
« E va bene… » affermò Taylor sconfitta, forse aveva capito che non avevo alcuna intenzione di farle del male, ma solo aiutarla.
Salimmo in macchina, misi in moto e sfrecciai verso casa sua, non troppo lontana dalla scuola.
« Come sai dove abito?  » domandò voltando la testa verso la mia direzione.
« Sono uno stalker, so dove abiti, quanti anni hai, il tuo conto corrente, codice fiscale, ho la fotocopia della tua carta d’identità e di quella dei tuoi genitori, nonni, parenti e zii, e il contratto dell’acquisto del tuo cane, Poppy. » sorrisi.
Mi fissò, sconvolta.
« L’hai rimosso proprio che eravamo migliori amici alle medie eh? » continuai « Wow, Styles deve averti fatto proprio il lavaggio del cervello…» dissi stringendo le dita sul volante.
La amavo dalla prima media, da quando con quelle mani graciline mi aveva picchiettato su una spalla, domandandomi di sedersi accanto a me, il primo giorno di scuola. La amavo da quando mi aveva sorriso, con quel suo viso perfetto, senza una minima imperfezione. La amavo da sempre.
« Uh.. sì, è vero.. non, non me ne sono ricordata. » concluse.
Sbuffai, voltandomi per guardare la strada. Non avevo voglia di controbattere perché la rabbia si stava impossessando di me.
Quello stronzo di uno Styles. Prima se l’era scopata chissà quante volte e poi le aveva spezzato il cuore. Come biasimare uno che se la fa con cinque coglioni pieni di tatuaggi che fumano chissà cosa, che bevono, e che per lo più si vantano di “fare musica”? Ma da quando in qua la musica comprende il vantarsi di fumare, drogarsi e andare a … donne facili ?
Ah basta Justin, non ci pensare.
Sarà che va di moda tra le donne e che probabilmente io dovrei fare lo stesso.
Ma sarà anche che io scrivo canzoni d’amore, non mi vanto di quanto faccio colpo sulle donne.
Mi voltai verso Taylor, che silenziosa guardava il panorama che scorreva intorno a noi.
« Hai fame ? » le sorrisi dolcemente.
Annuì, ricordavo che a mensa non aveva mangiato nulla, ma preferivo rimuovere il motivo e ricordarmi che grazie a quel motivo la ragazza che amavo era tornata libera.
Dopo anni di attesa avevo la mia possibilità, non l’avrei sprecata.
Eppure vi chiederete: come mai gli piace Taylor? E’ una bionda snob con le unghie sempre apposto, che ti insulta dalla mattina alla sera, per lo più (ex)fidanzata con un coglione riccioluto, a mio parere anche brutto.
« Ti va se invece di tornare subito a casa andassimo a sgranocchiare qualcosa al Mc Donald’s ? » sorrisi, navigando con la mente in quel posto, per me come il paradiso.
La bava stava già fuoriuscendo dalla mia bocca quando lei sputò un ‘no’ categorico.
« Perché no? »
« Perché il cibo di quel Fast Food contiene troppi grassi, la linea si sconvolgerebbe, come me. Passo. » mi guardò.
« Tay…» deglutii, cosa che fece anche lei. Erano anni che non la chiamavo così.
Ma forse quello era un segno, il segno che tutto stava per cambiare.
« Taylor. » mi guardò, deglutendo.
« Taylor » ripetei fissandola « il fast food non fa nulla se ci mangi una volta, ma se lo fai sempre ti ritroverai tutte le patatine nelle cosce e so che non lo vuoi, perciò ripeto: ti va di andare al Mc Donald’s? » conclusi sorridendo.
« Va bene, Bieber. Ma sappi che se prendo un solo grammo mi troverai sotto casa tua a imprecare e poi ti circonciderò, con la mia limetta per le unghie. » sorrise.
Io deglutii, forse per la paura di una probabile circoncisione, forse perché Taylor con quell’aria minacciosa mi spaventava un po’, ma l’idea di lei sotto casa mia non era per niente male. Che spiritosone!
Scossi la testa.
« Sarai la mia cicciona preferita. » le sorrisi, tirando fuori la lingua, mentre parcheggiavo la macchina.
« Cretino. » sorrise ridendo mentre mi colpiva piano la spalla con la mano.
Sorrisi scendendo dall’auto e andando verso la sua parte per aprirle lo sportello.
« Prego Madame. » sorrisi porgendole la mano per aiutarla ad uscire.
« Grazie mio signore! » ricambiò il sorriso prendendola e uscendo dall’auto.
Ci guardammo, forse perché quell’amicizia che si era persa col passare negli anni aveva qualche chance di riemergere, magari di rinascere, o magari ero solo io che avevo bisogno di cure.
Entrammo nel “ristorante”, fortunatamente non c’era quasi nessuno.
Andammo a fare la fila e poco dopo fu il nostro turno.
Io, porco com’ero, ordinai due hamburger, porzione grande di patatine e coca cola mentre lei un semplice frullato alla frutta.
« Devi mangiare, Taylor » la guardai.
« Bieber, non sono affari tuoi. » concluse sorseggiando il suo frullato.
Il silenzio incombeva tra di noi e la situazione più che noiosa stava diventando imbarazzante.
« Sfigato. » sentii qualcuno dire alle mie spalle, probabilmente si stava nascondendo perché quando mi voltai vidi solo la faccia di uno degli amici di Styles, mmh com’è che si chiamava ? Milk? Mailk? Mailik? Oh, sì, MALIK! Beh insomma, lui uscì fuori sorseggiando la sua coca cola ed io feci una smorfia per poi tornare a guardare Taylor che leggeva probabilmente un messaggio dal suo cellulare super moderno che aveva appena tirato fuori dalla borsa.
« Devo andare. » sbottò alzandosi. « Non so nemmeno perché ci sono venuta qui. » disse avviandosi verso la porta.
« Che ti è successo? » la seguii alzandomi e raggiungendola.
« Zayn ha detto che Harry cerca di picchiare uno a scuola, mi ha detto di correre lì. » continuò.
« E tu ci credi? » sorrisi, sorseggiando la mia coca cola per poi buttare il bicchiere vuoto nel cestino.
« Non dovrei ? » mi guardò.
« Tu non lo hai visto Malik che ti spiava qualche minuto fa ? » sorrisi « Si chiama Zayn, no? » continuai tenendo fisso il suo sguardo.
« Te lo stai inventando » disse, mentre sentivo un tono di difficoltà ampliarsi nelle sue parole « .. sei .. sei solo geloso. » continuò.
« Io? » inarcai le sopracciglia. « Perché dovrei mentirti? » la guardai alterando il tono della voce.
« Perché io ti piaccio, è ovvio. Io piaccio a tutti. » concluse urlando.
« Beh, a quanto pare a Styles no visto che ti ha tradita! » urlai ancora, non rendendomi conto subito di aver esagerato, ma oramai ero arrabbiato, arrabbiato perché preferiva andare da un coglione che l’aveva usata e poi gettata via, invece che trascorrere delle ore con me, che le ero sempre stato amico, nonostante lei mi odiasse senza qualche preciso motivo. La popolarità l’aveva cambiata. Troppo.

«S-scusa.. p-posso sedermi qui, vicino a te? »
Una vocina melodiosa e acuta attirò la mia attenzione.
Non avevo mai dialogato tanto con una ragazza, a meno che non si fosse trattato di una che mi chiedeva i compiti di matematica, o qualcuna che mi chiedeva la merenda.
Voltandomi scorsi una figura mingherlina, piccolina, bionda, con degli occhi azzurri che catturarono la mia attenzione.
«Certo che puoi. » le sorrisi. « Sono Justin, Justin Bieber. » le sorrisi porgendole la mano.

«Taylor Swift. » sorrise lei stringendo la mia mano.
 
***
 
«Non hai nulla da mangiare, Taylor? » la guardai mentre si massaggiava lo stomaco.
Scosse la testa. « Mamma deve essersene dimenticata. » La sua faccia aveva assunto un’espressione preoccupata e triste.
Spezzai il mio panino al prosciutto cotto e gliene diedi metà.
« Non è nulla di speciale, ma almeno così il tuo stomaco smetterà di brontolare. » sorrisi addentando la metà rimanente del mio panino.
« Grazie, Justin. » sorrise lei.
Si avvicinò per lasciare un leggero bacio sulla mia guancia.
Dopo quel gesto non capii più nulla. Sentì delle scosse invadermi la schiena. Mi voltai a guardarla: bella come un angelo, mi aveva rubato il cuore.

 
Camminai fino alla macchina e vi entrai dentro, aspettando che anche lei facesse lo stesso.
« Fottiti. » commentò.
« Oh, anche tu. » risposi.
« Portami a casa. » disse fredda.
Non risposi, semplicemente imboccai la strada per andare da lei e quando parcheggiai sotto casa sua lei non perse tempo a slacciarsi la cintura e ad aprire lo sportello.
« Non dovevi andare a scuola ? »
« Zayn lo ha fermato, ora sono tutti da me, ovviamente la cosa non è consenziente. » mi guardò prima di aprire definitivamente la portiera.
« Tay, ho esagerato. » conclusi. « Scusa. » dissi mantenendo le mani ferme sul volante.
« Hai semplicemente ragione, Jus… » mi guardò con gli occhi lucidi: aveva cambiato umore subito, non appena avevo nominato quegli “esseri”.
« Vieni qui…» dissi abbracciandola forte mentre sentivo le sue lacrime abbattersi come in una tempesta sulla mia maglietta bianca.
« Come potrei realmente piacere a qualcuno ? Come potrei realmente avere un bravo ragazzo, uno che mi ami sul serio?! » disse singhiozzando mentre io le accarezzavo i capelli. « Dicono di volere la ragazza seria, ma quando ce l’hanno la gettano via, come la spazzatura! » il suo tono di voce si alterò, sentivo che c’era della rabbia.
Si alzò a guardarmi asciugandosi le lacrime, non mi diede il tempo di ribattere che continuò.
« Solo perché non sono andata a letto con lui! Ti rendi conto ? »
Il mio cuore si fermò.
Avevo sempre desiderato che lei fosse mia, mia in tutti i sensi.
Ma c’era sempre stato il dubbio che Harry le avesse strappato via l’unica cosa che non avrebbe più avuto poi, l’unica cosa che volevo fosse diventata solo mia, mia e per sempre.
Taylor parlava, ma io non riuscivo più a collegare il mio cervello con le orecchie: era la notizia più bella che potessi mai ricevere.
« Grazie Justin » sorrise calmandosi.
« E di che? » dissi asciugandomi una lacrima.
« Per avermi ascoltata. » continuò aprendo lo specchietto per guardarsi e sistemarsi in modo da non far capire agli “esseri” che la aspettavano in casa che aveva pianto.
« Come sto? » sorrise.
« Perfetta. » commentai.
Scese dalla macchina e prima di entrare in casa mi lasciò un ultimo sorriso.
Guardai la strada, senza muovere la macchina. Dovevo trovare un modo per conquistarla, forse avrei dovuto stilare una lista, o forse semplicemente baciarla il giorno dopo e vedere che reazione aveva; forse un quartetto d’archi e mille rose! Oppure un set di trucchi e un profumo?
Mi voltai verso la porta della sua casa, oramai chiusa e sorrisi per le idee buffe che girovagavano per l’unico neurone che avevo in testa.
Vidi che aveva lasciato il cellulare sul sediolino e così lo afferrai e fischiettando m’incamminai verso la porta di casa sua.

TAYLOR’S POV.
« Mamma sono a casa! » urlai sperando che quella sorda di mia madre mi sentisse.
« Tua madre non c’è. »
Mi voltai, spaventata, vedendo Zayn poggiato allo stipite della porta della mia cucina, che sorrideva con uno sguardo malizioso.
« Come sei entrato? » lo guardai.
« Noi pakistani abbiamo molti modi per scassinare le porte. » nel suo tono c’era ironia, era palese.
« Potevi aspettarmi fuori. » dissi accennando una risatina.
« Non ci avresti fatti entrare. » sorrise incrociando le braccia.
« Ci? Che vuoi dire, Zayn? » lo guardai.
« Sì, non ci avresti fatti entrare. » disse una voce che conoscevo fin troppo bene, che proveniva dalle mie spalle.
Mi voltai di scatto.
« Che cazzo vuoi, Harry? Ti ho detto che è FINITA, F.I.N.I.T.A » dissi scandendo bene le parole. « Nel caso tu non lo sapessi o non lo avessi già capito. » dissi fredda.
« Oh, potrà essere anche finita, ma io mi prenderò ciò che deve essere mio. » mi guardò con quegli occhi che avevano assunto il colore scuro della notte, sostituito a quelle iridi verdi e cristalline che amavo tanto.
« Vuoi la mia collana ? Quella che mi hai regalato all’anniversario del primo mese assieme? » dissi sfilandomela e tirandogliela contro. « Tieni. Ora vattene.» dissi voltandomi. « Anche tu, Zayn. » conclusi.
Entrambi scoppiarono in una risata fragorosa e capii immediatamente che non si trattava di nessuna collana.
Harry scosse la testa. « Piccola, sei così ingenua. » sorrise avvicinandosi ed io istintivamente feci un passo indietro, dimenticandomi che la figura possente di Zayn era proprio dietro di me e che mi afferrò per i fianchi, bloccandomi.
« Harry, Zayn, cosa volete ? » urlai.
« Piccola, lo scoprirai presto. » disse Harry, afferrandomi per i fianchi e portandomi su, nella mia stanza, che conosceva troppo bene.
Mi buttò con la delicatezza di un elefante in una cristalleria sul letto, per poi mettersi a cavalcioni su di me ed iniziare a baciarmi il collo.
« Vattene! » urlai, mentre con le mani lo respingevo.
Zayn era appoggiato con le gambe e le braccia incrociate al petto mentre guardava Harry che cercava di spogliarmi.
« Tu perché non te ne vai? Eh? » dissi rivolgendomi a Zayn mentre spingevo via Harry, invano.
« Perché presto arriverà una tua amica, e ci divertiremo molto. » mi sorrise.
Cazzo.

JUSTIN’S POV.
Continuavo a picchiettare le nocche delle mie mani sulla porta, ma nessuno veniva ad aprire. Potevo considerare l’idea che Taylor fosse corsa sotto la doccia dopo avermi abbracciato, il che avrebbe significato che era la probabile sorella scomparsa di Flash.
Girai il pomo della porta che si aprì ed entrai, senza pormi troppi problemi.
Riconobbi quella casa, era proprio come la ricordavo.
Profumava di vaniglia, sempre pulita, mi ricordava Taylor: la perfezione.
I miei pensieri furono interrotti da un urlo e riconobbi la voce di Taylor.
Corsi al piano di sopra e vidi una scena raccapricciante: Taylor era in lacrime mentre cercava di respingere quella figura torreggiante che le si era scagliata sopra.
Mandai un veloce messaggio al mio migliore amico, Josh. Avevo capito di cosa si trattava e soprattutto di chi. Gli chiesi di correre lì; io dovevo salvarla.
Non esitai a restare a guardare ancora.
Andai verso il moro e lo tirai, scaraventandolo a terra con tutta la forza che avevo in corpo.
« Che cazzo stai facendo? » urlai guardandolo. Lui senza esitare si alzò mentre sentivo Taylor singhiozzare.
« Fatti i cazzi tuoi! » urlò mentre provò a tirarmi un pugno ma io mi abbassai, colpendolo in pieno nello stomaco. Lui si accasciò in avanti ed io non persi l’occasione di tirargli un altro colpo in piena pancia che lo fece cadere a terra.
Quando sentii qualcosa di duro colpirmi la faccia feci qualche passo indietro, mi voltai. Non avevo minimamente notato che il Pakistano era lì, con il suo possente pugno che mi aveva appena colpito il viso.
Però avrei potuto farcela.
Tirai un calcio a Zayn che cadde a terra mentre tossiva.
Il riccio si era alzato mentre Taylor si era accucciata sul letto in lacrime. Avrei voluto abbracciarla, dirle che tutto sarebbe andato bene, ma non potevo in quel momento.
Per mia fortuna vidi Josh irrompere nella stanza, seguito da Tom: le mie salvezze.
Tirai un altro cazzotto a Harry che si stava dirigendo verso Taylor. Non potevo sopportare di vederlo così vicino a lei.
Tom era un mio amico, un po’ più grande. Ma i suoi venticinque anni non gli impedivano di muoversi come un ragazzino, cosa che in realtà era.
Studiava per diventare un poliziotto e ci stava riuscendo bene.
« Non muovetevi! » disse mostrando il distintivo, a mio parere falso, ma almeno questo li avrebbe fatti placare.
« Vi sbatteremo dentro, statene certi. » disse alzandoli da terra mentre li ammanettava.
« Non abbiamo fatto nulla! » ribatté Zayn.
« Tentato stupro non è nulla ? » urlò Tom. « Siete anche maggiorenni. » disse facendo scattare entrambe le manette e uscendo dalla stanza.
Sorrisi a Josh che uscì mantenendo Zayn per le braccia, osservando Tom che faceva lo stesso con Harry. Chi avrebbe mai detto che Tom se la sarebbe cavata così bene?
Mi voltai verso Taylor, ancora in lacrime.
« Stai bene? » sussurrai massaggiandomi il punto che Zayn aveva colpito.
Scosse la testa, negando, mentre mi guardava.
Corsi ad abbracciarla.
« Dovevo immaginarlo, non dovevo lasciarti sola. » dissi accarezzandole i capelli.
« Come mai sei tornato? » sussurrò sul mio petto, con la voce spezzata.
« Avevi dimenticato questo.. » dissi tirando fuori il cellulare dal pantalone.
Glielo porsi e lei lo poggiò delicatamente sul comodino, voltandosi a guardarmi.
« Grazie.. » sussurrò.
« Non devi ringraziarmi. »
Si stese sul mio petto e restammo lì, abbracciati, chissà per quanto tempo.
Il silenzio tornò ad incombere su di noi, la mia mente ripercorse quel poco tempo che avevamo passato insieme e ricordai il suo sfogo di un’ora prima nella mia macchina.
Sorrisi.
« Io… » sussurrai.
« Tu cosa? » sussurrò a sua volta.
« A me piaci sul serio… » dissi deglutendo « Io potrei essere quel ragazzo, quel bravo ragazzo che ti ama davvero…» dissi chiudendo gli occhi.
Non volevo sentire un suo ennesimo rifiuto. Non sapevo nemmeno perché l’avevo detto. Un attimo di debolezza, un attimo dove il tempo aveva smesso di scorrere.
Erano anni che desideravo dirglielo, ma non avevo mai avuto il coraggio.
Il suo corpicino si mosse, poggiandosi sui gomiti mentre le sue iridi blu si soffermarono a fissare le mie, color nocciola.
« Mi ami, Justin? » mi fissò.
Abbassai lo sguardo.
Forse per lei ero uno dei tanti, chissà in quanti gli avevano detto quelle tre famose paroline. Per lei non sarebbe stato importante, il mio ‘ti amo’ sarebbe stato solo l’ennesimo da aggiungere alla lista.
« Justin ti prego, dimmelo… » continuò.
« Non è importante » dissi sorridendole, quello era il sorriso più falso del mondo.
« Invece lo è, lo è per me, Justin. Dillo… » mi supplicò, guardandomi negli occhi.
Ma io non fiatai, aspettai che continuasse, nella speranza che fosse proprio lei a mettermi in condizione di dirlo, magari cercando di farmi capire che lo avrei potuto dire senza temere un rifiuto.
« Ci stavo pensando prima, sai? » iniziò a parlare, guardandomi « L’unico ragazzo che mi è sempre stato accanto, anche indirettamente, sei tu. Sei l’unico che conosco da otto anni che mi ha sempre salutato quando mi vedeva per strada, anche se io come una stronza gli ho levato il saluto, senza motivo. La verità è che l’essere diventata la ragazza di Harry mi ha cambiata. Il frequentare feste, festini, gente di un certo livello solo perché lui ha molti soldi mi ha abituata a un certo tipo di persone, a un certo tipo di vita, una vita dove tu non potevi far parte. Ecco perché ho sempre cercato di farmi odiare da te, perché almeno così quei sentimenti sarebbero spariti.» sorrise, portandosi un ricciolo biondo dietro l’orecchio, mentre io ascoltavo, curioso.
« Ma poi il sentirti cantare, era paradisiaco. Il mio nascondermi dietro le porte durante la mensa per vedere il tuo sorriso… ma c’era qualcosa nella mia testa che mi spingeva ad allontanarti, a respingere quell’idea che mi stavo facendo su di te, che si stava insinuando nel mio cervello. L’idea che mi piacevi, Justin. » sorrise. « Perciò canta, canta per me…» chiese mentre le sue labbra sottili formavano il più bel sorriso che avessi visto.
Non esitai un momento in più e intonai la canzone che le avevo scritto, qualche tempo prima.
 
Well let me tell you a story 
About a girl and a boy 
He fell in love for his best friend 
When she's around, he feels nothing but joy 

 
Beh lascia che ti racconti una storia
Che parla di una ragazza e un ragazzo
Lui si era innamorato della sua migliore amica
Quando lei è lì, prova soltanto gioia

 
Sorrisi mentre la guardavo negli occhi e le accarezzavo piano i capelli color oro.
 
But she was already broken, and it made her blind 
But she could never believe that love would ever treat her right

 
Ma le avevano già spezzato il cuore, e questo l'ha resa cieca
Non avrebbe mai immaginato che l'amore le avrebbe fatto del bene
 
Sorrise mentre mi guardava. Si mise comoda, ascoltando la mia voce che riempiva la stanza, mentre poggiò le sue mani sotto il mio occhio, dal quale era fuoriuscita una piccola lacrima. Ma continuai.
 
But did you know that I love you? Or were you not aware? 
You're the smile on my face 
And I ain't going nowhere 
I'm here to make you happy, i'm here to see you smile 
I've been wanting to tell you this for a long while 

 
Ma lo sapevi che ti amo? O non te ne eri accorta?
Tu sei il sorriso sul mio viso
E non vado da nessuna parte
Sono qui per farti felice, sono qui per vederti sorridere
Avrei voluto dirtelo molto tempo fa

 
Sorrisi. Avrei voluto vederla così prima. Avrei voluto farla mia prima. Avrei voluto cantarle questa canzone prima, quando l’avevo scritta. Magari con la mia chitarra e il mio fedele sgabello. Magari a lume di candela. Magari quando lei sarebbe stata tutta mia. Magari molto tempo fa.

Who's gonna make you fall in love 
I know you got your wall
wrapped on all the way around your heart 
You're not gon' be scared at all, oh my love 
But you can't fly unless it lets ya, 
You can't fly unless it lets ya, so fall 

 
Chi ti farà innamorare
So che il tuo cuore è circondato da mura
Non devi aver nessuna paura, oh amore mio
Ma tu non potrai volare a meno che non te lo permetta
Non potrai volare a meno che non te lo permetta, allora innamorati

 
Conclusi, intonando dei piccoli vocalizzi per poi cessare di cantare.
Il silenzio si era di nuovo esteso nella stanza ed io non sapevo che dire, che fare. Tutto quello che dovevo dire lo avevo appena cantato.
Ma Taylor fu più veloce di me, perché una lacrima rigò il suo viso, seguita da un’altra, da un’altra ancora.
« Nessuno mi aveva mai detto nulla di simile. » sorrise asciugandosi una lacrima, gesto che ripresi io accarezzandole piano una guancia.
« Did you know that i loved you? » sussurrai.
« Anche io.. ti amo.. » mi sorrise.
Le nostre labbra si sfiorarono dolcemente per qualche secondo prima di toccarsi. Due dita afferrarono il suo mento, mentre piano la baciavo.
Il cuore batteva a mille.
Mi staccai piano.
« Ti amo anche io. » conclusi prima di baciarla di nuovo, stavolta con più passione.
Certo, avevo aspettato un bel po’ prima di riuscire a farla mia, e certo, gli eventi di quel giorno erano andati a mio favore.
Non sapevo fino a quanto avrei potuto credere al suo ‘ti amo’ perché si sa, quelle due parole sono difficili da pronunciare.
Avevo perso la ‘tiamoginità’ una volta per tutte ed ero felicissimo.
La amavo, amavo Taylor più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ero deciso a trattarla bene, deciso a renderla felice cosa che Harry non aveva saputo fare, deciso a renderla mia, per sempre



AIOLEIAAAAAAH! 
No, non sono morta :')
Scusate per tutti i ritardi delle altre Fan Fiction, ma stasera avevo intenzione di continuarle e sì sa, quando si scrive si mette la musica. Guardacaso mi parte "Fall" del mio cucciolo sdfghjk e così apro un documento e tadaaaaan, esce fuori questo.
So già che non avrà nemmeno una recensione, so già che fa schifo.
Vabbé allora che lo pubblico a fare ç_____ç 
Beh, c'è gente che dice che scrivo bene (boh la droga) e così vorrei vedere voi che ne pensate.
A parte che è dalle sei che sto scrivendo e ho tipo una paralisi al gomito per la posizione scomoda. E anche un mal di testa, per 'sto fatto del Papa. Anche se a me sta simpatico, mi da un'impressione positiva, mi ispira simpatia, umiltà. Beh, parere mio.
ALLOOOOOORA, voglio ringraziare tutti quelli che leggeranno e recensiranno, tutti quelli che leggeranno e basta, anche le recensioni negative, positive o neutre, basta che mi fate sapere che ne pensate, PIPOL! YO.
AHAHAHAHA, e dopo questa dimostrazione del mio inglese perrrrrrfetto (cit. Miley), vi lascio il mio nick twitter, così se volete dirmi qualcosa potete :
@greeneyesharry (l'ho cambiato ed è sdfghjkl, la storia del mio nick è luuuuunga, poi ve la spiego). 
Un bacione alla nonna, CAAAALIFORNIA, ciaaaao, e al prossimo capitolo!!! (In questo caso alla prossima OS o magari alla mia prossima Fan Fiction).
Se volete seguirmi ho scritto anche "
I'm Seeing You in A Whole New Light" e "Somebody That I Used To Know". PROMETTO DI AGGIORNARE IL PRIMA POSSIBILE!
okay, me ne vado. Sto andando giuro!

Un bacioneee!
ANNACHIARA. 

  
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