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Autore: JeiBieber_Smile    14/03/2013    3 recensioni
"Ti voglio."-mi disse, baciandomi il collo. -"Sei mia. Stasera."
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo per strada, così, senza una meta. Solita litigata con i miei, solita scappatella di casa. Non riuscivo a capire, come potevano essere così ossessionati dalla scuola avendo una figlia che voto più basso dell'8 non portava? Riuscivano a farmi surriscaldare con nulla, e davvero non riuscivo a capire. Volevano sempre di più, anche quando davo il massimo. Non erano mai contenti. Allora io scappavo. Via dai problemi, via dalle insicurezze, via da loro. Scappavo la sera, e tornavo la mattina, o durante la notte. La mia scusa? "Sono andata a dormire da Melany.", oppure "Volevo prendere un po' d'aria fresca." Non mi hanno mai messo in punizione, solo le prime volte. Scappavo talmente tante volte, che ormai si sono abituati. 
 
Quella sera, però, c'era qualcosa di diverso nell'aria. Mentre camminavo per le strade del mio piccolo quartiere, osservavo il cielo. Era più chiaro del solito, e le stelle in cielo non facevano altro che brillare e brillare e brillare. Mi soffermai, braccia incrociate al petto, e testa alta, a guardare il cielo. Sbuffai, proprio adesso doveva capitare? Proprio mentre stava per cominciare una nuova puntata di Made in Sud, ero applicata alla TV e quel rompiscatole di papà doveva cominciare a rompermi.  
 
Mentre ero immersa nei miei pensieri, una macchina si soffermò affianco a me. Mi girai, il finestrino dell'auto si abbassò. Un volto, coperto da un paio di occhiali, spunto da dentro di essa. Dev'essere molto intelligente questo ragazzo da mettere gli occhiali anche dopo mezza notte. 
 
"Come mai tutta sola?" 
"Non sono credo siano affari che ti riguardino." 
"Be', se te l'ho chiesto un perché ci sarà." 
"Perché non impicciarti dei cazzi che non ti riguardano."- Dissi,sbuffando.
"Hai un bel caratterino."-rispose il ragazzo, ridacchiando. -"Be', vuoi restare tutta la notte qui a girarti i pollici, oppure ti va di fare un giro?" 
"Non entro nelle macchine degli sconosciuti." 
"Piacere, Justin. Tu sei..?" 
"Isabelle."
Juss:"Be', Isabelle, adesso ci conosciamo." 
 
FUCK! Mi ha incastrata. 
 
"Lo stesso non entro in macchina tua."
"Non ti mangio mica, sai."- Ribattè, accennando un sorriso. Che bel sorriso, cavolo. 
 
Lo guardai, la luna brillava nei suoi occhiali, mostrandomi i suoi occhi. Sorrideva. Mi feci coraggio, ed entrai in quella macchina. Non avevo paura, ero tranquilla. Tranquilla, quanto stupita, dal gesto che avevo fatto. Non ero mai entrata nella macchina di uno sconosciuto, questa era la prima volta. 
 
"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" 
"Non ho nulla da dirti."- Risposi, guardandolo. 
"Già ti ho detto che hai un bel caratterino?" 
"Sì."-Ridacchiai. -"Ed io già ti ho detto che sei molto intelligente?"
"Perché?" 
"Perché mettersi gli occhiali scuri a mezzanotte, è una cosa intelligentissima."-Rise. 
"Modestamente."-Ridacchiò. -"Sai, anche girare tutta sola soletta per strada a quest'ora è una cosa molto intelligente." 
"Modestamente." Risposi, col suo stesso tono. 
 
Guardai il suo profilo, si inumidì le labbra. I suoi capelli erano dorati, e le sue labbra carnose, perfette da baciare. Aveva un naso piccolo, sfizioso. Ci farei nasino nasino. 
 
"Ancora non mi hai detto che ci fai in mezzo alla strada tutta da sola."
"Tecnicamente, adesso sono in macchina con te, quindi non sono più in mezzo alla strada tutta da sola. Comunque sia, ho litigato con i miei, vogliono troppo da me."
"Spiegati bene."
"Io sono la solita ragazza che ama vedere il sorriso stampato sul volto dei propri genitori, perché orgogliosi. Quest'anno mi diplomerò, e sto dando il meglio di me. Il voto più basso che ho avuto fino ad adesso e stato 8, ma per i miei non è mai abbastanza. Vogliono di più, sempre di più, anche quando quello che ho dato è il massimo."
"I genitori vogliono il massimo dai propri figli." 
"Voglio troppo, almeno da me."-sospirai.-"Ma adesso non voglio parlare dei miei genitori. Tu che ci facevi da queste parti?" 
"Nulla di nuovo, girovagavo per le strade in cerca di..qualcosa." 
"Qualcosa?"
"Sì, un ispirazione."
"E tu, giri per strada passata mezzanotte in cerca dell'ispirazione?" 
"Ho trovato te, e devo dire che mi sto divertendo a stare in tua compagnia." 
 
Disse, ridacchiando. Mi inumidii le labbra, poi morsi il labbro inferiore. Fissavo il suo profilo, ero come incantata. Avevo voglia di vedere gli occhi di questo ragazzo, chi si celava dietro quel paio di occhiali neri? 
 
"Perché mi guardi?"-Chiese, evidentemente perché capì che lo stavo fissando. 
"Stavo solo pensando."
"A cosa?"
"Voglio vedere chi si cela dietro quel paio di occhiali." 
 
Gli dissi, sperando in un suo gesto. Pochi secondi dopo, il mio desiderio fu adempiuto. Levò gli occhiali da sole, gettandoli sui sedili di dietro. Si girò verso di me, i suoi occhi si incrociarono con i miei. Un brivido ppercorse la mia spina dorsale, aveva degli occhi..meravigliosi. Color caramello, perfetti. 
 
"Contenta?"
"Ovvio."-rise.
"Così guaido meglio."
"Sul serio?"-Dissi, con tono sarcastico. Lui si limitò a ridacchiare. -"Allora..dove mi porti?"
"Tu dove vuoi essere portata?"
"Tu dove mi stai portando?"
"Non lo so."
"Non lo sai?"
"Non lo so."
"Stiamo messi bene."-enunciai, per poi farmi scappare una risata. 
"Lei vorrebbe andare in un posto preciso, signorina?"
"Mo' che ci siamo, portami dove vuoi."-rispori, prendendo il cellulare tra le mani. -"Tanto a casa non voglio tornarci adesso." 
"E se ti porto a casa mia?"
"A casa tua?"
"Vivo da solo, quindi niente genitori che ti rompono le palle."
"Va bene."
 
Sorrisi. Mi sistemai per bene sul sediolino, e posai il cellulare in tasca. Guardavo le mie gambe, grazie al cielo non mi ero ancora messa il pigiama. 
La macchina, dopo poco, si fermò davanti ad una villetta, molto carina direi. Levai la cintura di sicurezza, neanche il tempo di slacciarla del tutto che il ragazzo di fianco a me, Justin, se non erro, si catapultò dal lato della macchina opposto al suo, cioè, il mio. Sorriso dolcemente, lui mi aprì la portiera per poi poggermi la mano. 
 
"Che gentiluomo."-dissi, guardandolo dolcemente.
"Visto?"-rispose, prendendomi dolcemente la mano e chiudendo la portiera della macchina. 
 
Entrammo in casa, era davvero molto carina. 
 
"Bella catapecchia."
"Me l'hanno lasciata i nonni in eredità e, be', eccomi qua."-sorrise.-"Sai, io avrei avuto paura se fossi stata una ragazza."-disse avvicinandosi alla vetrina, prese due bicchieri.
"Perché dovrei avere paura?"-Chiesi, guardandolo. 
"Perché sono un ragazzo e tu sei a casa mia, non sapendo chi sono."-riempì i due bicchieri con qualcosa, di alcoolico probabilmente. 
"Io non ho paura."-Risposi, prendendo il bicchiere."
"Potrei ucciderti e nascondere il tuo corpo, non lasciando traccie."-mi guardò con aria di sfida. 
"Umh, sicuro di avere il coraggio di farlo?"-guardai il liquido che avevo nel bicchiere, sembrava wisky. 
"Potrei fare altro."
 
Portò il suo bicchiere alla bocca, inghiottendo quella roba come se niente fosse. Feci lo stesso, per poi posare il bicchiere sul tavolino di vetro davanti ai miei occhi. 
 
"Tipo?"
"Tipo..."-Si avvicinò al mio viso.-"Tipo non so, cosa farebbe mai un ragazzo ad una ragazza, chiusi in una casa, senza genitori o rotture di palle simili?" 
"Allora vuoi che io te le stacchi le palle, se mi stai dicendo una cosa simile."
"Oh sì, piccola, fallo."
"Nei tuoi sogni, tesoro."-Gli dissi, facendogli l'occhiolino. 
"Bene, a questo punto..Andiamo a dormire? Sai, non vedo l'ora di sognare." 
"Sei un pervertito!" 
 
Spalancai la bocca, inarcando leggermente la schina dallo stupore e girando la testa verso destra. Guardai a terra, poi morsi il mio labbro inferiore. 
 
"E non venirmi a dire che non ti piace."-disse, riempendomi il bicchiere con lo stesso liquido di prima. 
"Non vado a letto con gente che ho appena conosciuto." 
"Riuscirò a farmi cambiare idea in men che non si dica."-disse, per poi portarsi il bicchiere alle labbra. Erano così fottutamente carnose. 
 
Presi il cellulare dalla testa, guardando l'orario. Era tardissimo. I miei occhi, si posarono su Justin. Aveva un braccio sullo schienale del divano, e l'altro braccio  era poggiato sul suo fianco. Devo dire, che era davvero sexy in quella posizione. Lo guardavo, senza emettere suono. C'era un silenzio, che tutto era al di fuori di imbarazzante. Posai il cellulare sul tavolino, affianco al bicchiere. Lo guardai, poi lo presi. Bevvi. Riposai il bicchiere, e guardai Justin. 
 
"Hai solo questo schifo da bere?" 
"Oh, sentiamo, cosa le va di bere, signorina?" 
"Qualcosa che non sia così forte."- si inumidì le labbra. 
"Qualcosa ci sarebbe."
"Se intendi l'acqua, va più che bene."-risi.-"Altro no, grazie."
"Seguimi in cucina."
 
Disse, per poi alzarsi dal divano. Mi alzai anch'io, ci avvicinammo alla cucina. Lui, da gentiluomo, mi fece entrare per prima. Gli sorrisi, lui sorrise me. Con una mano, toccò la fine della mia schiena, sfiorando il fondoschiena. 
 
"Sai di avere un bel culo, piccola?"
"E tu sai di essere davvero un malato?"
"Malato, perché?"-ride. 
"Perché hai sbagliato vittima, tesoro."
"Mmh, non credo."-disse, avvicinandosi al mio corpo e accarezzandomi le labbra, quasi per provocarmi. 
"Io credo di sì, invece."-mi allontanai da lui, ridacchiando. Devo dire che la situazione si stava facendo..interessante. 
"Che fai? Mi provochi?"
"Sei tu a provocare me, non ottenendo risultati." 
"Ah sì?"-disse avvicinandosi alla fontana. 
"Oh sì."-risposi, raggiungendo il punto in cui lui stesso era situato. 
"Ecco a lei il suo bicchiere d'acqua."-stavo per prenderlo.-"Ma prima.."
"Cosa c'è?"
"Voglio qualcosa da te."
"Fa poco lo stronzo, va."-risi. -"Puoi tenertelo il tuo bel bicchiere d'acqua."-gli dissi, facendogli la linguaccia. 
"Hei, io non voglio nulla in cambio."-si avvicinò. -"Forse..solo la possibilità di assaporare quelle labbra." 
"Non mi conosci e già vuoi baciarmi?"-gli chiesi, puntando i suoi occhi. 
 
Il suo corpo era ormai incollato al mio, il bicchiere d'acqua giaceva sul tavolo. Justin l'aveva appena posato. Mi accarezzava la schiena, per poi scendere al sedere. 
 
"Le voglio, queste labbra."-si avvicinò a me. -"Adesso."
"Non ti sembra di correre?"
"Un bacetto, che sarà mai?"
"E se soffro di AIDS?"
"Non ti sto mica scopando."-sorride. -"Anche se.."-si inumidì le labbra. -"Una scopata me la farei." continuò. 
"Voi maschi siete tutti uguali."- aggiunsi, appoggiando le mie mani al suo petto.
 
La situazione stava cominciando a trasformarsi. Le sue mani non facevano altro che accarezzare la mia schiena, e il mio fondo schiena. Il suo naso era incollato al mio, le sue parole erano sussurrate. Stranamente, stavo bene tra le sue braccia. 
 
"Saremo tutti uguali.."-cominciò, per poi continuare. -"Ma tu stai al gioco."
"È questo quello che credi."-dissi, per poi girarmi e prendermi il bicchiere d'acqua. 
 
Justin spalancò la bocca incredulo, posai il bicchiere nel lavabo della fontana per poi dirigermi in salotto. Oh sì, la mia tecnica aveva funzionato. Ritornai sul divano, prensi di nuovo il cellulare in mano. Vidi l'orario, ancora. Era la terza o la quarta volta. Alzai lo sguardo al cielo, incrociando gli occhi di Justin. Feci un piccolo salto, mi aveva fatto spaventare. 
 
"Oh cazzo, Justin!" 
"Che c'è?"
"Mi hai fatto prendere un colpo."-mi inumidii le labbra, per poi ridacchiare. 
"Sei furba."-disse, tirandomi il cellulare da mano. 
"Heeei, dammi il mio cellulare."
"Non te lo darò"
"Cosa, cosa, cosa??"
"Prima voglio un bacio."
"Non bacio gli sconosciuti."
"Allora non riavrai mai più il tuo cellulare."-ride,diabolicamente. 
"Cattivo."-lo guardai.-"Piccolo."
"Certo."-mi guardo, con aria di superiorità. 
 
Mi alzai dal divano, andando dalla sua parte. Lo guardai negli occhi, poi mi avvicinai lentamente stampando un innocente bacio sulle sue labbra. Sinceramente? Aveva due labbra fottutamente morbide! Stavo per staccarmi, quando mi prese per i fianchi e intensificò il bacio, sempre di più. La sua lingua chiedeva permesso d'entrata alla mia bocca, che le venne negato. Al che, usò rimedi più..estremi. Comincio con l'accarezzarmi la schiena, per poi scendere fino di più, prendere una parte del mio sedere e..stringerla. Aprii immediatamente la bocca, e le nostre lingue cominciarono a giocare, ad acchiapparello. La mia seguiva la sua, e viceversa. Mi lasciai andare a quel bacio, tanto dolce quanto passionale. Gli presi il viso tra le mani, avvicinai il mio bacino al suo. Mi lasciai semplicemente andare. 
 
"Dati i patti, adesso voglio il mio cellulare."
"Dati i patti, continua a baciarmi che hai due labbra perfette."-disse, riappoggiando le sue labbra alle mie. 
"Dammi prima il cellulare."-riuscii a pronunciare, tra uno schiocco e l'altro. 
 
Mi diede il cellulare, che gettai immediatamente sul divano. Mi guardo come per dire 'che minchia fai?', per poi ridere. Prese i miei fianchi con violenza, mi scaraventò al muro più vicino. Gli presi il viso tra le mani sorridendo, possibile che stava succedendo questo dopo manco due ore che ci conoscevamo? Quel poco di alcool, mi stava dando alla testa. 
 
"Sei una ragazza strana, sai?"-mi disse, quasi senza fiato. 
"E tu sei molto brusco nei tuoi modi, sai?" 
"Be', sai com'è.."-mi guardò intensamente negli occhi. -"Quando desidero una cosa, lotto finché non è mia." 
"E cosa vuoi esattamente da me?"
"Voglio renderti mia, stanotte."
"Neanche mi conosci.."
"Abbiamo tutta la vita davanti."-lo guardai negli occhi. -"C'è tempo per conoscersi." 
 
Lo guardai stranita, poi mi abbandonai alle sue braccia, ai suoi baci. Mi attaccai completamente a lui, labbra comprese. Gli tiravo le punte dei capelli, per fargli capire che tutto quello mi piaceva. LE sue mani sul mio corpo, erano un qualcosa di talmente eccitante. Grugnii, facendolo eccitare ancora di più. Anche questa volta, la sua lingua chiedeva permesso per entrare, le mie labbra glielo negavano. Senza accorgermene, le sue mani riuscirono ad entrare nei miei pantaloni, posizionandosi sul mio fondo schiena, come prima, portandomi stupore. Ciò, mi fece aprire leggermente la bocca, lasciando spazio alla sua lingua di entrare. Visto che la posizione stava cominciando a farsi noiosa, alzai leggermente la gamba sinistra, facendogli capire che volevo essere presa 'in braccio'. Col suo aiuto, incrociai le mie gambe al suo bacino. Lui mi trascinò in cucina, mettendomi sul tavolo. Be', più che altro ero solo appoggiata al tavolo, visto che la maggior parte del mio corpo era esposta fuori.
 
"Tutto questo,"-disse staccandosi. "È eccitante."-continuò, per poi attaccare le mie labbra alle sue. 
 
Strusciò il suo cavallo vicino alla mia aera, ansimai al contatto. Ciò gli portò ad eccitarsi ancora, riavvicinando il suo cavallo a me. Le mie dita, invece, scivolarono dal suo collo, al suo punto, per poi fermarsi. Ridacchiai. Riavvicinò le sue labbra alle mie, ma questa volta non le baciò. Le accarezzò col dito, girò la testa: questa volta, puntava al collo. Cominciò a darmi dolci baci, poi cominciò a succhiare. Dal succhiare, era passato al mordere, e leccare. Massacrai il labbro inferiore dal piacere, non facevo altro che ansimare da tutto quel piacere che provavo. Questo lo incitava a continuare, si stava eccitando. Riuscivo a sentirne la presenza. Incrociai le mie gambe al suo bacino, per fargli capire che volevo di più. Capì il mio interessere, e dal collo scendeva sempre di più. I suoi baci, questa volta, si sofferarono sul mio petto, facendomi provare un piacere pazzesco! Lentamente, mi levò la maglia, facendomi restare solo in reggiseno. Era eccitante. Eccome. 
 
In men che non si dica, mi ritrovai stesa sul tavolo, a coprirmi solo il ciondolo che mi regalò il nonno prima di andare via per sempre. Lui lo stesso, tranne per il fatto che un paio di boxer bianchi coprivano ciò per cui stavo letteralemente morendo. Mi prese in braccio, incrociai le mie gambe al suo bacino. Il divano, era la nostra meta. 
 
"Justin.."-dissi, tra un sospiro e l'altro. 
"Ti voglio."-mi disse, baciandomi il collo. -"Sei mia. Stasera." 
 
Rotolò sotto di me, adesso ero io a comandare. Mi sedetti sul suo cavallo, inarcando leggermente la schiena. Le sue mani, mi accarezzavano. Morsi il suo collo, i miei denti sfioravano la superficie. Lasciai le sue mani accarezzare il mio sedere, le sue dita arrivavano alla mia femminilità. Ansimai. La situazione rotolò ancora, ero io sotto di lui. Mi guardava negli occhi. Appoggiai le mie mani ai suoi boxer, per poi lanciarli dall'altra parte della stanza. Lo volevo. 
 
"Sono tua. Stasera."
"Piccola, la cosa è reciproca."-disse affannato."
"Sai, non l'avevo notato."-risposi, scherzosamente. 
 
Un bacio. Una carezza. 
Varcò la mia femminilità, facendomi toccare il cielo con un dito. Incarcai la schiena dal piacere, cacciai un grugnito dalle mie labbra. Ansimavo, cosa che a lui piaceva. A lui eccitava. Continuò a farmi provare piacere, lo stesso piacere che provava anche lui. Era tutto..perfetto. 
-
-
-
 
"Ci rivedremo?" 
"Dovrei essere io a chiedertelo."
"E invece sono stata io, qualche problema?"
"Affatto."-disse ridendo.
"Grazie per la serata..alternativa."
"Figurati."-rise.-"Ah, e per la cronaca: avevo ragione io."
"Solo perché mi hai trovata pazza."
"Ti troverò anche altre sere pazza? Infondo..ti ho fatto star bene." 
"Vedremo.."-dissi, scendendo dalla macchina. "Oh, Justin."
"Presente, capo."
"Mi dai il tuo numero?"
"Dovevo chiedertelo io."
"Sei ritardato, non posso farci nulla."-alzai le spalle, per poi dargli il mio cellulare, dove scrisse il numero. 
"Mi scrivi il tuo?"-mi chiese passandomi il suo cellulare. 
"Certo."-sorrisi, per poi scrivergli il numero. Gli ripassai il cellulare.-"Allora..ci vediamo."
"Prima di quanto pensi, piccola." 
 
Mi sorrise, mi allontanai dalla macchina col sorriso stampato sulle labbra. Feci il segno 'pace', con le mani, lui mi sorrise dolcemente per poi sparire, nell'oscurità della notte. Alzai gli occhi al cielo, guardando le stelle. Tutto quello che riuscivo a pensare era 'wow, che serata innavativa, ragazzi.' 
Camminai verso la porta d'ingresso, quando la brillante idea di entrare dal retro m'illuminò. Corsi sul retro, presi la chiave da sotto il tappeto e aprii la porta, dirigendomi spedita in camera mia. Erano le cinque e mezza, decisi di farmi una doccia. Amo sentire le gocce dell'acqua lungo il mio corpo. Entrai i n bagno, mi spogliai del tutto e misi il primo piede nella doccia, quando... 
 
 
 
*DRIIIIIIIN.* 
 
"Isabelle, tesoro, sveglia. Farai tardi a scuola. Isabelle, Isa.."
"Mamma, lasciami dormire."
"Isa è tardi." 
"Mamma?" 
 
Mi alzai dal letto, ero sorpresa. 
 
"Esattamente, e tu sei Isabelle e stai per prendere un paliatoni perché sono le sette e devi ancora prepararti." 
"Ma..Ma è impossibile!" 
 
Andai vicino al mio cellulare, cercai il nome 'Justin'...NULLA. Mi guardai allo specchio, cercando tracce del succhiotto di ieri sera e, come sul cellulare, nessuna traccia. Nessuna traccia di lui, e della notte passata insieme. Oh cazzo. 
 
"Isa..?" 
"Eh?"
"Che stai combinando?"
"Nulla."-dissi, alzando gli occhi al cielo e guardandomi in giro. 
 
Ripensai a tutto quello che è successo ieri, o meglio, nel mio sogno. Fino ad arrivare ad una soluzione: ho la mente talemtne contorta che è riuscita a farmi immaginare un rapporto sessuale con un ragazzo di cui non so nemmeno l'esistenza. 
   
 
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