Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LucreziaPo    30/09/2007    2 recensioni
la mia versione della fuga di Sirius da Grimmauld Place 12. spero vi piaccia e se non vi piace commetatela lo stesso!!! kiss Lily
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Neppure la morte potrà separarci

Era notte fonda a Grimmauld Place numero 12 ed un ragazzo da capelli neri e gli occhi di ghiaccio giaceva a pancia in su sul letto fissando il soffitto, le mani intrecciate dietro la nuca.

Pensava, pensava a quello che era successo qualche ora fa, alla litigata tremenda che aveva avuto con i suoi genitori.

Stupidi!

Stupidi e superficiali che se ne stavano a vantarsi del sangue che avevano nelle vene come se fosse la cosa più importante del mondo, a torturare babbani e mezzosangue come se loro fossero in qualche stupido modo superiori a loro.

Loro che veneravano Lord Voldemort come se fosse il Messia sceso in terra.

“Ma non vedete cosa fa?

È un essere malvagio, che uccide babbani e mezzosangue senza pietà!”

Era questo che aveva urlato quella sera a cena.

Suo padre Orion lo aveva guardato come se fosse impazzito.

“Lui è l’unica cosa positiva che è successa in questi tempi.

Era ora che qualcuno prendesse il potere e facesse fuori quella feccia della nostra società.”

“Sono persone!

Come noi, come me e te!

Come fai a dire che è giusto quello che sta combinando?

È solo un pazzo furioso!”

Tutti si erano voltati a guardarlo, dai suoi genitori e suo fratello Regulus alle sue cugine Narcissa e Bellatrix.

L’unico guardo ammirato era quello di Andromeda, che la pensava esattamente come lui.

“COME OSI?
Piccolo ingrato!

Dovresti ringraziarlo per quello che sta facendo, non criticarlo!

Sei l’onta della nostra famiglia!

L’unico Black che è finito a Grifondoro!

Ci siamo vergognati profondamente quando l’abbiamo saputo!

Amico di ibridi, mezzosangue!

Mi fai schifo!”

Sirius era rimasto impassibile.

Quelle parole le aveva sentite così tante volte che non gli facevano né caldo né freddo.

“Non m’importa un accidenti di essere o meno un Black!

Di essere purosangue o mezzosangue!

Siete le persone peggiori che conosca.

Ci sono miei amici che non sono purosangue, ma che sono mille volte migliori di voi!”

Sciaff!

Il rumore dello schiaffo di suo padre aveva echeggiato nella cucina ed era calato il silenzio.

Dopo pochi secondi erano scoppiati degli applausi e degli incoraggiamenti da parte delle sue cugine e della madre.

Gli unici rimasti in silenzio erano Andromeda e Regulus.

Sirius era rimasto impassibile.

Non aveva né reagito né si era difeso.

Se lo aspettava.

Li aveva fin troppo provocati.

Si voltò in silenzio e salì le scale, andando in camera sua e sbattendo così forte la porta che erano caduti due quadri nell’ingresso.

Li odiava, li detestava con tutto il cuore.

Non si era mai sentito a casa a Grimmauld Place.

Casa era il luogo dove ti senti al sicuro, amato, apprezzato e non denigrato ed offeso.

Ne aveva abbastanza, di tutti loro.

Si mise a sedere nel mezzo del letto, ascoltando i rumori della casa.

A parte quello delle tubature ormai vecchie e da cambiare, non vi era alcun rumore.

La casa era immersa nel silenzio ed i suoi abitanti erano dormienti da un bel pezzo.

Il suo stomaco brontolò per la fame, ma lui non gli diede ascolto.

Il suo sguardo cadde sul baule.

L’aveva preparato già da tempo, ma non aveva mai trovato il momento giusto per andarsene, tranne quella sera.

Indossò la giacca velocemente e trascinò il suo baule lentamente fino alla porta della stanza, poi, con molta fatica, lo portò per le scale, facendo attenzione a non fare il minimo rumore.

Finalmente uscì di casa.

Ispirò profondamente l’aria fredda della notte.

Era strano che facesse così freddo d’estate, ma molto probabilmente la colpa era di quei Dissennatori che Voldemort aveva reclutato.

Gettò un ultimo guardo a quella che, per sedici anni, era stata la sua “casa”.

Poi si avviò per la strada, trascinando il suo baule.

Dopo qualche passo si sentì un’idiota.

Ma che cosa diamine stava facendo?

Era scappato di casa ed ora?

Dove sarebbe andato?

Sentì un brivido lungo la schiena e si voltò di scatto, la bacchetta puntata.

Ma non c’era nessuno dietro di lui.

Forse non era stata una buona idea scappare.

E se avesse incontrato un Mangiamorte?

Ma, prima che potesse pensare ad altro, sentì un forte rumore ed un fascio di luce lo investì, accecandolo per qualche secondo.

Proveniva da un autobus viola a tre piani, il Nottetempo.

Ne scese un omino piccolo e tozzo e si presentò come Yonce Bill, proprietario del Nottetempo.

“Hai bisogno di un passaggio, ragazzo?”chiese con la sua voce roca.

Sirius annuì

“Dove?”

“Al paiolo magico.”rispose Sirius dopo un attimo di esitazione.

Diede all’omino qualche falce d’argento.

Mancavano due mesi all’inizio della scuola e lui aveva abbastanza soldi per stare in un posto decente.

Quei soldi erano un regalo di suo zio Alphard, uno dei pochi decenti della sua famiglia.

“Salta su!”disse l’omino, prendendo il baule e trascinandolo su per i gradini, seguito da uno stupito Sirius.

Non era mai stato sul Nottetempo, anche se lo conosceva di nome.

Al posto dei sedili c’erano molte sedie scompagnate e parecchi letti.

Era deserto, fatta eccezione per l’autista e Yonce Bill.

Appena si sedette su un letto l’autobus questo partì di colpo, scaraventandolo a gambe all’aria e mandandolo a sbattere contro una sedia.

“Ahia!”gemette.

Yonce e l’autista non fecero caso a lui e continuarono a guidare come spericolati, costringendo Sirius ad aggrapparsi forte a qualcosa per non essere sbalzato via.

“Mai più!”si ripromise.

Fortunatamente il Paiolo Magico era abbastanza vicino e appena l’autobus si fermò Sirius balzò velocemente fuori.

Ordinò una camera e si sistemò.

Erano le prime ore del mattino ed era ancora molto buio.

Prese dal baule un piccolo specchio rettangolare e se lo rigirò tra le mani.

Era uno specchio a due sensi e l’altro ce l’aveva il suo migliore amico, James Potter.

A quell’ora stava sicuramente dormendo, ma Sirius sentì il bisogno impellente di parlargli.

“James Potter.”disse ed il suo respiro appannò lo specchio.

Passò qualche secondo poi il suo riflesso venne sostituito dal volto assonnato di James.

“Ciao, Felpato!

A cosa devo questa chiamata alle tre del mattino?”

“Sono scappato di casa.”

Lo sguardo assonnato venne sostituito da uno sorpreso e preoccupato.

“Cosa hai fatto?”esclamò, facendolo trasalire.

“Non ho avuto scelta, Jamie.

Non ce la facevo più!”

“Dove sei?”

“Al Paiolo Magico.

Ma perché sei così agitato?”

“Perché?

E me lo chiedi pure?

Ma lo sai che potevi rimetterci la pelle?

Voldemort ed i suoi Mangiamorte sono là fuori e tu che fai?

Scappi di casa!”

Decisamente Sirius non si aspettava una reazione del genere.

James era terrorizzato e preoccupatissimo.

“Resta dove sei!

Veniamo a prenderti!”

“Ma…”

“RESTA DOVE SEI!”urlò lui, chiudendo la conversazione.

“Ma che gli è preso?”pensò, mentre posava lo specchio sul comodino.

Si stese sul letto e solo allora si accorse che era esausto.

Non passò neppure un minuto che già ronfava alla grande.

Il mattino dopo venne svegliato da rumore sordo.

Toc toc toc

Qualcuno stava bussando alla porta.

Si alzò lentamente ed andò ad aprire, venendo immediatamente investito da una massa di capelli corvini arruffatissimi.

James Potter gli si era gettato al collo e lo abbracciava così forte che sembrava che non lo vedesse da una vita.

“James!

Sto bene, calmati!”

Sirius ricambiò l’abbraccio e gli battè sulla schiena per calmarlo, poiché lui era scoppiato a piangere.

“Andiamo, James!

Sta bene!

Ora calmati!”

Era la voce di Richard, il padre di James.

Solo allora Sirius si accorse che oltre a James c’erano anche Richard e Amelia, i suoi genitori.

“Salve.”mormorò.

Loro gli sorrisero, mentre James si staccava da lui e si asciugava le lacrime.

Sirius lo guardò stupito.

Non lo aveva mai visto così agitato.

James Potter, il grande cercatore di Grifondoro, il playboy per eccellenza stava piangendo come un bambino.

“James, Amelia, vi dispiacerebbe uscire?

Devo scambiare due chiacchiere con Sirius.”disse Richard.

Dopo pochissimo si ritrovarono soli.

“Stai bene?”esordì lui.

Sirius annuì.

“Capisco cosa tu abbia provato, Sirius.

So cosa pensa la tua famiglia e da ciò che mi ha detto James so anche che siete perennemente in conflitto di idee.

Ma mai, MAI, saresti dovuto scappare di casa, Sirius!

Specialmente in un momento simile!

Potevi essere ucciso!”

Sirius annuì nuovamente.

“Lo so.

Mi dispiace.”

Chinò lo sguardo.

Che pasticcio che aveva combinato!

Richard si chinò su di lui e gli mise le mani sulle spalle, spingendolo a guardarlo negli occhi.

Ghiaccio contro verde prato.

 “James si è preoccupato moltissimo, come noi del resto.”

“Mi dispiace.

Non volevo.”

“Che cosa pensavi di fare qui?

Vivere finchè non fosse iniziata Hogwarts.

Stare qui da solo?”

Ennesimo cenno d’assenso da parte di Sirius.

Richard sospirò.

“Per James sei come un fratello, Sirius.”

“Lo so.

Anche lui lo è per me.”

“E’ per questo che desidero che tu venga a vivere da noi.”

“Cosa?

NO!

Io non potrei…io…non voglio recarvi altro fastidio!”

Richard lo abbracciò forte e Sirius sentì un fiotto di calore invaderlo.

Era una sensazione che non aveva mai provato.

Si sentiva bene..al sicuro…amato, come mai prima d’ora.

“Non dire sciocchezze!

Tu non potrai mai dare fastidio a nessuno.

E poi noi ne saremo felicissimi.

James è figlio unico e sarebbe al settimo cielo se venissi a stare da noi!”

Sirius aveva le lacrime agli occhi.

“Accetti?”

Sirius annuì, piano.

Richard lo strinse a sé più forte, poi si staccò da lui e corse fuori a comunicare la notizia.

Amelia e James entrarono nella stanza, correndo ad abbracciarlo.

“Come sono felice, caro!”disse Amelia.

“Io di più.”sussurrò James al suo orecchio.

Potter Manor era una residenza enorme.

Era una villa circondata da immensi prati e aveva perfino una piscina nel retro.

“Scusa se ti ho fatto preoccupare.”disse, mentre, aiutato da James, portava il suo baule di sopra.

“L’importante è che tu stia bene.

Non so cosa avrei fatto senza di te.

Probabilmente sarei morto!”

Non stava affatto scherzando, glielo dicevano i suoi occhi nocciola che brillavano sempre quando faceva scherzi o battute.

“Lo stesso vale per me.”

James lo guardò con affetto.

Si fermarono davanti ad una camera.

“Puoi stare qui.

La camera mia è proprio di fianco.”

“Grazie.”

James sorrise e lo aiutò a mettere in ordine.

Passarono tutta la giornata a sistemare, fermandosi solo per il pranzo e la cena.

Alla fine erano stanchi morti, tutti e due.

“Non ce la faccio più!”

James si lasciò cadere sul letto di Sirius accanto all’amico.

Sirius annuì.

“Mi hai fatto venire un colpo oggi, sai?”

“Ti ho chiesto scusa una decina di volte!”

“Non basta!”

James si chinò sull’amico ed iniziò a fargli il solletico.

“NO!

Il solletico no!

Basta! Basta!

Ti prego!”disse, ridendo a crepapelle.

Riuscì a allontanarsi da James e afferrò un cuscino.

“Non ti avvicinare!

Sono armato!”

James ne afferrò un altro.

“Vuoi la guerra, Black?

E guerra avrai!”

Rimasero a lungo a prendersi a cucinate e non smisero finchè la stanza non fu piena di piume e i genitori di James li obbligarono ad andare a letto e finirla.

“Si saranno arrabbiati molto?”chiese Sirius, aiutando James a ripulire.

“Naaa!

Sono abituati ad avere me in casa!”

Sirius rise.

“Hai ragione!”

“Sono contento che tu viva come me!

Ci divertiremo un mondo insieme, vedrai!”

“Credi che i miei mi cercheranno?

Per punirmi, intendo.”

James ci pensò un po’ su.

“Se lo faranno avranno pane per i loro denti!

Noi non permetteremo che ti facciano alcun male!”

“Grazie.”

“E questa è la decima volta che lo dici!”

“Che fai?

Tieni il conto?”

Sirius rise, una risata simile ad un latrato.

“Buonanotte, Sirius.”

Lo abbracciò.

“Anche a te, James.

Sei un vero amico!

Potrò sempre contare su di te!”

“Sempre!

Sei il mio migliore amico e neppure la morte potrà separarci!”

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LucreziaPo