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Autore: SpreadTheWay    14/03/2013    9 recensioni
Lennon sospira, e si ripete che no, non può essere vero. Perchè le coperte sanno ancora del suo profumo inebriante, i suoi vestiti sono appesi e stirati nell'armadio da tredici ore, ancora. Perchè Zayn non può essere morto,no.
Riesce a percepire la sua voce roca sussurrarle che tutto andrà bene, sorriderle teneramente stringendole la mano per darle la forza, quella forza che le manca dannatamente, quella forza che solo Zayn le trasmetteva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     Force
                                           



                                                                     
                                                                       



Grazie a Mary, la mia costante musa e forza.




You are my force;
And I'm so sad.









Lennon sospira, e si ripete che no, non può essere vero. Perchè le coperte sanno ancora del suo profumo inebriante, i suoi vestiti sono appesi e stirati nell'armadio da tredici ore, ancora. Perchè Zayn non può essere morto,no.
Riesce a percepire la sua voce roca sussurrarle che tutto andrà bene, sorriderle teneramente stringendole la mano per darle la forza, quella forza che le manca dannatamente, quella forza che solo Zayn le trasmetteva.
Socchiude gli occhi, serrando le palpebre per evitare di piangere.
Anche se Lennon sa', di certo, che Zayn vorrebbe che sorridesse, come il primo giorno che si incontrarono, che sorridesse fino allo star male, per lui.



“Non credo che sia una buona idea.” mormorò Lennon pacata, sbuffando sonoramente.
“Vedilo, come un'esperimento, solo un'uscita. Dopottutto noi pakistani ci sappiamo fare con le bionde.” enfatizzò il moro, sorridendo giocosamente.
Lei ridacchiò stringendole la mano.
“Comunque,il mio nome è Lennon.”
“Zayn.” disse con voce roca.
“E,allora. Cosa ci fai qui?” ruppe il silezio, lasciando scorrere il vento sulla massa riccia di capelli.
Zayn si strinse nella spalle,
“Gita turistica, più o meno.- sorrise, aspirando l'ennesima sigaretta.- e invece. tu?
“Nulla di importante.” biascicò.



Invece, le bastavano le sue carezze silenziose. I pianti di quando dovette partire, assieme alla famiglia, per poi ritornare due mesi dopo. Nessuna chiamata, - coincidenza - credette inizialmente, il telefonò sarà rotto.
Bugia.
Tredici ore dalla sua perenne assenza, da quando Zayn aveva esalato l'ultimo respiro. Da quando i sogni di Lennon si erano frantumati una ad uno.
Lei odiava gli ospedali, a cosa servivano realmente? 
“si rimetterà, niente di serio” l'unica ed esuberante risposta che riceveva, ogni giorno che attraversava quattro isolati solo per vederlo, sorridente ancora.
Magari con una delle sue solite sigarette, per sussurrargli un 'buongiorno'.
Per fare l'amore, qualcosa che mai avevano fatto.

“Torni a casa signorina Colsen” le ripetevano, torturandola mentalmente.


“Lennon.- la richiamò, fissando l'esile figura della bionda.- dovrei.. ecco dirti una cosa.”
Lennon storse il naso, sorseggiando il caffè. Annotava sul taccuino da lavoro ciò che Amanda ripeteva freneticamente, faceva parte del Sunset ed era una giornalista.
Ovviamente, chi era il suo coinquilino?

“Taci Malik.” lo liquidò, scarabocchiando sul foglio giallastro.
Zayn corrugò la fronte, ammirandola in silenzio. Era bellissima, si disse. E Lennon, lo era, eccome se lo era.
Non c'era assoltamente nulla in lei, che esprimesse disordine o puramente caos. Eppure per Zayn queste erano le parole fisiologiche.
Sapeva, che Lennon non era una semplice ragazzo di strada.
Era molto più di questo. E Zayn lo aveva capito.



Lennon osservò la stanza, vuota. Come lei, la comparazione era la stessa. Dieci ore fa' Zayn l'aveva lasciata nella stanza, senza un motivo preciso. Era infuriata, principalmente.
Ma mai avrebbe saputo, che quella sarebbe stato l'unica ed ultima volta che lo avrebbe rivisto.



“Non è una cazzo di ragione,Zayn!” urlò, singhiozzando compulsivamente.
Due minuti di discussione, niente di più. Eppure a Zayn costava farlo.

“Lennon non posso spiegarti, va bene?”
Lei scosse la testa, voltandosi bruscamente.
“Prendi quella fottuta valigia e vattene.”
“Credi che mi piaccia? Odio litigare con te, odio semplicemente non poterti essere stato accanto per due mesi. Non ti ho chiamato per non farti soffrire, dannazione. Ho una ragione se sto facendo tutto questo Lennon. - si fermò, respirando affannosamente, gli restavano due ore di vita.- Vorrei abbracciarti ogni singolo minuto della mia vita,sentire il profumo di pesche che indossi sempre, come una seconda pelle. Baciarti fino all'impazzire. Essere parte di te. ”
Non rispose.
'Che sciocca' si disse, se solo avesse saputo il perchè.
Il perchè Zayn doveva morire.




Non è così? Il cancro aveva colpito Zayn, e lei non aveva fatto nulla.
Avevano litigato - ancora, Lennon, ancora - ed era rimasta due intere ore a fissare il pavimento.
Non lo aveva seguito.
Piangere non serviva a niente.
Perchè una persona si rende realmente conto di amarne un'altra, quando ormai non c'è ne è più tempo.
Lennon amava Zayn, con tutta se stessa.





  
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