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Autore: GianAuror     14/03/2013    3 recensioni
Be’ ho messo via un bel po’ di cose, ma non spiego mai perché, tutte le volte che ci provo, cazzo, non riesco a mettere via te…
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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HO MESSO VIA 







“Ramoso”
La voce di Sirius mi riscosse dai pensieri fin troppo incasinati che mi lampeggiavano in testa da qualche giorno oramai.
“Sei in questo stato pietoso da due settimane. E’ solo una delle solite litigate con Evans, come anche le altre volte. Tornati ad Hogwarts vedrai che tornerà tutto come al solito”
Mi concessi da solo la facoltà di non rispondere a quello che mi stava dicendo perché sapevo che stavolta avevo oltrepassato quel famoso limite che teoricamente non andrebbe mai passato e che, soprattutto con Lily, utilizzavo come un ostacolo insignificante da saltare a mio piacimento.
“Ti sei soltanto divertito un po’ con Mocciosus, niente di diverso di quello che succede da più o meno cinque anni.”
Era bello vedere che Sirius cercava di sdrammatizzare la situazione e per un attimo rischiai anche di crederci da solo: era semplice, forse anche troppo, pensare che come al solito saremmo tornati ad essere cane e gatto come al solito. Ma dentro di me sapevo che non sarebbe successo.
“Grazie Felpato, ma sappiamo entrambe che stavolta la questione è decisamente più seria… L’hai sentita cosa mi ha detto?”
“E da quando ti importa così tanto quello che pensa di te Evans?”
Già, da quando? Da quando mi soffermavo così tanto a quello che Lily pensava di me e del mio comportamento?
Ero a casa, con Sirius e tutta la mia famiglia, dopo aver sostenuto i G.U.F.O… non avevo nessun motivo di stare a rimuginare così tanto su quello che mi aveva detto lei quel giorno. Dovevo solo pensare a divertirmi e godermi il meritato riposo estivo delle vacanze senza preoccuparmi d’altro.
E invece ero fisso a pensare a lei; a lei e quello che quel giorno mi aveva detto.
“Non so più che dirti James; vado a farmi una doccia…” disse alzandosi dal letto. Lo sentì  chiaramente borbottare “Perché si intestardisce così tanto se vuole soltanto divertirsi con lei… bah”
Volevo solo divertirmi con Evans. Questo è quello che mi ripetevo da un bel po’. Poi da quando lei aveva iniziato a respingere puntualmente – e anche piuttosto comicamente – i miei inviti, arrabbiandosi e strepitando come una furia, ci avevo decisamente preso gusto; si era tutto tramutato in una sfida con me e con lei. Volevo dimostrarle che prima o poi avrebbe ceduto anche lei al mio fascino e che sarei riuscito a circuirla e portarmela a letto, perché nessuno poteva resistermi e lei non faceva di certo eccezione.
Avevo provato a forzare la mano, aggredendo quel viscido vermiciattolo di Piton così da vedere quanto potessi essere capace, bravo e affascinante anche nei panni del leader.
Eppure anche in quel momento mi aveva dimostrato di resistermi e io avevo sentito qualcosa di diverso agitarsi in me; come quando mia madre mi sorprendeva a fare una marachella e mi guardava con lo sguardo di rimprovero. Era come se d’un tratto fossi riuscito a specchiarmi in quegli occhi che mi facevano perdere la testa e avessi visto il mio ritratto nella sua mente; avevo visto – e anche sentito, a giudicare da come l’aveva urlato davanti a tutti – che mi considerava nient’altro che un ragazzino viziato, troppo viziato ed egoista per vedere quello che in realtà gli altri pensavano.
E mi sentivo strano, strano senza una motivazione. Perché aveva così potere su di me da farmici pensare anche d’estate e con altre mille ragazze che avrei potuto desiderare?
Scagliai il cuscino verso l’armadio prima di stendermi di nuovo con la testa verso il soffitto. Tremavo sul materasso; tremavo di rabbia, di delusione, di frustrazione e d’un tratto sentì qualcosa di umido scivolarmi lungo le guance fino a bagnarmi il petto. Lacrime? Stavo davvero piangendo?
Da quando in qua non potevo più avere il controllo delle mie emozioni e mi ritrovavo a frignare come una ragazzina per quello che Lily mi aveva detto?
Era diventata davvero un’ossessione per me o c’era qualcos’altro a cui non sapevo dare un nome che si agitava dentro di me e mi confondeva le idee?
Ad un tratto mi venne in mente Remus. Remus che mi diceva che quell’immagine di ragazzo che mi stavo costruendo intorno mi umiliava, non mi rappresentava e mi faceva apparire molto meno di quello che fossi in realtà.
Mi diceva che c’è il momento di essere bambini immaturi, ma c’è anche il momento in cui la vita ti obbliga a crescere e non ti dà neanche il tempo di prepararti a farlo perché già ti richiede un comportamento maturo. E la vita mi stava dicendo che, se davvero ero arrivato ad aver paura di averla persa per colpa del mio essere puerile, dovevo crescere e anche di corsa, altrimenti sarebbe andata avanti e io sarei rimasto indietro.
Così, mentre nella mia testa il cervello mi urlava contro, la mia mano prese una pergamena e una penna e si mise a scrivere, come di sua spontanea volontà
 
 
Ho messo via un po’ di rumore, dicono così si fa…
 così almeno la testa smetterà di ronzarmi come uno spioscopio impazzito e forse riuscirò a fare un po’ di ordine in quello che voglio dirti.
 
Ho messo via i rimpiattini, dicono non ho l’età… se si voltano un momento e ci rigioco è perché a me va.
So che sono immaturo e che la mia vita non sarà ferma all’età di quindici anni. Ci sarà chi vorrà che io cresca, che lo faccia in fretta e che mi dimentichi di essere un bambino perché oramai non è più tempo… Però questo sono io e, chiedermi di cambiare solo perché ti prendi troppo sul serio non è qualcosa che posso darti.
 
Ho messo via un po’ d’illusioni che prima o poi basta così ne ho messe via due o tre cartoni ma comunque so che sono li
Credo che sia giusto che ti dica che il James stronzo non è quello che sono dentro… sembra stupido dirtelo dopo che mi sono comportato male con te e con Piton, però volevo che tu sappia che c’è molto altro rispetto a quello che hai visto… Diciamo che ci sono tutti e due i James; uno che ti rompe le pluffe ogni volta e uno che aspetta solo che tu gli dia una possibilità di farsi conoscere.
 
Ho messo via un po’ di consigli, dicono è più facile… li ho messi via perché a sbagliare sono bravissimo da me.
Remus me l’aveva detto che stavo esagerando, me lo dice sempre che dovrei smetterla di comportarmi da coglione, ma quando ti vedo è più forte di me… Anche Sirius che è qua con me mi sta dicendo che probabilmente dopo questa lettera da sentimentale probabilmente mi manderai una strillettera o mi spedirai un schiantesimo impacchettato, ma sai bene che non ascolto MAI quello che gli altri mi dicono…
 
Ho messo via un po’ di legnate, i segni quelli non si può…che non è il male né la botta ma purtroppo è il livido, Lily…
L’ultima legnata me l’hai data proprio tu. Dritta qua… in mezzo al petto. E non l’hai né spezzato né mi hai fatto male sul momento: fosse stato così mi sarei ripreso, avrei ricomposto i pezzi e sarebbe andato tutto come al solito. Invece stavolta mi hai lasciato un livido grande come un boccino d’oro e ogni volta che ripenso a quello che è successo vorrei soltanto poterti far guardare dentro di me per farti capire quello che sento.
Quando ci penso mi si stringe lo stomaco così tanto che non riesco nemmeno a piangere, non riesco a levarmi quell’amaro che mi sale in bocca al solo pensiero… e tutto questo me lo sono cercato perché sono terribilmente immaturo e poco serio.
 
Ma sai cosa è peggio? Il problema è che sto facendo un po' posto nella mia mente e che cosa mi aspetta, chi lo sa…
Forse sto crescendo e sto cambiando, forse sto semplicemente imparando a mostrare tutto ciò che provo a tenere nascosto di me perché mi spaventa; perché è una parte di me così estranea e così mia allo stesso tempo che ho paura di impazzire solo a guardarla, figurarsi mostrarla agli altri… ma allora dov’è il divertimento di vivere la vita, se non affronti mai quella parte. E’ quella parte che mi sta guidando la mano e il cuore mentre ti scrivo queste righe che probabilmente non leggerai neanche per intero.
 
Ma sai cosa è peggio Lily?
 
E’ che so che posto vuoto c’era e ce ne sarà, e non è questo quello che mi fa star male e mi fa venir voglia di urlare. No. C’è qualcos’altro… qualcosa che mi fa impazzire dentro.
Anche quando sembra che stia sul punto di rinunciarci, che stia smettendo di provarci e che mi sia rassegnato al fatto che non potrò mai averti come voglio io, tu fai di nuovo capolino nei miei pensieri. E non ti voglio più nel modo in cui ti avrei voluto via prima. L’ho messo via…

 
 
 Be’ ho messo via un bel po’ di cose, ma non spiego mai perché, tutte le volte che ci provo, cazzo, non riesco a mettere via te…


SPAZIO AUTORE: Allora, premettendo un paio di cose: 
1) Sarò uno dei pochi ma Ligabue a me non fa impazzire neanche un po'!!
2) Sono una persona che mantiene sempre le promesse che fa U.U (Ogni frecciatina a persona o cose è puramente voluta)
Facendo queste due premesse necessarie al tutto posso solo dire che questa cosa l'ho partorita mentre per malaugurato caso ho sentito questa canzone in radio ritornando dall'università ed è capitata proprio a fagiolo, come si suol dire. 
Ho cercato di rendere diversamente il carattere del James innamorato sin dalla prima volta che ha visto Lily ma che è figo e vuole farsi notare e va con tutte ma in realtà ama soltanto Lily forever per sempre... La trovo una cosa talmente cliché che non andrebbe nemmeno di menzionarla. Secondo me, inizialmente il signor Potter voleva solamente dimostrare che anche lei, la ragazza "impossibile" avrebbe ceduto al fascino. Ma nel provarci ripetutamente la situazione gli è un po' sfuggita di mano ed è rimasto fregato... ahimè, quando si gioca con il fuoco c'è sempre il rischio di scottarsi. Ho voluto rendere (in maniera troppo affrettata forse) il maturare di James dopo l'episodio dei G.U.F.O. Spero di esserci riuscito e che vi piaccia!!

Le parti in corsivo grassetto sono della canzone Ho messo via di Ligabue
 

  
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