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Autore: SweetD    14/03/2013    1 recensioni
[Titolo provvisorio]
-Non appena l’asta d’argento toccò la pelle della giovane, sul suo fianco sinistro si formò un solco simile ad una cicatrice, una di quelle che solitamente si crea dopo un’ustione epidermica. Nonostante Damon l’avesse in qualche modo ferita, la ragazza non sembrò provare alcun segno di dolore. Il suo viso era ancora coperto dalla miriade di capelli scuri, un colore molto simile al pelo del lupo,constatò Damon poggiando una mano sulla guancia della ragazza e scostandole i capelli delicatamente, quasi avesse paura di farle del male data l’apparente fragilità del suo corpo.
Dopo aver compiuto quel gesto, il cuore di Damon, dapprima freddo, si riscaldò ad una velocità inaudita. Tutto ciò che aveva desiderato per anni era lì, steso per terra, fragile ed inerme come non lo era mai stato.
Quello era il corpo della ragazza che aveva amato per decenni.
“Katherine!”. - Tratto dal primo capitolo.
La storia non parte da nessun punto in particolare del telefilm, ma i personaggi saranno gli stessi.
Spero vi possa piacere :) SweetD
[ Pairing: Delena ]
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Salve a tutti, sono SweetD.
In primis volevo dirvi che questa è la prima storia che pubblico su questo sito, in
secundis  (si dice xD ? ) per il momento a questo capitolo non ne seguiranno altri a breve, in quanto sto avendo dei problemi con il mio pc. Comunque prima di proseguire la storia, vorrei ad ogni modo accertarmi che questa possa piacere, in tal caso, se riceverà commenti positivi, posterò in futuro altri capitoli.
Adesso basta blaterare, vi lascio al capitolo :)

A presto, si spera :3


THE VAMPIRE TALES - Vampire or Werewolf?

                                               

Appena tornato da una battuta di caccia, Stefan si affrettò a rientrare nella tenuta dei Salvatore per ripararsi dalla forte pioggia invernale.
Mancavano pochi giorni a Natale e a quanto pare Damon, il suo fratello maggiore, non aveva intenzione di allontanarsi da Mystic Falls per il periodo festivo, infatti lo ritrovò seduto su di una poltrona di pelle di camoscio intento a leggere il giornale.
Tutto di lui lo irritava: la sua presenza, la sua postura, persino il ghigno che aveva appena stampato sul suo volto, molto probabilmente come segno di “bentornato”. Insomma, Damon di per sé lo irritava.
Lo vide sfogliare una pagina ed aprire la bocca per poi bisbigliare un “Ciao fratellino.” senza neanche alzare gli occhi dall’articolo di giornale, a quanto pare più interessato ad esso che all’ingresso di Stefan nella loro residenza.
Il fratello minore non ricambiò il saluto e chiuse la porta alle sue spalle. Si tolse la giacca di pelle nera e la appese sull’attaccapanni accorgendosi però che fosse bucata. Nella foresta aveva “lottato” contro un puma selvaggio e quello era il segno del loro combattimento. Si levò le scarpe sporche di fango e si diresse verso le scale, che conducevano allo scantinato, per andare a sistemarle nella scarpiera.
“Quando hai intenzione di andartene, Damon?” spropositò mentre osservava crucciato il disordine che aveva lasciato per la stanza Damon il ciclone: vi erano sacche di sangue vuote sparse per terra e una bottiglia di Bourbon mezza vuota.
“Molto presto.” Gli rispose suo fratello senza aggiungere altro, sembrava di poche parole quel giorno.
Strano, molto strano, pensò Stefan poggiando la mano destra sulla maniglia della porta diretto verso lo scantinato.
Gli occhi di Damon si posarono per pochi istanti furtivi su di lui, poi però ripresero ad osservare il giornale.
C’era qualcosa di sospetto in lui, non era il solito Damon sbruffone che lo derideva in continuazione e che prendeva in giro persino il taglio dei suoi capelli.
Stefan non si fece molte domande riguardo lo strano comportamento di suo fratello, anche se era comunque preoccupato per Damon. Aprì la porta ma la voce di Damon lo fece bloccare.
“Giusto che ci sei, non è che mi prenderesti una sacca di zero? A proposito, Barbie è passata ed ha portato dei succhi di Bambie. Li ho messi nel frigorifero accanto allo “0” positivo.” Stefan sorrise al pensiero di Caroline nella stessa stanza di Damon: entrambi non si sopportavano ed ogni volta che si vedevano cominciavano subito a bisticciare. Creavano una vera e propria lotta verbale ed il vincitore era quasi sempre Damon.  
“Non sbagliare sacca anche questa volta.” disse Damon quando ormai suo fratello si trovava a metà scala.
A un tratto un rumore fece bloccare Stefan sul suo posto. Proveniva dalla cella di famiglia dove, momentaneamente, si trovava la verbena.
“Damon?” lo chiamò pensando che fosse uno dei suoi soliti scherzi.
“So cosa stai per chiedermi e la risposta è no. Io non c’entro niente!” La voce di suo fratello gli arrivò netta e chiara , nonostante si trovassero in due stanze differenti.
Stefan scese le scale lentamente e, dopo aver posato nella scarpiera a muro le scarpe, si avvicinò alla porta della cella.
Non appena vi si trovò davanti qualcuno,o meglio, qualcosa gli ringhiò contro. In un primo momento fu spaventato da quel ringhio sinistro, però poi prese coraggio e si affacciò alla finestrella ritrovandosi così ad osservare un essere mai visto nei suoi 147 anni di vita.
Un essere dall’aspetto lupino si contorceva in preda agli spasmi.
Probabilmente prova del dolore, pensò Stefan incuriosito dalla scena che gli si presentava davanti.
Col passare dei secondi l’essere si contorse sempre meno, fino a quando smise di muoversi. Il suo pelo marrone cominciò a rientrare nella carne e il suo colorito divenne roseo, tendente all’olivastro.
Le zampe si trasformarono rispettivamente in piedi e mani, e il muso si rimpicciolì assumendo una forma più umana ma che Stefan non riuscì subito a distinguere poiché, quello che si era tramutato in un viso femminile era, purtroppo, coperto da lunghi capelli color cioccolato.
Quello che fino a pochi minuti prima era un lupo si era trasformato in un umano o, più precisamente, in una donna.
Una donna nuda! Aggiunse Stefan mentalmente osservando le morbide curve del corpo di quella ragazza, tra l’imbarazzato e il preoccupato.
La donna-lupo ansimò per pochi istanti, poi la stanza si fece silenziosa.
Si è addormentata, pensò Stefan correndo al piano superiore per avvisare il proprio fratello di ciò che era appena avvenuto.

Arrivato al piano superiore sentì qualcosa trafiggergli lo stomaco. Strinse gli occhi in preda al dolore e, dopo aver estratto il pugnale dalla carne, guardò suo fratello, il quale sembrava pronto ad attaccarlo per la seconda volta. Stefan alzò un sopracciglio sorpreso .
“Spiegami perché mi hai colpito!” borbottò, arretrando di qualche passo. Damon socchiuse le labbra per poi stringerle in una linea retta. I suoi occhi scrutavano il volto si Stefan alquanto sospettosi.
“Come? Non hai intenzione di uccidermi??” prese il mento di Stefan con una mano e rigirò il viso di suo fratello cercando le rughe che si formavano sulla sua fronte ogni qual volta era arrabbiato con lui. Ma niente. Alcuna ruga solcava il suo volto e nessun segno di ira nei suoi confronti era apparso sul suo viso.
“Non hai notato nulla di strano nello scantinato? Per caso, non saprei … magari un lupo che si aggira tra la nostra scorta di verbena?” allargò gli occhi enfatizzando e soffermandosi sulla parola “lupo”.
Sconvolto da quella rivelazione, Stefan si scostò da suo fratello poggiando il pugnale su di un tavolino adiacente.
“Sapevi che si trovava nella cella di famiglia e non mi hai avvisato?” Damon fece spallucce sorridendo sghembo.
“Pensavo che fosse stato più divertente se l’avessi scoperto da solo.” Gli rispose sicuro di se.
“Perché l’hai lasciata entrare?” Damon non fece caso al femminile usato nella parola “lasciata” da Stefan, così gli rispose tornando serio: “Quando sono tornato dal “Grill” era già entrato in casa. L’ho trovato nello scantinato legato ad una catena , qualcuno deve averlo intrappolato lì pensando che questa fosse una tenuta disabitata.” Si guardò attorno “ E non ha tutti i torti, credo che sia arrivato il momento di cambiare quel tappeto persiano.” Ironizzò come suo solito il maggiore dei Salvatore. “L’unica cosa che non mi quadra è che la porta penso che sia chiusa dall’interno, non ho controllato per non rimetterci la pelle, ma ne sono quasi convinto. A questo punto sono due le opzioni: o il lupo ha le mani al posto delle zampe ed un’intelligenza pari a quella umana oppure la persona che l’ha intrappolato lì dentro è un fantasma!” .
Stefan sorrise accorgendosi che suo fratello non sapeva tutta la verità riguardo ciò che era successo. Con un tono da saputello, quindi, lo sorprese chiedendogli:
“Non hai pensato ad una terza opzione: e se il lupo in realtà fosse per metà umano?” . Compiaciuto di essere riuscito in un’impresa più unica che rara, ovvero far tacere suo fratello, Stefan si voltò dal lato opposto e cominciò a salire le scale.
“Non sei Anne Rice, Stefan. In questo mondo non credo che ci sia spazio anche per i licantropi. “ Damon corse a velocità incredibile verso la finestra.
“E poi non c’è neanche la luna piena, fratellino.” Stefan si fermò riflettendo sulle parole di Damon. Lui era consapevole di ciò che aveva visto , a meno che non fosse impazzito da un momento all’altro, cosa molto probabile con un fratello insopportabile in casa, pensò. La luna piena poteva anche essere una stupida leggenda metropolitana, proprio come quella dell’aglio e le croci leggendariamente temute dai vampiri.
“So che tu sei un tipo da se non vedo non credo, quindi, mentre salgo un attimo di sopra, perché non vai a controllare con i tuoi occhi ciò che c’è nella cella?” e senza aspettare una risposta, corse in camera sua per prendere una coperta da dare alla ragazza-lupo.

Non ancora del tutto convinto di ciò che gli aveva appena confessato suo fratello, Damon prese un attizza fuoco d’argento tra le mani e cominciò a scendere cautamente le rampe delle scale. Alcun rumore proveniva dalla cella, a differenza di qualche minuto prima in cui il ringhiare insistente del lupo lo si sentiva appena arrivati nello scantinato.
“Ehi, bel cagnolino. Fatti sentire!” sbatté l’asta d’argento sulla porta di ferro, la quale emise uno stridio insopportabile.
L’idea che all’interno della cella ci fosse solo un umano, dato il silenzio che proveniva da essa,  si fece largo nella mente di Damon, così decise di affacciarsi alla finestrella .
Con sua grande sorpresa notò il corpo di una giovane ragazza accasciato per terra completamente nudo.
Allora Santo Stefano aveva ragione, pensò cercando di forzare la porta dall’esterno.
Non appena riuscì ad entrare nella cella, si fece largo tra le piante di verbena e, dopo aver notato una bottiglietta contenente del liquido trasparente, si accertò che la ragazza fosse ancora viva spingendola, in modo tale da farla trovare a pancia in su, con l’aiuto dell’attizza fuoco. Non appena l’asta d’argento toccò la pelle della giovane, sul suo fianco sinistro si formò un solco simile ad una cicatrice, una di quelle che solitamente si crea dopo un’ustione epidermica. Nonostante Damon l’avesse in qualche modo ferita, la ragazza non sembrò provare alcun segno di dolore. Il suo viso era ancora coperto dalla miriade di capelli scuri, un colore molto simile al pelo del lupo,constatò Damon poggiando una mano sulla guancia della ragazza e scostandole i capelli delicatamente, quasi avesse paura di farle del male data l’apparente fragilità del suo corpo.
Dopo aver compiuto quel gesto, il cuore di Damon, dapprima freddo, si riscaldò ad una velocità inaudita. Tutto ciò che aveva desiderato per anni era lì, steso per terra, fragile ed inerme come non lo era mai stato.
Quello era il corpo della ragazza che aveva amato per decenni.
“Katherine!” sussurrò emozionato continuando ad accarezzare la morbida pelle del suo viso ripetutamente poi, con un gesto rapido ma altrettanto delicato, la prese in braccio stringendola al suo petto, quasi avesse paura di perderla di nuovo.
 La questione del lupo non gli interessava in quel momento, anzi gli era proprio sfuggita dalla mente .
Tutto ciò che contava era lì, tra le sue braccia e si ripromise che sarebbe stato così per l’eternità.

Non appena entrò nella sua stanza, Stefan cominciò a frugare tra la sua roba invernale alla ricerca di una coperta abbastanza calda da poter dare alla ragazza.
Cercò dappertutto ma nulla, non c’era traccia di una coperta nel guardaroba, in quanto i vampiri non ne hanno bisogno.
Provare le sensazioni- il caldo ed il freddo- , invecchiare, quella parte dell’essere umano non gli era mai mancata . L’unica cosa che rimpiangeva, era il non poter creare una famiglia tutta sua, avere dei bambini, vederli nascere e crescere e forse solo a quel punto avrebbe accettato l’invecchiamento, le varie malattie e, perché no, anche la morte. La sua mente tornò indietro negli anni, a quando era umano , a quando aveva ancora la possibilità di vivere per intero la sua vita, senza interferenze da parte del mondo che, gli umani inconsapevoli, chiamano sovrannaturale.
Poi però nella sua mente si fece largo un’immagine: Katherine. Lei era la sua creatrice, colei che l’aveva egoisticamente trasformato in un vampiro. Tra le sue mani gli capitò una foto ingiallita che la raffigurava nella sua eterea bellezza. Sorrise accarezzandola e pensando allo stesso tempo a ciò che aveva passato insieme a lei. L’unica persona che aveva amato veramente in tutta la sua eterna vita.
Sospirando decise che era arrivato il momento di tornare da Damon, così cominciò a disfare il letto per poi prendere il lenzuolo dorato che lo ricopriva.

“Dove cavolo ti sei cacciato?” disse ad alta voce Stefan alla ricerca di suo fratello . In un certo qual modo era preoccupato per la ragazza, la quale era scomparsa con il maggiore dei Salvatore.
Forse Damon la sta torturando per estorcere delle informazioni riguardanti la sua vera natura, pensò sospettoso entrando nella stanza di suo fratello.
Si guardò attorno per un attimo disorientato: aveva sempre immaginato che la camera di Damon fosse disordinata, invece si sorprese di vedere con quanta cura suo fratello la tenesse in ordine.
Persino i numerosi libri della sua libreria personale erano posti in ordine alfabetico, come del resto anche i cd musicali. Cominciò a pensare che anche i suoi vestiti fossero ordinati secondo una scala di colori che andava dal più chiaro al più scuro.
Ripensandoci, Damon si veste solo e sempre di nero, dovette ricredersi sghignazzando.
Avanzò sicuro nella stanza e, notando la porta del bagno socchiusa, vi si affacciò: suo fratello stava armeggiando con qualcosa nella vasca da bagno.
Sperò con tutto se stesso che non stesse facendo a pezzi lì dentro il povero corpo della ragazza, in modo tale da non sporcare il parchè.
La porta del bagno scricchiolò e Damon si voltò di scatto come spaventato da quel rumore però, notando Stefan sul ciglio della porta, si rigirò e continuò a fare ciò che stava eseguendo prima dell’arrivo di suo fratello.
“Dov’è la ragazza?” Damon sviò la domanda.
“Prima mi hai chiesto quando me ne sarei andato, adesso posso darti una risposta sicura: domani tolgo il disturbo. Non mi avrai più fra i piedi, sei contento Stefan?” Quest’ultimo lo guardò confuso avvicinandosi a lui e solo in quel momento riuscì a capire le parole di suo fratello.
“È tornata Stefan, non so in che modo, ma adesso che è qui tra le mie braccia non la lascerò andar via per nulla al mondo!” .
Detto questo, Damon proseguì nel lavare con cura il corpo della sua amata. 
Il corpo di Katherine Pierce.

Damon Wolf Elena Stefan
 L'immagine l'ho creata in un sito consigliatomi dalla mia migliore amica :3
  
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