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Autore: readingsmydrug    14/03/2013    2 recensioni
Eccomi qui con la seconda One Shot che descrive i miei incubi più forti. Questo è uno di quelli che mi inquieta spesso e con il quale mi ritrovo a convivere.
C'è sempre lo stesso lupo mannaro, ma in situazioni diverse. Questa è una delle più drammatiche.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nightamares can come true 2.


Stavo correndo da un tempo che mi sembrava interminabile ormai. Le mie gambe non ce la facevano più eppure continuavano a spostarsi con falcate lunghe e veloci era quasi diventato un movimento meccanico per loro, ma sentivo che da un momento all’altro avrebbero ceduto; ormai non le sentivo quasi più. Mi sembrava di non averle.
I miei vestiti erano tutti stracciati e bagnati a causa dell’incessante pioggia che mi rendeva la disperata corsa ancora più difficile. I miei piedi non facevano altro che sprofondare nelle pozzanghere schizzando fango dappertutto imbrattandomi ad ogni passo sempre di più i jeans.
I rami degli alberi spogli della foresta nella quale mi stavo addentrando sempre più mi graffiavano spietati la pelle entrando nella mia carne facendola sanguinare, strappando la mia giacca bagnata.
I miei capelli castano scuro si erano appesantiti e si univano in ciocche piene d’acqua. Ogni volta che giravo la testa da un lato questi mi finivano sul volto come una frusta coprendomi la vista e facendomi inciampare su qualche radice.
Guardai avanti a me continuando a correre e capii che più sarei andata avanti più mi sarei addentrata nella foresta.
Non avevo via di scampo, ero in trappola. Avevo perso ormai da almeno un’ora il sentiero e non sarei riuscita a tornare indietro in tempo per salvarmi.
L’ennesimo ramo mi graffiò la guancia, ma io avevo un groppo alla gola per il terrore e non riuscii urlare dal dolore.
Dietro di me i latrati della bestia mi facevano intuire che mi stava ancora seguendo, e lo stava facendo da ore.
Quell’immonda creatura aveva sbranato e fatto a pezzi tutta la mia famiglia davanti ai miei occhi.
L’immagine di mia sorella più piccola che veniva scaraventata contro la parete mi ricomparse nella mente.

La bestia le saltò addosso e con una zampata le aprì la pancia facendo uscire rivoli di sangue scuro, quasi nero. Sentivo ancora le sue urla e i suoi gemiti nelle orecchie. Erano strazianti, piene di dolore.
Quando però capì che stava morendo non emise più un suono. Smise di chiedere inutilmente alla bestia di fermarsi e di risparmiarla.
Guardò il corpo senza vita dei nostri genitori, anche loro circondati da una pozza di sangu:, erano stati squartati vivi poco prima e adesso toccava a lei.
Spostò lo sguardo verso di me e io rimasi immobile, in piedi dietro a quel mostro mentre stava divorando viva la mia sorellina. Ero paralizzata dalla paura. Non riuscivo ad urlare, non riuscivo a piangere, non riuscivo a parlare, non riuscivo a respirare.

Del sangue rosso uscì dalla sua bocca e vidi la vita abbandonare i suoi occhi mentre una lacrima le rigava il viso. L’avevo lasciata morire senza combattere. Mi facevo schifo.
La belva si girò verso di me. Era alta sì e no due metri. Il pelo cortissimo, muscolosa e imponente. Le zampe lunghe e possenti e gli artigli affilatissimi. Le zanne bianche come la neve sporcate del sangue della mia famiglia, gli occhi orrendamente umani. Mi voltai e corsi. Corsi senza gorarmi un attimo indietro.

Non ce la facevo più.
Quei ricordi mi fecero venire un capogiro. La coordinazione delle mie gambe si ruppe e un ingranaggio da quel meccanismo che era diventata la mia corsa saltò. Inciampai su una grossa radice di un ramo che mi tagliò in profondità la spalla.
Di nuovo gli occhi di mia sorella comparvero nella mia mente. L’espressione sofferente, gli occhi pieni di tristezza, la faccia sporca del suo sangue che schizzava a causa delle zampate di quell’ibrido furono come mille coltellate al cuore.
Lo sognavo ogni notte. Ogni notte da quando ero bambina. Mi terrorizzava ogni sera e ogni sera mi svegliavo urlando. Per dormire tranquilla ero costretta a prendere delle gocce che mi facevano cadere in un sonno profondo.
Ma questo non era un sogno. Avrei voluto tremendamente che lo fosse.
Ricordai l’ultimo urlo di mia madre che veniva spezzato da un morso al suo collo inferto dalla bestia. Sentii il rumore delle sue ossa spezzarsi.
Ricordai mio padre urlare il nome di mia madre mentre correva a soccorrerla anche se ormai era troppo tardi.
Ricordai il mostro che lo lanciava contro il tavolo e gli saltava addosso per poi squartare anche lui.
Mi voltai verso la bestia, verso il mio destino, per guardare in faccia la morte.
E non ebbi neanche il tempo di perdermi in singhiozzi.
Non ebbi il tempo di chiedere pietà.
Non debbi il tempo di rendermi conto che era la fine.
Non ebbi il tempo di ripensare un’ultima volta al pomeriggio che avevo passato con la mia famiglia tra risate e scherzi prima che quella cosa ci interrompesse.
Non ebbi il tempo di ricordare i loro sorrisi.
La bestia mi raggiunse in tre secondi.
Non era un film.
Nei film il cattivo aspetta prima di attaccare il buono, si avvicina lentamente prima di provare ad ucciderlo, fallendo.
Nei film arriva sempre qualcuno che ti salva uccidendo il mostro.
Ma non era un film. Era la vita reale.
Sentii il peso della bestia premermi nel fango.
In un attimo la sua zampata trafisse il mio stomaco e vidi con orrore il mio sangue schizzare da tutte le parti mentre tossivo e gemevo dal dolore e vomitavo altro liquido rosso e denso.
Un altro gemito mi uscì dalla bocca dopo aver visto parte del mio intestino schiantarsi contro un albero lì a fianco.
L’ultima cosa che vidi fu l’interno della bocca dell’ibrido e le file dei suoi denti bianchissimi.
Il resto è vuoto.
Tristezza.
Solitudine.
Freddo.
Paura.
Buio.
Silenzio.




























SHALALALLA'!

Vi ho sparaflesciati almeno un po' con questa scritta gigante e fluorescente? HAHAHAHA
Spero di sì u.u
Beh, sdrammatizziamo un po' questo capitolo :c
Diciamo che... probabilmente ora starete pensando che ho qualche problema grave se faccio questi sogni D: il punto è che... boh, non credo ci sia un punto :c
Questo essere barra bestia barra lupomannaro barra mostro barra quello che volete voi (?) mi perseguita fin da quando ero bambina. Lo sogno molto spesso soprattutto dopo una giornata lunga e faticosa, o comunque una dove sono stata male.
Qul coso è sempre ad aspettarmi nei miei incubi. In luoghi e situazioni differenti con altri personaggi. A volte finisce bene e a volte finisce male e a volte è talmente traumatico che mi sveglio urlando, piangendo e ho bisogno di scriverlo e condividerlo con qualcuno perchè sono cose che mi mettono un'ansia terribile.
Non sapevo che rating mettere, nè che genere, così ho deciso di metterlo arancione e horror, ditemi voi se ho sbagliato, ma soprattutto fatemi sapere se vi è piaciuto :)
Aspetto le vostre recensioni :3
#peace
  
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