Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Shate    14/03/2013    2 recensioni
Questa piccola one shot l'ho creata per un contest di un forum, spero vi piaccia.
Ci sono Kuroko e Kagami ad un festino. Tutto sembra filare per il verso giusto quando Kise cerca di intrufolarsi nell'appartamento...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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NOTE DELL'AUTRICE: Eccomi con un'altra one shot. Per il momento scriverò solamente one shot, quando mi sentirò pronta, farò anche qualche fanfiction con qualche capitolo in più. Spero vi piaccia! Accetto qualunque tipo di consiglio e/o critica! Spero che la recensirete in tanti! Un'ultima cosa... Probabilmente ci saranno degli errori di distrazione, se li trovate, vi prego di comunicarmelo.
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C’era così tanto baccano che Kuroko per poter parlare con Kagami aveva bisogno di un microfono, anche perché c’era musica a tutto volume, perciò era piuttosto difficile, per un tipo che ha un tono piuttosto basso di voce, dire ciò che voleva: “Kagami, non starai mica esagerando con tutti questi alcoolici?”
“Zitto, Kuroko. Tu non puoi capire come ci si senta ad avere il cuore spezzato per amore!”
“Sì, ma a prescindere da ciò, bere così tanto non farà sicuramente bene al tuo stomaco…”
Kuroko cercò di persuadere il suo amico a smettere di ubriacarsi, ma questi – prima che l’altro potesse terminare la frase – lo interruppe e piuttosto irritato, urlò: “Vai al diavolo! Tu sei solo un disgraziato che sta insieme a Momoi per puro divertimento!”
A quel punto calò un silenzio imbarazzante. Kuroko voleva replicare, dicendo che non era vero: “È quella stupida che dice al mondo cose non vere… Lei è innamorata di me, ma io no. Noi non siamo mica fidanzati”, pensò. Quando si convinse a rispondergli, qualcuno bussò alla porta: era Kise. Kagami, che era disteso a sul pavimento, si alzò e sapendo già chi era, esclamò: “Che diamine vuoi? È già la terza volta che cerchi di entrare qui: prima ti fingi un cameriere, poi ti travesti da ragazza… Ora cosa ti inventerai? Non sei il benvenuto qua!”
Arrabbiato com’era, guardò malissimo il modello, ma a voler vedere un rimprovero del genere era comprensibile da parte sua. A volte Kise sapeva essere piuttosto fastidioso ed insistente: “Mi spiace Kise… Ma hai sentito Kagami?” Chiese retoricamente Kuroko con quella sua solita espressione apatica.
“Kurokocchi! Almeno tu…”
Kagami non aspettò nemmeno che il biondo finisse la frase e gli chiuse immediatamente la porta in faccia. Di conseguenza lasciò quella problematica presenza a piagnucolare davanti alla soglia dell’appartamento e, per sicurezza, chiuse la serratura con la chiave dall’interno.  

* * *

Era passato un quarto d’ora, ma Kise sembrava non arrendersi, infatti chiunque poteva sentirlo e nonostante il lamento delle altre persone che abitavano lì, a lui sembrava non importare nulla, ragion per cui continuò ad esclamare: “Vi prego, lasciatemi entrare! Voglio anche io stare con Kurokocchi! Oh, Kurokocchi…!”
“Adesso basta, chiamo la polizia…”
Kuroko prese per il braccio Kagami per fermarlo, ma in questo modo caddero uno sopra l’altro sul divano. Si guardarono negli occhi per un paio di secondi: “Quando si guarda una persona per un più di sei secondi, o si vuol far sesso con esso, oppure si hanno istinti omicidi”. Non ricordava dove Kuroko aveva sentito questo detto, fatto sta che i secondi passarono: uno, due, tre, quattro, cinque e sei. Kagami, lasciandosi trascinare dalla quella strana atmosfera, provò a baciare il piccoletto, ma prima che le loro labbra si avvicinassero, Kuroko scostò la testa e leggermente provato, mormorò: “Chiamerò io la polizia… Il tuo cervello è fuori di sé in questo momento e ti prenderebbero per pazzo”. Il rosso si allontanò dal letto e diede il telefono all’altro: “Ecco, prendi pure”, nelle sue parole sembrava esserci un po’ di amarezza.
“Sì… Pronto? Avrei un problem-” si interruppe improvvisamente. Kuroko, che era davanti alla finestra dell’appartamento, si bloccò alla vista di Kise. Il telefono cadette a terra rompendosi. Non era spaventato o sorpreso, semplicemente era curioso di sapere come aveva fatto ad arrampicarsi fino al terzo piano: era forse scemo? Sospirò e nel momento in cui cercò di entrare nella camera, nel vedere che la persiana era leggermente aperta, la chiuse facendo così cadere Kise. Sapeva che non sarebbe morto perché sotto di lui c’era una sottospecie di materassino gigante: “Sei senza speranze, Kise…”, sussurrò.
Kagami, che era andato un attimo al bagno, nel sentire il suono del cellulare cadere, si precipitò immediatamente da Kuroko e preoccupato gli chiese cosa fosse successo: “Affacciati alla finestra”, rispose lui: “Oh, ed io che pensavo che ti fosse successo qualcosa di grave…”
“Cosa dovrebbe accadermi?”
“Non te ne sei accorto, forse? Perché credi che Kise ti stia così addosso? Lui è innamorato di te!”
“Sei geloso?”
“…”
Non rispose, ma era chiaro ad entrambi come stava la situazione. In quel momento nessuno dei due osò fiatare, Kagami perché era visibilmente imbarazzato, mentre Kuroko… Beh, Kuroko è fatto così. Non era uno di molte parole. Ad un certo punto uno dei due interruppe quel devastante silenzio: “Ho sonno, vado a letto… Spero che Kise non torni a disturbare anche nel pieno della notte”
“Buona notte. No, tranquillo. Dopo tutto il trambusto che ha fatto, qualcuno gliene avrà dette quattro”
“Mah, speriamo…”
Kuroko cominciò a pulire l’appartamento e nel frattempo Kagami, prima di dirigersi a letto, cacciò via tutti coloro che aveva invitato a quel festino. C’erano persone ovunque: alcuni erano collassati distesi sul pavimento, altri si erano addormentati… Erano pochi quelli ancora sobri. Quando il piccoletto finì di pulire, il rosso stava riposando da un pezzo. Così Kuroko, credendo che Kagami non era sveglio, quando andò in camera, lo baciò sulle labbra e sussurrando disse: “Anche tu mi piaci, faccio solamente fatica ed esprimere bene i miei sentimenti”.
Kagami sentì tutto, ma continuò a fingere di dormire. 

   
 
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