Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: alicephantomwise___trad    14/03/2013    3 recensioni
Ma, nel caso te ne fossi dimenticato, questa non è una favola.
*
traduzione da alicephantomwise (archiveofourown).
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note introduttive di opinabile importanza (ma leggetele comunque)

Buondì!

Eccomi qua a massacra- tradurre fan fiction quando ci sarebbero cose più importanti da fare – tipo pettinare gatti contropelo o discutere col mio orsacchiotto Alex circa la qualità dell’imbottitura o perché il mio naso è sempre freddo (roba orsacchiottesca).
Ho iniziato questo esperimento perché, finiti gli esami, ho scoperto che mi rilassa e mi distrae parecchio – tranne quando non so come diamine rendere una certa espressione (ovvero, sempre).

Adoro quest’autrice. Sul serio, è eccezionale. Cercherò di tradurre la maggior parte dei suoi lavori – per quanto possibile. Ha uno stile particolare e particolarmente complicato da rendere bene, però mi sono incaponita e non volevo tornare indietro.

Dunque, innanzitutto, chi può contare su anche una minima conoscenza dell’inglese se ne vada immediatamente da qui e di corsa a leggere l’originale (smamma, su!).

Gli altri, purtroppo, si dovranno accontentare delle mie ben scarse capacità. A questo proposito, vi annuncio che mi sono presa non poche libertà nella traduzione, spesso cambiando l’intera frase, ma a volte non sono riuscita a staccarmi abbastanza dal testo (mi sono inceppata in qualche punto, poi). Comunque, penso di aver completamente azzerato la musicalità del testo originale, nonché la sua poesia.

Diciamo che è solo il mio primo esperimento di traduzione (sarà dal secondo ginnasio che non traduco qualcosa) e che spero che non mi prendiate per i capelli. I pomodori sono ben accetti, le sprangate no.

Se potete darmi consigli o dritte o semplicemente proporvi per una migliore traduzione fatevi avanti.

Oh, ecco il link alla storia originale: http://archiveofourown.org/works/193303/chapters/284533

.. e quello all'account AO3 dell'autrice: http://archiveofourown.org/users/alicephantomwise/pseuds/alicephantomwise



Buona lettura!


 
 
 
 
 
 
 
 
 




Lascia che ti racconti una storia.
 
 


//
 
 
 

C’era una volta un re.

No. Aspetta.

C’è dell’altro, prima.

(Non è così che inizia la storia.)
 
 
 



//
 
 


 
C’era una volta un principe con i capelli dorati come le foglie d’autunno, gli occhi blu e vasti come i cieli d’estate.

Ecco quello che conosceva: lealtà (inginocchiarsi davanti al trono e ripetere i suoi giuramenti ancora e ancora, finché il vento non gli strappa le sue parole, le getta fra gli alberi, finché l’intera Camelot non sospira in approvazione, in adorazione, perché sono infinite generazioni che lo aspetta, lui – il suo re); onore (allenarsi finché il sole non allenta la sua avida morsa sulla giornata, finché il chiarore della luna non avvampa sulla sua lama, perché un principe può morire facilmente come qualsiasi uomo – e i cavalieri lo amano per questo: la sua mortalità); e una corona (che pesa e recita parole in una lingua che il principe non conosce ma pensa di comprendere: un futuro scritto nelle stelle, un destino che non vuole, forse, ma che lo seguirà, sempre).

Ed ecco ciò che temeva: solitudine (un trono tanto in alto che oscura il sole, un titolo tanto elaborato e tanto esasperato che potrebbe semplicemente essere una divinità della peggior specie: la falsa specie); fallimento (stare a guardare mentre Camelot si sfalda – le urla e il sangue e i cadaveri a pezzi, deformati, il fuoco che brilla sulla sua corona di inutile oro – e sapere che è colpa sua); e la magia (stregoneria – stregoneria).
 
 
 




//
 




 
E c’era una volta un ragazzo che poteva intessere la magia con le sue dita, poteva far sbocciare i fiori in inverno e far risplendere il sole attraverso la pioggia.

Ecco ciò che odiava: odio (le streghe bruciate sul rogo, accusate per il maltempo, per questa pestilenza, per quella carestia, e il ragazzo che teneva parti di se stesso al sicuro sotto una chiave che gettava via, perché liberare è come bussare alla porta della Morte ed insistere per entrare); ingiustizia (villaggi che avvizziscono durante l’inverno, i bambini sempre più magri, i loro occhi troppo limpidi su quei volti pallidi, mentre i signori ingrassavano nei loro castelli, gli occhi velati per il vino che non si guadagnavano); e il male (del tipo assoluto, il tipo che semina distruzione giusto perché può farlo – potresti pensare che quel tipo di male non esista, che non c’è niente di simile al male irrecuperabile, ma puoi starne certo – esiste).

Ed ecco quello che amava: il principe (Artù).
 
 
 





//
 




 
 

Aspetta, potresti dire. Il ragazzo amava il principe. Ed invece il principe? Amava il ragazzo?

(Che domanda sciocca: è come chiedere se il cielo è blu, se il domani verrà come ha fatto ogni giorno per anni e anni, così a lungo che persino il Tempo stesso ha perso il conto. È come chiedere se gli inverni sono freddi, se un bambino deve imparare a camminare prima che impari a correre.)

Certo che il principe amava il ragazzo.
 
 





 
 
 
//
 
 
 
 





Loro crescevano.

Il principe divenne re ed il ragazzo divenne uomo.

Ed anche il segreto cresceva, aggrovigliandosi fra di loro, muto, come un nodo oscuro e terribile.

 
 


 
 
 
 
//
 
 
 
 
 




Non erano mai l’uno senza l’altro.

Guarda, la servitù bisbigliava, ecco il re ed il suo stregone.

Guarda, i cavalieri dicevano lieti, ecco lo stregone ed il suo re.

Mangiavano l’uno dal piatto dell’altro e non sapevano mai a chi appartenevano i loro abiti. Si guardavano come le stelle devono guardare la luna: rispettosi, devoti, adoranti. Si toccavano attentamente, come se i loro tocchi fossero un codice per cui solo loro avevano la chiave. Partivano presto al mattino e trascorrevano l’intera giornata via dal castello, e poi tornavano, le guance arrossate e gli occhi radiosi, giovani e felici. E poi salivano nelle stanze del re e lo stregone si inginocchiava di fronte al suo re e poggiava la mano sul petto del re, e diceva,

Il mio cuore è con il vostro, sempre.
 
 




 
 
//
 




 
 
 
Ma, nel caso te ne fossi dimenticato, questa non è una favola.

 
 



 
 
 
 
//




 
 
 
 
 
 
Ci fu un incidente.

I dettagli non sono importanti: infatti, se guardi nei tuoi libri, vedrai che dicono tutti cose diverse. Uno dice che c’era un drago, e un altro si fa beffe di una tale fantasia, dice che non c’era affatto un drago ma un condottiero nemico. Forse fu solo il Clima, che mise in scena i suoi subdoli trucchetti, che crepò la Terra, lasciandola a tremare di rabbia.

Qualunque cosa fosse – ci fu un incidente.

E la regina per poco non morì.
 
 





 
 
 
//
 
 





 
 
Tu mi interrompi. Dici, ma il re amava lo stregone, com’è che ha sposato un’altra?

(Ah, ma l’amore ha tante forme diverse, no?)

Silenzio, ora. Taci.
 
 
 




 
 
 
 
 
//
 




 
 
 
 
 
Lo stregone amava la regina perché il re l’amava.

E quando il re pianse per la morte imminente di lei, lo stregone abbassò lo sguardo sulle sue mani e pensò,

posso salvarla.

E è quello che fece.

Non era quel tipo di magia da spettacolo che si vede al giorno d’oggi – tutto scintille e fuochi artificiali. Non ci furono gesti teatrali o applausi. No, ci furono solo poche parole ed uno scampolo d’aria – perché la vita è questo, un respiro delicato, un tocco leggero, una parola fragile – e fu finito.

La regina si svegliò.

E lo stregone fuggì.
 
 






 
 
//
 






 
 
 
Il re lo inseguì.

(Ovvio che lo fece.)

Corsero per due giorni e tre notti, attraverso campi e oceani, attraverso spazio e tempo.

Quando alla fine lo stregone si fermò, fu perché era stanco di fuggire da ciò che desiderava. Meglio cadere per mano di qualcuno che ami piuttosto che vivere nell’odio per te stesso, per il mondo intero.

Andò dal re e si inginocchiò. Disse, mi dispiace, e, sappi che ti ho amato, sempre.

E lo stregone chinò la testa e aspettò. Aspettò un colpo che non arrivò.

Quando sollevò la testa, vide il re in ginocchio accanto a lui.

Il re appariva stanco ed infelice, ma prese le fredde mani dello stregone nelle sue e disse dolcemente,

Non è qui che finisce la nostra storia, Merlino; noi non siamo solo una singola pagina in un libro ma una leggenda,

perché il re amava lo stregone (Merlino), profondo come i mari, vasto come i cieli, più di quanto potesse mai odiare.
 






 
 
 
//
 







 
 
È questoil finale? chiedi

(Quanto vorresti che lo fosse.)

No. No.  

 



 
 
//
 






 
 
 

Loro vissero – una lunga vita o una breve, non importa, perché questo è un mito.

O è Storia?

Il re governò le sue terre con virtù e giustizia. Fu amato con fervore dai suoi sudditi e li amò con fervore a sua volta. Nutrì i poveri col pane delle cucine del castello e trascorse ore nella città bassa, aiutando a riparare le case dopo alcuni venti forti. Si affidava al suo stregone come se lo stregone fosse un altro braccio, necessario e ben gradito. Lo stregone era saggio, e insieme, il re e lo stregone lasciarono che la magia fluisse di nuovo nel regno, permettendo che la paura lasciasse spazio allo stupore, la disperazione alla speranza.

Furono bei tempi, come ti può dire chi li ha vissuti.
 
 
 








 
//
 
 
 





 
Ma non durò per sempre.
 
 







 
 


 
//
 
 






 
 
 
C’è un’altra storia, una raccapricciante storia di un incesto, di tradimento, di parricidio.

Ma la nostra è una storia che parla del re e del suo stregone, non del re e di suo figlio.
 








 
 
 
 
//
 
 






 
 
 
Il re morì in una tenda solitaria con stendardi sfilacciati.

Non era particolarmente vecchio, ma non era nemmeno tanto giovane.

Lui morì felice.

(Come, domandi, come si può morire felici? Suo figlio l’ha ucciso, com’è che è morto felice?)

Beh. Perché questo è quello che accadde.

 




 
 
 
//





 
 
 
 
 
Non voglio morire, disse il re. Appariva vecchio, più vecchio di quanto fosse, più vecchio di quanto sarebbe mai stato.

Lo stregone avvolse le dita del sue re con le sue, baciandogli le ciglia d’oro scuro

Perché? disse lo stregone, curioso. Perché temi la morte?

Ed il re disse, Temo ogni luogo in cui tu non sarai al mio fianco.

Lo stregone fece una cosa strana, a quel punto. Sorrise, e per un momento sembrò il sedicenne che era stato, un sedicenne che era capitato nel posto giusto al momento giusto ed aveva incontrato un principe, sulla soglia della grandezza, sulla soglia di una Storia così grandiosa da echeggiare nel corso dei secoli.

Il re disse in tono irritato, Perché stai sorridendo?

E lo stregone gli si fece vicino e sussurrò, delicato come un segreto:

Perché non è qui che finisce la nostra storia, Artù; noi avremo più vite di questa, più mondi di questo.

(Perché, vedi, la fine della vita non è la morte.

E l’ultima pagina di un libro non è la fine della storia.)
 






 
 
//






 
 
 
E ora potresti dire, È una storia terribile, non ha una fine.

Ma è questo quello che ho da offrire: la più grandiosa delle storie non ha una fine.

Perché, vedi – il re ed il suo stregone hanno il più autentico “per sempre felici e contenti”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Note finali
 
Cielo, quanto avrei desiderato un finale del genere nella serie.
Sarebbe stato, certo, strappalacrime, ma avrebbe avuto quel gusto dolceamaro di cui abbiamo bisogno. Triste ma- cribbio, almeno quel povero Merlino non aspetta secoli e secoli il suo Artù!

happily-ever-after suona meglio come "lieto fine", ma nel contesto, visto che l'intera storia ricorda un po' una fiaba, penso ci stia meglio il "per sempre felici e contenti". 

Beh, spero che la traduzione sia stata chiara.

Alla prossima!
Distruggetemi, forza! (Naturalmente, risparmiate la storia, perché è davvero deliziosa. Se non v'è piaciuta, è solo colpa della mia orrenda traduzione, perciò mi scuso C:)
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: alicephantomwise___trad